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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

concordanze di «mio»

nautoretestoannoconcordanza
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varco, ¶ anti che 'l mio batell' entrar comince; ¶ tràtti
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amore dirmi l'error mio, ¶ ringrazio molto; ch'altra
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ape; ¶ dati perdon al mio parlar scoretto, ¶ ch'in
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acciò che 'l libbro mio non si riprove; ¶ e
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do, ¶ ch'un vero mio pensier a me anco
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Poi si ritorna il mio dottor, seguendo ¶ di Berta
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una lenta febbre al mio dispetto ¶ m'avea ridutto
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per dar fine al mio gridar infermo, ¶ allenta, o
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cantando ella scapuzza, ¶ candido mio lettor, qual tu ti
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petto. ¶ 60. ¶ - Ormai, - disse - ben mio, dispona il Cielo ¶ di
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firme. ¶ Morir per te, mio spirto, mio tesoro! ¶ Qual
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per te, mio spirto, mio tesoro! ¶ Qual esca dolce
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giova, ¶ pur che 'l mio ben da me non
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l'antiguardo ¶ e retroguardo mio, ch'è 'l sacco
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ch'intenda il nome mio novello; ¶ ben maladico lui
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che col fiato ¶ lo mio sonar di piva ti
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prove. ¶ E se 'l mio dir non vi facesse
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che non scrive il mio Tricasso; ¶ poscia vo' bere
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io mandarò levarla un mio cugino; ¶ e penso già
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coraggio, ¶ Renaldo, e 'l mio Rugier, Guidon Selvaggio! ¶ 28. ¶ D
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vertú profondo: ¶ ma 'l mio Guidone infonderà Gonzaga ¶ per
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legno! Non che 'l mio nefando ¶ viver né le
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peccati; ¶ e se, Dio mio, da questi flutti insani
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ciascun conviene. ¶ 58. ¶ Cosí col mio cervello assai lunatico, ¶ fantastico
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nel Ciel, o padre mio, ch'ancora ¶ verrà, che
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parla e dice: - Figliuol mio, ¶ perché ti fai cosí
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mai torna il padre mio Milone, ¶ diròli sul bel
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ride solacievolmente ¶ dicendo: - Figliol mio, saran bastanti! ¶ cotesti pani
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sanze ¶ e teme il mio valore cosí poco? ¶ Or
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mia casa "Chiaramonte" appello. ¶ Mio padre vive ancor et
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torto che mi fai mio padre sente. ¶ Guardati innanzi
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né aver al detto mio l'orrecchie sorde, ¶ perché
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non verammi stanco; ¶ ruppi mio legno in fortunato scoglio
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foglio ¶ e l'Orsatino mio non fiami manco, ¶ anzi
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Bacco, dentro invoco ¶ lo mio Iesú, che faccia omai
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santo, ¶ ché d'un mio caso ho da parlarvi
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s'asconda ¶ lo viver mio in visu, verbo et
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Vostra Excellentia intenda il mio sermone! ¶ Oltra di questo
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or è 'l pensier mio. ¶ 40. ¶ E se di queste
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il collo, ¶ se tu, mio bene solo e mio
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mio bene solo e mio solaccio, ¶ non t'assotigli
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che ti diffidi, ¶ Marcolfo mio, prestarmi qualche aiuto; ¶ trammi
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alegramente. ¶ 61. ¶ - Avete, - disse - monsignor mio bono, ¶ pensato ben su
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in parte almanco, ¶ Signor mio saggio, v'ingannate certo
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in polve il corpo mio si spanda ¶ se, quante
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fora ¶ non già col mio, ma sol col suo
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col vostro l'esser mio. ¶ Non dico il scapuccino
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scriver voglia ¶ diffusamente questo mio compendio, ¶ il libbro di
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però, signori, date il mio stipendio, ¶ il qual sarà
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commentatore de l'Orlandino mio essere verace sin qua
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cosí come resultano in mio danno e vergogna, mi
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io parlassi, lo nome mio appropriato, anzi niuno, vi
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quello che sanno in mio scorno e infamia scrivere