parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «o»

nautoretestoannoconcordanza
1
1998
si guardasse da destra o da sinistra che avevo
2
1998
più nascosti del parco o della nuova costruzione per
3
1998
altro, senza farsi scorgere, o si poteva raggiungerne uno
4
1998
assolutamente invisibile nel buio. O si potevano compiere lunghi
5
1998
stata scambiata da qualcuno o da molti per una
6
1998
là, il Gatto dormiva o pareva dormire silenzioso e
7
1998
uomo ma un arcolaio o qualche altro complesso macchinario
8
1998
piccolo passo per sentire, o addirittura si limitava a
9
1998
il giorno, nel cortile o in sala studio, coglievo
10
1998
maglioni di lana nera o giacche a vento infilate
11
1998
far riposare la mano o per togliere piccole ciocche
12
1998
addormentato e svegliato due o tre volte da un
13
1998
più alta del palato, o se stavano passando sui
14
1998
quasi il pavimento, due o tre letti più avanti
15
1998
oppure, in modo intenzionale o per sbaglio, su altre
16
1998
altre basi più larghe o più sottili, per scoprire
17
1998
finiva nel campo confinante, o addirittura in quello più
18
1998
difesa l’istante successivo. O viceversa, per un pallone
19
1998
sconfinamento di un giocatore o del pallone stesso che
20
1998
tra i due campi, o trovarsi in uno stesso
21
1998
compagnia di un’altra o addirittura di altre due
22
1998
in qualche modo stabilite o se bisognava invece basarsi
23
1998
riprenderlo. ¶ Lo girò due o tre volte nella mano
24
1998
in chiesa sull’inginocchiatoio, o nello scaffale delle scarpe
25
1998
all’improvviso. ¶ Scosse due o tre volte la testa
26
1998
refettorio. Mentre tutti parlavano o si rincorrevano l’un
27
1998
finestra della nuova costruzione o addirittura dalla sommità del
28
1998
colpiva violentemente ogni ginocchio o caviglia che trovava sulla
29
1998
un frammento di neve o già una goccia d
30
1998
un tiro troppo tagliato o troppo lungo, potevano colpire
31
1998
ci trovavamo in chiesa o nella sala studio, apriva
32
1998
gli appariva intenzionalmente scarsa o mal disposta nel piatto
33
1998
una forchetta troppo convergenti, o al contrario così divaricati
34
1998
e mille linguaggi alternativi o paralleli, i cui codici
35
1998
silenzio in piena notte, o meglio non contento di
36
1998
in uno degli stanzoni o nel cortile, un minuscolo
37
1998
avere una certa relazione, o averne inizialmente avuta, con
38
1998
mentre versavo il vino o l’acqua dentro il
39
1998
dal libro di meditazione o dal piccolo breviario, mentre
40
1998
ciascuna sezione del palato o della lingua, di certo
41
1998
stava guardando quello successivo o quello più in basso
42
1998
seduti sui divanetti rigidi o sulle sdraie. Li potevo
43
1998
il parco, in coppia o a gruppi abbastanza numerosi
44
1998
ai tavolini di marmo o alle panchine, facevano risuonare
45
1998
passavano vicinissimi alla grotta o addirittura l’attraversavano e
46
1998
farsi stringere le spalle o la vita dal proprio
47
1998
in mezzo al cortile, o forse addirittura nella serra
48
1998
volte, con le dita o col palmo della mano
49
1998
in un punto solo o al contrario si disperdessero
50
1998
sangue tra le piume, o una delle zampette spezzata
51
1998
cavo, la premette due o tre volte nel condotto
52
1998
una parte, scuotendo due o tre volte con la
53
1998
all’improvviso, per sbaglio o intenzionalmente, per vedermi. Giravano
54
1998
dal tetto della ghiacciaia o della grotta. Arrivavano di
55
1998
le braccia dell’autista, o condotti per mano da
56
1998
di un unico mattone, o di un vecchio ferro
57
1998
alzava e abbassava due o tre volte, mentre i
58
1998
in una sola brace, o spegnersi o scomparire all
59
1998
sola brace, o spegnersi o scomparire all’improvviso come
60
1998
ai piedi della montagnola o dietro il tronco possente
61
1998
ospiti ne stavano tornando, o rimanevano seduti a conversare
62
1998
consentiva di seguire qualcosa o qualcuno in movimento. Nel
63
1998
il primo stava piangendo o se rideva. Teneva i
64
1998
essersi guardata attorno due o tre volte, la Pesca
65
1998
qualcosa dovette sfuggirmi, prima o poi, perché molto tempo
66
1998
muri della propria casa o a quelli della legnaia
67
1998
specchio stava già appeso o sospeso, e che il
68
1998
carne di una ciliegia o di una perolina. Mi
69
1998
la fece ruotare due o tre volte su se
70
1998
ormai molto più avanti o addirittura in una zona
71
1998
zona diversissima del parco, o che aveva persino compiuto
72
1998
Provai a tirare due o tre volte, ma il
73
1998
a seconda se acceleravo o rallentavo, si dilatava a
74
1998
dalle finestre della villa o da quelle della casa
75
1998
aria rovente della notte o se nel parco si
76
1998
in giro nel parco o a conversare dentro la
77
1998
Albino e Maciste dormivano o stavano solo fingendo di
78
1998
confinante col mio corpo o se era invece dalla
79
1998
mano oppure una bocca, o un coperchietto di bibita
80
1998
un coperchietto di bibita o una briciola di pane
81
1998
una briciola di pane o addirittura un minuscolo coriandolo
82
1998
risaliva con qualche coriandolo o briciola di pane appiccicati
83
1998
mattino! ¶ Chiusi ancora due o tre volte gli occhi
84
1998
la stessa idea contemporaneamente o se uno aveva trascinato
85
1998
nei gesti più impensati o con un piede levato
86
1998
sarta dentro il pinzimonio, o il suo gessetto largo
87
1998
macchina scoperta, suonando due o tre volte il clacson
88
1998
entrambe le teste due o tre volte, come se
89
1998
arrivata al piano superiore, o era salita addirittura sopra
90
1998
riuscire in un modo o nell’altro a camminare
91
1998
Si guardò attorno due o tre volte, poi, senza
92
1998
confondevano mischiandosi all’improvviso, o fuggivano irradiate in ogni
93
1998
nessuna impronta era rimasta, o sulle quali erano state
94
1998
una presa della luce o di un piccolo bottone
95
1998
potevano considerarsi ancora acqua o se erano già diventate
96
1998
erano già diventate aria o bollicine d’aria nell
97
1998
spezzati, facendolo ruotare due o tre volte su se
98
1998
di alamaro sulla camicetta o sulla gonna, per tenere
99
1998
passando attorno ai mucchietti o percorrendo il vialetto tortuoso
100
1998
grandinare sopra la ghiaia, o il sibilo del proiettile
101
1998
dopo, dentro la grotta o in giro per il
102
1998
del parco, da lontano, o cercava addirittura di camminarci
103
1998
poteva finora essermi sfuggito, o che potevo avere male
104
1998
un tendine del collo, o in una zona scoperta
105
1998
molte volte, a calci o con l’aiuto del
106
1998
dei conigli, quelle difettose o tagliate che non si
107
1998
da un unico proiettile o tutte ricamate dai pallini
108
1998
su un solo piolo o con la schiena e
109
1998
annaspò nell’aria due o tre volte, senza riuscire
110
1998
si arrovesciava per ridere o sbadigliare sulla sdraia. Si
111
1998
e poi ruotare due o tre volte su se
112
1998
a fuggire di sbieco o in verticale nello spazio
113
1998
la scaletta senza pioli, o raggiungendoli all’ultimo istante
114
1998
per dirti queste due o tre cosette...» concluse un
115
1998
essersi assopito sulla poltroncina, o era forse il bagliore
116
1998
vedere se rimaneva intatto o si fondeva attraversando fulmineamente
117
1998
dal vano della porta, o accostavano la mano alla
118
1998
scordasse il proprio verso o lo scambiasse con quello
119
1998
una delle sue caviglie o delle braccia, neppure da
120
1998
vedeva bene da chi o da che cosa fosse
121
1998
piccola sedia di alluminio o sostando per un po
122
1998
suoni cadenzati di giochi o di preghiere, mentre i
123
1998
in una diversa scatolina, o avvolte in un pezzo
124
1998
fuori dalla propria parte, o dal proprio lato di
125
1998
incollarsi alle mie labbra, o saltellare o volare oltre
126
1998
mie labbra, o saltellare o volare oltre la linea
127
1998
piano, per non schiacciarli o farli cadere per terra
128
1998
a due a due o anche molti per volta
129
1998
del tutto di soffiare, o farlo talmente piano che
130
1998
attorno a una narice o sulla lucina magmatica accesa
131
1998
influenzasse in un modo o nell’altro la partita
132
1998
ai tetti delle case, o rovesciarsi ad angolo acuto
133
1998
cominciò a cantare. ¶ «Hagios o Theos!» ¶ «Hagios ischyros!» risposero
134
1998
più se erano svegli o addormentati. Fuori doveva essere
135
1998
piedi a piccoli crocchi o seduta sulle pietre, ma
136
1998
capiva se stava morendo o se si stava soltanto
137
1998
arachidi, pezzi di cioccolato o pastafrolla da assaporare da
138
1998
anche tutto il manubrio o era stato cambiato o
139
1998
o era stato cambiato o fatto di nuovo nichelare
140
1998
panchine sotto i tigli o lungo la ringhiera di
141
1998
la ringhiera di marmo o in giro per le
142
1998
in piedi sul palmo o se stringerlo contro il
143
1998
sedersi su un banco o guardava il messalino e
144
1998
la ringhiera di marmo o vicino al refettorio, non
145
1998
se farla uscire fuori o lasciarla dentro tutta arrotolata
146
1998
cadere fuori nelle cabrate o negli avvitamenti, o che
147
1998
cabrate o negli avvitamenti, o che potesse sbilanciare l
148
1998
all’interno del confessionale o si fosse seduto là
149
1998
veniva a visitarci due o tre volte all’anno
150
1998
scarpe sotto il letto o sollevavo il piano del
151
1998
di marmo. Parlavano sottovoce, o camminavano avanti e indietro
152
1998
mai se era sera o se era ancora pomeriggio
153
1998
profilo rilassato, mentre dormiva o riposava a occhi chiusi
154
1998
si capiva se parlavano o se stavano in silenzio
155
1998
capiva se erano fermi o se stavano ancora camminando
156
1998
due ondate di piatti o quando sembrava che la
157
1998
doveva recuperare con due o tre forchettate in successione
158
1998
un mozzicone di matita o qualche piccola gomma, nel
159
1998
il Gatto scosse due o tre volte la testa
160
1998
quando sentii bussare due o tre volte nella giostra
161
1998
un angolo della bocca, o di un occhio, volendo
162
1998
chinata, gli occhi chiusi. O quello di girare una
163
1998
pagina tagliente del messale, o di spezzare una grande
164
1998
una gara di corsa o una partita. Il Gatto
165
1998
refettorio per la cena, o mentre vi eravamo già
166
1998
farmela vedere, in cortile o scendendo lungo la ringhiera
167
1998
il terreno si avvallava, o perché era andato a
168
1998
non sporcarsi i calzoni o la veste sul terreno
169
1998
ritoccati in più punti, o ritagliati uno per uno
170
1998
piedi allargate sulle tovaglie. O ci balzava sopra con
171
1998
le vesti, nella chiesa. O accostava una sedia all
172
1998
per stimolare la salivazione, o beveva nel calice con
173
1998
cortile. Salivano dalla città o dalla parte della valle
174
1998
mano a qualche passante o aspirati dalle finestre o
175
1998
o aspirati dalle finestre o dalle serre. Scorgevo, a
176
1998
frusciando distintamente nelle sere. “O Signore” mi dicevo passando
177
1998
ognuno parla una lingua o un dialetto differente e
178
1998
che l’auto sbandasse, o che al contrario smettesse
179
1998
a nascere storicamente, prima o poi!» ¶ La pioggia continuava
180
1998
qualche spigolo di casa o incrociavo qualche piccola fila
181
1998
a incollare ancora due o tre manifesti nelle piazzette
182
1998
riusciva a vedere chi o che cosa le stesse
183
1998
via da macchine inseguite o inseguitrici. Riconoscevo da lontano
184
1998
qualcuna di quelle ville o di quelle cliniche che
185
1998
un’orecchia a una o più pagine del giornale
186
1998
stava per essere abbandonata o demolita, sui crinali. C
187
1998
era accesa nel quadro o se la centralinista aveva
188
1998
la piazza per sgranchirmi o rimanere affacciato per tutto
189
1998
sollevarlo per passatempo due o tre volte e subito
190
1998
urto della vibrazione sonora o per la nube di
191
1998
da sempre più lontano o se per il troppo
192
1998
condominio isolato, qualche casa o villetta non ancora terminata
193
1998
si trattava delle gambe o di quelle che sostenevano
194
1998
per la terza volta, o tentava addirittura di incastrare
195
1998
per terminare il discorso... O ancora rimanere senza parlare
196
1998
macchina era in ripresa o quando s’insaccava di
197
1998
della folla ripiegò due o tre volte su se
198
1998
in piccolo sulla cartina, o che bisognava inventare con
199
1998
la pila delle assi o dei giornali, la cassetta
200
1998
quanto tempo sull’asfalto, o disegnata dalle ruote della
201
1998
a provare gli altoparlanti o addirittura ad annunciare come
202
1998
volante ci finisse Sonnolenza, o il cieco, mentre entravamo
203
1998
mentre entravamo nei paesi, o che fosse l’operaio
204
1998
fuori dalla portiera spalancata o dal tettuccio che cercavo
205
1998
le strade all’entrata o all’uscita dei paesi
206
1998
non capivo se rifletteva o se dormiva. ¶ «Mah...» lo
207
1998
di un precedente universo, o il formarsi di una
208
1998
stanza, mentre lei dormiva o con la scusa di
209
1998
irritati per il ritardo o se stavano sonnecchiando nella
210
1998
scosso la testa due o tre volte. Fermavo l
211
1998
scordato di incastrare una o addirittura due delle gambe
212
1998
dire se stesse dormendo o fosse sveglio. Mi chiedevo
213
1998
dovuto a qualche interferenza o all’attrito che fanno
214
1998
osassero avvicinarsi di più o temessero che la loro
215
1998
cranio rasato batté due o tre volte le dita
216
1998
la vicinanza di Sonnolenza o per una pesantezza tutta
217
1998
dei giri del motore, o dovevo far credere di
218
1998
vedermi dagli stretti marciapiedi, o correre via ridendo e
219
1998
strade dall’alto, stralunato, o appare per un istante
220
1998
qualcosa a occhi chiusi o se stava invece cantando
221
1998
la valigia nella sala o se stavo correndo trascinandomela
222
1998
se erano stelle radenti o quelle luci di vetro
223
1998
capivo se erano zampette o se era iniziato a
224
1998
la riunione stava finendo o se era appena cominciata
225
1998
bucce, per un po’, o mentre piombava sopra il
226
1998
rullo, come se qualcuno o qualcuna avesse pigiato tutti
227
1998
settimana, mi pare, più o meno...” mi risposi. ¶ Mi
228
1998
della moto. ¶ Molleggiai due o tre volte. La forcella
229
1998
della benzina, azionai due o tre volte la piccola
230
1998
Nel pezzetto di strada o di cortile si raggruppava
231
1998
se era ancora vivo o se era morto. ¶ Spegnevo
232
1998
qualsiasi ora del giorno o della notte. ¶ «Ma è
233
1998
erano pezzi d’intonaco o del gomito che tenevo
234
1998
piano per la cena. O mentre mi sporgevo dalla
235
1998
è possibile!» ¶ Scossi due o tre volte la testa
236
1998
nuovo, dopo un po’, o addirittura il giorno dopo
237
1998
una parola definitiva, prima o poi...» ¶ «Ma su che
238
1998
suo vice.» ¶ “Lo eri o lo sei?” avrei voluto
239
1998
vice impallidiva oppure arrossiva, o se era solo la
240
1998
un tratto. «Una volta o l’altra ti racconto
241
1998
siede?» balbettai. ¶ Scosse due o tre volte la testa
242
1998
La Signora singhiozzò due o tre volte, dovetti abbracciarla
243
1998
calcinacci. Si affacciò due o tre volte al portone
244
1998
acqua vivente, nella via. ¶ «O forse questa sede è
245
1998
miei tempi! Una volta o l’altra ti racconto
246
1998
mitragliatore sotto il trench, o mi gettavo così dentro
247
1998
stava preparando a sputare o se invece sorrideva. ¶ «Ti
248
1998
cadavere di qualche uomo o di qualche animale, oppure
249
1998
Te la racconterò, prima o poi...» ¶ Lo guardavo senza
250
1998
Te la racconterò prima o poi...» ¶ «D’accordo, d
251
1998
potevamo metallizzare le salme o pezzi di salme con
252
1998
scortavano quando dovevamo raggiungere o attraversare certe zone in
253
1998
scoppiare di vestiti, abbandonate o distrutte a cannonate, mi
254
1998
apparentemente non ci sono, o non possono verificarsi solo
255
1998
stava sorridendo anche Lenin, o se era quel velo
256
1998
porta lontana, della sala, o anche molto più tardi
257
1998
abbracciati dentro il fuoco, o se Anastasia ha gettato
258
1998
si allarmò. ¶ Scossi due o tre volte la testa
259
1998
il Sempio. ¶ Tossì due o tre volte. La sigaretta
260
1998
facciamo?» mormorai, perché due o tre auto stavano già
261
1998
capivo se stava russando o se cantava con un
262
1998
riuscire in un modo o nell’altro a respirare
263
1998
cadermi, devo svegliarmi due o tre volte prima di
264
1998
sciolti a loro volta, o non sono diventati un
265
1998
era già chi usciva o chi rientrava. Mi giravo
266
1998
se là sotto sbadigliava o se stava invece sorridendo
267
1998
quella porta a vetri? O se invece dovrò cercare
268
1998
senza il nome vicino o col nome tutto raschiato
269
1998
fornello, rientrando di giorno o di notte. La fiamma
270
1998
tramogge piene di zucchero o di sale, da quel
271
1998
elettrico, se dovevo fermare o rilanciare lo sterilizzatore con
272
1998
qualcuno che è uscito o che è rientrato camminando
273
1998
che stanno tutti allargati... O una zampa di gatto
274
1998
una zampa di gatto o di qualcuna di quelle
275
1998
sono atri di case o cortili che stanno sempre
276
1998
telefono, qui?» ¶ Scossi due o tre volte la testa
277
1998
riusciremo in un modo o nell’altro a rintracciarlo
278
1998
l’altra, passano decenni, o addirittura secoli, millenni...”» ¶ 3 ¶ Bagliori
279
1998
telefono era fuori servizio, o la macchinetta sputagettoni era
280
1998
del caffè, scuote due o tre volte la testa
281
1998
ci sono solo due o tre redattori ancora al
282
1998
frangetta rosata, come masticata. “O forse mi saluta davvero
283
1998
se sono le teste o i poggiateste...” mi dicevo
284
1998
E svolazzano in alto o sono mezze stracciate perché
285
1998
si tira su due o tre volte a forza
286
1998
se era la gomma o uno di quei versolini
287
1998
dopo avere composto intenzionalmente o per caso il numero
288
1998
cercavo in un modo o nell’altro di parlare
289
1998
po’ viola saranno melanzane o fluorite... e quegli agglomerati
290
1998
di battere queste due o tre cosette, non ne
291
1998
Te la racconterò, prima o poi...» ¶ Si interruppe un
292
1998
venga fuori un giorno o l’altro qualcuno... che
293
1998
tornavo verso le torri o ripartivo passando vicino al
294
1998
il latte, alla mattina, o te ne vai in
295
1998
Te lo racconterò, prima o poi. D’altronde ho
296
1998
saltando fuori dal letto, o infilandomi in qualche modo
297
1998
aspettando! Metto via due o tre cose e ce
298
1998
tutto lucente del cortile, o forse un attimo dopo
299
1998
sfondati, perché un giorno o l’altro un lettore
300
1998
interessa forse essere letto o sfogliato da qualcuna di
301
1998
con le labbra tirate o se rideva. ¶ «Andiamo a
302
1998
ne parlerò un giorno o l’altro...» sentivo che
303
1998
quelle città che prima o poi vengono distrutte! Tanto
304
1998
parlando dentro la bocca o se stanno masticando un
305
1998
un po’ più avanti o più indietro. Mi lanciavo
306
1998
mentre passavamo di sera o di notte di fronte
307
1998
mai se era aperto o sbarrato, se esisteva. Salivano
308
1998
sapere cosa...» ¶ Scuoteva due o tre volte la testa
309
1998
noto scrittore, all’aeroporto, o torno in casa editrice
310
1998
al ponte sull’autostrada, o dalla parte del mercato
311
1998
si capisce se respira o sorride. Ecco, adesso Emily
312
1998
porte di altre due o tre stanzette... di quando
313
1998
stava digrignando i denti o sorrideva. ¶ «Ecco!» esclamò la
314
1998
ci si vedeva ancora. ¶ «O Signore...» sentii che il