Salvatore Di Giacomo, Nella vita, 1903

steso al fiume e ne benediceva il queto cammino

quel punto, non se ne colorava. Rispecchiava, invece, la

a un tratto, se ne spiccò e prese forma

volta il fiume. Or ne saliva un alito d

del tramonto e se ne accendevano; abbasso, quasi sull

nell'atto stesso che ne uscivano quelle parole orrorose

operaie del laboratorio pirotecnico ne sbucò fuori con alte

tratto in tratto se ne spiccavano due o tre

d'agnello e se ne recò un pezzo alla

E a casa tua? ¶ - Ne sono fuggita. ¶ - Quando? ¶ - Ora

atto e Don Placido ne comprese tutta la muta

un battaglione, che se ne staccava, ricacciò Letizia fino

di panni in capo, ne' vicoletti della Vicaria, ne

ne' vicoletti della Vicaria, ne' laberinti di quelli della

E voi dove ve ne andate? ¶ - Dove, figlio? A

e s'era ficcata ne' vicoli di Porto. Ai

alla sua pezzuola e ne cavò una moneta da

secondi i suoi movimenti ne vennero paralizzati. La sconosciuta

dottore, lei che se ne intende: che roba è

di volta in volta, ne levava lo sguardo per

or la ricaricava, lentamente. ¶ Ne prese un fascetto dalla

per le Calabrie e ne vibrò, per qualche secondo

seppi. La Rosina se ne era scappata via col

tanto visto soffrire. ¶ Or ne ascendevo lentamente le scale

meritevoli, e più umili ne sognano invano uno pur

occorreva che egli se ne andasse. ¶ E in quel

vedere. ¶ - Ma davvero? ¶ - Oh! Ne sono certissimo. Lo sento

la vista... Lei... scusi, ne sa niente?.. Vedo che

di que' grossi cestoni ne' quali le povere madri

s'era tutta arrossata, ne la disgiunse pian piano

sì. E domani me ne voglio andare. Ecco già

dove vuole andare? Parenti ne ha lei? ¶ - Non ho

suora, arrossendo - Domani glie ne faccio avere. ¶ - Domani me

faccio avere. ¶ - Domani me ne vado. ¶ - Macchè! - esclamò l

Non voglio che se ne vada così presto! Ancora

ancora gli origlieri se ne bagnavano e, come un

di ciliege - annunziò Cosentino. ¶ Ne gettò sul letto due

bianco di polvere fin ne' capelli, rossicci come quelli

del Corpus Domini, sì, ne erano giunti una cinquantina

nugolo di mosche se ne levò al tempo stesso

testa sull'origliere e ne la levava, a fatica

cantuccio, dormiva il cagnolo. Ne cavò la pistola a

ebbe bisogno di caricarla. Ne volse la bocca alla

il cameriere - Poi me ne parlerà. E appresso ha

di pelo marrone or ne serbava sol quattro o

cui contatto uggioso ve ne sollecita quasi a non

all'orario, la diligenza ne' compiti, e pretendeva che

a trent'anni; or ne aveva sessantacinque suonati. Era

improbe egli non se ne stancava. Si conosceva illetterato

stesso. ¶ - Sarà. Ma glie ne voglio dire una: stanotte

caro signore. Io me ne vado. ¶ Interrogavo con gli

quei benedetti tempi borbonici ne' quali era così facile

tavola e non se ne leva che alle quindici

inserviente smettesse e se ne andasse. ¶ - Ecco che s

entrò nella bottega. ¶ Subito ne riuscì, annunziando: ¶ - L'hanno

e lei non se ne era accorta. ¶ Da prima

scoteva e quello se ne rimaneva lì irrigidito, già

selvagge ch'erano rampollate ne' loro crepacci e prosperavano

ogni più straordinario avvenimento nè la stupiva, nè la

avvenimento nè la stupiva, nè la sconvolgeva. Era altrove

la seguisse quand'ella ne usciva e che fosse

la porta e se ne andò via col suo

Quella? - mi dissero, come ne parlavo una volta tra

a frigger pesce e ne lasciava cadere una minuzzaglia

che quella. E come ne ascendevo, cautamente, gli sconnessi

sigaretta - Non entra? Se ne resta lì? Favorisca. ¶ - Chi

a sedere. Sa, ce ne sono delle altre. ¶ Si

finestra, con le mani ne' capelli, con la faccia

nel cortile, e se ne udiva il susurro. Portavano

finestroni della cappelletta e ne inquadrava la sagoma sulla

un vecchio quadro se ne illuminava anch'essa, vagamente

tempio anch'ella se ne abbeverò a poco a

Un colpetto di tosse ne scosse una, per un

cortile nella chiesa e ne illuminò l'ultime scranne

sette - la interruppe Cocotte - Ne manca una... ¶ Lievemente una

azzurrina, convulsamente, e se ne empirono, come se volessero