Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

e pallido; aveva gli occhi color caffè; e, parlando

questa sua sincerità negli occhi; e gli sembrò che

occhiaie, e i suoi occhi scintillavano, con una eccitazione

ma non alzò gli occhi: era curioso di conoscere

farle capire soltanto dagli occhi tutta la sua tristezza

ciglia, quasi dentro gli occhi, gli sgocciolava la pioggia

Ma evitava che gli occhi di lei guardassero i

sua anima; perchè gli occhi di Albertina potevano conoscere

sui capelli allentati: gli occhi di lei si fecero

restarono vicini, guardandosi negli occhi. Ugo Carraresi, tra il

altra parte. Aveva gli occhi color marrone; anzi, quello

più; e i suoi occhi s’accendevano di un

io... ¶ Ma chiuse gli occhi, perchè il Carraresi lo

le mani; nei suoi occhi c’era una ilarità

denti insieme. ¶ I suoi occhi si animarono di una

Carraresi seguì con gli occhi l’automobile, quasi avesse

e, invece, aveva gli occhi pieni di lagrime. Egli

stato impossibile, alzando gli occhi, non vedersi in qualcuno

vent’anni; con gli occhi di un marrone quasi

rifletteva dentro i suoi occhi, che gli s’annebbiavano

cose nere, dinanzi agli occhi; magari fino all’alba

ad una con gli occhi molli non di pianto

impedire di aprire gli occhi. E pareva che la

che gli velava gli occhi, ripensava alle parole dettele

nascosto; come se gli occhi della zia lo potessero

gialla e con gli occhi che potevano guardare anche

ben fatta, con gli occhi azzurri e i capelli

era anche dentro gli occhi. Questa era una dattilografa

come sempre; con gli occhi pieni di inquietudine. Perchè

le cose con altri occhi, scopriva una chiarezza che

era dinanzi ai suoi occhi; ed egli poteva tornare

guardò allo specchio: gli occhi erano gonfi; e tutti

mai più mosso gli occhi dall’orchestra, e non

come avesse sotto gli occhi la vita degli altri

alla fine, guardandosi negli occhi, capirono che si amavano