Vittorio Alfieri, La congiura de' Pazzi, 1789

il più lieve, a noi funesto, ¶ fia propizio ai

peggior si fa? Viviam noi forse? ¶ Vivon costor, che

e scherno ¶ ne abbiam noi colto. Il cittadin ci

tiranni; ¶ e il mertiam noi, che cittadin non fummo

per ferirne? Ingiuriati fummo ¶ noi vie più sempre, da

che a lor congiunti ¶ noi vilmente ci femmo. ¶ Guglielmo

aspetti ¶ de' tiranni con noi. Per ora, o figlio

petto l'ira, ¶ per noi, raffrena il generoso vecchio

forse, che possanza in noi ¶ scemi o per me

di'; ciò che siam noi, saremmo? ¶ Giuliano ¶ Lorenzo, è

stella splende ¶ finor su noi. Fortuna al crescer nostro

perfetto il giogo, ¶ che noi tenerlo in principesco aspetto

Cosmo, e a Piero noi, ¶ si ottenne assai nell

fin trarla, il dobbiam noi; ma in vista ¶ moderati

son tutto; ¶ e nulla noi. ¶ Giuliano ¶ Siam delle sacre

Siam delle sacre leggi ¶ noi l'impavido scudo; a

del ciel distruggitor siam noi; ¶ sole ai buoni benefico

ridente. ¶ Lorenzo ¶ Tali siam noi da te sprezzare in

D'immeritato onor per noi vestito, ¶ dimmi, a qual

il suo pensier; ma noi... ¶ Lorenzo ¶ Tardi sei cauto

dica: ognor sta in noi l'udirlo. ¶ Giuliano ¶ Giovine

ci abborri, e a noi cedesti, e cedi: ¶ dotto

Antica ¶ non è fra noi molto quest'arte ancora

Odi tu come a noi favellan?... ¶ Lorenzo ¶ Odo. ¶ Favellan

cenno. ¶ Ei tenti; oprerem noi. Poter ne accresce, ¶ e

spero. — ¶ Ma lagrimosa a noi vien Bianca: oh quanto

Null'altro ¶ far vogliam noi, che prevenir gli effetti

merta, i mezzi ¶ da noi si adopran; credilo. ¶ Bianca

sua freno saresti ¶ sperammo noi... ¶ Lorenzo ¶ Ma invan: tale

suo veleno! Egli da noi ribella ¶ te nostra suora

più che di offender noi. ¶ Anzi, tu prima indurlo

in cor tiranni ¶ reputi noi, non ciò che a

più inoltrarsi, aspetta ¶ da noi di sangue il cenno

il trarran, mentre piangiam noi volgo. ¶ Perciò venire io

morir, ch'è in noi; ¶ io ciò tutto dirogli

Qual folle ¶ pensiero a noi ti guida? In salvo

Arme inutile appieno: in noi non manca ¶ il furor

E forza ¶ or abbiam noi, quanta più mai se

basti ¶ contr'essa, da noi lungi or non son

del figlio, e di noi tutti ¶ la libertà. Ciò

tuo vile rifiuto, a noi perenni ¶ fa' i ceppi

Io veggio ¶ non per noi, no, Roma e Fernando

queste mura ¶ li porrem noi; ma, e chi cacciarli

non entra ¶ pietà di noi; né ciò diss'io

amici ¶ si fan di noi. S'altro motor v

fin, degno è di noi. Tu, padre, ¶ di cotant

forse?... A qual di noi?... ¶ Guglielmo ¶ Se angoscia ¶ grave

Temi, ma non di noi. — Ben disse il figlio

ai figli frattanto: a noi più grata ¶ cosa non

cor così di tutti noi: dei crudi ¶ fratelli, a

il poter nostro, e noi? — ¶ Ma pur, s'ei

invitto: ¶ parliam, più umani, noi. — Tu sai, che istrutto

e sol, che a noi minor si dica, ¶ ne

tolto a scherno da noi, com'egli ha il

tu; che allor di noi faresti? ¶ Guglielmo ¶ Io stimerei

simular fia vano. ¶ Fra noi si taccia ogni fallace

vera prenda ognun di noi sua norma. ¶ Lorenzo in

sai, che muove ¶ ver noi dall'austro armata gente

gente; a cui mostrarci ¶ noi dovrem pure, e sol

Andiamo, ¶ fratello, andiam: ripiglierem noi poscia ¶ con costoro a

fango avvolti ¶ cadan per noi que' pavidi vessilli, ¶ che

mentite chiavi. ¶ Pria dobbiam noi crollare alquanto il tronco

compier, quasi. ¶ Salviati ¶ A noi ¶ arride il ciel: mai

che or Lorenzo sa. Noi primi, ad arte, ¶ per

un punto vuolsi ¶ da noi ferire, ed occupar da

la plebe ¶ a libertà: noi giungeremo intanto... ¶ Guglielmo ¶ Ma

al simulacro entrambi. ¶ Guglielmo ¶ Noi scellerati irriverenti mostri, ¶ ad

molto, è ver, fra noi di Roma il nome

I primi colpi abbiam noi scelto: il mio ¶ fia

questa morte, che nomiam noi vita, ¶ a voi sovrasta

versar lor sangue ¶ dobbiam noi pria, che il nostro