Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

ond'è ch'i' mi disnervi e spolpe. ¶ Cotesta

e spolpe. ¶ Cotesta mercantia mi vien di Fiandra ¶ Ove

io d'Elicon niente ¶ mi curo, in fé di

ber ne vòl!) sempre mi spiacque. ¶ 2. ¶ Ben trovo ch

bon grego ¶ versi cantar mi fa di vinti piedi

nego" ¶ purché qualche argumento mi concedi; ¶ non parloti cristero

trent'anni sul tagliere ¶ mi dà sempre ristor, sí

perché talor la colera mi vince ¶ e la senapra

n'anche le sue mi sanno succo d'ape

se cortesamente alcun sincero ¶ mi 'l chiede, come sempre

di quel loco, ¶ se mi saprebbon di Turpin la

far motto. - ¶ 13. ¶ I' non mi 'l fei ridir, ma

s'un montone ¶ ratto mi vidi al ciel con

per meraviglia fora di mi stesso. ¶ 14. ¶ Cento cinquanta millia

ebbe mistade; ¶ di che mi penso ch'entro quella

ciò scrive, e chi mi nega questo, ¶ nega del

maladetta, ¶ che contra te mi tolse le diffese, ¶ alor

ti cale, ¶ dal cor mi sferri questo ardente strale

l suo amor ella mi credi, ¶ non l'averò

lanza; ¶ giamai non si mi parton dal galone, ¶ e

Rampallo disse a lei: - Mi meraviglio, ¶ madonna, assai di

ma pura merda! ¶ 2. ¶ Tu mi dirai, lettor, ch'io

n parlar, anzi cagar, mi slargo; ¶ rispondo che, se

testo, ché la torta ¶ mi sente piú di stizzo

pianeta ¶ è quella che mi fa d'uomo chimera

in porto, - disse - già mi cedi, ¶ Carlo, l'onore

ritrovarmi, o cavalliero? ¶ Chi mi consiglia dunque? e che

al nonzio - dilli che mi vesto ¶ l'armi, quantunque

In tuo servigio forte mi confondo ¶ vedendo quella gloria

male, il fiato poi mi puzza. ¶ "Mangiate quae apponuntur

dopo la croce; onde mi vanto ¶ ch'io 'l

apparecchio ¶ voler danzar; cosí mi segua ognuno; ¶ poi voglio

in sala il vidi, ¶ mi penso te saper ove

se star con lui mi cale e giova, ¶ a

n'è l'ora; ¶ mi fa mistier il vostro

sol per tuo vigor mi dissacerbo, ¶ e tanto in

velo ¶ non mai tolta mi sia, perché niuna ¶ altra

sí grato martoro? ¶ Io mi consummo, e ciò mi

mi consummo, e ciò mi piace e giova, ¶ pur

rimova. ¶ 62. ¶ Itene, prochi, omai; mi sète a noia: ¶ destina

di affaturare. ¶ Conclusione ¶ 69. ¶ Tu mi dirai, lettor, ch'io

men la fame ¶ quella mi fugge, e questa mi

mi fugge, e questa mi vien dietro, ¶ anzi m

vien che presto alcun mi chiame, ¶ quando quel sasso

del buco i' spetro, ¶ mi levo amaramente con la

pur troppo, ¶ e tal mi crede questo, ch'io

lui, che, se 'l mi scopre, ¶ da voi, signori

voi, signori mei, non mi ricopre. ¶ 72. ¶ E se pur

fia, perché scontento ¶ viver mi deggia causa non ritrovo

m'addimandasse s'io mi pento ¶ cangiar il basto

gli rispondo: - Domine, ita, ¶ mi doglio esser mai stato

di puttana; ¶ e benché mi vien detto che qual

son di Bacco? ¶ Non mi guardar ch'aggia le

Ché s'una fiata mi concedi un baso ¶ in

ira, di rabbia, quando mi rammento ¶ una Taís aver

Ancor il tuo, Carlo, mi resta!" ¶ Oltra di questo

m'è testimon quanto mi spiace ¶ doverti condur meco

donna aver compassione. ¶ Digressione ¶ 56. ¶ Mi meraviglio ben del cavalliero

mai non scoppia. ¶ 73. ¶ Quanto mi trovo, tanto ne la

di mangiare; ché 'l mi move ¶ l'aspetto tuo

gli varrà gridar: "Chi mi soviene?". ¶ Le membra stanno

l'altrui mezzo non mi fa mistiero: ¶ ben tengo

anco la lor legge mi urta e sforza ¶ ch

insani ¶ me scampi, che mi veggio intorno irati, ¶ ti

perché i capuzzati non mi annasino, ¶ io credo in

Ciel trasse l'origine ¶ mi riconduce al passo convenevole

balordo e strabuchevole, ¶ difficili mi rende, anzi contrarie, ¶ le

Berta; et ella: - Io mi confido ¶ - disse - nel Ciel

non sempre, i' spero, mi serà matregna, ¶ ché se

tuo d'un diavolo mi pare! ¶ - Volete, madre mia

mia, - risponde - ch'io ¶ mi lascia da ciascun ingiuriare

Figliuolo di putana" ognun mi chiama, ¶ et io sopportarò

un tal oltraggio fare mi permetto, ¶ ch'altro nome

ch'el brando ¶ cinger mi poscia, voglio cacciar fora

arte né scrimaglia. ¶ Ciascun mi chiama "Orlando forte-guerra

anco vivo. ¶ 34. ¶ Poscia chi mi dà pane e chi

menestra; ¶ talor è chi mi dà qualche soldino, ¶ altri

pararmi col mancino ¶ braccio mi deggia e dar co

fuggi? ¶ perché, figliuol sfrenato, mi destruggi? ¶ 41Qual occhio è

tanti torti ¶ ognor fatti mi sono, e nondimeno ¶ soffersi

debb'io; ¶ e chi mi rumpe o pur mi

mi rumpe o pur mi torze un pelo, ¶ il

i zaffi, ti prometto! ¶ - Mi pigliaranno? - disse Orlando - guai

l figlio del Signor mi l'ebbe tinto ¶ col

fu 'l primero ¶ che mi percosse, et anco il

Dio, qualche minestra, ¶ o mi la trati giú de

disse Orlando - perché fuggi? ¶ Mi fa di te pietà

alcuno; fa' che non mi parli ¶ di questo, madre

bel bordello ¶ ti cacciarei, mi vegna la giandussa! ¶ Pasto

io son legato, ¶ tu mi chiami cavestro e ladroncello

se 'l torto che mi fai mio padre sente

a que' citelli. - Piú mi lece ¶ - dicea - porger a

voglio tacer, che non mi dia del naso ¶ là

naso ¶ là dove spesso mi forbisce e netta ¶ liber

anzi se Morte non mi chiude il passo, ¶ spero

ne la penna ¶ rimasta mi era, or la mia

non crede. ¶ 22. ¶ - I' non mi meraviglio - disse alora - ¶ se

di queste quatro dubitanze ¶ mi soglierete presto giustamente, ¶ vinti

becco è mollo: ¶ - Marcolfo mi', - dicea - non fu mai

lungo pianto. ¶ Di rumper mi bisogna pur il collo

trarmi for d'impaccio. ¶ 53. ¶ Mi tengo aver già persa

che sol a te mi piego! - ¶ 54. ¶ E qui narrògli

questo loco, ¶ or or mi parto for del monastero

depinti intorno il chiostro, ¶ mi volgo ad altro dir

altro dir; ché necessario ¶ mi veggio piú circa l

lo disserra. ¶ 64. ¶ Oggi voi mi faceste il primo assalto

piú schiumi pignatte non mi piace; ¶ anzi sarai tu

in presenza ¶ del popol mi chiamate in mia vergogna

l'alta Vostra Reverenza ¶ mi crede esser un bravo

onde con Paolo apostolo mi glorio ¶ esser d'acerbi

al coco; ¶ ma sol mi volgo ai lupi e

ne prego Dio che mi sovegna; ¶ et a chi

et a chi mal mi vòl, cancar li vegna

da me composta, uscita mi è da le mani

di chi solo commandar mi puote, dirò con baldanza

mio danno e vergogna, mi fusseno per contrario ad

cagione, la quale non mi curo testé quivi descrivere

furfante, la quale non mi sdegno reppresentarvi, acciò che

alterigia di mente poco mi offende, ché tal opera

perché non molto disconvenevole mi parve in simile soggetto

che sapere, perché non mi reputo lealmente aver nemico

la quale parturisce odio, mi son posto a tentar