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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «mia»

nautoretestoannoconcordanza
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e dove stava la mia ricompensa? Passavo il tempo
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ma un ragazzo della mia epoca, che a ventidue
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e renderne conto nella mia narrazione”. ¶ Io non tornavo
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per le strade della mia città. Per dieci mesi
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tutto e liberavo la mia natura. Era una libertà
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porta ed entrai nella mia nuova casa. ¶ Primavera ¶ Stagione
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e la legnaia, “con mia moglie, i miei libri
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nel 1855, ma durante la mia infanzia era ormai in
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un bel pezzo della mia: ci ho abitato per
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trave di colmo della mia, in quel cantuccio riparato
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dovevo fare ricorso alla mia parte più razionale per
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sotto la neve, la mia stagione sotto il sole
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in burro. Ora nella mia cantina non avevo latte
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Ma non era la mia storia a scomparire. Io
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la baita dietro alla mia aveva quell’ampliamento su
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stalla grande e la mia, che in compenso godeva
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leggere i segni della mia presenza, il fumo del
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sbattere le ali nella mia mano, poi si calmò
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si fosse fatto della mia presenza lassù: durante il
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impaziente di cominciare la mia vita da contadino. ¶ Remigio
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subito i colori della mia fantasia. Lassù potevo dimenticarmi
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prima volta in vita mia: è un piccolo aratro
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sepolcrali. C’era la mia libertà seppellita lì sotto
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a cantare: Sentivo la mia terra vibrare di suoni
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luci della strada: la mia finestra dava su un
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nel mondo e la mia vigilanza non era più
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cerca dei resti della mia cena, e io restai
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i pastori, e la mia solitudine cambiò. Vennero in
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cambiamento più grande, nella mia vita quotidiana, fu provocato
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poco più su della mia, a un quarto d
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forse era proprio la mia condizione a rendere ogni
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stava per finire la mia stagione di solitudine. ¶ Alle
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aveva più avuto la mia fiducia incondizionata. Erano passati
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le due valli della mia vita e camminavo su
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suo posto. Quella della mia infanzia non esisteva più
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prima di me. La mia finestra era affacciata a
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che usavo a casa mia. La stufa andava avanti
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sconosciuti che vedevo dalla mia stanza - lungo un antico
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una spanna, gettando la mia lenza vicino alla riva
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Successe poco prima della mia partenza. La sera vennero
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cominciò a richiedere la mia concentrazione. Superai la slavina
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avere perso tutta la mia agilità. Scivolai su un
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studiare la via. Sulla mia destra avevo una catena
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dovunque guardassi trovavo la mia immagine riflessa, distorta, grottesca
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decretai il fallimento della mia avventura. ¶ Mentre stavo lì
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un’aquila volteggiare sulla mia testa. Tracciava cerchi sempre
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e le angosce della mia solitudine: adesso che ero
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che passava accanto alla mia baita. A un certo
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sentito dire: a casa mia. Mi chiedevo perché, io
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letto, ospite in casa mia. Mio padre è un
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pomeriggio a Milano. Convocava mia sorella o me nella
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rispondere senti, è la mia vita. ¶ Anche adesso che
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che la vita è mia, mio il divano dove
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che ¶ un ospite nella mia casa, la sua mano
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mi ha insegnato, la mia preferita parla proprio di
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la mattina con la mia tazza di caffè. Nelle
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sua e pure la mia, tanto era affamato. Finita
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sfiorito, tramontato; quando della mia stagione non fosse restato
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sicuro che fosse la mia amica. La lepre di
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buono si presentarono alla mia porta al calare del