Egisto Roggero, Komokokis, 1902

mai sognare! ¶ E gli occhi gli sfavillavano per la

chiudersi i miei poveri occhi.... ¶ E mi addormentai profondamente

e guarda! ¶ Apersi gli occhi intontito. ¶ Una vivida luce

tratto, davanti ai miei occhi, il fondo della vallata

profondo fascino ai nostri occhi e alle nostre menti

veduto, con i loro occhi, in carne ed ossa

con que’ suoi neri occhi spiritati d’aquilotto…. che

luccicare due lumi.... ¶ — Gli occhi di quel buon vecchione

espressione diabolica ai suoi occhi. ¶ — Gesummaria! – gridarono un po

divorava intere, con gli occhi lagrimosi per la voluttà

ho detto, quando gli occhi mi caddero sulla parte

veduto con cotesti miei occhi umani, nel pieno vigore

disgregava.... ¶ Sotto i nostri occhi atterriti, mentre uno strano

mie membra. ¶ Rinchiusi gli occhi istintivamente, quasi per non

mio nome. ¶ Apersi gli occhi, trasalendo. ¶ * ¶ Quando rinvenni, mi

il volto. ¶ Apersi gli occhi e scorsi chino sopra

smarrito. ¶ Mi stropicciai gli occhi, mi posi a sedere

Ecco. Dapprima i miei occhi non percepivano nulla. Io

che teneva sempre gli occhi fissi sopra l’acqua

trasvolare sotto i nostri occhi! Riassumendo: se in ogni

riuscire a chiudere gli occhi. Non è, ne convengo

orecchio: ¶ — Guarda. ¶ Apersi gli occhi e uno spettacolo inaudito

rispose turbato. ¶ — Ah! gli occhi non mi hanno ingannato

o realmente i miei occhi vedevano, le mie mani

luce, davanti ai nostri occhi abbagliati. ¶ — Dove siamo? dove

accoglierà quando chiuderemo gli occhi al riposo.... ¶ Noi eravamo

istante vidi i suoi occhi animarsi, e compresi che

svolgeva sotto i nostri occhi. ¶ Il terreno s’andava

io cercava con gli occhi traccia d’imbarcazioni. Il

aprì davanti ai nostri occhi una vasta spianata, in

barba candida ma dagli occhi neri e penetranti, ci

che passava in quegli occhi profondi, aperti forse a

che i nostri poveri occhi ignari non riuscivan a

suoi recessi, ai nostri occhi gracili e ciechi di

illuminerò i vostri ciechi occhi, e farò sensibili i

passare davanti a’ miei occhi. ¶ Stava per aprire la

svanì davanti ai nostri occhi. ¶ Kalika si alzò. ¶ — Avete

far vedere i nostri occhi e udire i nostri

su di me gli occhi profondi, che una vaga

guardava rapita. ¶ Dai suoi occhi dolcissimi una luce ignota

ormai davanti ai miei occhi, davanti al mio cuore

nelle mie, i grandi occhi spalancati ne’ miei, con

mi guardava, co’ grandi occhi aperti e smarriti. ¶ Poi

lagrime sgorgarono da’ suoi occhi. ¶ — Kamelia, – mormorai, – ciò ti

di me i begli occhi che una grande luce

a mancare ai loro occhi. Ciechi, nelle tenebre più

lagrima sgorgarle da’ begli occhi smarriti e dolenti. ¶ Compresi

in volto i begli occhi che una dolce luce

ma come? ¶ — Abituiamo gli occhi all’oscurità, – disse ancora

l’amico, – i nostri occhi, raffinati ormai dalla luce

calava sui nostri stanchi occhi. ¶ * ¶ Quanto durò il nostro

certo punto apersi gli occhi. Le tenebre più fitte

VIII. ¶ Quando riapersi gli occhi scorsi distintamente una figura

non per i nostri occhi che, avvezzi da tante

lei. ¶ Ella aperse gli occhi. ¶ — Kamelia, – le dissi, – svegliati

guardò. ¶ Rinchiuse tosto gli occhi, come ferita da quello

Ella tentò riaprire gli occhi ma non vi riuscì

lievemente. ¶ Poi aprì gli occhi, li fissò per un

cuore. ¶ * ¶ Quando riapersi gli occhi alla luce e al