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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

concordanze di «miei»

nautoretestoannoconcordanza
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commercio traggo miseramente i miei giorni; e dubitando, per
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invida maladicenza di molti miei nemici, i quali non
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presero a malmenare i miei libri che a detrarre
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il mio naufragio, vari miei scritti andarono sparsi di
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uno, quali fosser i miei propri e legittimi parti
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occasione fu riputata da' miei parenti opportuna e come
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scotista, e disputava co' miei uguali, con energia e
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che fare ed i miei genitori pensavano di applicarmi
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questi dovessero essere i miei studi della mattina. Il
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ora, di comunicargli i miei dubbi e dimandargli più
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tenere in regolare i miei studi. ¶ Egli fu che
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convenne applicare anche i miei studi sopra la medesima
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avea incamminato tutti i miei precedenti studi. E poiché
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in Europa fatte. Da' miei precedenti studi nell'istoria
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passo uguale, proseguire i miei studi per la conoscenza
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vi trovava, appartenenti a' miei intrapresi studi, ma per
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divenni, come gli altri miei coetanei, filosofo gassendista. ¶ A
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regolare le ore de' miei studi, e di non
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non voleva perdere i miei studi, fatti sopra autori
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uso, ne adornava i miei scritti, in guisa che
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degli altri composti dai miei eguali, riuscivano più diffusi
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pronta la materia a' miei piccoli lavori, che cominciava
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Questo frutto ritrassi da' miei studi di filosofia, che
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cimento perché i precedenti miei studi l'avea sempre
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da' duri ed acerbi miei fati e dall'inesorabile
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profittassi a riguardo de' miei compagni che lo seguivano
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lo stato miserabile de' miei clienti e che sarebbe
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poste dentro Napoli; a' miei clienti alcune rendite e
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ad alcuni pochi strettissimi miei amici l'idea di
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buon carattere trascrivere da' miei originali, furon letti dall
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altro impaccio che de' miei studi. ¶ Ebbi da questa
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abbandonò mai in altri miei bisogni e, sopra tutto
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Altri si presentarono a' miei amici, e molti di
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Aulisio, e chi altri miei amici. ¶ Fu veramente cosa
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cominciarono a malmenare alcuni miei detti da essi non
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proseguendo sicome dianzi i miei fatti, andava a' tribunali
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Napoli, per opra de' miei invidi e maligni persecutori
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modo che potei, a' miei interessi di casa, lasciando
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fratello, conobbi che i miei timori non erano vani
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veduto a Laxemburg i miei libri sul tavolino dentro
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capo a' piedi i miei libri; ed essendo franco
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etiam haereticas. Ma i miei qualificatori si ristettero alle
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letto il decreto, alcuni miei amici mi consigliavano a
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fratello ed altri avvocati, miei amici, in Napoli, che
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quali potevan aiutarmi ne' miei bisogni in quella corte
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fuori e narrato a' miei amici il successo, concepirono
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vero di quanto da' miei malevoli fossegli suggerito. ¶ Il
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sopra il prezzo de' miei essemplari che faceva venire
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sicuro dalle insidie de' miei malevoli); ovvero, piacendole tenermi
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me ne stava co' miei guai, né pensava a
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scrisse a' suoi e miei amici di Vienna, che
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per non guastare i miei fatti, e mostrare una
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avrei potuto trovare fra' miei, in Napoli. Era la
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sé la cura de' miei affari domestici e di
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non attesi che a' miei studi ed a procurare
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non mancavano gli avvocati miei amici di commettermi la
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la sera, facendo i miei soliti esercizi, avea per
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quiete, da impiegare a' miei non isforzati, ma volontari
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e la mediazione de' miei amici e protettori, perché
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sopra tutto che i miei invidi e malevoli non
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ed istantemente pregai a' miei amici, che facessero ogni
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avvocati, nei suoi e miei amici, che ne mostravano
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furono i compendi de' miei quattro tomi dell'Istoria
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era palesato con alcuni miei amici in Napoli, che
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più amena, poiché ne' miei mattutini esercizi avea ivi
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me stesso ed a' miei studi; tanto maggiormente che
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vestito, e ripigliare i miei tralasciati studi di filosofia
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questo anno, interruppe i miei studi, che avea intrapresi
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angolo, ed attendere a' miei studi, e di restringermi
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appropriarsi le rendite de' miei beni, ed il prezzo
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ducati mille, esatto da' miei palmari e fatiche fatte
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difformità. ¶ E proseguendo i miei intermessi studi, conferendo gli
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me medesimo ed a' miei studi; i quali, in
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in quella solitudine i miei studi: sicome si fece
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Né io, così ne' miei discorsi come nelle opere
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la mia vita, i miei studi e i miei
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miei studi e i miei pochi talenti da Dio
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questo nuovo anno i miei concatenati dolori a rendersi
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espormi alla discrezione de' miei persecutori, incolpando la mia
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umano consorzio, finire i miei giorni; il quale, nel
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non dovess'io, ne' miei bisogni, incomodarlo con chiedergli
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se fossi stato fra' miei più stretti congionti. ¶ E
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trasportare le casse de' miei libri sopra una peota
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era, e narrandogli i miei successi e la dura
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me stesso ed a' miei studi, cominciarono a pregarmi
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di far i fatti miei, dissi all'abate Cusani
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mia professione e de' miei studi, e di rimanermi
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E trovatala acconcia a' miei bisogni, passai a' 24 del
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trasportare e collocare i miei libri in nuove scanzie
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da alcuni gentiluomini stessi, miei amici, mi risolsi in
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ivi in riposo i miei giorni. Ed avendolo l
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che notassero tutti i miei detti ed andamenti; onde
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che invigilasse sopra i miei andamenti e s'ingegnasse
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attentamente spiavano tutti i miei andamenti, se mai ciò
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esibiva di dare i miei manuscritti al rivisore, a
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di questa ristampa fossero miei cento corpi, de' quali
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tutti, poteva attendere a' miei studi; e quando non
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valermi non solo ne' miei studi, ma anche in
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fosse necessario per altri miei bisogni; tanto maggiormente che
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riuscendomi a proposito a' miei bisogni, proseguiva la mia
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almanco, poteva riparare a' miei bisogni. Ed egli, con
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campagna, né continuare i miei mattutini esercizi, non m
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il quale aspettava i miei manuscritti per leggergli, e
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io per ispettori de' miei andamenti e costumi. Curiosi
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calunniarmi: che io ne' miei discorsi dava indizio di
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era sicuro che, ne' miei discorsi avuti in Venezia
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se avea letti i miei manuscritti, e se mai
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al Pitteri ed a' miei amici, per meglio accertarsene
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sinistro caso, seguitava i miei rettori ove mi traevano
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forziere, ov'erano alquanti miei denari ed altre robe
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darmi in preda de' miei fieri ed implacabili nemici
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stanza ov'erano i miei libri, si cominciò a
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forziere, ov'erano alquanti miei denari e gli abiti
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quel doloroso spettacolo de' miei libri, con tanta diligenza
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fante avea riportati i miei libri, e se il
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gli richiese tutti i miei manuscritti, che l'avea
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con Bousquet trattare de' miei interessi. ¶ Scrissi per ciò
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essere a parte de' miei travagli, lo stradasse, con
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Alla quale narrai i miei infelici successi, e che
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tutti e dalli stessi miei congionti; e che i
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informarlo di tutti i miei successi; e che intanto
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minutamente esposti tutti i miei successi e la dura
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dimessa lettera, esponendogli i miei duri casi, e pregandolo
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quale avendo esposto i miei travagli, che mi aveano
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a buon fine i miei affari, per i quali
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stampa. Ed affinché da' miei amici, nell'istesso tempo
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si desse pretesto a' miei nemici di maggiormente malignarmi
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a cagion de' nuovi miei guai accadutimi con Bousquet
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al senator Pisani i miei travagli passati con Bousquet
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pregai che sopra i miei libri lasciati a Venezia
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poter supplire intanto a' miei bisogni. ¶ Per ciò che
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lati coll'occasione de' miei consueti esercizi girandola attorno
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che io dilungassi i miei cammini in più spaziose
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principi, quando tutti i miei pochi talenti da Dio
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dando di piglio a' miei abiti, fece che gli
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poiché, facendo ricerca ne' miei abiti e prendendosi quelle
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giudicasse e conoscesse de' miei delitti, pregandolo che mi
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marchese di Ormea questi miei sentimenti, ratificandogli la divozione
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dato presto fine a miei travagli. ¶ Pochi giorni dapoi
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monsieur Vernet che que' miei pochi libri, scritture ed
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il forziere, con altri miei abiti che avea lasciati
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quelle poche reliquie de' miei stracci, in gran parte
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esponendo la serie de' miei successi, da che partii
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tedio, e volgerlo da' miei pensieri tetri e funesti
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fossero mandati que' pochi miei libri rimasi a Champéry
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e molto meno de' miei congionti ed amici; sicché
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tutti siano informati de' miei avvenimenti e sappiano discernere