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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
1
1321
in bene operare è più soletta; ¶ ché la Barbagia
2
1321
ne le femmine sue più è pudica ¶ che la
3
1321
frate, or fa che più non mi ti celi
4
1321
né l'andar lui più lento ¶ facea, ma ragionando
5
1321
sen va sù forse più tarda ¶ che non farebbe
6
1321
non so qual fosse più, trïunfa lieta ¶ ne l
7
1321
di là da lui più che l'altre trapunta
8
1321
e poi s'apprezza ¶ più d'un che d
9
1321
quel da Lucca, ¶ che più parea di me aver
10
1321
non avvenne; ¶ e qual più a gradire oltre si
11
1321
si mette, ¶ non vede più da l'uno a
12
1321
fanno schiera, ¶ poi volan più a fretta e vanno
13
1321
di giorno in giorno più di ben si spolpa
14
1321
el; «che quei che più n'ha colpa, ¶ vegg
15
1321
ad ogne passo va più ratto, ¶ crescendo sempre, fin
16
1321
che 'l mio dir più dichiarar non puote. ¶ Tu
17
1321
farvi presso: ¶ legno è più sù che fu morso
18
1321
ben mille passi e più ci portar oltre, ¶ contemplando
19
1321
digesto, scende ov' è più bello ¶ tacer che dire
20
1321
è tal punto, ¶ che più savio di te fé
21
1321
Quando Làchesis non ha più del lino, ¶ solvesi da
22
1321
volontade ¶ in atto molto più che prima agute. ¶ Sanza
23
1321
facea con l'ombra più rovente ¶ parer la fiamma
24
1321
vai, non per esser più tardo, ¶ ma forse reverente
25
1321
e al gridar che più lor si convene; ¶ e
26
1321
vo per non esser più cieco; ¶ donna è di
27
1321
pien d'amore e più ampio si spazia, ¶ ditemi
28
1321
lo foco, in là più m'appressai. ¶ Poi che
29
1321
ch'avanzi. ¶ A voce più ch'al ver drizzan
30
1321
vinto il ver con più persone. ¶ Or se tu
31
1321
poter peccar non è più nostro». ¶ Poi, forse per
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1321
corde!' ¶ in voce assai più che la nostra viva
33
1321
la nostra viva. ¶ Poscia «Più non si va, se
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1321
che farò ora presso più a Dio? ¶ Credi per
35
1321
la possa del salir più e 'l diletto. ¶ Quali
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1321
di lor solere e più chiare e maggiori. ¶ Sì
37
1321
tanto a' pellegrin surgon più grati, ¶ quanto, tornando, albergan
38
1321
dov' io per me più oltre non discerno. ¶ Tratto
39
1321
Non aspettar mio dir più né mio cenno; ¶ libero
40
1321
il novo giorno, ¶ sanza più aspettar, lasciai la riva
41
1321
la fronte ¶ non di più colpo che soave vento
42
1321
mi 'ntrassi; ¶ ed ecco più andar mi tolse un
43
1321
che son di qua più monde, ¶ parrieno avere in
44
1321
altra riva dritta, ¶ trattando più color con le sue
45
1321
a tutti orgogli umani, ¶ più odio da Leandro non
46
1321
sete tua perch' io più non ti scuopra, ¶ darotti
47
1321
resta, ¶ e quel, durando, più e più splendeva, ¶ nel
48
1321
quel, durando, più e più splendeva, ¶ nel mio pensier
49
1321
sia con voi, ché più non vegno vosco. ¶ Vedi
50
1321
paia». ¶ Così tornò, e più non volle udirmi. ¶ CANTO
51
1321
uccel ch'a cantar più si diletta, ¶ ne l
52
1321
le stelle apparivan da più lati. ¶ 'O virtù mia
53
1321
triegue. ¶ Noi eravam dove più non saliva ¶ la scala
54
1321
tardato remo. ¶ Ma perché più aperto intendi ancora, ¶ volgi
55
1321
si torce, o con più cura ¶ o con men
56
1321
a salire ¶ là dove più in sua matera dura
57
1321
ha fatto di dubbiar più pregno; ¶ ché, s'amore
58
1321
stelle a noi parer più rade, ¶ fatta com' un
59
1321
cui si noma ¶ Pietola più che villa mantoana, ¶ del
60
1321
Io non so se più disse o s'ei
61
1321
quell' ombre, che veder più non potiersi, ¶ novo pensiero
62
1321
si mise, ¶ del qual più altri nacquero e diversi
63
1321
l calor dïurno ¶ intepidar più 'l freddo de la
64
1321
volete trovar la via più tosto, ¶ le vostre destre
65
1321
Un mese e poco più prova' io come ¶ pesa
66
1321
acquetava il core, ¶ né più salir potiesi in quella
67
1321
pena il monte ha più amara. ¶ Sì come l
68
1321
omai: non vo' che più t'arresti; ¶ ché la
69
1321
tu, antica lupa, ¶ che più che tutte l'altre
70
1321
guadagnerà, per sé tanto più grave, ¶ quanto più lieve
71
1321
tanto più grave, ¶ quanto più lieve simil danno conta
72
1321
avarizia, che puoi tu più farne, ¶ poscia c'ha
73
1321
non rugiada, non brina più sù cade ¶ che la
74
1321
secco vapor non surge più avante ¶ ch'al sommo
75
1321
le piante. ¶ Trema forse più giù poco o assai
76
1321
doglia ¶ cinquecent' anni e più, pur mo sentii ¶ libera
77
1321
venduto, ¶ col nome che più dura e più onora
78
1321
che più dura e più onora ¶ era io di
79
1321
fiamma ¶ onde sono allumati più di mille; ¶ de l
80
1321
Virgilio, assentirei un sole ¶ più che non deggio al
81
1321
men seguon voler ne' più veraci. ¶ Io pur sorrisi
82
1321
occhi ove 'l sembiante più si ficca; ¶ e «Se
83
1321
ch'io fei; ¶ ma più d'ammirazion vo' che
84
1321
ciò forniro. ¶ E io più lieve che per l
85
1321
inverso te fu quale ¶ più strinse mai di non
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1321
è caro cenno. ¶ Veramente più volte appaion cose ¶ che
87
1321
cerchio ¶ cerchiar mi fé più che 'l quarto centesmo
88
1321
che le Muse lattar più ch'altri mai, ¶ nel
89
1321
avrete caro». ¶ Poi disse: «Più pensava Maria onde ¶ fosser
90
1321
sua vita perde, ¶ lo più che padre mi dicea
91
1321
che n'è imposto ¶ più utilmente compartir si vuole
92
1321
di retro a noi, più tosto mota, ¶ venendo e
93
1321
secco, ¶ per digiunar, quando più n'ebbe tema. ¶ Io
94
1321
te finita ¶ di peccar più, che sovvenisse l'ora
95
1321
Tanto è a Dio più cara e più diletta
96
1321
Dio più cara e più diletta ¶ la vedovella mia
97
1321
la scala ¶ si va più corto; e se c
98
1321
e se c'è più d'un varco, ¶ quel
99
1321
Parisi?». ¶ «Frate», diss' elli, «più ridon le carte ¶ che
100
1321
Che voce avrai tu più, se vecchia scindi ¶ da
101
1321
mill' anni? ch'è più corto ¶ spazio a l
102
1321
ciglia ¶ al cerchio che più tardi in cielo è
103
1321
lui largita?». ¶ «Quando vivea più glorïoso», disse, ¶ «liberamente nel
104
1321
tremar per ogne vena. ¶ Più non dirò, e scuro
105
1321
che fu nobil creato ¶ più ch'altra creatura, giù
106
1321
il vostro mal sentero! ¶ Più era già per noi
107
1321
cammin del sole assai più speso ¶ che non stimava
108
1321
la testa; ¶ non è più tempo di gir sì
109
1321
esser mi parea troppo più lieve ¶ che per lo
110
1321
che l'arco suo più tosto piega. ¶ Ombra non
111
1321
la grotta assiso». ¶ Allora più che prima li occhi
112
1321
che fummo un poco più avanti, ¶ udia gridar: 'Maria
113
1321
parve per risposta udire ¶ più innanzi alquanto che là
114
1321
io mi feci ancor più là sentire. ¶ Tra l
115
1321
de li altrui danni ¶ più lieta assai che di
116
1321
gridando a Dio: "Omai più non ti temo!", ¶ come
117
1321
invidia vòlti. ¶ Troppa è più la paura ond' è
118
1321
per quel che tu più brami, ¶ se mai calchi
119
1321
in Talamone, e perderagli ¶ più di speranza ch'a
120
1321
trovar la Diana; ¶ ma più vi perderanno li ammiragli
121
1321
solo; ¶ domandal tu che più li t'avvicini, ¶ e
122
1321
cosa che non fu più mai». ¶ E io: «Per
123
1321
pastura. ¶ Tra brutti porci, più degni di galle ¶ che
124
1321
poi, venendo giuso, ¶ ringhiosi più che non chiede lor
125
1321
caggendo; e quant' ella più 'ngrossa, ¶ tanto più trova
126
1321
ella più 'ngrossa, ¶ tanto più trova di can farsi
127
1321
fossa. ¶ Discesa poi per più pelaghi cupi, ¶ trova le
128
1321
di figliar tai conti più s'impiglia. ¶ Ben faranno
129
1321
nome tuo, da che più non s'aspetta ¶ chi
130
1321
diletta ¶ troppo di pianger più che di parlare, ¶ sì
131
1321
a lo splendore assai più che di prima, ¶ e
132
1321
per quanti si dice più lì 'nostro', ¶ tanto possiede
133
1321
lì 'nostro', ¶ tanto possiede più di ben ciascuno, ¶ e
134
1321
di ben ciascuno, ¶ e più di caritate arde in
135
1321
son d'esser contento più digiuno», ¶ diss' io, «che
136
1321
fosse pria taciuto, ¶ e più di dubbio ne la
137
1321
un ben, distributo ¶ in più posseditor, faccia più ricchi
138
1321
in più posseditor, faccia più ricchi ¶ di sé che
139
1321
valore. ¶ E quanta gente più là sù s'intende
140
1321
là sù s'intende, ¶ più v'è da bene
141
1321
da bene amare, e più vi s'ama, ¶ e
142
1321
vedere in un tempio più persone; ¶ e una donna
143
1321
tenere, ¶ ma se' venuto più che mezza lega ¶ velando
144
1321
quel si pasce, e più oltre non chiede. ¶ Ben
145
1321
mortal pelo». ¶ Poi, come più e più verso noi
146
1321
Poi, come più e più verso noi venne ¶ l
147
1321
venne ¶ l'uccel divino, più chiaro appariva: ¶ per che
148
1321
beato pur descripto; ¶ e più di cento spirti entro
149
1321
e cui li piace, ¶ più volte m'ha negato
150
1321
che 'nverso 'l ciel più alto si dislaga. ¶ Lo
151
1321
aombra, ¶ non ti maravigliar più che d'i cieli
152
1321
chinò la fronte, ¶ e più non disse, e rimase
153
1321
Lerice e Turbìa la più diserta, ¶ la più rotta
154
1321
la più diserta, ¶ la più rotta ruina è una
155
1321
perder tempo a chi più sa più spiace». ¶ Come
156
1321
a chi più sa più spiace». ¶ Come le pecorelle
157
1321
presunzïon, se tal decreto ¶ più corto per buon prieghi
158
1321
ch'a nulla potenza più intenda; ¶ e questo è
159
1321
e la costa superba più assai ¶ che da mezzo
160
1321
ancora a l'Orse più stretto rotare, ¶ se non
161
1321
ché 'l poggio sale ¶ più che salir non posson
162
1321
grave; ¶ e quant' om più va sù, e men
163
1321
riposar l'affanno aspetta. ¶ Più non rispondo, e questo
164
1321
colui che mostra sé più negligente ¶ che se pigrizia
165
1321
Antenori, ¶ là dov' io più sicuro esser credea: ¶ quel
166
1321
avea in ira ¶ assai più là che dritto non
167
1321
cui porge la man, più non fa pressa; ¶ e
168
1321
giorno innanzi», ¶ rispuose, «quanto più potremo omai; ¶ ma 'l
169
1321
ne 'nsegnerà la via più tosta». ¶ Venimmo a lei
170
1321
per che venir possiam più tosto ¶ là dove purgatorio
171
1321
la lacca, ¶ là dove più ch'a mezzo muore
172
1321
essi accolti. ¶ Colui che più siede alto e fa
173
1321
minor la pianta, ¶ quanto, più che Beatrice e Margherita
174
1321
migliore uscita. ¶ Quel che più basso tra costor s
175
1321
che la sua madre più m'ami, ¶ poscia che
176
1321
dove le stelle son più tarde, ¶ sì come rota
177
1321
tarde, ¶ sì come rota più presso a lo stelo
178
1321
la mente nostra, peregrina ¶ più da la carne e
179
1321
sole er' alto già più che due ore, ¶ e
180
1321
matera, e però con più arte ¶ non ti maravigliar
181
1321
E come l'occhio più e più v'apersi
182
1321
l'occhio più e più v'apersi, ¶ vidil seder
183
1321
Era il secondo tinto più che perso, ¶ d'una
184
1321
s'apre questa calla. ¶ Più cara è l'una
185
1321
su un piano ¶ solingo più che strade per diserti
186
1321
l'umile salmista, ¶ e più e men che re
187
1321
cura. ¶ Vero è che più e meno eran contratti
188
1321
contratti ¶ secondo ch'avien più e meno a dosso
189
1321
a dosso; ¶ e qual più pazïenza avea ne li
190
1321
atti, ¶ piangendo parea dicer: 'Più non posso'. ¶ CANTO XI
191
1321
non circunscritto, ma per più amore ¶ ch'ai primi
192
1321
a retro va chi più di gir s'affanna
193
1321
com' io ti parlo». ¶ Più fuor di cento che
194
1321
io avrei paura, ¶ sanza più prova, di contarla solo
195
1321
ribelli; ¶ Achitofèl non fé più d'Absalone ¶ e di
196
1321
el fatto a sé più pio». ¶ Così parlammo infino
197
1321
altra valle mostra, ¶ se più lume vi fosse, tutto
198
1321
fu la mia vista più viva ¶ giù ver' lo
199
1321
pizzicor, che non ha più soccorso; ¶ e sì traevan
200
1321
d'altro pesce che più larghe l'abbia. ¶ «O
201
1321
l'imagine lor vie più m'asciuga ¶ che 'l
202
1321
io peccai ¶ a metter più li miei sospiri in
203
1321
presto; ¶ ma sì e più l'avei quando coniavi
204
1321
fallo, ¶ e tu per più ch'alcun altro demonio
205
1321
sia sempre allato, ¶ se più avvien che fortuna t
206
1321
di lontano; ¶ però alquanto più te stesso pungi». ¶ Poi
207
1321
Pria che noi siam più avanti, ¶ acciò che 'l
208
1321
aura grossa e scura, ¶ più e più appressando ver
209
1321
e scura, ¶ più e più appressando ver' la sponda
210
1321
pente, chi guarda sottilmente, ¶ più giusta e più discreta
211
1321
sottilmente, ¶ più giusta e più discreta la ne tene
212
1321
cui non si convenia più dolci salmi. ¶ E 'l
213
1321
è noto». ¶ Facemmo adunque più lungo vïaggio, ¶ vòlti a
214
1321
trovammo l'altro assai più fero e maggio. ¶ A
215
1321
che tu vuo' veder, più là è molto ¶ ed
216
1321
come questo, ¶ salvo che più feroce par nel volto
217
1321
presto. ¶ Allor temett' io più che mai la morte
218
1321
non v'era mestier più che la dotta, ¶ s
219
1321
le ritorte. ¶ Noi procedemmo più avante allotta, ¶ e venimmo
220
1321
mio concetto il suco ¶ più pienamente; ma perch' io
221
1321
piè del gigante assai più bassi, ¶ e io mirava
222
1321
non troverai ombra ¶ degna più d'esser fitta in
223
1321
i' non veggio oltre più, ¶ e fu nomato Sassol
224
1321
non mi metti in più sermoni, ¶ sappi ch'i
225
1321
e non mi dar più lagna, ¶ ché mal sai
226
1321
e tratti glien' avea più d'una ciocca, ¶ latrando
227
1321
io, «non vo' che più favelle, ¶ malvagio traditor; ch
228
1321
Soldanier credo che sia ¶ più là con Ganellone e
229
1321
per lo suo forame ¶ più lune già, quand' io
230
1321
allor per non farli più tristi; ¶ lo dì e
231
1321
che fur morti. ¶ Poscia, più che 'l dolor, poté
232
1321
dea. ¶ E perché tu più volentier mi rade ¶ le
233
1321
Branca Doria, e son più anni ¶ poscia passati ch
234
1321
de la ghiaccia; ¶ e più con un gigante io
235
1321
reverenza in vista, ¶ che più non dee a padre
236
1321
è tuo voler che più si spieghi ¶ di nostra
237
1321
dal mal fiume dimora, ¶ più muover non mi può
238
1321
prendere il monte a più lieve salita». ¶ Così sparì
239
1321
coverchia ¶ Ierusalèm col suo più alto punto; ¶ e la
240
1321
lo duca mio, ¶ rividil più lucente e maggior fatto
241
1321
per quella ripa che più giace, ¶ da lui saprai
242
1321
l sùbito dimando. ¶ Ma più è 'l tempo già
243
1321
dopo lui verrà di più laida opra, ¶ di ver
244
1321
io userei parole ancor più gravi; ¶ ché la vostra
245
1321
di Scozia e di più altri.] ¶ Di nova pena
246
1321
mi scese in lor più basso, ¶ mirabilmente apparve esser
247
1321
ben morta; ¶ chi è più scellerato che colui ¶ che
248
1321
mille fonti, credo, e più si bagna ¶ tra Garda
249
1321
ove la riva 'ntorno più discese. ¶ Ivi convien che
250
1321
correr mette co, ¶ non più Benaco, ma Mencio si
251
1321
le genti sue dentro più spesse, ¶ prima che la
252
1321
coste a quel che più vïaggi fece; ¶ chi ribatte
253
1321
Poi l'addentar con più di cento raffi, ¶ disser
254
1321
Poi disse a noi: «Più oltre andar per questo
255
1321
che via face. ¶ Ier, più oltre cinqu' ore che
256
1321
Graffiacan, che li era più di contra, ¶ li arruncigliò
257
1321
Domanda», disse, «ancor, se più disii ¶ saper da lui
258
1321
veder se tu sol più di noi vali». ¶ O
259
1321
a ciò fare era più crudo. ¶ Lo Navarrese ben
260
1321
fu compunto, ¶ ma quei più che cagion fu del
261
1321
e del topo; ¶ ché più non si pareggia 'mo
262
1321
ei ne verranno dietro più crudeli ¶ che 'l cane
263
1321
fuor tua non trarrei ¶ più tosto a me, che
264
1321
non s'arresta, ¶ avendo più di lui che di
265
1321
molin terragno, ¶ quand' ella più verso le pale approccia
266
1321
i vostri mali... »; ¶ ma più non dissi, ch'a
267
1321
a dipartirci». ¶ Rispuose adunque: «Più che tu non speri
268
1321
che da quel precinto ¶ più che da l'altro
269
1321
ch'i' non potea più oltre, ¶ anzi m'assisi
270
1321
corpo non s'accascia. ¶ Più lunga scala convien che
271
1321
e malagevole, ¶ ed erto più assai che quel di
272
1321
sangue ancor mi scipa. ¶ Più non si vanti Libia
273
1321
si dipinse; ¶ poi disse: «Più mi duol che tu
274
1321
dicesse 'Non vo' che più diche'; ¶ e un'altra
275
1321
d'incenerarti sì che più non duri, ¶ poi che
276
1321
fuggì che non parlò più verbo; ¶ e io vidi
277
1321
pur esser dee! ¶ ché più mi graverà, com' più
278
1321
più mi graverà, com' più m'attempo. ¶ Noi ci
279
1321
ch'io vidi, ¶ e più lo 'ngegno affreno ch
280
1321
per udirti ¶ son io più certo; ma già m
281
1321
Circe, che sottrasse ¶ me più d'un anno là
282
1321
acciò che l'uom più oltre non si metta
283
1321
queta ¶ per non dir più, e già da noi
284
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dicendo "Istra ten va, più non t'adizzo", ¶ perch
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conte; ¶ non esser duro più ch'altri sia stato
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questa fiamma staria sanza più scosse; ¶ ma però che
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fare i suoi cinti più macri. ¶ Ma come Costantin
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ora vidi, per narrar più volte? ¶ Ogne lingua per
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esser mozzo, ¶ e che più volte v'ha cresciuta
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l modo v'era più amaro; ¶ ché tra li
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tutto accesi, ¶ che ferro più non chiede verun' arte
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ogne setta, e molto ¶ più che non credi son
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e i monimenti son più e men caldi». ¶ E
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accostai, ¶ temendo, un poco più al duca mio. ¶ Ed
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risposta, ¶ supin ricadde e più non parve fora. ¶ Ma
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appresa, ¶ ciò mi tormenta più che questo letto. ¶ Ma
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i' pregai lo spirto più avaccio ¶ che mi dicesse
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istava. ¶ Dissemi: «Qui con più di mille giaccio: ¶ qua
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punite, e che quivi più che altrove; e solve
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in cerchio, ¶ venimmo sopra più crudele stipa; ¶ e quivi
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l'uom proprio male, ¶ più spiace a Dio; e
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sotto ¶ li frodolenti, e più dolor li assale. ¶ Di
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qual è chi creda ¶ più volte il mondo in
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si svelle ¶ del sangue più che sua colpa sortille
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e io secondo». ¶ Poco più oltre il centauro s
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riconobb' io. ¶ Così a più a più si facea
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Così a più a più si facea basso ¶ quel
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da quest' altra a più a più giù prema
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altra a più a più giù prema ¶ lo fondo
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buon maestro «Prima che più entre, ¶ sappi che se
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esser la tua man più pia, ¶ se state fossimo
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chiedi a lui, se più ti piace». ¶ Ond' ïo
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che giva 'ntorno era più molta, ¶ e quella men
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giacëa al tormento, ¶ ma più al duolo avea la
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tua superbia, se' tu più punito; ¶ nullo martiro, fuor
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sta 'n su quel, più che 'n su l
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doccia, ¶ infin, là dove più non si dismonta, ¶ fanno
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sono ¶ li suoi compagni più noti e più sommi
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compagni più noti e più sommi. ¶ Ed elli a
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mal protesi nervi. ¶ Di più direi; ma 'l venire
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venire e 'l sermone ¶ più lungo esser non può
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io vivo ancora, e più non cheggio». ¶ Poi si
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certo ¶ la fiera moglie più ch'altro mi nuoce
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e di rotelle. ¶ Con più color, sommesse e sovraposte
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lei venuti semo, ¶ poco più oltre veggio in su
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mostrando un'oca bianca più che burro. ¶ E un
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io, temendo no 'l più star crucciasse ¶ lui che
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sporgo. ¶ Allor fu' io più timido a lo stoscio
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guardia de le mura ¶ più e più fossi cingon
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le mura ¶ più e più fossi cingon li castelli
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arco, ove lo scoglio più sovrasta. ¶ Quivi venimmo; e
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sì gordo ¶ di riguardar più me che li altri
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Lucca: ¶ però t'adocchio più che li altri tutti
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il viso un poco più avante, ¶ sì che la
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che si cruccia ¶ guizzando più che li altri suoi
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diss' io, «e cui più roggia fiamma succia?». ¶ Ed
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amara che poco è più morte; ¶ ma per trattar
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fermo sempre era 'l più basso. ¶ Ed ecco, quasi
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i' fui per ritornar più volte vòlto. ¶ Temp' era
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dopo 'l pasto ha più fame che pria. ¶ Molti
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cui s'ammoglia, ¶ e più saranno ancora, infin che
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anima fia a ciò più di me degna: ¶ con
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Lucevan li occhi suoi più che la stella; ¶ e
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fosse, m'è tardi; ¶ più non t'è uo
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mi fece del venir più presto. ¶ E venni a
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non qui, per passare: ¶ più lieve legno convien che
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che si vuole, e più non dimandare». ¶ Quinci fuor
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che sappi, innanzi che più andi, ¶ ch'ei non
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sorrise di tanto; ¶ e più d'onore ancora assai
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ch'innalzai un poco più le ciglia, ¶ vidi 'l
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nnanzi a li altri più presso li stanno; ¶ Democrito
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ne la persona di più famosi gentili uomini.] ¶ Così
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loco cinghia ¶ e tanto più dolor, che punge a
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che si vuole, e più non dimandare». ¶ Or incomincian
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Vedi Parìs, Tristano»; e più di mille ¶ ombre mostrommi
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me: «Vedrai quando saranno ¶ più presso a noi; e
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sanza alcun sospetto. ¶ Per più fïate li occhi ci
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lo scrisse: ¶ quel giorno più non vi leggemmo avante
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in forma di predicere più cose a divenire a
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per simil colpa». E più non fé parola. ¶ Io
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nsegni ¶ e che di più parlar mi facci dono
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son tra l'anime più nere; ¶ diverse colpe giù
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mente altrui mi rechi: ¶ più non ti dico e
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non ti dico e più non ti rispondo». ¶ Li
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duca disse a me: «Più non si desta ¶ di
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quanto la cosa è più perfetta, ¶ più senta il
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cosa è più perfetta, ¶ più senta il bene, e
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non vada, ¶ di là più che di qua essere
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tondo quella strada, ¶ parlando più assai ch'i' non
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la quarta lacca, ¶ pigliando più de la dolente ripa
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Qui vid' i' gente più ch'altrove troppa, ¶ e
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acqua era buia assai più che persa; ¶ e noi
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segnore, «a questa volta: ¶ più non ci avrai che
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prora ¶ de l'acqua più che non suol con
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Quivi il lasciammo, che più non ne narro; ¶ ma
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l'intrata». ¶ Io vidi più di mille in su
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caro duca mio, che più di sette ¶ volte m
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e se 'l passar più oltre ci è negato
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mio tornare in volta, ¶ più tosto dentro il suo
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Giuda. ¶ Quell' è 'l più basso loco e 'l
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basso loco e 'l più oscuro, ¶ e 'l più
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più oscuro, ¶ e 'l più lontan dal ciel che
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ove quel fummo è più acerbo». ¶ Come le rane
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s'abbica, ¶ vid' io più di mille anime distrutte
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delizie ¶ sentite prima e più lunga fïata. ¶ Mentr' io
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e disïoso ancora a più letizie, ¶ dinanzi a noi
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mettere in versi. ¶ Poco più oltre, sette alberi d
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fiammeggiava il bello arnese ¶ più chiaro assai che luna
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A descriver lor forme più non spargo ¶ rime, lettor
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fé ch'ell' ha più cari; ¶ mostrava l'altro
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parvero aver l'andar più interdetto, ¶ fermandosi ivi con
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suo dover, come 'l più basso face ¶ qual temon
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de li occhi aver più conoscenza, ¶ per occulta virtù
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che dice ¶ e 'l più caldo parlar dietro reserva
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mia risposta è con più cura ¶ che m'intenda
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mirabil prova. ¶ Ma tanto più maligno e più silvestro
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tanto più maligno e più silvestro ¶ si fa 'l
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cólto, ¶ quant' elli ha più di buon vigor terrestro
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udendo le serene, sie più forte, ¶ pon giù il
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me che non era più tale. ¶ Non ti dovea
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in giuso, ¶ ad aspettar più colpo, o pargoletta ¶ o
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la barba, ¶ e prenderai più doglia riguardando». ¶ Con men
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la rivera ¶ vincer pariemi più sé stessa antica, ¶ vincer
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cose qual mi torse ¶ più nel suo amor, più
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più nel suo amor, più mi si fé nemica
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di là, che miran più profondo». ¶ Così cantando cominciaro
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sue armi». ¶ Mille disiri più che fiamma caldi ¶ strinsermi
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asseta, ¶ sé dimostrando di più alto tribo ¶ ne li
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che tanto si dilata ¶ più quanto più è sù
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si dilata ¶ più quanto più è sù, fora da
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che di rose e più che di vïole ¶ colore
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sen vanno suso ¶ con più dolce canzone e più
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più dolce canzone e più profonda». ¶ E se più
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più profonda». ¶ E se più fu lo suo parlar
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da quel confine che più va remoto, ¶ com' io
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temo, in tanto ¶ che più tiene un sospir la
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sì fatta, che poco ¶ più a la croce si
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con tranquillo aspetto «Vien più tosto», ¶ mi disse, «tanto
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sì che non parli più com' om che sogna
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disio ¶ cinquemilia anni e più l'anima prima ¶ bramò
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parola disïata vola, ¶ che più la perde quanto più
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più la perde quanto più s'aiuta?». ¶ «Perché conoschi
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terra il ciel che più alto festina». ¶ Ond' io
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tua vista rude». ¶ E più corusco e con più
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più corusco e con più lenti passi ¶ teneva il
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S'io avessi, lettor, più lungo spazio ¶ da scrivere
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seconda, ¶ non mi lascia più ir lo fren de
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risplende ¶ in una parte più e meno altrove. ¶ Nel
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altrove. ¶ Nel ciel che più de la sua luce
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e la mondana cera ¶ più a suo modo tempera
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dentro ad un nuovo più fu' inretito ¶ e dissi
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nature, per diverse sorti, ¶ più al principio loro e
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falso piacere. ¶ Non dei più ammirar, se bene stimo
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repe, ¶ accender ne dovria più il disio ¶ di veder
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devoto ¶ com' esser posso più, ringrazio lui ¶ lo qual
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virtù sarebbe in tutti, ¶ più e men distributa e
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onde ¶ lo suo contrario più passar non lassi; ¶ e
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tetro ¶ ivi lo raggio più che in altre parti
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per esser lì refratto più a retro. ¶ Da questa
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modo, e l'altro, più rimosso, ¶ tr'ambo li
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si stenda ¶ la vista più lontana, lì vedrai ¶ come
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di sotto vorrebbero esser più sù ch'elli siano
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il capo a proferer più erto; ¶ ma visïone apparve
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pupille; ¶ tali vid' io più facce a parlar pronte
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l'ombra che parea più vaga ¶ di ragionar, drizza
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ti celerà l'esser più bella, ¶ ma riconoscerai ch
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sono in la spera più tarda. ¶ Li nostri affetti
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che raffigurar m'è più latino. ¶ Ma dimmi: voi
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qui felici, ¶ disiderate voi più alto loco ¶ per più
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più alto loco ¶ per più vedere e per più
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più vedere e per più farvi amici?». ¶ Con quelle
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asseta. ¶ Se disïassimo esser più superne, ¶ foran discordi li
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alto merto inciela ¶ donna più sù», mi disse, «a
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Uomini poi, a mal più ch'a bene usi
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mi fece a dimandar più tardo. ¶ CANTO IV ¶ [Canto
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l dimandar con ello, ¶ più caldo assai che per
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pria ¶ tratterò quella che più ha di felle. ¶ D
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i Serafin colui che più s'india, ¶ Moïsè, Samuel
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a l'esser lor più o meno anni; ¶ ma
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dolce vita ¶ per sentir più e men l'etterno
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avria fatto noia ancor più volte. ¶ Ma or ti
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si ritrae, cadere in più affanno. ¶ Però, quando Piccarda
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e scalda sì, che più e più m'avviva
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sì, che più e più m'avviva, ¶ non è
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a la sua bontate ¶ più conformato, e quel ch
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e quel ch'e' più apprezza, ¶ fu de la
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sua prima mancia; ¶ cui più si convenia dicer 'Mal
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Siate, Cristiani, a muovervi più gravi: ¶ non siate come
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ove 'l mondo è più vivo. ¶ Lo suo tacere
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ciel si mise, ¶ che più lucente se ne fé
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sì vid' io ben più di mille splendori ¶ trarsi
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come tu avresti ¶ di più savere angosciosa carizia; ¶ e
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ond' ella fessi ¶ lucente più assai di quel ch
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i vapori spessi, ¶ per più letizia sì mi si
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e cent' anni e più l'uccel di Dio
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forte a veder chi più si falli. ¶ Faccian li
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li artigli ¶ ch'a più alto leon trasser lo
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assai lo loda, e più lo loderebbe». ¶ CANTO VII
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ti dee oramai parer più forte, ¶ quando si dice
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perché tal modo fu più degno. ¶ La divina bontà
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de le cose nove. ¶ Più l'è conforme, e
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è conforme, e però più le piace; ¶ ché l
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cosa raggia, ¶ ne la più somigliante è più vivace
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la più somigliante è più vivace. ¶ Di tutte queste
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l'ovra tanto è più gradita ¶ da l'operante
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da l'operante, quanto più appresenta ¶ de la bontà
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fu o fie: ¶ ché più largo fu Dio a
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ch'i' vidi far più bella. ¶ E come in
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lucerne ¶ muoversi in giro più e men correnti, ¶ al
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dentro a quei che più innanzi appariro ¶ sonava 'Osanna
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si fece l'un più presso a noi ¶ e
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poco tempo; e se più fosse stato, ¶ molto sarà
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mostrava ¶ di mio amor più oltre che le fronde
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a sua barca ¶ carcata più d'incarco non si
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io, ¶ grata m'è più; e anco quest' ho
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tu che questo ver più ti s'imbianchi?». ¶ E
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del nostro cielo che più m'è propinqua, ¶ grande
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fe' di lui; ¶ ché più non arse la figlia
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e se dal dritto più o men lontano ¶ fosse
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le spire ¶ in che più tosto ognora s'appresenta