Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

a ripetere: povera idiota; perché le cose, stando a

Scusi, signore, ma allora perché ha scelto una casa

esigenze di uno scapolo.» ¶ «Perché, dice? Non lo so

ai termini del contratto (perché un contratto dovremo stipularlo

cruda realtà dell’affermazione. Perché lei afferma pochissimo, dice

mie sensazioni di allora. ¶ Perché imbarazzato lo è, a

in quella situazione), ma perché reputava suo stretto dovere

ci scambiamo un sorriso, perché quella reazione ha davvero

il piacere del Bello, perché so benissimo che non

una risposta: nessuno. Non perché sia una stanza particolarmente

non potrei saperlo), ma perché un poeta, quando crea

parlavamo? Ebbene, non so perché, ho avuto la stramba

funzionò, a quanto pare, perché il vecchio si affrettò

casa in tutta fretta, perché hanno trascurato di portar

una fervente wagneriana. Ma perché le scrivo queste sciocchezze

non mi odi troppo.» ¶ «Perché dovrei odiarla, signore?» ¶ «Non

stessa i primi tempi, perché qualcosa di quella felicità

nostalgia di quei momenti. Perché è proprio la nostalgia

lei capisca lo stesso perché, la sera del nostro

fame.» ¶ «Ma stai piangendo: perché piangi?» ¶ «Così, non so

sarebbero venuti mai più. Perché, poi? Chi avrebbe voluto

volta era diverso; ma perché mai? Mentre si sforzava

strozzatura di una clessidra: perché io le ricordo, Maestro

lei amasse soggiornarvi troppo, perché quando rientra a casa

stava facendo quasi insopportabile. ¶ «Perché non proviamo a uscire

e quanto si divertiva…» ¶ «Perché proprio una bambina e

nelle acque del fiume. Perché è proprio così, lo

possibili, non ho capito perché. Se lei lo sa

dovrei dire il dottore, perché pochi mesi fa ha

venuto per questo.» ¶ «E perché, allora?» ¶ «Per salutare tuo

parlare innanzitutto con te. Perché non facciamo due passi

un uomo felice.» ¶ Chissà perché, scoppiai a ridere. So

letteratura novecentesca, la ragazza (perché ormai era una ragazza

un po’, anzi, soprattutto, perché era la selva a

sono bastate alcune settimane perché ce ne rendessimo conto

dottorino ne fosse commosso, perché proprio allora posò timidamente

prego, a capire il perché di tutto questo. ¶ IV

Sonja, lasciamo stare.» ¶ «E perché mai? Ora che finalmente

nella nostra casa. Forse perché non si chiama Lotte

Arte e della Bellezza… Perché era questo, non è

leggendo quei suoi elzeviri: perché se è vero ciò

viene servite per ultime, perché chiunque entri dopo di

che stava sfogliando. Ma perché me la prendo tanto

me la prendo tanto, perché sto così in pena

chi sia questo qualcuno perché all’improvviso sentiamo che

più precisi. Nel frattempo, perché non lo accompagna in

soccorso.» ¶ «Lasci perdere, ragazza: perché vuole mettersi nei guai

minimo dubbio in proposito, perché continuerei a scriverle? ¶ X

lo scongiuro funzionò davvero, perché infine il vecchio ritornò

Può stare tranquillo.» ¶ «No, perché… Sonja… No, devi dirlo

risospingano in casa. ¶ Sì, perché dall’ultima volta che

a tornarsene a casa. Perché vuole compromettersi? Se ne

deserto. Il povero Rosenberg… perché non lasciarlo dormire in

dormire in pace? E perché turbare così il sonno

consumato da riletture frequenti, perché le pagine si reggevano

tempo mi sembra irretito: perché oggi, Maestro, ho visto

particolarmente ansioso di riemergere. Perché avrebbe dovuto, del resto

tedesco» purosangue: e allora, perché dovrebbe compromettersi? Per una

vegliare su di lei perché nessuna slavina la travolga

tutto questo mondo tormentato. Perché, altrimenti, continuerei a scriverle

punire la mia diffidenza; perché davvero, Maestro, io mi

la strada.» ¶ Ah, Maestro… Perché non posso amarlo? E

non posso amarlo? E perché lei non me lo

dalle nostre conversazioni: forse perché non sappiamo che fine

abbiano fatto, o forse perché, in cuor nostro, lo

addio, ma un addio perché? Per realismo, per spirito

che non è facile… Perché non prova invece a

lui doveva rendersene conto, perché aprendo la porta del

solo per puro caso, perché sono medico; altrimenti spedirebbero

sognare; e non capiva perché Sonja insistesse a rendergli

di una semplice coincidenza, perché il libro era del

una preoccupazione fuori luogo, perché mi sembra sempre più

sforzarsi di stare sveglio. Perché non proviamo ad alzarci

un po’?» ¶ «Alzarci? E perché?» ¶ «Potremmo uscire, per esempio

mia invocazione d’aiuto (perché cos’altro era, in

mio tentativo dovesse fallire, perché lei sappia che, comunque

sia addirittura terrorizzata, anche perché da mesi non mi

qualche maniera, devi ascoltarmi, perché tu sei la sola

forse ricorderai (ma no: perché dovresti?) era una grigia

dovettero accorgersi di me, perché prima che potessi raggiungere

dove mi stavano portando: perché, pensavo, da un cammino

che salverà il mondo? Perché a questo proposito, ora

spalleggiato dalla moglie, insiste perché dedichiamo i nostri giovedì

palmo della mano. ¶ Ecco perché, Maestro, oggi posso scriverti

e rifugio; ed ecco perché ho finito con lo

non è scelta bene, perché nel vento si respira

ci accorgessimo della sostituzione. Perché avremmo dovuto, del resto

dovevo tornare al lavoro, perché non lasciarmi così com

dovevo essere rilasciata, allora perché la divisa? Me lo

si decidesse a finire. ¶ «Perché, signora, non aprite le

più bisogno di scriverti, perché non ricorderebbe, in tutto

le stelle, non so perché. Erano le stesse che

la minima emozione; forse perché anch’io, lì dentro

a un’altra, forse perché alla casa della gioia

potrei prosciugare una cisterna». Perché a volte le dicevano

mezzanotte (ascoltami bene, Maestro, perché qui viene il bello

un uomo felice… Certo, perché no? Ne faccio felici

averlo fatto. Felice, certo: perché non dovrei? Ho un

di diario o soliloquio (perché le ultime lettere, scritte

cui erano state scritte; perché la madre, era impossibile

di andare a chiamarla, perché Lise, è bene che

scroscio amico del fiume, perché per me il fiume

casa di qualche notabile. Perché tutti, dal più umile

e cullavano anche lei, perché anche lei è nata

rapidi verso la porta. Perché mai, contravvenendo a ogni

era ancora troppo inebetita perché il dolore potesse raggiungerla

prima che arrivi gente; perché chi mai vorrebbe vederlo

di girare il letto perché potesse guardarla; ma lui

fiume. ¶ «Lo sai, Sonja, perché amo tuo padre? Perché

perché amo tuo padre? Perché è un perdente: per

forse nemmeno così buona. Perché poi dovrei esserlo, mi

oro, e a domandarsi perché mai a chi deve

voce la chiamasse Sara, perché quello, nel sogno, era

invece non poteva vederla, perché la testiera del suo

dell’albero di Natale. Perché è Natale, signore; e

acqua del rubinetto.» ¶ «Ma perché?» ¶ «Mi creda, signora, meglio

pomeriggio» disse Sonja domandandosi perché mai sarebbe dovuta tornare

chi spettasse in eredità. Perché il vecchio qualche parente

desiderava. Era tornata lì perché doveva sapere certe cose

e dell’usurpatore», forse perché le sarebbe parsa follia

sulla lastra metallica, o perché si rendeva conto che

non doveva esistere affatto, perché cos’è il tempo

impiego, ma senza fretta, perché nei mesi vissuti con