Gian Pietro Lucini, Revolverate, 1909

ragazzina, ¶ un suicidio provvidenziale, mi die' la spesa del

spesa del funerale, ¶ ma mi fè libero di convolare

mughetto, ¶ che la bella mi aveva donato, ¶ arcangiolo corrusco

caserma, ¶ la cavalcata mattutina mi eccita, ¶ il fruscio delle

il fruscio delle gonne mi snerva; ¶ amare, Signore, è

e venni dalla China; ¶ mi sono conservato, ¶ ho provveduto

della parola. ¶ Qualche volta mi pesa la bugia; ¶ mi

mi pesa la bugia; ¶ mi dolgo; è lievito del

rinnovo i desideri. ¶ Dovunque mi presento come vuole il

Domino; attraggo; respingo e mi prometto: ¶ spargete fiori sul

affusolate, ¶ che il manicure mi ha raccomandate, ¶ filtri che

giú in fondo e mi guardi, ¶ coi grandi occhi

Ed odimi, Signore, finché mi regge il cuore ¶ dentro

mezza notte contrafatto non mi giova piú, ¶ sciupata rondinella

pubblici, ¶ al primo che mi accolga e non s

colle mani tese, ¶ non mi vorrete conoscere piú. ¶ Vi

mio sesso e che mi abbrucia; ¶ passerò su di

e la fogna, ¶ che mi fluttuan dentro le vene

e l'istante. ¶ Ma mi rispetto; mi guardo e

istante. ¶ Ma mi rispetto; mi guardo e mi preservo

rispetto; mi guardo e mi preservo: ¶ mento, per l

Ed è qui, che mi attendono al passo ¶ le

della Sera vescovile, ¶ e mi reggo col soldo, colla

ventraja; ¶ e, infusorio sociale, mi coltivo ¶ nei tiepidi brodetti

ma che ci evirano. ¶ Mi rifiuto alla pentola borghese

tutti quanti. Grassa truppa mi fa d'avvisatore, ¶ epe

inanzi ad impaccio. ¶ Che mi direte un dí, ¶ se

schiave moresche. ¶ Che anzi, mi volsi già colle mie

Giustizia vi convoca, Signori; ¶ mi porge, inanzi a voi

i carabinieri dello stato, ¶ mi difesi e mi son

stato, ¶ mi difesi e mi son vendicato. ¶ Ho difeso

atroce nel presente dolore!) ¶ mi son difeso, protetto, conservato

il petto guerriero, ¶ e mi lascio ammirare modesto ed

ne sono commosso; ¶ io mi sento svenire ai battimani

l'ora immutata che mi alletta all'inodore water

del gendarme e che mi sfama. ¶ Patrio Appennino libero

dell'a venire, ¶ già mi era sorpreso a dire

inchini dei Lanciers: ¶ ma mi mareggia alcun poco il

sbraccia da ricchissima. ¶ Non mi regge il cuore ¶ a

reminiscenze stecchettiane e maupassiane mi eccitò a paragone. - Del

Popolo ritorna alle catene: ¶ mi rinchiodono in croce: ¶ ti

un padre sfortunato, e mi duole che per la

pensiero. Erano cosí eleganti! Mi sembravano quasi bombe incastonate