Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

fasci di luce gialla nel candido chiarore delle lampade

calore avea egli messo nel difendere l'amico, vittima

passione.... ¶ Egli quella sera, nel gruppo de' suoi amici

scorata, s'era levata nel buio della sua anima

anima, e avea risonato nel profondo del suo cuore

nuova andata di dolore nel vecchio cuore, ferito a

triste legge ti trasmetto nel san-gue. Ricorda che

nell'ombra. ¶ * ¶ * * ¶ Ed ora, nel grande studio tutto vetri

e solo il padrone nel grande studio pieno di

ferito nella Fede e nel cuore s'era fatalmente

l'avesse lasciata penetrare nel suo cuore, la dolcissima

in tempo! ¶ E sempre nel sole, come un giovane

restare così.... in piedi.... nel vostro studio, pieno dei

ella era sì divina nel peccato!.... Dolce bimba fatta

fanciulla: e discese svelta, nel sole; ed io, che

che mi confermò terribilmente nel mio dubbio. Studiai la

mente cominciò a perdersi nel triste enimma. La madre

Sentiva un gran freddo nel cuore e un gran

e un gran buio nel cervello. Fui mille volte

rimasto, latente e fatale nel mio sangue, in tutto

baci, brucianti ancora, folli nel ricordo antico, sulle mie

l'infelice, chiedente ancora, nel vario delirio dell'orribile

lo tenea ora inchiodato nel letto, senza mòto, senza

recente nella mente e nel cuore. ¶ Ella mi ascoltò

mormorò. ¶ Era pallida: e nel bellissimo volto la tristezza

Io proseguii: ¶ - Egli muore.... nel più completo abbandono.... nella

cattiva! ¶ E rividi Dalgas, nel suo lettuccio miserabile, che

Venere si alzò, splendida nel suo pallore. ¶ Sollevando alto