Vittorio Alfieri, Bruto secondo, 1789

Catilina io l'ebbi, ¶ padre chiamommi. In rimembrarlo, ancora

integri tornarli. ¶ Io, qual padre, ti parlo;... e, più

in tempo abbiami un padre!... Io tremo... ¶ Servilia.» — Oh

braccia vieni. ¶ Bruto ¶ Oh padre!... Oh Roma! ¶ Oh natura

ei non abbraccia il padre. ¶ Cesare ¶ Ah! sorgi, o

di regno. ¶ Mostrati, e padre, e cittadin; che padre

padre, e cittadin; che padre ¶ non è tiranno mai

sii, ¶ vero di Bruto padre... Oh gioia! io veggo

cor l'ambizioso smalto; ¶ padre or tu sei. Deh

non fosti, né sei padre. ¶ Pria che svelarmi il

poi nel non volermi padre ¶ ti ostini, ingrato; e

avran cangiato in vero padre. — In petto ¶ non puommi

affetto è quel di padre il primo; ¶ e nel

che mai fosse... Oh padre! ¶ Qual gioia allor, quanta

mai contro al tuo padre ¶ volger ti puoi, senza

ei mi adducea. Qual padre ¶ ei da pria mi

mai di un vero padre ¶ potea pur l'alma

di Roma non ha padre... ¶ Cimbro ¶ E che un

securi in grembo al padre i figli, ¶ meco anelate

con essi ¶ anco il padre? ¶ Bruto ¶ Diviso han meco

il dittatore. Ei, vero padre, e cieco ¶ quanto infelice

e figlio; ¶ dove pur padre e cittadino ei sia

al certo, né di padre, ¶ né di Cesare pur

di assoluto re. — Deh! padre, ancora ¶ m'odi una

Di Bruto esser vuoi padre, ¶ e non l'esser

Io moro... ¶ Bruto ¶ Oh padre!... Oh Roma!... ¶ Cimbro ¶ Ma

a voi? — Vero mio padre ¶ Cesare m'era... ¶ Popolo

ha Bruto il proprio padre;... ei merta ¶ da voi