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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ugo Ojetti, Mio figlio ferroviere, 1922

concordanze di «mi»

nautoretestoannoconcordanza
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1922
è amico, anzi che mi conosce, su per giù
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1922
prega e riprega, egli mi mostrò mesi fa. Ma
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1922
trent’anni di matrimonio mi ritrovavo solo nella mia
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1922
che quella sera esso mi sembrava più grande e
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1922
sempre trattato e ancóra mi tratta con una deferenza
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1922
con una deferenza che mi lusinga e con un
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1922
le mie vicende familiari, mi disse affettuosamente mettendomi una
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1922
stesso. E cominciai. E mi sentii súbito felice. Da
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1922
chiuso a doppia mandata, mi sono sentito libero e
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1922
Diciamo la parola giusta: mi sono sentito sincero. Un
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1922
momento, però, chè non mi piacciono gli equivoci. Ho
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1922
benevolenza d’un editore. Mi basta lasciare per testamento
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1922
che ormai cerco chi mi legga fino in fondo
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1922
prodigioso tempo in cui mi sono imbattuto a vivere
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1922
avvenire perchè io non mi sono rivolto con queste
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1922
a cinquantaquattr’anni finiti, mi misi a gridare evviva
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1922
migliorasse anche me e mi levasse la tristezza e
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1922
A occhio e croce, mi pare addirittura che contro
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1922
questo mio bugigattolo, io mi sono ritrovato a domandarmi
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1922
della guerra? – E quando mi pongo questa domanda tristissima
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1922
hai da nascere, io mi rivolgo a te. Se
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1922
tu fra tanti anni mi leggerai, l’umanità sarà
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1922
diventata davvero migliore, tu mi potrai generosamente proclamare un
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1922
t’adatterai, come io mi vengo adattando, a viverci
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1922
ordine il mondo. ¶ E mi dovrai ringraziare, almeno per
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1922
miei vecchi consigli, non mi posso in verità dar
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1922
dovere professionale di diagnosi, mi sono tutta la vita
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1922
ladri ed assassini. Nestore mi rispose che non li
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1922
morali. Alzò la testa, mi piantò in faccia i
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1922
capperi. Un giorno infatti mi rispose netto: – Guido ha
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1922
Perciò era sereno quando mi parlava degli errori di
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1922
sua teoria; egli non mi pagò mai nemmeno una
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1922
d’una sanità implacabile. Mi ricorderò sempre d’un
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1922
di séguito. Un giorno mi vidi arrivare in farmacia
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1922
me ne accorgevo. ¶ Solo mi sentivo anche in quest
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1922
implacabile. E la guerra, mi parve che ci dovesse
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1922
detto, lettore mio. Io mi cullavo allora nell’illusione
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1922
Lo vedo come se mi stesse davanti adesso. Era
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1922
III. ¶ MEDITAZIONI SULLA CROCE. ¶ Mi giustifico, meglio, mi defluisco
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1922
CROCE. ¶ Mi giustifico, meglio, mi defluisco. Io sono medico
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1922
Adesso, a scriver Nestore, mi torna in mente che
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1922
persona di mio figlio, mi sarebbe stato impossibile e
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1922
sarebbe stato impossibile e mi sarebbe sembrato inutile e
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1922
cultura, così ch’egli mi sembrava estraneo, vuoto, leggero
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1922
ore di lavoro, – allora mi rispondeva, – e, dopo, i
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1922
finchè sarò fochista, non mi comanderà che il macchinista
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1922
noi, noi organizzati. Non mi dirai che lo Stato
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1922
ben custodite. ¶ Quando Nestore mi tracciava con questa sicurezza
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1922
da padrone. Me, Nestore mi lasciava cuocere nel mio
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1922
cauto, forse anche perchè mi sentiva irriducibile e dall
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1922
palazzo della nostra sottoprefettura mi piace. In questi sessant
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1922
presenza dell’autorità, tutto mi sembri in esso tale
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1922
d’igiene, il Re mi chiese quanti metri cubi
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1922
il terzo dall’armistizio, mi venne incontro a mani
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1922
incontro a mani tese, mi fece sedere sopra un
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1922
divano di velluto rosso, mi tolse di mano il
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1922
magari del Re, e mi disse, afferrandosi con le
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1922
sue benemerenze che io mi sono permesso di chiedere
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1922
una risposta sollecita. ¶ — Dottore.... – mi salutò il portiere. ¶ Solo
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1922
dipendeva che egli presto mi salutasse, con un piccolo
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1922
è un gioco ma mi ci diverto, se posso
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1922
dire, sul serio, e mi pare d’intravvedermi allo
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1922
coda del cavalluccio che mi trottava davanti tra le
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1922
aveva provato che egli mi conoscesse per altro che
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1922
la decorazione che egli mi offriva. ¶ Mia moglie spalancò
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1922
fede monarchica. ¶ — Ma insomma mi fanno cavaliere perchè sono
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1922
è socialista? ¶ Il collega mi rispose sereno: ¶ — Scegli tu
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1922
brindisi, ad ogni lettera mi ripetevo il dilemma. ¶ Ma
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1922
chiamare cavaliere, tanto che mi pareva d’essere stato
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1922
la mente stamane mentre mi facevo la barba. Avevo
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1922
che alla prima pelurie mi regalò mia madre (era
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1922
fresco e roseo. E mi sono detto: – Caro Pietro
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1922
instabili e fetide bestiole mi guardavano cogli occhi rossi
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1922
cencio di lattuga, io mi chiedevo, continuando l’apostrofe
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1922
Comune, per quanto io mi sia sforzato a spiegargli
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1922
salotto, con la mamma, – mi suggerì Nestore con quella
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1922
Che cosa? Nestore già mi presentava all’ospite insigne
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1922
all’ospite insigne quando mi balenò la risposta al
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1922
i nostri paesi e mi descriveva liricamente la veduta
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1922
piedi. Ma quello ridendo mi afferrò per le braccia
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1922
per le braccia e mi ripose sul divano. ¶ — Niente
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1922
il nostro augusto ospite mi diventò anche più simpatico
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1922
anche più simpatico. Ma mi vinse quando gridò con
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1922
dà appetito. Dirò meglio: mi aumenta l’appetito perchè
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1922
con un’autorità che mi piacque e mi confortò
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1922
che mi piacque e mi confortò: – Il signor deputato
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1922
la fronte autorevole. Nestore mi lanciò un supplice sguardo
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1922
giungesse fino a lui, mi rispose: ¶ — A tavola, niente
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1922
ombra del mio errore, mi osservò bonario: ¶ — Dica la
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1922
borghese, borghese, – e ridendo mi minacciava con la forchetta
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1922
degli altri compagni, gentilmente mi dette questa spiegazione: ¶ — La
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1922
timida. Ed egli non mi badava. Nestore, sì, che
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1922
badava. Nestore, sì, che mi conosceva e temeva di
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1922
ragazzo mio, che io mi ricordi parola per parola
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1922
di tutto. E io mi vanto di ricordare il
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1922
uditori, facesse più effetto. Mi rammento la descrizione d
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1922
ridere. A proposito, – e mi teneva sottobraccio e mi
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1922
mi teneva sottobraccio e mi spingeva nel vano della
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1922
ci pensi, e poi mi scriva. Una persona seria
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1922
e tirandomi da parte mi chiedeva ansioso: – L’onorevole
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1922
più pallido. Ma appena mi sporgo dalla finestra, vedo
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1922
Madonna della Seggiola che (mi si perdoni l’irriverenza
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1922
sei, se pure, quando mi leggerai, avrai su me
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1922
d’animo in cui mi trovo per confidarti che
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1922
quel famosissimo pranzo meglio mi convinse, tra il bene
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1922
questo, povero me, vanità? Mi consolavo e mi consolo
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1922
vanità? Mi consolavo e mi consolo pensando che tra
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1922
breve tra quattro cipressi, mi rasserenavano. Remoto ed ignoto
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1922
barattoli di vetro colmi, mi parve, di marmellata con
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1922
alla prima occhiata non mi parve di casa mia
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1922
lustra di sudore, appena mi vide, dette un calcio
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1922
scivolavano giù dalla catasta, mi corse incontro, mi pose
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1922
catasta, mi corse incontro, mi pose le due mani
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1922
m’intimò: – Zitto! – e mi spinse nel salotto dove
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1922
rifornire alla lesta. E mi meritai un altro sguardo
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1922
Nè lì per lì mi parve straordinario che mia
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1922
parole, chè mia moglie mi voltò le spalle e
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1922
a parlare difficile che mi gira la testa. ¶ — Hai
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1922
riaperti anche i caffè. Mi rammento che proprio in
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1922
proprio in quel pomeriggio mi capitò di visitare per
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1922
quasi con umiltà, tanto mi riconoscevo impotente a soccorrerla
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1922
dalla barba nera, e mi lanciava gesti sconnessi a
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1922
rivoluzione! La rivoluzione! – E mi chiedeva notizie e non
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1922
impazzisse di gaudio. ¶ — Ma mi dica la verità! So
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1922
dottore non parla. – Quella mi guardava dubbiosa, cercando di
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1922
Se ci saranno trambusti, – mi spiegava con un filo
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1922
cognac e che, quando mi videro, arrossirono, mi sorrisero
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1922
quando mi videro, arrossirono, mi sorrisero ebeti, con l
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1922
liquori. – M’avvicinai. Qualcuno mi riconobbe: – Lo vede, dottore
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1922
botteguccia accanto al Municipio, mi chiamò da lontano: – Venga
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1922
della Camera del Lavoro, mi spiegava: – Il canonico Terzetti
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1922
a grida, a risate. ¶ Mi trovai accanto Teta la
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1922
A occhio, credo che mi vadano, – e rideva. ¶ Tutti
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1922
lasciar ricadere la gonnella. ¶ Mi tornò in mente la
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1922
rombare degli autocarri era (mi si perdoni l’iperbole
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1922
loro paura. Dunque non mi rimproverare. E se hai
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1922
sarei uno stoico. Perchè mi biasimi? Sii italiano, ed
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1922
hanno mai scandalizzato perchè mi sono sembrati tutti, almeno
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1922
La morale, lo so, mi proibirebbe un giudizio tanto
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1922
del confessore perchè non mi confesso, temerei di commettere
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1922
Altro ella stessa non mi seppe o non mi
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1922
mi seppe o non mi volle dire; nè io
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1922
causa od occasione che mi sembrò conclusiva. Nel giugno
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1922
era uno spettacolo che mi pareva bello quanto e
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1922
l’uomo malato. E mi sembrava un capolavoro, e
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1922
sembrava un capolavoro, e mi riconciliava con la vita
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1922
fino al mese venturo. Mi preparo alla gara di
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1922
detto con tanta sincerità: – Mi piacerebbe tanto, anche a
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1922
bollettino del Comando Supremo, mi dissero che Tocci era
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1922
La donna rossa ansimante mi raccomandava con voce soffocata
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1922
costa. Disinfettai, fasciai, riconfortai (– Mi lasci morire dottore....), e
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1922
senza rossore) la notizia mi fece piacere perchè m
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1922
Nestore restava borghese. Pure mi pose in un certo
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1922
sua moglie: e questa mi fermava anche in pieno
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1922
timida e giovanile che mi provava una volta ancóra
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1922
d’ogni arte non mi confidassero i loro più
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1922
che mio figlio non mi rivelava mai i misteri
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1922
Pescatore di Chiaravalle. Egli mi faceva l’onore di
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1922
queste trincee viveva sicuro. Mi dava l’idea di
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1922
o con un altro mi si pregava ancóra d
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1922
così alla mia famiglia, mi ripugnava. Non ne avevo
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1922
ero in pantofole, quando mi parve d’udire un
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1922
cielo, Nestore e Cencina mi guardavano, incerti, ma non
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1922
calmò il respiro, furono: ¶ — Mi sono levata il cappello
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1922
occhi, parve che ella mi dicesse: – La colpa è
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1922
certo che quello sguardo mi disarmò. E poi di
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1922
aggiunga che io stesso mi trovavo in pantofole e
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1922
scale, quel gesto involontario mi dispiacque, m’umiliò, m
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1922
hanno lingua, esso non mi costò nè discussioni nè
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1922
i due amanti? Non mi riguardava poichè s’incontravano
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1922
e accigliato che non mi ricordavo d’aver mai
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1922
commendator Pópoli al potere, mi sembrò improbabile. Piuttosto Cencina
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1922
mia moglie a pranzo mi confidò sottovoce che Nestore
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1922
una grande ditta lombarda. Mi misi dunque a scegliere
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1922
il palazzo del sottoprefetto. Mi fecero largo, entrai nell
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1922
del povero sottoprefetto? ¶ — Già, – mi rispose indifferente: – Doveva finire
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1922
offese. I due lucchetti mi davano questa sicurezza; le
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1922
a cercare. Il custode mi menò in una stanzuccia
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1922
gli restava di barba mi confidò in un ultimo
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1922
il mio comodo, e mi piace in questo mondo
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1922
bravo. Legga qui, – e mi porse un mezzo foglio
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1922
a me stesso e mi chiedevo, un’altra volta
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1922
sanno tutti; per questo mi sopportano. Devo farmi sopportare
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1922
tre anni. ¶ Richiuse, e mi si piantò davanti: ¶ — Anarchico
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1922
ragazza. Almeno è sincera. ¶ Mi accingevo a salutare il
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1922
non è deputato? Scusi, mi confondo. Sono tanti loro
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1922
e il regolamento non mi permette di far altro
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1922
dottore, ¶ I quattro, appena mi udirono chiamare dottore, mi
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1922
mi udirono chiamare dottore, mi guardarono in cagnesco: ¶ — Il
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1922
gli spiegarono chi io mi fossi, e il nome
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1922
metri lo accompagnai, poi mi sedetti su uno sgabellaccio
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1922
preso un altro sgabello mi si sedette vicino. Aveva
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1922
l’ho dovuta fare, mi sono messo anche io
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1922
baciar le ragazze che mi regalavano i fiori e
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1922
a meno di farla. Mi ricordo che da ragazzo
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1922
il tifo, lei, dottore, mi consolava dicendo che m
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1922
che caduti i capelli mi sarebbero tornati più folti
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1922
morire, ma intanto lei mi consolava. Così ho fatto
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1922
peggio del tifo, ma mi sono consolato. E ce
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1922
ho fatto per consolarmi? Mi sono messo a baciar
201
1922
E bacia e bacia, mi sono sentito meno solo
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1922
tenere fermo il piatto. Mi spiegò che guadagnava anche
203
1922
mio figlio, purtroppo, e mi basta per credere che
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1922
e sereno come sempre. Mi chiese della madre, m
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1922
attimo di tradimento. ¶ — Andiamo, – mi disse. Ma quando fummo
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1922
a Spia. ¶ — Come sai? ¶ Mi misi sul naso l
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1922
verso un altro vagone. Mi raggiunse all’uscita, e
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1922
domande più necessarie non mi parve decente fargliele súbito
209
1922
a chiedergli il nome mi sembrava d’atteggiarmi a
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1922
conclusi bonario, ma non mi parve che la mia
211
1922
ogni piano tutta tricolori, mi sembra che i muri
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1922
quelle sue osservazioni perentorie mi davano. Gl’italiani si
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1922
politica, quella che importa, mi divertivo, nell’allegria messami
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1922
e alla fine, rassegnato, mi si sedette accanto. ¶ A
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1922
dolce da curato: onorevole, mi dissero, anche lui. E
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1922
di lui. ¶ — Parli sottovoce, – mi ammonì la signora Leda
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1922
dalla sua amica egli mi prese amichevolmente sotto braccio
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1922
amichevolmente sotto braccio, e mi confidò: ¶ — Per avere Flora
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1922
se ne commosse e mi sussurrò: ¶ — Che donna! ¶ In
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1922
verso la Confessione e mi detti a guardare gli
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1922
un attimo. ¶ — Dottore, dottore.... – mi chiamava Leda. ¶ M’avvicinai
222
1922
in un lampo ella mi rivelò il primo movente
223
1922
che adesso a scriverne mi vien la voglia di
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1922
da un pasticcere e mi sedetti a un tavolino
225
1922
da una voce che mi parve severa: – Dottore.... ¶ Era
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1922
pubblico amministratore, tanto che mi trascinò via appena ebbe
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1922
quello spettacolo di spensieratezza, mi chiese: ¶ — Suo figlio dov
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1922
la sua compassata austerità mi parve dare un che
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1922
ospedale. A me ripugna, mi perdoni la parola, rivolgermi
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1922
aspettava, dell’arrivo mio. Mi fece appena un segno
231
1922
moglie. E adesso ella mi salutava fredda come se
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1922
un farmacista e perciò mi sembravano familiari, m’accingevo
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1922
dimenticato, quando due apparizioni mi distrassero. Nè potevano essere
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1922
il russo misterioso. Non mi vide? Fece finta di
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1922
quel punto il sindaco mi presentò al colonnello, un
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1922
loro, il loro dovere, mi chiese gentilmente: ¶ — Che desideravi
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1922
e abituato ad obbedire, mi ritrovo sempre stupefatto anzi
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1922
io, fossi in lui, mi c’invischierei ad ogni
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1922
proprio negli occhi. Poi mi ripetè: ¶ — Che desideravi? ¶ Gli
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1922
o tre nomi potenti; mi pregò d’aspettare finchè
241
1922
finchè egli avesse telefonato; mi offrì intanto la distrazione
242
1922
Presi la Nuova Antologia, mi riaccomodai sul divano e
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1922
riaccomodai sul divano e mi sprofondai nella lettura d
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1922
Ah benissimo, caro dottore.... Mi dica. S’accomodi intanto
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1922
Impossibile, ti giuro. Non mi mettere in quest’imbarazzo
246
1922
E adesso, caro dottore, mi dica. ¶ M’ascoltò per
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1922
procedo. Fulmineamente. Stasera stessa. Mi conosci, e basta. ¶ Ma
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1922
modo restiamo intesi: tu mi fai un rapportino e
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1922
soglia. ¶ — A rivederla, ingegnere, – mi disse Sua Eccellenza stringendomi
250
1922
Dottore, – corressi, ma non mi badava più perchè Pazzotti
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1922
cielo. ¶ Me, la pioggia mi rasserena. Forse è l
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1922
piove a dirotto e mi trovo al riparo, io
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1922
trovo al riparo, io mi sento tranquillo come un
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1922
ovatta. E sentendomi tranquillo mi pare che tutto nel
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1922
io aprissi gli occhi? Mi pareva d’essere in
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1922
abolito da quel diluvio. Mi pareva d’essere solo
257
1922
In quella beata pace mi colse il pensiero di
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1922
figliolo, quel pensiero non mi sconvolse. Se nemmeno la
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1922
i motti che più mi piacciono quando leggo od
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1922
ascolto; che cioè più mi si confanno. Ormai di
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1922
nientemeno di Niccolò Machiavelli: “Mi pare che tutti li
262
1922
e mal rase, se mi ti fossi trovato in
263
1922
veduta. Ma anche qui mi rifiuto d’andare fino
264
1922
altrui, in fondo, non mi dispiacciono. Delle guerre lontane
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1922
russi: queste guerre, non mi dite che sono da
266
1922
in applausi. Scesi e mi ricordai che tra quindici
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1922
un biglietto del sottoprefetto mi pregava di passare da
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1922
da lui appena tornato. Mi proposi d’andarvi la
269
1922
categoria seconda, gentilmente. ¶ — Cavaliere – mi disse sottovoce quella sera
270
1922
suoi discorsi puramente politici. Mi bastò perchè capissi che
271
1922
del pubblico bene..., – quando mi balenò l’idea che
272
1922
di me? ¶ — Non ricordo. Mi sembra di no. ¶ — Io
273
1922
ella è così buono, mi ajuti anche in un
274
1922
casi più fortunati, Matteo mi portava a casa la
275
1922
le prime parole che mi disse, furono queste: ¶ — Quanto
276
1922
in campagna. Ma io mi ci seggo di fianco
277
1922
di fianco, e così mi ci accomodo; e alla
278
1922
è sempre un affare, – mi rispose quando si sentì
279
1922
avvicinò a me, affettuoso; mi mise una mano sulla
280
1922
una mano sulla spalla, mi sussurrò da vicino: ¶ — La
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Sono un imbecille. ¶ Nestore mi sorrise affettuosamente. E d
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che la differenza non mi dispiacque perchè tra il
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fine si resta nudi. Mi ricordavo lo spavento che
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mia carriera di medico mi coglieva ad ogni scampanellata
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che ha? Lo guarirò? Mi sbaglierò? Lo ucciderò? E
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blocco nazionale fu sconfitto, mi chiese: ¶ — La sa la
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d’un fatto soprattutto mi dolevo: che fosse rimasto
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come un gelone, che mi pareva dovesse prudergli tanto
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Ma Nestore dov’è? – mi chiese uno di loro
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cognizione di causa perchè mi sento acqua anche io
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capitano Tocci che fa? ¶ Mi sono dimenticato di dirvi
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meccanico l’amor figliale, mi meravigliai; ma non me
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e calzato. Gemeva e mi guardava con un occhio
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del sindaco? ¶ — Stia tranquillo. Mi lasci vedere. Dov’è
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chieda al prefetto. Adesso mi lasci vedere la sua
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c’è il braccio, – mi avvertì. ¶ — Lei l’avrà
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lo consolava. ¶ La moglie mi riafferrò mentre uscivo: ¶ — Lo
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questo non vuole denunzie. Mi dica lei, dottore: perchè
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come parlava commosso, come mi supplicava di far presto
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applausi al loro sindaco. Mi fermai titubante. La signora
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titubante. La signora Pascone mi serrò un braccio: – Non
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lei che li conosce, mi dica chi è quel
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fondo alla chiesa oscura. Mi fermai anche io per
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avvenire di mio figlio. Mi risalì alla memoria anche
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che in quel momento mi ballassero attorno per farmi
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a scriverlo, un poco mi umilia, lo confesso, e
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confesso, e un poco mi fa ridere. Scoprii cioè
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più. M’addormentai. Sognai, mi ricordo, il Re. Ma
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a suo nonno, quando mi chiese quanti metri cubi
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fossero verniciati. Adesso, scrivendo, mi viene in mente che
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solo con me, e mi regalava un ritratto dell
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poi un altro, e mi diceva: – Questo è per
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rendita consolidata. Ed egli mi mostrava i tagliandi, di
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due, tre. E io mi sbigottivo a vedere che
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il Re buono buono mi diceva: – Vede, cavaliere, l
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labbra, per la reverenza. Mi svegliai, e aprii la
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tornata accanto a me; mi voltava le spalle, e
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pollo in mio onore, mi sedetti sull’aja ad
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e della notte avanti, mi sembrava d’averli o
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sua inutilità. Anzi se mi fosse dato di scegliere
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Sogni. E così sognando mi guardavo attorno, e a
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aja e la tettoja mi tornò alla memoria anche
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notte, col Re che mi dava tutti quei ritrattini
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a parlare, e magari mi chiamasse da parte per
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i suoi segreti. Invece mi disse: ¶ — Mastiotti è venuto
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provare la sua automobile, mi chiese sottovoce se era
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le fabbriche, il partito mi mandò a catechizzare i
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leggi di natura? ¶ Mastiotti mi guardò: ¶ — E ne dubita
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e Nestore voleva ripartire. Mi chiamò fuori con un
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inchiesta. Prima di partire, mi chiese due bottiglie del
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Partirono. Restai solo. Margherita mi chiese sottovoce: ¶ — Stasera torna
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gloria di Luigi Luzzatti, mi sa dire lei che
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Ed egli venti volte mi rispose: “Il Governo sta
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una Smac. E Nestore mi mandò mille lire di
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giunto prima degli altri, mi prevenne che il Pópoli
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Tu tieni duro. – Già mi sentivo una volontà, come
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una tanto insolita fermezza mi veniva, prima di tutto
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fu quello che più mi commosse: aveva avuto paura
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stato firmato. Da là mi chiamò: ¶ — Anche mia moglie
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compratore. ¶ La signora Cencina mi fece posto accanto a
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della grande novità. Chi mi fissava tanto per vedere
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Pópoli nel sacco; chi mi salutava facendomi l’occhietto
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io già sentivo che mi sarebbe stato facilissimo abituarmi
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quando non la guardavo, mi fissava curiosa come se
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fissava curiosa come se mi vedesse per la prima
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fossi furbo? E io mi sentivo furbo: quel che
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ad ingannare suo marito, mi parlava con una gentilezza
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della mia giovinezza, non mi sembrassero addirittura assaggi di
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non sono più sincere, – mi disse e sospirò. ¶ Lei
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furbo anche io, come mi sono convinto che la
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punto, cioè a Nestore. Mi sembra che sia ora
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questa che io stasera mi vengo improvvisando, al fumo
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saputo risparmiare un centesimo, mi chiamavo borghese per abitudine
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quel che per adesso mi consola, è che la