Mario Soldati, Le due città, 1964

occhi di Piero, anche nella melanconia ormai fissa, anche

solo con Irma, lui nella poltrona di centro, in

vederla allontanarsi di corsa nella strada notturna e deserta

di Irma: aveva scoperto nella scultura etrusca l'esatta

donna dall'ineffabile sorriso, nella pietra corrosa, quasi identico

più importava. Guardò Elena, nella sua realtà: era odiosa

l'inquadratura della terrazza. Nella densa penombra del parco

linee vive di quanto, nella pietra, le sculture che

delle brune, ma ravvivata nella stranezza, e come liberata

immergere finalmente gli occhi nella massa folta dei capelli

mettere il catenaccio: entrare nella galleria in penombra: subito

profondissimi e scuri che, nella penombra, si erano spalancati

di finire nel dramma, nella passione, nell'amore vero

sul finire dell'adolescenza nella figura della signora Calandra

altro con qualche incertezza nella voce. Il cuore gli

il ritratto di Elena, nella cornice d'argento: ¶ "Senti

al contrario, ricevevano, accoglievano nella loro profondità materna. Occhi

nel senso morale, non nella prudenza: convinto di rinunciare

poter dormire da solo. ¶ Nella tristezza della luce crescente

Ma ricordava benissimo, ora: nella sua assurda convinzione di

scorgesse attraverso il vetro nella buca delle lettere, aveva

gelosia. Una sera, ancora nella prima settimana della loro

bugia che la madre, nella sua visita quotidiana al

vedere." ¶ La guardò, infatti, nella penombra: i grandi occhi

occhi scuri lampeggiavano maliziosamente nella penombra; le labbra piene

nemmeno: era troppo impegnato nella preparazione dei nuovi film

di Emilio supino. Fissandolo nella semioscurità come da una

destra, allegro e loquace nella festosità del primo giorno

famoso attore francese, protagonista nella parte di Massimo Claris

acquisto di alcuni loculi nella tomba monumentale di casa

antichità ufficiali, e riportarli nella vita del passato, all

piacere profondo di capire nella sua realtà storica il

di Grazia consisteva, appunto, nella sua incessante desiderabilità. I

suo piacere consistesse appunto nella liberazione, ricorrente ogni notte

a lungo sulla nuca, nella peluria più soave. Pensava

già tutti i precedenti: nella saccoccia interna del nécessaire

struzzo: cacciava la testa nella sabbia per non vedere

scena del finto spettro nella casa di campagna a

da giornali e riviste. Nella calda luce diffusa da

si sollevavano e abbassavano, nella regolarità del respiro, come

e verso oriente, distesa nella pianura, tra le colline

coperte di neve, che nella limpidezza eccezionale dell'atmosfera

alla periferia della città. Nella lontananza fumosa di innumerevoli

aveva preteso tanta solennità nella funzione alle Sacramentine con

aveva investito il ricavo nella maggioranza delle azioni di

nel suo destino o nella sua natura. E lui

c'era, si domandò, nella sua natura e nel

dall'alto del grattacielo, nella trasparenza della giornata, pareva

feroce e indomito, bellissimo nella perfetta proporzione delle membra

solo a non credere nella possibilità di una sconfitta

orti che stavano costeggiando nella strada lungo le mura

il sole stava tramontando. Nella direzione opposta, che era

degli armadi, si effondeva nella stanza del riposo estivo

solo, per qualche ora, nella sua bella nuova abitazione

tanto più che Golzio, nella sua privata opinione, era

trenta chilometri da Torino, nella vecchia casa dei Viotti

le comprò un alloggetto nella aristocratica, e del resto

di forzata separazione e nella tristezza della recente morte

a quello di Torino, nella tomba monumentale della famiglia

cominciava ad intravvederla. Qui, nella Roma di piazza di

con cornicette d'oro: nella parete di faccia, tre

inquietudine. Poteva leggere. Tornò nella stanza del riposo estivo

cosa che non andava nella sua vita, l'unica

vita, l'unica ombra nella sua felicità, era ormai

rimorso entrando, e vedendo, nella penombra dell'anticamera, alla

vuole assolutamente che entri nella sua stanza, e ha

restando seduto sulla sedia nella stanza di Irma poté

anticamera, che Piero andava nella sua stanza da letto

anche essere senza speranza, nella mente di Piero. Capì

Non resisto più." ¶ Rientrò nella stanza da letto, chiuse

ormai abbastanza sovente. Seduto nella prima fila di poltrone

fino a poco prima, nella garçonnière di via del

tra Gisa e L., nella prima fila delle morbide

Emilio si voltò pigramente. Nella semioscurità, la vide staccare

davvero Irma fosse su, nella cabina di proiezione, e

perché supporre senz'altro nella ragazza una malizia, che

sigaretta, mentre aspettiamo?". Frugando nella tasca del grembiule, rimasto

dietro la scrivania, ma nella poltrona di faccia. ¶ Si

scenetta che si svolgeva nella poltrona di faccia, e

ogni vespero di ottobre, nella chiesetta di Rivoli. ¶ In

via del Mare, e, nella parete di contro, cinque

ogni volta che entrava nella garçonnière, provava un gusto

idee e suggerimenti. Qui, nella garçonnière, aveva fatto da

pensò: poteva lasciarla lì, nella garçonnière. La cacciò in

oscurità, la vide riemergere: nella luce del leoncino, le

e ulcerose, si formavano nella pelle di tutto il

guardava con involontaria attenzione nella luce chiara e fredda

Pregò Piero di seguirlo nella sala di visita. ¶ Emilio

Golzio. Si era chiusa nella sua camera all'albergo

in pellicola: o anche nella vita purché da lontano

altra serviva a coprire, nella perdita, la parte di

di velluto grigio, affacciandosi nella saletta, aveva visto, seduta

riconosciuto, a certi sintomi, nella propria malattia, una malattia

micosi fungoide, si scolpiva nella sua memoria. ¶ "I sintomi

di magna Vittoria sporgevano nella prediletta smorfia sprezzante: "Tutto

Capì, ora, come mai, nella decisione, entrasse il cambiamento

Elena aveva provato sorprendendolo, nella semioscurità e nel chiuso

era niente di strano nella gita in yacht. Golzio

nuda, sul letto sconvolto, nella stanza buia) "però, non

spesso fogliame, pareva isolato nella notte nera, calda, e

un paio di mesi nella villa di Santa Margherita

avrebbe persuaso a credere nella leggenda del potere magico

passato avidamente a studiarla nella fronte alta, convessa e

ai lati della bocca, nella sottigliezza delle labbra, similissime

la mano di Corinna nella sua o, incominciando a

tentazione di sentirsi solleticato nella vanità. Allargò le ginocchia

cresciuta. Là in fondo, nella stanzuccia dalle pareti intonacate

Shrinagar, il ritratto appeso nella cucina di Piero. ¶ Agile

si avviò per rientrare nella stanza da letto. Era

tempo utile. Meglio sbrigare nella mattinata quanto più lavoro

aria umida e ghiacciata, nella pioggerella fitta, eguale, vischiosa

di essere stato abile nella trattativa dello stipendio e

niente di troppo strano nella richiesta di Elena. Tuttavia

sempre avuti. ¶ Si vestì nella camera da bagno, come

novità coniugali, Emilio riposava nella comoda e quasi conscia

poi, addirittura identico. ¶ Identico nella malinconia dello sguardo, si

quella mattina, appena, entrando nella camera di Luigino, incontrò

stesso sarcasmo. Intanto partiva nella pioggia, tra le palazzine

loro capitale, c'erano nella squadra tre giocatori di

dei pochi onesti fiduciosi nella fondamentale moralità di Mussolini

mano se la cacciò nella tasca del cappotto chiaro

Golzio leggeva. Emilio, sprofondato nella poltrona, silenzioso, attendeva, e

cosa, e non entrare nella combinazione con Roberti e

ancora, qua e là, nella solitudine dei prati incolti

Tacito, Sallustio, Cicerone. Ciononostante, nella sostanza, anche lui, come

allora contasse qualche cosa nella vita del paese, era

colazioni non avevano luogo nella villa vera e propria

quanto meno pareva necessaria, nella volgarità dichiarata della riunione

il poderoso sedere stretto nella corta sottana del tailleur

che è ripensato anche nella veglia. Ma erano due

E Piero, come allora, nella discesa successiva rallentava per

a Emilio di distinguere, nella polvere e contro il

di paura, rimaneva impressa, nella mente di Emilio, come

al riparo dalla pioggia. Nella confusione, Emilio si slanciò

poi, si disse che nella giornata del dittatore questi

lo sguardo cercò intorno nella piazza: dal posteggio dei

Caligaris, Emilio potesse trasferire nella Juventus l'amicizia, l

tranviere: tutto sembrava confluire nella Juventus. E oggi, nell

La sorte della monetina, nella scelta del campo, era

di sconfitte. ¶ C'era, nella fila dietro, un signore

terreno libero ed entrare nella porta juventina: ecco tutto

squadra amata si configuravano nella sua mente come dettati

perché l'arbitro era, nella fantasia di Emilio, una

e anche da lontano, nella inutile generosità delle corse

se stesso; ma era nella infedeltà a se stesso

terzetto, dopo averlo accolto nella semioscurità del pianerottolo col

e fresca si diffondeva nella grande stanza dal basso

alla macchina, o sprofondata nella poltrona di fianco alla

Emilio guardò il calendario, nella cornice d'argento, tra

affari, trasferiva e concentrava nella produzione cinematografica, anche senza

non nelle azioni, almeno nella coscienza; ma non sempre

sì, rustico e monolitico nella fiducia in se stesso

altrui. Finiva così che, nella grande maggioranza dei casi

corretto e "la canagliata"? Nella grande maggioranza dei casi

adesso ignorava quali fossero, nella loro concreta realtà, i

ingegnere. Appena solo, cercò, nella piccola agendina privata, il

c'erano altri condòmini, nella palazzina: avrebbe sospettato, non

ci provasse anche gusto. ¶ 3 ¶ Nella sala finto Impero, anticamera

appena intravista, una sera, nella folla degli invitati, a

e lei..." ¶ "Diciamo, allora: nella giungla!" ¶ Con la figlia

un pomeriggio di luglio, nella penombra e sulla moquette

di scena, al ristorante, nella luce quieta e azzurrina

saletta riservata alla direzione, nella brezza incrociata dei ventilatori

nell'aria infocata e nella semioscurità, tra fasci di

inconfessata speranza di riconoscere nella donna del momento, attraverso

costume 1880, giocavano a biliardo nella sala di un circolo

instancabilmente intorno al biliardo, nella luce accecante e nel

uomo con uno scopo nella vita! ¶ 4 ¶ All'una, mancavano

mancavano ancora venti minuti. ¶ Nella fessura luminosa del portoncino

uscì, si allontanò rapido nella via buia; e, quasi

di una inserviente apparve nella penombra. Sebbene riconoscesse Emilio

malvagio. Per calcolo voluttuoso, nella quasi certezza di sbagliare

la riguardasse. Tacque, entrando nella Taverna. Seguirono il maître

Emilio si curvò, prendendo nella sua la mano di

liscia, leggerissimamente ringonfia, stava nella sua e vi si

vieni, su, balliamo." ¶ Scesero nella pista, cominciarono a ballare

palpebre, nascondendo il viso nella massa folta dei suoi

in vagone letto o nella cabina di un piroscafo

abbassato e come immerso nella massa ondosa e soffice

fu chiuso con Corinna nella cabina dell'ascensore, scatola

Corinna. ¶ Mise la chiave nella toppa con estrema delicatezza

a pupazzetti colorati. Entrando nella camera del bambino, il

nemmeno nei propri pensieri. Nella stagione estiva, mentre Elena

suo." ¶ Spenta la luce nella camera di Luigino, fece

Luigino, fece passare Corinna nella camera da letto coniugale

di incantevole nelle efelidi, nella pelle, nella schiena di

nelle efelidi, nella pelle, nella schiena di Corinna, e

vertigine di prima? ¶ Adagio, nella grigia luminosità insensibilmente crescente

fino a poco prima, nella luce dorata e tangente

via Fontanella Borghese! ¶ Tornò nella stanza da letto, si

le labbra dalle sue, nella breve pausa necessaria a

di Elena, credette volentieri nella propria fortuna: con ogni

fondi brunoverdi dei boschi, nella quiete smeraldina e magica

importante del Cervino, dondolava nella memoria, oltre gioie e

che tornava a dolere. Nella luce struggente del crepuscolo

Ogni cosa, adesso, tornava nella normalità. ¶ Nel buio dell

mano, e lo guidò nella semioscurità fino al salone

altra volta, di mentire: nella preoccupazione che Elena interpretasse

male non era nemmeno nella menzogna, ma nella coscienza

nemmeno nella menzogna, ma nella coscienza dell'utilità della

dell'appartamento degli ospiti nella villa di Golzio. In

attraverso l'uscio socchiuso, nella vecchia villa di Rivoli

Proprietari di vasti terreni nella provincia di Rovigo. Era

giustizia: rigido, minuzioso, accanito. Nella vita privata, modestissimo. Io

gomito puntato sul bracciolo. Nella voluta penombra della sala

e priva di interesse nella vita. Non aveva figli

Rise allo stesso modo, nella penombra dell'atrio, augurando

e seduto sul letto nella camera degli ospiti della

da una straordinaria fede nella propria passione. Poteva, perciò

il ventre, appena rilevato nella guaina di seta turchese

qualunque accenno del genere, nella compiaciuta coscienza che lo

la prima volta, rientrava nella vecchia casa di Torino

come messo a forza nella buca insufficiente, che certamente

deve essere stato introdotto nella buca quando ancora agonizzava

panama di gesso, seduto nella poltrona di vimini, che

per andare in stabilimento. Nella luce ambigua del crepuscolo

ma a Golzio, assopito nella poltrona di fronte: "Signore

confidenze sentimentali. La mano nella mano, nell'oscurità delle

stabilimenti a Roma. Golzio, nella sua sagacia, aveva colto

l'abitudine all'ipocrisia nella vita coniugale, la falsità

le fiamme dei ceri nella nuda cappella del castello

nell'agiatezza, e soprattutto nella sicurezza dell'avvenire. Ma

abitavano, e una casetta nella pineta di Fregene, soggiorno

degli antichi. ¶ Calarono allora nella capitale, in massa, tutti

e non ne trova nella vecchia. In pochi mesi

loro merito consisteva soprattutto nella serietà con cui facevano

sarcasmo, o una compiacenza nella decadenza. ¶ "Andiamo, su, bevi

della notte estiva e nella semioscurità delle vie sformate

attardavano ai giochi giù nella strada, Roma diventava la

carne, e ciascuno scendeva nella stiva sporgendone un pezzetto

aveva senso se non nella regola, nella misura, nel

se non nella regola, nella misura, nel rispetto intimo

uomo per se stesso, nella sua capacità di scoprire

di essere felice, e nella discrezione, poi, di non

bene a cuore leggero, nella tranquilla convinzione che fosse

è sembrato di osservare, nella Olga e così negli

cercava intorno a sé, nella realtà, conferme, immagini, umiliazioni

le stelle appena visibili nella foschia; ma i giardini

che protestano perché ieri, nella scena della rissa, hanno

il suo primo maestro nella giungla, per Emilio inesploratissima

risaliva di corsa, rientrava nella stanza da letto, sacrario

piacere che essa trovava nella libertà o nei vizi

inesauribile entusiasmo che metteva nella sua vita romana, era

avrebbe dovuto avere luogo nella prossima estate. Ma forse

Elena è loro ospite, nella villa di Santa Margherita

il vicolo, erano sbucati nella vicinissima piazza Navona, e

sdraiandosi come al solito nella poltrona di velluto giallo

la data: ¶ "Diciotto settembre, nella basilica di Sant'Agnese

a quelle della fotografia nella cornice d'argento: erano

naso appuntito, che annusava nella gran chioma vaporosa e

brillava sul cristallo e, nella chiara penombra della stanza

così dolci, così tenere nella carezza, e così sicure

servisse a qualche cosa nella vita." ¶ Elena scese con

uscire. Piano." ¶ Dal letto, nella luce rosata della veilleuse

a Roma, è capitato nella mia vita. ¶ Ho avuto

questi mesi, saranno entrate nella tua vita: e anche

per la prima volta nella vita, la grande gioia

di diventare sua moglie. ¶ Nella mia disperazione, l'inverno

dei bambini, e siccome nella nostra società ancora arretrata

e canuto che entrava nella trattoria e si sedeva

a San Silvestro. Entrò nella saletta dei telegrammi. Riempì

più di quanto credeva: nella pena, era stato uno

e senza senso; ma, nella luce rossastra delle lampadine

anni, si era depositato nella sua anima: e quando

impossibile non rivedere Elena nella settimana che era rimasto

Lei girò la chiave nella serratura. Dopo un istante

non trovare la chiave nella porta. Poco dopo mezzanotte

grido si perdeva gradatamente nella silenziosa profondità del primo

vita. E veniva forse, nella vita di tutti, un

e migliaia di volte nella lontananza e nella solitudine

volte nella lontananza e nella solitudine, pensato con la

delle ultime stazioni come nella speranza di vederli cambiati

disperatamente per qualche secondo nella sua, le disse con

stata già abbastanza cattiva nella lettera. Basta, adesso." ¶ "Cattiva

averti parlato abbastanza chiaramente nella lettera. Ma se è

il sollievo delle lagrime, nella solitudine della sua camera

ci vedremo mai più, nella vita. Vuoi... vuoi che

così di ritardarlo: forse nella speranza impossibile che qualche

immobile, avvolto anche lui nella sua coperta. Non lo

e nel gelo e nella trasparenza della notte, il

egoista, e così chiuso nella propria sofferenza, da non

fissò l'anta. Tornò nella baita, a coricarsi sul

un'altra persona, raggiungevano nella stessa zona di desolazione

Ayas, e di là nella Valle di Gressoney. Due

dell'amico del pittore. Nella rovina della propria vita

fiore bianco che tremava nella brezza tra l'erba

calma del proprio respiro nella salita, e l'aria

batteva nelle tempie e nella gola così violento che

molle, fiacca. Un'eccitazione, nella folla dei passeggeri, e

a riprendere il sonno nella pensione di via Due

tutti i parenti stabiliti nella capitale: specialmente la famiglia

loro appuntamenti si ridussero, nella maggioranza dei casi, a

vedeva gli restava impresso nella memoria. ¶ Una valletta in

di Siglinda, gli apparve, nella cornice delle trecce rosso

c'era qualche cosa, nella loro violenza, che non

I tram erano fermi. Nella notte umida e festosa

lo immaginò poi, ricordando. Nella penombra del pianerottolo, gli

del palazzo signorile e nella grande quiete cittadina, il

uno sferruzzare di chiavi nella toppa. Gli pareva, assurdamente

troppo chiuso e isolato nella sua arte per poter

casa Golzio. Regolarmente invitato nella palazzina di corso Presidente

tavoli rotondi, di marmo, nella sala neoclassica, buia, fumosa

Un solo vero guaio, nella sua buona educazione. Emilio

Ciò lo aveva confermato nella sua simpatia, spingendolo a

che cosa avrebbe fatto nella vita. Ma aveva compiuto

pubblicitari, culturali, organizzativi. Finché, nella nebbia di queste aspirazioni

entusiasmo: piena di fiducia nella sua intelligenza e nel

una scrivania che era nella veranda, in fondo allo

arrivò con Paolino Rousset nella sala al primo piano

scoprire che gli invitati, nella loro grande maggioranza, erano

un orto, mezzo infossato nella terra, sepolto dalle erbacce

e che erano ospitati nella palazzina. ¶ Anche la signora

quadro finale gli restava nella memoria con la precisione

di noce scolpito, e nella vecchia cameretta borghese e

fatalmente si insinuano anche nella passione più corrisposta e

gravissimo ostacolo allo studio nella maggiore facilità di vedere

volto e il busto nella penombra verde di una

lampada ministeriale, gli avambracci nella luce giallastra e poggiati

giallo, e udiva passare nella strada, sferragliando, il tram

si trovavano a Roma, nella biblioteca del Senato. Quanto

tesi nel piacere e nella volontà vicendevole di possedersi

di non essere ingannato. ¶ Nella gioia, a un certo

era rimasta come impressa nella sua subcoscienza al momento

era escluso che, sempre nella subcoscienza, l'immagine autoritaria

in se stesso e nella vittoria finale? ¶ Il colonnello

era fatto più intenso. Nella semioscurità della topia, i

arrestare. ¶ Era così, infatti. Nella mite luce giallastra del

tavolo, ma più indietro, nella penombra, all'angolo di

immobilità di ognuno creavano nella piccola cucina quell'atmosfera

mista a solennità che, nella tradizione più ottocentesca e

nettissimo. Camminava la mano nella mano a qualcuno dei

nei mesi, negli anni, nella vita. Emilio si era

mezza Roma quattro volte nella giornata, e di imparare

il cuore si stringe nella coscienza improvvisa, dolorosa e

e scattante, venirgli incontro nella rosea luce soffusa della

sparsi un po' dovunque nella villa di via Guattani

luglio. Con quel caldo, nella villa, dopo colazione tutti

a Rivoli con loro, nella vecchia villa, avevano tenuto

riposando sullo stesso letto. ¶ Nella villa, c'era un

regolare rivincita: era ammessa nella camera, dove, con magna

quelle cose noiose. ¶ No, nella vita, c'erano infinite

tetti rossastri si nascondevano nella verzura spessa e alta

dal castello sabaudo. ¶ Ma, nella seconda metà dell'ottocento

anni ufficiale del Registro nella nativa Trino, dove ancora

del piccolo Emilio, era nella decadenza, era nel lento

occasione di imprimersi bene nella memoria quel vivo monumento

l'indice, si frugava nella tasca del panciotto: cavava

verticale, il lungo calice nella sinistra, batteva il tempo

divano verde. Era contento, nella confusione, di essere dimenticato

a scherzare. Magna Vittoria, nella sua malignità, ne aveva

piatto, passò dalla cucina nella stanza da pranzo deserta

bel suol d'amore..." ¶ Nella villa era ricominciato il

e baffuto del fabbro, nella sua fronte lucida e

guardare davanti a sé nella strada e a salutare

che qualche volta veniva nella villa per le fatiche

potevano dargli da dormire nella villa, su nel soppalco

allora, si era buttata nella mischia: ¶ "In casa Lanza

svegliare qualcuno che dorme nella stanza attigua. Forse la

magne erano rimaste chiuse nella loro camera per più

volta finivano per cedere nella certezza che le magne

insieme alla creada, entrava nella villa, quasi subito riusciva

non era ancora entrato nella sua mente. Emilio pensava

tra i raggi o nella moltiplica. Ecco, il massimo

gioia dei lunghi pomeriggi nella camera oscura, che Pierino

adesso, chiuso con Pierino nella camera oscura, era pazientissimo

sfondo dei prati fioriti nella primavera alpestre, e nell

e azzurra d'ombre, nella quale si preparava a

sui pedali, si gettava nella discesa. ¶ Freddo, azzurro, velocità

per questo, restava impresso nella loro memoria con maggiore

le vecchie case grigie, nella lunga via che oltrepassando

loro involontario simbolo, magari nella più umile delle occasioni

che gli batteva forte nella gioiosa tortura della speranza

un paio di volte nella stagione delle corse; cuoca

carré della D'Agliano, nella penombra degli anditi adiacenti

gli studenti di università, nella grande maggioranza, non si

settimane nel fango e nella neve. E quando dovevano

così ci separiamo, ognuno nella sua camera. Appena a

dal parapetto di pietra, nella leggera diffusa bruma dorata

sia nato e vissuto nella città. ¶ Dalla Ansaldo scendeva

Ma sapeva che Piero, nella sua ingenuità, avrebbe pensato

senza nessun rischio, trasferire nella sua avversione per la

fissò negli occhi e nella bocca diversamente da come

Del resto, la vecchia, nella sottigliezza dei suoi calcoli

di ritirarsi a studiare nella villa di famiglia, a

in punta di piedi nella camera da letto. Rivedendo

accendeva l'avana: e nella malizia del suo sguardo

meno riuscite; e Irma, nella sua civetteria infantile, e

incontrarla di nascosto, magari nella giornata di domenica. ¶ La

tesoro. Credi forse che, nella troupe, se si venisse

Allora, dice Calandra "... entrarono nella grande ombra verde, più

e cenava da sola nella cucinetta di via del

i portici, si allontanava nella piazza, sotto la pioggia

tutte le foglie, erano, nella grigia uniformità e nella

nella grigia uniformità e nella loro regolarità geometrica, uno

delle montagne quasi perdute nella nebbia, dava l'impressione

attraversò il viale, entrò nella sala terrena. C'era

forte e diritto, e nella cornice dei capelli tizianeschi

e poi ti raggiungo nella tua." ¶ "Sei pratico, tu

pochi minuti dopo, entrò nella stanza di Irma, trovò

acceso e ridente, sembravano, nella penombra bluastra, quasi violetti

che Irma continuasse. Ma, nella breve attesa, si avvide

che mi puoi fare?" ¶ Nella logica che, a un

si può avere tutto, nella vita. ¶ Sarebbe tornato lì

Il guaio era soltanto nella fedeltà, che Irma pretendeva

pretendeva. Il guaio era nella gelosia di Irma. Perché

Si voltò dalla porta. Nella grande stanza vuota e

di Cànepa, bene avvolto nella carta oleata. Aveva lasciato

lagrime. Entrò nel negozio. Nella vetrina, tra altri oggetti

ben spaziati e ordinati nella vetrina delle ferramenta, erano

suiveurs che corridori: allora, nella nostra, mi pare ci

che mi inseguivano, laggiù, nella polvere, diritti sui pedali

la suora era entrata nella camera: Emilio vide che

dal letto per portarlo nella camera ardente: continuava a

Alpi erano apparse laggiù nella nebbia e nella pioggia

laggiù nella nebbia e nella pioggia. E nella memoria

e nella pioggia. E nella memoria tornavano improvvise altre

a Torino. La notte nella baita sopra il Breuil

spalle, e si infilò nella macchina. Per fortuna, Emilio

smarrimento che doveva provare nella circostanza. ¶ Il pomeriggio, quando

vide un'ombra scura nella nebbia: un'ombra che

la mano destra infilata nella tasca del cappotto. Emilio

tumulo, fino a incespicare nella più vicina delle tre

all'u di plus nella frase rien ne va