Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

voglio né meno sentirne parlare. ¶ — Hai paura di guastarti

di escire senza voler parlare più alla moglie fino

bene so lo, a parlare con me stesso. Io

fosse, si mise a parlare con il fratello: ¶ — Hai

io! Non mi fate parlare! Se fossimo io e

il Nicchioli smise di parlare del suo bambino, per

il Nicchioli volesse farli parlare parecchio per conoscere meglio

non si può mai parlare! Lo scusi, perché né

Meno che io voglio parlare con te, e più

Giunsero, quasi senza più parlare, ad una villa con

disposta bene. Veramente, a parlare, toccava a Chiarina; perché

certamente, avrebbe dovuto prima parlare a lui. Ma, poi

Vuol qualche libro? ¶ — Volevo parlare a uno di loro

che t'ho sentito parlare così, e ti sono

dissuadessero, aveva evitato di parlare a solo con i

aveva più voglia di parlare. Questo cambiamento sembrava pieno

tutto il giorno; senza parlare a nessuno. Egli s

fossi io e potrà parlare da sé! ¶ Enrico chiese

e non avrebbe voluto parlare più. Egli, nello stesso

tra pochi minuti, doveva parlare, come una volta, a

Niccolò non voleva sentirne parlare, e s'impazientì di

sonno. ¶ Niccolò tentò di parlare con Enrico, ma gli

stesso. Sentiva che poteva parlare con quanta sincerità voleva

mettesse al punto di parlare di se stesso; e

Ma al Nisard questo parlare non piaceva; e, arricciando

ore ed ore senza parlare. Egli sperava di guarire