Tomaso Monicelli, Il viaggio di Ulisse, 1915

questa grazia: che tu mi ascolti». ¶ «Parla!» comandò il

dal campo greco, e mi nascosi in un pantano

il mio padre invano mi aspetteranno. Sorto il giorno

ospitale amicizia, affinché tu mi rimandassi alle mie case

ancora, o straniero. Assai mi piace». ¶ Ulisse gli versò

è Nessuno. Sì, tutti mi chiamano Nessuno. Hai ben

amici, o fratelli, Nessuno mi uccide». ¶ E allora i

i tuoi tristi compagni mi avete disobbedito. Io vi

compagni mutati in porci, mi ha messo tale spavento

l'astuto Ulisse. «Voi mi legherete strettamente, con lunghe

della nave, e non mi slegherete per quante preghiere

sei bello – disse – e mi piaci. Resta qui con

mio nome è Calipso. Mi vuoi?» ¶ «Ti ringrazio, bella

in quest'isola. Tu mi farai felice, io ti

diritti, agili e forti. Mi vuoi?» ¶ Ma Ulisse non

e sposami, Ulisse. Tu mi piaci e io ti

Io ti lascio andare». ¶ «Mi lasci andare?» rispose, col

tu vuoi vendicarti! Come mi sarà possibile avventurarmi, con

altezza. Ulisse pensa: "Io mi lascerò trasportare dall'onda

dall'onda, la quale mi lancerà a grande altezza

sopra degli scogli, e mi poserà sul suolo dell

e parlare con loro. Mi farò indicare la via

e affatica. Una tempesta mi ha gettato su queste

figlia che, per prima, mi vide e mi accolse

prima, mi vide e mi accolse naufrago e nudo

accolse naufrago e nudo, mi diede le vesti del

del suo padre e mi indirizzò alla reggia. Grande

Ma tu promettimi che mi darai uomini e nave

luoghi? Anche i Feacesi mi hanno tradito. Gli dèi

non torna, i Proci mi uccideranno, perché io non

che i Proci non mi vedano e che non

mari. Quei vilissimi certo mi ucciderebbero». ¶ Eumèo uscì dalla

che ti dico. Tu mi precederai alla città e