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Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «mondo»

nautoretestoannoconcordanza
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la fama ancor nel mondo dura, ¶ e durerà quanto
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e durerà quanto 'l mondo lontana, ¶ l'amico mio
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non ha vanto? -. ¶ Al mondo non fur mai persone
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Fama di loro il mondo esser non lassa; ¶ misericordia
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qua giù nel cieco mondo», ¶ cominciò il poeta tutto
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stanno; ¶ Democrito che 'l mondo a caso pone, ¶ Dïogenès
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noi che tignemmo il mondo di sanguigno, ¶ se fosse
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tu sarai nel dolce mondo, ¶ priegoti ch'a la
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e mal tener lo mondo pulcro ¶ ha tolto loro
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che i ben del mondo ha sì tra branche
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incinse! ¶ Quei fu al mondo persona orgogliosa; ¶ bontà non
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non ti lascerò nel mondo basso». ¶ Così sen va
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tu mai nel dolce mondo regge, ¶ dimmi: perché quel
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priva sé del vostro mondo, ¶ biscazza e fonde la
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Atene, ¶ che sù nel mondo la morte ti porse
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creda ¶ più volte il mondo in caòsso converso; ¶ e
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saette, ¶ come solien nel mondo andare a caccia. ¶ Veggendoci
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dal figliastro sù nel mondo». ¶ Allor mi volsi al
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tua fama rinfreschi ¶ nel mondo sù, dove tornar li
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di voi alcun nel mondo riede, ¶ conforti la memoria
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rege fu già 'l mondo casto. ¶ Una montagna v
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diriva così dal nostro mondo, ¶ perché ci appar pur
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fico. ¶ Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; ¶ gent
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di voi quando nel mondo ad ora ad ora
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un peccato medesmo al mondo lerci. ¶ Priscian sen va
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la cui voce ¶ nel mondo sù dovria esser gradita
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colei che tutto 'l mondo appuzza!». ¶ Sì cominciò lo
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mi fa sovvenir del mondo antico. ¶ I' fui colui
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terra e nel mal mondo, ¶ e quanto giusto tua
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la vostra avarizia il mondo attrista, ¶ calcando i buoni
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le letane in questo mondo. ¶ Come 'l viso mi
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gran tempo per lo mondo gio. ¶ Suso in Italia
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speranza ringavagna, ¶ veggendo 'l mondo aver cangiata faccia ¶ in
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che colui che 'l mondo schiara ¶ la faccia sua
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o poco ¶ quando nel mondo li alti versi scrissi
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ebbi a divenir del mondo esperto ¶ e de li
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retro al sol, del mondo sanza gente. ¶ Considerate la
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pur mo in questo mondo cieco ¶ caduto se' di
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l nome tuo nel mondo tegna fronte». ¶ Poscia che
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che mai tornasse al mondo, ¶ questa fiamma staria sanza
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s'imboli ¶ nel primo mondo da l'umane menti
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l'alchìmia che nel mondo usai ¶ dannò Minòs, a
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so io perché, nel mondo gramo», ¶ diss' elli a
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reo che tutto il mondo sallo!». ¶ «E te sia
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pur un linguaggio nel mondo non s'usa. ¶ Lasciànlo
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Ancor ti può nel mondo render fama, ¶ ch'el
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la sua pecca, ¶ nel mondo suso ancora io te
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l'altro sol nel mondo uscìo. ¶ Come un poco
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mio corpo stea ¶ nel mondo sù, nulla scïenza porto
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non siete voi del mondo spersi? ¶ Ché col peggiore
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vermo reo che 'l mondo fóra. ¶ Di là fosti
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a ritornar nel chiaro mondo; ¶ e sanza cura aver
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sì fatta guida, ¶ di mondo in mondo cercar mi
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guida, ¶ di mondo in mondo cercar mi si face
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tu sarai tornato al mondo ¶ e riposato de la
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il capo reo il mondo torca, ¶ sola va dritta
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purgando la caligine del mondo. ¶ Se di là sempre
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entro. ¶ Tu scaldi il mondo, tu sovr' esso luci
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fu' chiamato Marco; ¶ del mondo seppi, e quel valore
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io l'accoppio. ¶ Lo mondo è ben così tutto
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poi cominciò: «Frate, ¶ lo mondo è cieco, e tu
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cura. ¶ Però, se 'l mondo presente disvia, ¶ in voi
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la cagion che 'l mondo ha fatto reo, ¶ e
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Roma, che 'l buon mondo feo, ¶ due soli aver
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facean vedere, e del mondo e di Deo. ¶ L
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però moralità lasciaro al mondo. ¶ Onde, poniam che di
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mal che tutto 'l mondo occupa, ¶ da l'altra
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mano. ¶ Già era 'l mondo tutto quanto pregno ¶ de
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dì ¶ nel qual mutasti mondo a miglior vita, ¶ cinqu
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drizza voi che 'l mondo fece torti. ¶ Tanto dice
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due ¶ che fuor del mondo sì gran marescalchi. ¶ E
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l mortal per vostro mondo reco. ¶ Ma se la
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a noi di questo mondo, ¶ dove poter peccar non
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che Beatrice discendesse al mondo, ¶ fummo ordinate a lei
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Però, in pro del mondo che mal vive, ¶ al
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foci ¶ la lucerna del mondo; ma da quella ¶ che
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lo qual dal mortal mondo m'ha remoto. ¶ Ma
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semenze. ¶ Questi organi del mondo così vanno, ¶ come tu
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corte. ¶ I' fui nel mondo vergine sorella; ¶ e se
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cui norma ¶ nel vostro mondo giù si veste e
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suo piacer conforma. ¶ Dal mondo, per seguirla, giovinetta ¶ fuggi
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poi che pur al mondo fu rivolta ¶ contra suo
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torse ¶ già tutto il mondo quasi, sì che Giove
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quella parte ove 'l mondo è più vivo. ¶ Lo
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sacre penne ¶ governò 'l mondo lì di mano in
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ciel volle ¶ redur lo mondo a suo modo sereno
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con costui puose il mondo in tanta pace, ¶ che
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vetusto; ¶ e se 'l mondo sapesse il cor ch
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divina bontà che 'l mondo imprenta, ¶ di proceder per
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cantica.] ¶ Solea creder lo mondo in suo periclo ¶ che
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ai quali tu del mondo già dicesti: ¶ 'Voi che
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fatta, mi disse: «Il mondo m'ebbe ¶ giù poco
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prova. ¶ E se 'l mondo là giù ponesse mente
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bene ¶ per che 'l mondo di sù quel di
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appunta ¶ che 'l vostro mondo face, pria ch'altr
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porta, ¶ per sodisfare al mondo che li chiama. ¶ Che
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valor del ciel lo mondo imprenta ¶ e col suo
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amor, che tutto 'l mondo ¶ là giù ne gola
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anima santa che 'l mondo fallace ¶ fa manifesto a
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provedenza, che governa il mondo ¶ con quel consiglio nel
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sua rattezza, nacque al mondo un sole, ¶ come fa
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ch'a tutto 'l mondo fé paura; ¶ né valse
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con Noè puose, ¶ del mondo che già mai più
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dice! ¶ Non per lo mondo, per cui mo s
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addimandò, ma contro al mondo errante ¶ licenza di combatter
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palato a tutto 'l mondo costa, ¶ e in quel
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di ciò sono al mondo aperte prove ¶ Parmenide, Melisso
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biancheggia tra ' poli del mondo ¶ Galassia sì, che fa
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gente turpa ¶ disviluppato dal mondo fallace, ¶ lo cui amor
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la gente ch'al mondo più traligna ¶ non fosse
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cura ¶ e discendendo nel mondo defunto, ¶ dette mi fuor
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carmi. ¶ Giù per lo mondo sanza fine amaro, ¶ e
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a lo stremo del mondo, e dentro ad esso
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che riceve il vostro mondo, ¶ com' occhio per lo
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fé i Romani al mondo reverendi, ¶ esso ricominciò: «A
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colui che tutto 'l mondo alluma ¶ de l'emisperio
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come 'l segno del mondo e de' suoi duci
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avvegna che sia 'l mondo indi distrutto. ¶ E quel
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Chi crederebbe giù nel mondo errante ¶ che Rifëo Troiano
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di quel che 'l mondo ¶ veder non può de
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vocabol porta, ¶ cerchiando il mondo, del suo caro duce
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al consiglio che 'l mondo governa, ¶ sorteggia qui sì
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è scisso. ¶ E al mondo mortal, quando tu riedi
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e infine dispitta il mondo e la sua picciolezza
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empio cólto che 'l mondo sedusse. ¶ Questi altri fuochi
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giù, e vedi quanto mondo ¶ sotto li piedi già
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tutti i volumi ¶ del mondo, che più ferve e
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ti giura». ¶ «Se 'l mondo si rivolse al cristianesmo
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qua sù del mortal mondo, ¶ convien ch'ai nostri
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e questo apporterai nel mondo vostro». ¶ A questa voce
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di lei, e nel mondo felice! ¶ CANTO XXVI ¶ [Canto
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ché l'essere del mondo e l'esser mio
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Roma la gloria del mondo, ¶ soccorrà tosto, sì com
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gioire: ¶ «La natura del mondo, che quïeta ¶ il mezzo
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che più tosto il mondo cigne; ¶ e questo era
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a lei: «Se 'l mondo fosse posto ¶ con l
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è proposto; ¶ ma nel mondo sensibile si puote ¶ veder
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quelle furon cima ¶ nel mondo in che puro atto
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anzi che l'altro mondo fosse fatto; ¶ ma questo
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tutti i pesi del mondo costretto. ¶ Quelli che vedi
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sangue costa ¶ seminarla nel mondo e quanto piace ¶ chi
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Andate, e predicate al mondo ciance'; ¶ ma diede lor
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ora sesta, e questo mondo ¶ china già l'ombra
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colui che 'n questo mondo, ¶ contemplando, gustò di quella