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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Guido Da Verona, Colei che non si deve amare, 1910

concordanze di «notte»

nautoretestoannoconcordanza
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scuola, rincasava tardi la notte, poltriva nel letto il
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tornava a casa ogni notte senza il becco d
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profumiere che bruciassero nella notte d’estate. ¶ La sua
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un rumore che nella notte sembri un congiungimento d
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capo la camicia da notte, lunga e chiusa come
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raccolse la camicia da notte stesa su la coltre
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basso, la camicia da notte, e vi si cacciò
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rivedeva com’era la notte innanzi, ritta e nuda
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il campanile suonasse nella notte un’ora inoltrata, che
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cantava — come cantava! — tutta notte, sul poggiolo. La piccola
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del suo violino; la notte, nelle profumate coltri di
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per aver consumata la notte al giuoco od in
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bella, ove serpeggia di notte l’insoddisfatta bramosia di
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bocche sciupate pensavano alla notte dolorosa, in cui avrebber
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più avare impazienze. Di notte in notte poteva capitargli
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impazienze. Di notte in notte poteva capitargli di tornarsene
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partita disastrosa, una lunga notte d’amore, e da
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lungo si vegliò la notte, si fecero lunghe sieste
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presa una batosta la notte scorsa. Quel diavolo di
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nell’azzurra luce della notte primaverile; veniva ¶ di tempo
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lo dispersero via, nella notte, fra le musiche della
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Il del Ferrante, la notte innanzi, aveva vinto al
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allontanato. ¶ — Ma no! Ieri notte mi hanno fatta bere
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braccio sul tavolino da notte per prendere una sigaretta
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città s’inoltrava nella notte con un grande respiro
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abiti. S’avviarono. ¶ La notte, come una splendente cortigiana
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silenzio che incantava la notte fra le ventate del
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sarebbe sepolto in una notte d’oblìo. ¶ Egli aperse
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soli, nel pericolo della notte; li vestiva l’oscurità
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a piedi, per la notte chiara, verso il rifugio
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consueto. ¶ Aveva passata qualche notte insonne, con il pensiero
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tutti i palchi; la notte gioca, e vince sempre
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perdita d’occhio nella notte bianca. Dietro loro si
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vicina sempre, giorno e notte, non lasciarti mai, giorno
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lasciarti mai, giorno e notte... Che felicità, pensa! ¶ Il
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gli innamorati pensavano alla notte vicina. ¶ Su in alto
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segnavan nella purità della notte certe immobili ombre, quasi
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bocca, nel profumo della notte, nel tremore dei loro
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soli, in una bianchissima notte, con la viva primavera
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soli, nel cuore della notte, senza che sguardo umano
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siepi, odorosa nella candida notte, la terra lavorata coltivava
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Forse aveva pianto nella notte insonne; gli occhi Ie
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sua faccia sciupata dalla notte insonne per un momento
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un po’ sciupate della notte di vigilia del Gran
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vigilia del Gran Premio, notte in genere assai clamorosa
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negli occhi. Tutta la notte avrebbe forse pianto, senza
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ripetè sordamente: ¶ — Lasciami. ¶ — La notte non dormo, — ella disse
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per passare qualche lunga notte, fino all’alba, con
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le amanti d’una notte, non le cene, i
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I gelsomini di bella notte spandevan nell’aria limpida
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avrai più paura questa notte, che c’è tanto
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in una barca, la notte, lei sola, sotto la
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buio, più diveniva nella notte una immensa disperata solitudine
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veleno soavissimo. La tepida notte lo fasciava di profumi
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guardando nel miracolo della notte, ove tremava con una
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devi lasciarmi sola... Questa notte più che mai sento
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te... Non vedi che notte magnifica? C’è un
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piena di torpore, questa notte... Baciami!... Ho le mani
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rimaner qui tutta la notte, a parlarti, a carezzarti
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di quell’ora. ¶ La notte s’inoltrava, limpida, quasi
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splendori nell’incantesimo della notte. ¶ Trascorse un tempo che
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dominava il silenzio della notte, lanciando i suoi fili
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tempie l’urlo della notte infinita; perdeva la conoscenza
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perdutamente fuggì. ¶ Passava la notte glauca per il cielo
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lo avevano guardato, la notte, d’improvviso, fra i
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Egli aveva passata la notte insonne a ragionar con
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non sapeva reprimere; la notte sopra tutto, nell’incubo
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stesso di quell’unica notte le riviveva nella mente
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la snervava, e la notte fin tardi non poteva
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un’altra camera, di notte, con le finestre aperte
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impediva di dormire la notte. Qualche volta, per consolarsi
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paese, non dormiva la notte, il giorno era più
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trovar pace. Dormiva la notte, nei brevi sonni, immerso
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pur la baciava ogni notte ne’ suoi torbidi sogni
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sudata. Si ricordò della notte che poi era venuta
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innanzi vedute mai, della notte ch’era stata la
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e di primavera, quella notte non poteva dormire... ¶ VI
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a minacciarlo nella sua notte d’amore. ¶ — Va bene
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o dove andò quella notte. Una specie di follia
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anche di lontano, la notte, il giorno, sempre, su
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Ed anche una certa notte non dimenticherò, quando eravamo
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argento. ¶ IX. ¶ Faceva una notte di stelle nella piena
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come fuochi fatui, nella notte piena di stelle. ¶ Risero
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sguardo errante la fantastica notte, simile quasi ad una
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E guardava nella chiara notte, un po’ ebbra di
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detto. ¶ — Sì, una bella notte che non dimenticherò. ¶ — Raccontami
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le cantava, in una notte del mezzo Aprile. ¶ Aveva
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viva negli odori della notte primaverile, lasciandosi dietro un
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vai per tutta la notte senza conoscere la tua
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che vai per la notte senza conoscere la tua
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nel mezzo Aprile, la notte più stellata. Pareva che
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laiti lugubri empirono la notte serena. Fra i grandi
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un rumore. Ascoltarono. ¶ La notte folle sperperava le sue
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spazio, che la folle notte rovesciava in una conca
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spersi nell’incantesimo della notte d’estate, un sorriso
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nella vaporosa quiete della notte fluviale. ¶ — Lazzara!... — esclamò d
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cose visibili, roteava una notte quasi magnética, tanto era
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quasi diafana, in quella notte calda; era pur lei
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Ma fu per una notte sola; tu ne hai
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la luminosa ombra della notte cerulea. ¶ — Rispondi! ¶ — Non so
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che nella risonanza della notte riempiva di sonorità la
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Veniva ora dalla inoltrata notte qualche alito di frescura
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portarti lontano, attraverso la notte, via di qui, via
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sfibrarlo. ¶ Aveva complice la notte, la solitudine, il silenzio
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di rammentarsi un’altra notte lontana — quasi dispersa nel
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si cacciò per la notte d’estate, briaca e
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gli ultimi vapori della notte, i campi non mietuti
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quelli che van la notte uggiolando fra campagna e