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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Elda Lanza, La bambina che non sapeva piangere, 2016

concordanze di «me»

nautoretestoannoconcordanza
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tosse. «Ora vive con me». ¶ «Bene, adesso che mi
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il carattere. Lavorava con me a Roma e poi
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Le vacanze sempre con me, scuole, regali, viaggi… Malgrado
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l’ho portata con me a Roma. Adesso Carolina
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Non sapeva dove fosse, me ne parlò all’epoca
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alzato. Gli sorrise. «A me piacciono le sfide impossibili
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te. Faremo squadra». ¶ «Con me?» ¶ «Certo, tu sei molto
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pausa. «Però vive con me» concluse. ¶ Bene, dieci punti
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Giancarlo Rinaldi. ¶ «E da me tu che cosa vuoi
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tu dovrai essere brava, me lo prometti? Altrimenti ti
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Io queste trasmissioni non me le ricordo» disse Laura
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della Rai, i nomi me li ha dati Rinaldi
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smorfia. «Proviamoci, venga con me». ¶ I due uomini si
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c’è nelle teche. Me lo offre un caffè
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volte. Era timida, questo me lo ricordo». ¶ Si era
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ha conosciuta meglio di me. Vuole che la chiami
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Sereni. Vuole parlare con me per Gilla Floris?» ¶ «Le
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Mi bastava starle vicino. Me ne sono innamorata al
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mia madre e a me. E poi tutti qui
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torna in ufficio con me, io ho un suo
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aveva appeso al collo. «Me l’ha regalato lei
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questa favola anche a me». ¶ Erano intanto entrati in
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escluso». ¶ «Per voi. Per me è escluso. Infatti io
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è corsa qui da me, pallida come un cencio
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forse ha ragione. A me sembrava strano che non
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da fuori non vedono me, così io so chi
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Tutte balle, creda a me. Lei doveva invece vedere
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si chiamava Margaret Scotti, me lo ricordo bene perché
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ora succede il patatrac, me l’ha raccontato la
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po’ dura, ma di me era contenta». ¶ «Quanto è
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veniva a letto con me? Non ero mica scema
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molti anni più di me, e io gli ho
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non la racconti a me. Sono più di vent
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storia la sa, no?» ¶ «Me la racconti lei». ¶ «Allora
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le distanze, accidenti a me che ci sono cascata
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posto e volevo tenermelo. Me l’ero sudato. Io
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speravo che mi sposasse, me l’aveva detto tante
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oltre vent’anni… ma me lo vuol far morire
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l’estate, lei non me lo fa morire d
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mi ci faccia pensare, me lo vedo sempre davanti
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senta, venga fuori con me». Sulla porta allungò un
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è più brava di me». ¶ «Vuole altro?» ¶ «Sì. Possiamo
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benissimo». Le sorrise. «A me interessa lei». ¶ «Bene, ma
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facciamoci un caffè, per me è il primo della
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dica di Gilla». ¶ «No, me ne parli lei. Ho
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bellissima. Ecco, una cosa me la ricordo anch’io
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insieme, perché anche a me a Natale avevano regalato
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una biciclettina. Ma per me lei era troppo piccola
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dei regali anche a me. Mi trattavano bene». ¶ «Poi
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ne sapeva più di me che avevo già fatto
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liceo artistico. Le spese me le ha pagate il
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faceva impressione, pensi che me lo ricordo ancora. Non
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la mia mamma, io me la ricordo». ¶ «Non ti
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Le hanno fatte per me, ma nessuno mi porterà
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cosa vuol sapere da me?» ¶ «Lei ha il diritto
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che serve esclusivamente a me per conoscere meglio chi
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firme dagli avvocati, a me viene la luminosa idea
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sapeva quale piace a me. E mi ha detto
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in fin dei conti me ne infischio. Forse sto
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idea luminosa, accidenti a me. ¶ «Senti, a me è
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a me. ¶ «Senti, a me è rimasta la casa
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Perché non vieni da me mentre cerchi casa? Così
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domestici che era con me a Capalbio storce il
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di sua madre. E me li regala. ¶ Insisto che
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Dimmi quando vuoi che me ne vada» mi dice
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momento quello che so me l’ha detto il
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parlare?» ¶ «Vuole cenare con me o preferisce darmi un
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perché sono qui…» ¶ «Sì, me l’hanno detto. Qui
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che la sappia da me. Qualcuno le ha detto
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cioè Drago, De Brusset?» ¶ «Me ne ha parlato la
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nella vita di Drago». ¶ «Me lo racconti lei». ¶ «Sì
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era Nuccio, e io me ne sono innamorata come
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gli occhi verso di me, forse ha capito… Mi
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e lo faceva per me. Così è nata la
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si era stancato di me, che forse gli piaceva
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è sembrata giusta per me: sono tornata in America
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mio sottoposto – dipendeva da me – rispettosissimo. Un estraneo. Quando
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a lei e a me: mi odierebbe». ¶ «Temo che
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segreta questa storia, a me l’hanno raccontata sia
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incontrata». ¶ «Grazie, anche per me. Buon ritorno a casa
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a Parigi, vieni con me?» ¶ «Entra, avanti». ¶ La baciò
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come gliel’abbiano raccontata». ¶ «Me la racconti lei». ¶ «Sì
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vuole far colazione con me? Siamo soli, dovrà contentarsi
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panca. «Io i napoletani me li figuro tutti piccoli
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siamo fatti mancare niente». ¶ «Me ne farò una ragione
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cade tutto su di me. Ho una madre che
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conta molto su di me, la sua figliola zitella
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chi sposa una come me? Comunque parliamo di Gilla
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Era un fenomeno, a me piaceva molto, più di
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storia è, perché nessuno me ne ha parlato? Se
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e ha chiesto di me. Mi dice che è
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lei ne volesse a me». ¶ Diciotto ¶ «Gilla, sei tu
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lasciato il nonno per me. Non lo vuole più
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mi ritrovo». ¶ «Come stanno? Me le saluti?» ¶ «Sono sposate
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lettere e foto, secondo me c’è di sicuro
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qua. Pericoloso?» ¶ «Non per me». ¶ «Per me sì, ma
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Non per me». ¶ «Per me sì, ma rischio. Sei
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era uno sfacelo. Quello me lo ricordo di certo
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nasce anche senza di me. E comunque domani vado
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quello che conosco di me e dell’amore, so
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castana, avvocato, indispensabile a me e allo studio». ¶ «Vai
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l’hai tradita con me». ¶ «Questa vorrei considerarla una
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tu ti fidassi di me. Io di te mi
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Sono sicuro che ora me la racconterà lei. Di
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fece una smorfia. «Per me… facci lei». ¶ «Grazie, dica
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di fiori… Lei con me non parla, non sono
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disse la sua. ¶ «A me pareva una Mini nera
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così?» ¶ «Circa, sì». ¶ «Se me la fate rivedere, certo
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Scosse la testa. «Non me lo ricordo, stavo mangiando
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scemo, bello: non con me» ribatté la ragazza. «Era
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pregarla di venire con me… Vede quella signora in
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pure, avvocato. Io intanto me la sbrigo con questi
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letto di zia Linda, me lo ricordo… Guarda quei
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Milano» continuò Cerruti. ¶ «Sì, me l’hanno detto stamattina
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mi stimano, che da me si aspettano un comportamento
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potuto risponderti, perché riguarda me solo. Il punto è
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ti ha detto?» ¶ «A me e a tutti quelli
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prima e dopo di me? Di lasciare a casa
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di polizia: anche per me questo è lavoro». Stava
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Gilardi alla ragazza. ¶ «A me?» Lo guardò in faccia
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poi lo passi a me». ¶ «Sì, ho capito. Ma
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già detti. Però secondo me il fenomeno John, il
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investigatore che lavora con me, l’hai conosciuto. Lui
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questa faccenda, che a me sembra fin troppo chiara
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tu e io?» ¶ «Io me lo ricordo». ¶ «Quale? No
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non le vive come me. Ma Gilla è mia
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Erano così diverse da me. E così diverse anche
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alle altre due. A me no di certo, io
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mi sono sposata e me ne sono venuta qua
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si sparò… Mia madre me la raccontò così, che
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le voleva bene. A me non si era affezionata
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qualche volta viene con me a prendere i bimbi
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non hai bisogno di me. Max, dobbiamo parlare anche
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proposito. È venuta con me a Napoli una cugina
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io qui sono felice». ¶ «Me lo diresti?» ¶ «Sì… sì
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No, va bene. Di me che cosa hai detto
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tu, non convince neppure me. Ma pensatela come se
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accordo, Liciuzza, perché per me è importante». ¶ «E io
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che cosa conto?» ¶ «Per me, molto. Lo sai». ¶ «Eh
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mia madre. Ma a me piace, e la campagna
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Non vuoi lasciare a me il compito di risolvere
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faccenda che riguarda soltanto me e lei?» ¶ «Sì, scusa
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che voglio vicina a me per il resto della
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saranno civili». ¶ «Anche per me tu sei importante. Ma
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Gilla si chiama come me, siamo figlie di due
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Lo amava moltissimo, io me lo ricordo». Si arrestò
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I cavalli conoscono soltanto me». ¶ «Hai anche i pulcini
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dava fastidio anche a me. Ma che cosa significa
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stessi occhiali e non me lo dice? Non le
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di suo padre. Per me, con tutto quello che
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te». ¶ «Anche contro di me?» E Max aveva riso
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non piaceva neppure a me». ¶ «Hai una donna, ora
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installato al settimo. ¶ «Che me ne dovrei fare di
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pure il ghiaccio, che me ne devo fare? Per
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è una camera per me. Sono io che posso
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te?» ¶ «Sì, anche per me». ¶ «Hai una donna?» ¶ «Sembra
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sei tanto occupata di me, vuoi dirmi che cosa
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aspettava un figlio da me, che mi era piaciuta
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lo trova meglio di me…» Le fece una carezza
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Elena sospirò. «Va bene, me ne ricorderò». ¶ «Non odiare
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è più adatto a me e alle mie esigenze
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miei errori, e non me ne vergogno». ¶ «Io, di
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Ehi…» ¶ «Nessun pericolo, a me piacciono vecchi». ¶ «Ehi!» ¶ «Davvero
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Un gran bravo avvocato». ¶ «Me l’ha detto. Ti
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Mi ha chiesto di me, dei miei studi, da
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questi occhiali, certo. Io me li sono messi quando
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venire a colazione con me?» ¶ Giacomo si mosse a
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tavolo… te lo ricordi?» ¶ «Me lo ricordo, sì. E
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qualche anno meno di me e somigliano a mia
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anche da nonno Charlie. Me lo dicono tutti… sì
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malata. Era molto bella, me la ricordo così. Alta
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più o meno come me, anche di viso mi
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Ne sapeva più di me che ero più grande
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mai vista piangere…» ¶ «Questo me lo ripetono tutti. Perché
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ma non piangeva…» ¶ «Questo me l’ha detto anche
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che sono sicuro di me e di te, le
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e potrai fare di me quello che vuoi, anche
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e tu starai con me». ¶ «E dopo possiamo andare
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al sottoscritto. Accidenti, non me l’aspettavo». ¶ «Che cosa
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veniva da Napoli. ¶ «Da me, questo, che cosa vuole
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bocca chiusa, accidenti a me». ¶ «Guardi che qui, con
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Del caso, al momento, me ne sto occupando io
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Ma lei, avvocato, da me che cosa vuole?» ¶ «Vorrei
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cose, tra lei e me. Si metta pure a
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vita?» Stava accalorandosi. «Perché me la prendo, poi… ma
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cosa vuole ancora da me?» ¶ «Lei conosceva il barone
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so e che non me lo ricordo». ¶ «Grazie». Aziz
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un interprete?» ¶ «No, grazie: me la cavo bene da
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domani, avvocato. E questo me lo lasci dire: in
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suo padre?» ¶ «Sì, papà me l’aveva raccontato». ¶ «Come
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paio d’anni?» ¶ «Sì, me l’aveva detto». ¶ «In
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un quarto d’ora. Me lo conferma?» ¶ «Può darsi
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ancora così sicuro di me». ¶ «Male! La prima vittoria
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con se stessi. Questo me l’ha insegnato Gilardi
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un piacere». ¶ «Anche per me». ¶ Dopo una giornata furibonda
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ricordarglielo. «E vuoi che me ne dimentichi? Certo che
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a papà Gilardi… ‘Io me lo ricordo, sa… anche
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triste. «Suonerà anche per me, prima o poi… Ho
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È un problema?» ¶ «No, me l’aspettavo. I bambini
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e sei stata per me una compagna straordinaria…» ¶ «Infatti
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sei stata migliore di me. A me è capitato
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migliore di me. A me è capitato…» ¶ «Sì, certo
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tu fossi rimasta con me, io ci avrei rinunciato
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ora voglio pensare a me stessa, al mio lavoro
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hai avuto bisogno di me. Volevi che io fossi
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ha ancora bisogno di me…» ¶ «No, grazie, dottore». ¶ «Domani
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a parlare: vediamo tra me e il buon Dio
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E lei?» ¶ «Parli di me? Io sono in un
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L’ho conosciuta e me ne sono innamorato durante
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di rosa canina. «Io me lo ricordo l’arrivo
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sola, ed è quella. Me l’ha insegnato lei
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lasciare il processo Spada… Me lo fa vedere sulla
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Napoli, starà qui con me. Non è necessario che
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vive con papà». ¶ «A me le deve dire, ’ste
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i grandi ristoranti. A me la ricetta me la
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A me la ricetta me la diede un cuoco
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la diede un cuoco». ¶ «Me la ricorderò». ¶ Finita la
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Ti manca qualcosa? A me manca una casa dove
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qualcosa di caldo?» ¶ «A me farebbe molto piacere, sì
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diversi. «Può scegliere». ¶ «Per me questa alla menta, è
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anni che è con me, sei la sola donna
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Ha capito che per me tu si ’na cosa
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è? Dilla anche a me, ti prego». ¶ «Che ti
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che sarebbe toccato a me. Le mie sorelle non
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voglio avere vicino a me, per sempre. E che
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altra donna». ¶ «Perché, se me ne vado da solo
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mia vita, lascia che me la gestisca secondo la
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scelta, non contro di me, ma per se stessa
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di Aziz?» ¶ «Non serve, me le ricordo. Ha fatto
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la sua schiena?» ¶ «Non me ne parli. Una caduta
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più o meno con me, ma ora ce ne
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le dispiace, naturalmente». ¶ «Per me va bene». Gilardi sorrise
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padre e lui amava me. Ma non credo che
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sempre e soltanto con me». ¶ Gilardi sfiorò appena con
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è più. Voleva che me ne interessassi perché la
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lei si ricorderà di me, spero. Io ho sempre
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donna è rimasta da me oltre un’ora, a
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geniale e lui adorava me. Immagino quanto debba aver
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dicendo la verità. A me le sue beghe per
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Tuo padre… John con me non ha mai voluto
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parlarne con lui. Non me l’ha mai data
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tizia, io pensavo a me, a quello che avrei
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polizia. Quello che a me interessa è la risposta
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braccia tese verso di me. Sì, ero arrabbiata, in
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mi chiamasse ‘figlia mia’… Me ne sono andata in
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salita in macchina e me ne sono andata. Non
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di lei». ¶ «Contro di me? Io non ho fatto
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Gilardi. Si ricorda di me? Mi chiamo Aziz Bernardini
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Gilardi e poi a me?» ¶ «No, non sono mica
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sempre taciuto, o no? Me lo deve, ha capito
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era suo padre…» ¶ «Sì, me l’ha detto. Non
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Soltanto per lei, a me non me ne viene
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lei, a me non me ne viene niente, lo
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grazie di aver scelto me». ¶ Sugli applausi, Laura alzò
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se avrete bisogno di me, per qualunque cosa, voglio
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che avete detto a me, ma da un aggiornamento
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Natale, cosa vuoi da me?» ¶ «Ma ora dove stai
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smettila di preoccuparti per me, io sto bene. E
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Te lo fai bastare?» ¶ «Me lo faccio bastare, sì
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ridere. «Ma dai… per me?» ¶ «Sì, quelli che hai
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certo. Grazie, sa? Non me l’aspettavo… grazie. Dove
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cellulare mi trovi sempre». ¶ «Me ne ricorderò, grazie». ¶ Mentre
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ciascuno di noi. Di me, di te. Noi siamo
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e tentava di ridere. «Me l’hanno fatto studiare
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da chi? Mia madre. Me l’aveva detto mia
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era sua figlia, ma me ne mancò il coraggio
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gli avrei raccontato di me? ¶ Presi le mie foto
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giornale che parlavano di me e del premio a
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da morire. Sorrisi a me stessa, specchiandomi, per provare
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che rappresentava. ¶ Accanto a me in terra avevo la
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labbra. Ci abbracciammo. A me girava la testa. Per
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fare, insomma. Bada a me e mi tiene caldo
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Avevo cercato fuori di me quel dolore che mi
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padre». ¶ «Non cattivo come me». Riprese la tazza e
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morta, lo sapevi?» ¶ «Sì, me l’ha detto zio
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lo dice, tua madre? Me la sono trovata nel
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finestra per non guardare me. «Ti prego…» continuai, cambiando
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La parte siciliana di me, chiamata in causa, si
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neppure lasciato parlare. Per me, poteva restare: alle mie
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venuta a letto con me. È diverso». ¶ «Va bene
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classe. Guarda questa… non me la ricordavo: chissà dove
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che avevo portato con me. «Dopo il liceo vorrebbe
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intelligenza… È migliore di me: ha talento. Ti piacerà
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morta. Tu, forse, con me. Ma questo… come si
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2016
Quasi. Proprio bene non me la ricordo più. La
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passava un anno. Non me l’ha mai chiesto
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Perché fosse orgoglioso di me misi sul tavolo le
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Non lo so, non me lo sono mai chiesto
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vita aveva fatto di me?» ¶ «Potrei fare le stesse
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gli anni anche per me, per la mia vita
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vita. Ti importa di me soltanto ora?» ¶ «No» gridai
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lui era mancato a me. ¶ Ero certa che avrebbe
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pasticci e vieni da me. Vieni da me!» gridò
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da me. Vieni da me!» gridò. «Dopo vent’anni
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Che cosa vuoi da me?» ¶ Strinsi le labbra, non
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camera di servizio. Per me e Carolina basterebbe». ¶ «E
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tu sei mancato a me. Possiamo ricomporre la nostra
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la nostra famiglia, con me e tua nipote… Me
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me e tua nipote… Me la porteranno via. Mi
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sangue. Tutti contro di me». ¶ «Ti prego, papà…» Tesi
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da pranzo, lontano da me. «Vattene, qui io non
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tanti anni meno di me eppure mi cura, mi
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Papà!» Ero piegata su me stessa, i pugni per
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le importasse davvero di me». ¶ Lui parlava e io
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piccola lui cantava a me. Chi grida? No, sono
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padre ha bisogno di me. Mi trascinano via, confusa
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Lo lasci giudicare a me. Quali dita?» ¶ «L’indice
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In montagna, dove?» ¶ «Non me lo ricordo. Era un
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guardando il padre. «Non me ne ricordavo neppure io
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di quel gesso. Per me era normale, anche quando
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stato?» ¶ «Non tocca a me, ci penserà il PM
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le sue cose e me la porto in vacanza
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testa. «Laura un giorno me l’aveva detto all
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e non tocca a me. Ma è la cosa