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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991

concordanze di «nota»

nautoretestoannoconcordanza
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la ripete la mia nota, signor Pekisch? ¶ – Non è
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è tutt’un’altra nota... ¶ La signora Arrani confermò
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scrollò il capo. ¶ – Che nota aveva il dottore? ¶ – Il
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si tenga la sua nota e il mi lo
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Ogni persona emetteva una nota e una sola: la
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cantore emetteva la sua nota. Se Pekisch teneva schiacciato
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continuava con la sua nota. Quando Pekisch faceva risalire
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incapace di emettere una nota una con perfetta intonazione
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da badare alla sua nota personale: al resto ci
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qui a cantare una nota qualunque. Voi venite qui
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a cantare la vostra nota. Non è una cosa
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cosa bellissima. Avere una nota, dico: una nota tutta
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una nota, dico: una nota tutta per sé. Riconoscerla
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di avere proprio nessuna nota dentro, e andarvene, semplicemente
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verità è che quella nota c’è... c’è
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stucco. Uno ha una nota, che è sua, e
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di sentire la loro nota e quelli, con naturalezza
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Alla lunga diventavano quella nota. Per dire, quando morì
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scrollò il capo. ¶ – Che nota aveva il dottore? ¶ – Il
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si tenga la sua nota e il mi lo
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l’avrò, io, una nota? ¶ – Sicuro che ce l
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tua giacca. ¶ – E che nota sarà? ¶ – Non lo so
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ce l’hai una nota, vero? ¶ Silenzio. ¶ – Che nota
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nota, vero? ¶ Silenzio. ¶ – Che nota è, Pekisch? ¶ Silenzio. ¶ – Pekisch
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l’aveva una sua nota, Pekisch. Incominciava a diventare
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immobile – ma una sua nota, lui, non l’aveva
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ingoiata l’infinito, quella nota, come il mare può
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certezza più assoluta: quella nota non esisteva. Spalancò la
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casa. Correva gridando una nota sotto il putiferio dell
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putiferio. Non mollò la nota aprendo la porta di
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i tasti. Cercava la nota, ovviamente. Si bemolle e
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si bemolle. Cercava la nota, nascosta tra tasti bianchi
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ricominciò a gridare quella nota che non esisteva e
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e ritmicamente urlando quella nota che non esisteva ritmicamente
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avevano e cioè la nota che non esisteva. Gridava
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notturni aspettava una rotonda nota di bronzo. ¶ Un piccolo
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ogni goccia... arrivava una nota diversa, insomma... come se
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divora... diceva che quella nota, quella notte, era appunto
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e l’altro... una nota invisibile perfino per lui
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fa vibrare emettono una nota. Passa le ore a
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che suonino la stessa nota. Ma lui muove le
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suo progetto su una nota rivista della capitale, la
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Non viene fuori una nota, le ha tutte in
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non emette più una nota – nel gran strumento biforcuto
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cinque passi – l’ultima nota – fine – fermi sul bordo
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grado di riconoscere qualsiasi nota, non riusciva a capire
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si sentiva una sola nota. Era tutto dentro, il
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non suonare una sola nota. In un meraviglioso silenzio