Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

vuoi? Io, fino all'ora di mangiare dormo! ¶ — Volevo

ci bada? ¶ — A quest'ora, non viene nessun imbecille

a spasso, a quest'ora! Dove vuoi che sia

sai che a quest'ora ha sempre bisogno di

restava simpatico a tutti. ¶ — Ora, quando torna Giulio, che

Soltanto dopo una mezz'ora, Giulio, che s'era

prima delle firme false. Ora si sentiva, sempre di

sta insieme qualche mezz'ora con un ricco. Non

in altri tempi, e ora ha i denari per

comprate. Egli disse, allegro: ¶ — Ora, ci manca il gorgonzola

abbiamo avvezzata male. ¶ Egli ora era impaziente di essere

modo? ¶ — Sono stato intelligente. Ora, è finita. Ho quarant

mi crede né meno ora! ¶ Il Nisard allargò le

su la sedia, guardando ora il fratello e ora

ora il fratello e ora l'amico, con gli

mise a singhiozzare. ¶ — E, ora, perché piangi? ¶ — Non ne

che avesse latte sufficiente. Ora, era giunto all'infiammazione

distinti, quasi signorili; ed ora si rassegnava male a

per quasi una mezz'ora. Quando se ne andò

con le chiacchiere! Io, ora, se mi date i

Per farsi portare qualche ora a spasso, le sue

una celia! ¶ — Mi minacci? Ora non potrai dire più

da buon cognato, ma ora glie lo farei scontare

e piacevole. ¶ Giulio disse: ¶ — Ora, è troppo! ¶ Chiarina e

facciata gialleggiante di licheni. ¶ Ora, i muri della strada

sempre qualche avemaria. Anche ora, si sentivano preoccupate e

un intento morale, ed ora gliene capitava l'occasione

bambine, perché ti rifiuti ora di prendere sul serio

dita. Poi, disse: ¶ — E ora? ¶ Ma entrò Costanzo Nisard

quel che interessa me. ¶ — Ora, guarderemo se lo troviamo

in viso, ridendo; e ora, il suo riso era

cercare per la campagna! Ora il governo ha fatto

riescì dicendo: ¶ — Tra un'ora... lei saprà con precisione

sono esciti, a quest'ora, per vedersi!. Oh, ecco

d'essere sempre diffidente. ¶ Ora che s'avvicinava la

padrone della bettola stava, ora, attento a tre che

di avete agito bene. Ora, finalmente, s'era fatto

Stanno già a tavola. ¶ — Ora vengo subito anch'io

moglie gli domandò: ¶ — E, ora, dove te ne vai

vuoi credere! ¶ — Fino ad ora, la fortuna ci ha

ha sempre assistito! ¶ — Ed ora ci ha lasciato. ¶ — Vuol

galantuomo e leale come ora! Mi sembra di non

io gli rispondo che ora faccio a meno di

io sparisca alla chetichella. Ora, stiamo zitti, perché entra

di guardare. Aspettando l'ora dell'appuntamento s'era

sembrava giusta ed opportuna. Ora m'accorgo che posso

queste possibilità negative, che ora filtravano anche nel suo

loro collera. Anche Giulio, ora, era più spigliato; e

e, fumatala mezza, disse: ¶ — Ora sono in ordine! ¶ Si

tempo! C'è mezz'ora soltanto! Alzati da sedere

avesse forza. Si sentiva, ora, come un convalescente; che

Perdio! Siamo galantuomini, per ora! ¶ Anche Giulio allora si

per più di un'ora, zitto zitto; e poté

una cosa qualunque. Piuttosto, ora dovremo andare a casa

doversi pentire. Nondimeno, per ora, sembrava capace di qualunque

lasciali stare quanti sono. Ora chiudiamo, e andiamo a

abbiamo fatto fino ad ora! Il resto, poi, non

non mi sento per ora nessun male che mi

ho creduto fino ad ora; e non rimpiangevo niente

per i sentimenti che ora gli si vedevano. Poi

vedere come, a quest'ora, i colori sono più

non capivo. ¶ — Ci tornerà, ora, da sé? ¶ — Chi lo

che restassi una mezz'ora solo e non avessi

si erano sempre attaccati. Ora, anche il desiderio di

alle dita! Faccio pietà! Ora ho anche l'uremia

farabutto di mio fratello! Ora voglio vedere stesa la

verso di fartela passare. Ora, vattene! Bada se raccapezzi

quadrilatero più vecchio, che ora per ordine del municipio

sicuro di non sbagliare. Ora che cosa fai? ¶ — Ho

Ma a Modesta, che ora campicchiava con le trine

male tutti e due; ora. Bisogna pensare alle loro

con la voce velata: ¶ — Ora basta! Vattene! ¶ Modesta, prima