Luigi Pirandello, Diana e la Tuda, 1926

scomposti. Viso macerato, ma occhi giovanissimi, acuti. Veste di

biondo, viso pallido, energico, occhi chiari, d'acciaio, inflessibili

come una vampa negli occhi - su ai Parioli - tutti

cantando e ballando): Viva: occhi bocca braccia dita gambe

le fa socchiudere gli occhi, ma pur con un

e poi abbassando gli occhi): Che ne sai tu

guarda nel vuoto con occhi lieti e un sorriso

a cercare con gli occhi la statua vestita con

Sono così: con gli occhi aperti che non vorrebbero

di vivere davanti agli occhi di lui che, senz

poi si porta agli occhi il fazzoletto. ¶ Giuncano (come

veduto io, coi miei occhi: i colori ancora freschi

col viso scavato, gli occhi duri, quasi invetrati. ¶ Tuda

Guardala bene! guardale gli occhi! gli occhi! - e ora

guardale gli occhi! gli occhi! - e ora guarda qua

sia amore in questi occhi? Di' di'? ¶ Jonella: Mi

Jonella: Mi pajono gli occhi di una gatta - ¶ Giuncano

la statua ¶ prima, questi occhi - erano altri, i suoi

erano altri, i suoi occhi! - Lui me li ha

corpo, sotto i tuoi occhi per causa di lei

ero, davanti ai suoi occhi? ¶ Sara: Una così mirabile

gridarmi: «Non fare questi occhi!» «Apri quella mano! apri

mano; e avere quegli occhi! ¶ Tuda: Oh! Ecco! E

sì! Perché abbia questi occhi, la statua! Capite? Se

bisogna che abbia questi occhi! E dunque voi dovete

io, là, con questi occhi! ¶ Giuncano (a Tuda): E

capisci che avere codesti occhi importa che poi ti

mio sangue, con gli occhi che vedevano ciò che

m'ha fatto questi occhi là nella statua! - Lo