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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «più»

nautoretestoannoconcordanza
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1986
li vostri amici li più sinceri. Ci dispiace che
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lo chiamano, è assai più bello di Ferdinando. “Chillo
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andava bene. La parte più eccitante della cerimonia era
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decise di non lasciarle più. Pregava con voce altissima
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tutti. L’organista pigiò più forte sui tasti. ¶ Championnet
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popolazione bassa è il più importante di tutti: se
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Scuote il capo, sempre più avvilita. ¶ «Non si può
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capito che la cosa più importante è educare il
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via maestra. Diventa ancor più allegra quando arriva Meola
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s’otterranno risultati grandi.» ¶ Più tardi un ragazzo reca
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vostra opinione m’è più cara di qualsiasi altra
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la Sanfelice?» ¶ «Non è più una bambina, è una
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Lassù arriva la gente più strana: patrioti, preti, ex
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qua non c’è più tempo per spiegare con
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Se non ci viene più nessuno?» ¶ Lei fissa il
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vogliono assolutamente dargli felicità. ¶ Più tardi vengono Luigi Rossi
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ha palpebre pesanti. È più che mai taciturno, aggrondato
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un sovrano popolo ¶ sovrano più non v’è. ¶ Al
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despoti ¶ noi non abbiam più re. ¶ Ah sì. Chiarissimo
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il piacere. Non scrivere più quegli articoli entusiasti sull
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Monitore”?» ¶ «Lenòr, io sono più disgustato di te. E
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fissa gli occhi. Non più “de foco”: sbiaditi, stanchi
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niente. Non v’è più nascosto nulla. ¶ Nel pomeriggio
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conclusione elegante, rispettabile? O, più semplicemente, appreso che Nelson
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meglio. Meglio non vedere più niente. Tanto meno le
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sconcio pattume. Non esiste più un mobile, le consolles
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stemmi, i tavolini leggiadri... Più niente. Finiti nei depositi
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dice, assumendo l’espressione più fiera che può. ¶ «Bon
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quale somiglia, ma è più, come dire, più italiano
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è più, come dire, più italiano. Più fresco.» ¶ «Ti
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come dire, più italiano. Più fresco.» ¶ «Ti pare, questo
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di poesia, Vincenzo?» ¶ «Ma più che mai!» ride Eicholz
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Ma chi si vede più, in questo clima pazzo
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non si vende quasi più, il tipografo è in
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uscire» fa lui, sempre più cupo. «Ma ve ne
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compaia. ¶ Tace, tesissima. Irritata più che mai con Cuoco
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cospirazione di pochi non più scellerati che mentecatti...». ¶ E
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Non se ne ricordava più, di Primicerio, se non
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non ce la fa più, ed è venuto. Ci
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questi sciocchi ragazzi nel più profondo dell’Inferno! Col
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costruire. Ora mi sento più dolce: perché vedo che
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scritto dentro! Il numero più brutto del giornale. Bugie
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un ipocrita, vile «Notizie più circostanziate le daremo nel
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non c’è proprio più niente da fare. Il
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Governo, non c’è più nessuno. Manthonè è al
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ammazzare: chi lo ferma più, quel Ruffo? Lauberg s
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volta preparavano eccidi ben più grossi. Meritavano d’essere
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dal cervello. ¶ «Non parlarmi più di fuggire» sbotta, con
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Corte non lo vogliono più, non se ne sa
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sempre attraente, sebbene intonacata più che mai: vuol predarsi
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quale porta il «Moniteur» più regolarmente d’un corriere
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po’ di libertà in più s’è avuta: i
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Napoli non si faccian più vedere.» ¶ Jeròcades uscì, ma
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pettegolare. Chiara legge sempre più distrattamente il «Moniteur»: Buonaparte
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Luisa Molino Sanfelice, riapparsa più bella e vispa che
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nota appena. La rende più desiderabile, Cuoco penosamente le
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Chiuditi dentro, non farti più vedere in giro. Io
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debolissima, ma non vomita più. Una suora giovane, pallida
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la ruina de Usted.» ¶ Più tardi viene una ragazzina
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di Fonzeca?» recitò il più anziano, un vecchio rugoso
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cosa. Ogni tanto il più giovane, un grassoccio roseo
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S’accostò, con fare più cerimonioso. ¶ «Signora Piomentel...» ¶ «Marchesa
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armi, da carnefici coi più disparati strumenti di tortura
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Fonseca?» borbottò, infine, sempre più infastidito. ¶ Possibile fosse una
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Sembrava non ne potesse più di quel mestiere, non
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strinse nelle spalle, sempre più sconcertata. ¶ «Scrivi. Ammette rapporti
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titìo. Non c’era più neppure lui, da due
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esterno non avrebbe comunicato più. Mai più. Quella notte
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avrebbe comunicato più. Mai più. Quella notte manco ci
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la bottiglia non venne più. Nemmeno Graziella. Attese con
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viso, pettinarti non occorre più. Non c’è alcuno
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o vivi non ha più importanza. ¶ È strano come
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soldi, roba per stare più calda, qualche piatto di
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stava due mesi, o più, tranquilla, d’improvviso il
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per contrabbando e furto. Più tardi hanno chiamato Fravolella
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del carcere, le detenute più sfrontate ridono, cantano, provocano
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spande una pozza scarlatta. Più avanti, sulla soglia d
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arriposa’.» ¶ L’ufficiale è più sospettoso. Sta scrutando Gennaro
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di legno, intaccato in più punti. ¶ «Di’ che te
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fortissimo. L’ufficiale, sempre più torvo, gira le spalle
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sali verdi di Baviera.» ¶ Più tardi a cena nella
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non s’è capito più niente. Nessuno comandava più
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più niente. Nessuno comandava più. I lazzari hanno attaccato
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il discorso. «Non è più ragionevole. Specie da quando
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arrivi Mario Pagano. Nessuno più di lui può esser
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contadini a vivere senza più guida? Non sono avvezzi
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barra, la data, niente più. Forse un disegno? No
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quattrocento. E poi? Non più di mille copie. ¶ Però
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bianche non ci sono più! ¶ Compaiono, sporchi, trafelati, Mario
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a salire... Per di più, in due sopra una
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repubblicana schierata, negli abbigliamenti più strani. Rende l’onore
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piedi del castello. ¶ «Alzo più su!» grida Roccaromana. ¶ Ancora
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Non riesce a tenerli più nessuno. Neanche me sono
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Fortis, scrisse le cose più importanti, trascorse gli strani
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mammoni in granito, alti più di venti metri. Dai
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come funghi i gruppi più stravaganti. Bisogna creare presto
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visitar malati nei luoghi più sordidi. Ora non lo
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Ora non lo faccio più. Perché, forse, sono ammalato
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misteriosi. Ma sono i più importanti, forse potrebbero aiutarci
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portamento, da un grido. Più spesso sono così lente
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essere. Allora non è più possibile identificarle, forse non
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identificarle, forse non sono più nemmeno malattie.» ¶ «Voi avete
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E gli amici, chi più, chi meno: Belforte, Jeròcades
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l’Europa. ¶ «Non stanno più insieme. Sai con chi
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Ha almeno vent’anni più di lui...» ¶ S’interruppe
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una donna un po’ più grande di loro può
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adesso, non mi piacciono più». ¶ «Perché vuoi fare come
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me! Davvero cambiata: sembra più giovane, serena, carica di
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il mare. È sempre più stupita: Napoli non sa
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chitarre e un mandolino. Più tardi, in mezzo al
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così! Eppure nulla di più semplice: una frisella scura
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di verificare i presagi? Più semplicemente: non dipendeva dall
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anche se proprio ragazzo più non è. Mai avrebbe
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Castelcicala». ¶ Le cose peggiorano. Più in Francia danno dentro
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in Francia danno dentro, più a Napoli serrano i
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lavarsi.» ¶ «D’estate son più puliti di noi. Stanno
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servitore, Pulcinella piomba nella più nera angoscia. ¶ «Chisto tene
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ha riconosciuto: lazzaro non più lazzaro, obbligato da infinite
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io non ne posso più. Devo togliermi le scarpe
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che lei si preoccupava più del solito) non le
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della Pietà di non più procedere alla somministrazione alla
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giallastri. Quasi non ha più sopracciglia. Muove cauta le
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signo’. Non faccio niente più. Te lo giuro ’ncoppa
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cavalieri. Forse un po’ più di preti e monache
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È Graziella. Non trema più, ha persino un po
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Il giorno dopo torna più agitata. ¶ «Domani succede la
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vanno a due grana più di ieri?» ¶ Altra volta
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no munno cchiù meglio. Più giusto. Addò simmo tutti
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scuotendo il capo sempre più implume. ¶ «Per leggere qualche
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lei, che è tanto più giovane, sebbene sembri vecchia
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non ce la fa più. S’è affacciata mille
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il suo ragazzo? Quindici, più o meno quelli di
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rivoluzione, Lenòr. Non esistono più distanze: l’ammiraglio è
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fra loro proprio ragazzi più non sono. Manthoné è
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di grasso. Torna ancor più deluso. ¶ «È rimasto il
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della cima non esiste più. ¶ Ricorda il caldo innaturale
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novene, giaculatorie, la voce più diffusa era che san
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altri. Non si capiva più nulla: Sanges, Cuoco, Delfico
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Non se ne sapeva più niente, tante famiglie si
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il Vangelo, le frasi più belle idolatrate come le
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Fissa il ragazzo sempre più gonfio appeso al cappio
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è veramente chiuso, nessuno più ne resta fuori. Anche
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fa aspetta’. ¶ Pausa, ripete, più lentamente e lamentosamente. ¶ «La
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voce stolida, piagnucolosa: parla, più che cantare: ¶ Addio pate
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Cosa c’è di più utile, di più bello
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di più utile, di più bello, per un omo
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non ci si potrà più vivere. E allora noi
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Dolfin Tron, l’uomo più cornuto di Venezia. Imita
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Assemblée. No, questo è più vecchio. Vediamo. Ici! Le
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leggete gli altri! I più recenti!» ¶ «Oui. Mon Dieu
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Questa è la notizia più grande! Avant hier» legge
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era riapparso, sdrucito, rauco, più torvo che mai), Marra
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amici. Vincenzo non veniva più, dopo che lei ne
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Ormai non lavorava quasi più: anche quello le avevano
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di De Deo, il più innocente. Un ragazzino pallido
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avvenimenti francesi. Non arrivavano più libri né giornali, sorveglianza
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e dei giacobini. Il più contrariato appariva Vincenzo Russo
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Dove nulla v’è più di umano, giusto, semplice
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a Sparta! Non dovresti più leggere le fesserie di
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ve ne sarà mai più bisogno.» ¶ «Quelle tristesse, dans
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aveva spiegato. «Non sopporto più l’aria che tira
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le medesime cose, senza più intelligenza o novità.» ¶ Dal
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Senza la divisa sembrava più giovane. Il bel viso
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tuttora, sapete» aggiunse Gennaro. «Più che mai.» ¶ «V’ho
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peccato. ¶ 3 ¶ Non era successo più nient’altro. Ora il
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Deo attaccò discorso col più vicino, uno grosso, nero
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per bene le inflessioni più volgari possibili, rendendolo, così
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incavato un po’ di più. ¶ La riconobbe quando lei
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Perché non ci sarebbero più nobili né ricchi. Ci
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Ci sarebbero solo persone più o meno apparigliate: in
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Per chi dovremmo lavorare più?» ¶ «Mah, non so... Per
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la libertà è la più bella cosa. Ma si
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sua, non ne volle più. Lauberg e i ragazzi
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mese, Gennaro Serra di più. ¶ Quando giunse l’opulento
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presentarsi a Palazzo. ¶ I più duri De Deo, Vitaliani
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capiva: incomprensibile, diventava mito. ¶ «Più che mito, moda» ribatté
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poteva non scatenarla. È più idiota voler far lo
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non ce la fa più. Voi fate i vostri
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brume. ¶ Gli uomini avevano, più semplicemente, riesumato gli abiti
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Lei guardava Gennaro, sempre più preoccupata: avevano concordato di
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compiere la tormentava sempre più: la sua stupida etica
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obliqui del musicista sembravano più cupi del solito: ogni
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Lord e Lady Hamilton, più un ufficiale di marina
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aria di Figaro Non più andrai farfallone amoroso, Despina
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torcersi in convulsioni sempre più orrende, accompagnate dal trepestio
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apparve in tunichetta bianca più trasparente del peplo. S
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la piegavano. Non riusciva più a mangiare, dormire. Le
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spesso. Appariva smagrito, stanco, più vecchio dei cinquantacinque che
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sogni, a lungo andare. Più elevato il sogno, più
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Più elevato il sogno, più fiera la sofferenza.» ¶ «Io
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sofferenza.» ¶ «Io non ho più sogni. Da un pezzo
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che non si radeva più due volte al giorno
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gemito. ¶ Ormai non parla più. Qualcosa gli s’è
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lontanissimo. ¶ «Farà così, sempre più a lungo. Fin quando
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quando non si desterà più» spiegò il dottoruccio che
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momento: l’attenzione non più vigile cede ai flussi
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s’era fatto ancor più gonfio! Dolce sentirsi defluire
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Un giorno non trovò più i primi dieci volumi
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le cose parvero andare più serenamente. Le cognate tacevano
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era torvo: non scherzava più nemmeno col figlio, nonostante
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il naso, meno male più fine, come l’ovale
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meno grama: Tria sembrava più pulito, si riprofumava, era
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Fu questo a imbestialirla più d’ogni altra cosa
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che non si rifiutava più di vivere. S’alzò
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cucchiaio caffettiera, sprecando acqua più del solito. Dava due
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ora ne voleva di più. Sentiva desiderio di pulizia
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asciutti, tornati soffici sebbene più scapricciati che mai. Andò
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volle considerarsi. Era diventata più bianca, il seno lento
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ne sarebbero stati mai più. Né vanità, né illusioni
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di ghiaietta. Quello centrale, più vasto, era riservato al
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La seta non andava più, quasi tutti indossavano abiti
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di ricominciare, ma non più come prima.» ¶ «Siamo cambiati
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esempio, io non riesco più a scrivere versi. In
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edizioni meno costose, niente più marocchini né fregi. ¶ «Ho
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son sola. Non ho più nessuno. Questo è il
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ribello e non credo più nemmeno al suicidio». ¶ Pausa
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avrei potuto provarne di più. Invece l’idea di
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vita non ne posso più dare». ¶ «Ma l’hai
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versi non mi piacciono più». ¶ Vincenzo le accarezzò il
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un saloncino, nella zona più stretta sistemò l’angolo
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Lo Spino (come appurò più tardi) era il ricottaro
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di voi stessa potete più che mai dedicarvi alle
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Grande Progetto son vivi più che mai, ma i
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come donna non esisto più, mi capite? Guardatemi.» ¶ «Voi
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dilla.» ¶ «Non desidero nulla più che farmi perdonare da
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ripigliò, in tono sempre più galante e distratto. Divertita
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cara! Io non so più dove sbatter la testa
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a lei, sebbene sia più giovane: anche sir Acton
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che tu non abbia più risentimenti. E mi ritorni
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moglie la tedesca (non più istitutrice a Corte), i
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1986
di casa, vitto, compagnia? ¶ Più tardi le osservò: «Grazie
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1986
non ti devi muovere più.» ¶ «Non me ne vado
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se vuoi. Non stampare più niente: i pochi che
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d’Europa. Oh, non più le puerili lettere scambiate
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abruzzese di nascita) ma più degli altri insiste nel
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qua ormai non arrivano più che navi inglesi. Uh
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intersecano a V. Non più fresche e levigate neanche
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Giulia e Maddalena di più. Saranno il caldo, i
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ont retrouvé à Capodrise! Più lontano di Caserta.» ¶ «Appunto
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gruppo l’aria è più frizzante. Grazie ad Alberto
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ci sarebbe stata mai più lì, in giro per
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1986
ritmo della vita. MAI PIÙ. Questo era un fatto
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1986
si domandava se avessero più valore libri, studi, versi
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del suo lavoro, tanto più occorreva farsi decisa, senza
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1986
essere “aristocrat” non è più di moda.» ¶ Si fecero
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1986
che le piaceva di più. Un ballo come racconto
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trasferiti in un’abitazione più piccola alla Platea della
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in quegli anni. Non più in disordine, senza finalità
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e si sentì diversa: più matura, più forte. Il
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sentì diversa: più matura, più forte. Il piccolo bagaglio
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storia nuova, guidata non più dai sinistri despoti delle
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manipolare le coscienze, non più i preti. ¶ E lì
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condizione giustificarsi nell’opera più grande. Conquistarsi prestigio, rispetto
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1986
Cimarosa non s’incontrava più: troppi impegni fra Napoli
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1986
soffiasse regolarmente le “seppie” più affascinanti, non si fidava
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1986
tradimento. Non ci provava più gusto né tornaconto. I
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di chiarirvi i passi più difficili» soggiunse, con soddisfatta
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ragione. Non la facciamo più nera della mezzanotte e
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cose di cento e più anni fa. Voi, duca
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Vincenzo non v’abitava più da parecchio, forse era
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vindo, papài. Benvenuto.» ¶ Ancora più magro e smunto, quasi
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casa non si parlava più del matrimonio e, dopo
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di Palazzo: cento volte più grande, lo mettevano su
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1986
ormai non si moveva più dal letto, rigovernò, pulì
265
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Lenòr Tria» si ripeté, più volte. Non suonava male
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Se Pascual fosse stato più anziano d’un lustro
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Vincenzo... Perché era sparito? Più che mai, adesso, avrebbe
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1986
sembrava ieri, eran divenute più che adulte: Filangieri con
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1986
cui ragazzina non sarebbe più stata. E la regina
270
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Maddalena, Giulia anche di più: non le vedeva da
271
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nel fare. Ma era più bello di Luigi: il
272
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Definitivamente. ¶ «Non ne potevo più» osservò «di quella vita
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madre. In tutto avrà più di tremila ducati. Trecento
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tutto il resto, capisci. Più di ottanta ducati non
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a Natale. Isabella, la più anziana, era malata di
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s’offese, anzi rise più forte. ¶ «Sciù, pe’ la
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ne scaricava sul piatto più di mezzo. ¶ In fondo
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fissarla. ¶ Anche Pascual diventava più allegro. Beveva, vociferava in
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pensate alle decorazioni vostre!». ¶ Più tardi lo vide sussultare
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Francesco emise un rantolo più forte. ¶ «Lascialo stare» sibilò
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non ce la faccio più» disse. Andò ad aprire
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Primicerio, il respiro sempre più frequente. Prese a baciarla
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a rimbombarle dentro, sempre più frequenti, le spinte dure
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A me piace di più.» ¶ «Oh no» rise lui
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no» rise lui. «È più bello Eleonora. Donna Eleonora
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pure, non le resta più nulla. Tutti sono morti
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la quale non sentiva più movimenti, solo gorgoglìo leggero
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alla testa tonda, non più grande d’un pugno
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infine, il nome pàrsole più significativo, a parte il
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orgasmo: Giordano s’agitava più d’ogni altro, ma
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Cosa succederà?». Lui, sempre più arcano: «Vedrete. Lo vedrete
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invidia. Caterina è la più bella biondona di Napoli
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s’è fatta i più begli uomini di Napoli
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Napoli.» ¶ «Non soltanto i più belli» mormorò la Popoli
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ci sono i bordelli più frequentati di Napoli». ¶ Alla
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à Sannicandro?» ¶ Si ghignò più forte, poi Chiara Pignatelli
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con voi non gioco più. Tenete ’no mazzo!».1 ¶ Galiani
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incontro. Il musicista mostrava più che mai aria cupa
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a Napoli hanno accapponato più di tremila guaglioncelli?» «Io
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tanto non le veniva più! Molte cose erano cambiate
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valgono nulla. Per di più rozzi, volgari. Dobbiamo venire
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re. Liscia la regina più che puoi: il re
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spiegato la Massoneria: la più nobile fra le associazioni
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opere a stampa, è più facile. Dovreste pensare al
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che adesso mi preme più di qualsiasi altra, Lenòr
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aria si stava facendo più calda, luminosa, anche a
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quello altrui. È assai più facile. E comodo». ¶ Ma
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Vienna. ¶ Giunse, ormai non più attesa, la lettera del
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i rovi. Splenderete di più». ¶ Avrebbe voluto rispondergli, ma
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visto nel San Carlo: più giovane, con aria stanca
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Pignatelli. Non le importò più di niente. Teneva i
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asciugare. Mamãe non poteva più fare questo. Non poteva
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questo. Non poteva fare più nulla. Se ne stava
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per vie ignote, senza più appoggio o protezione. E
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quali riferirsi, con in più il brulicare dei rimorsi
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nell’ansia, non gridava più, bisbigliava. D’un tratto
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Dio, così, acquistasse aspetto più caro, più umano: vero
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acquistasse aspetto più caro, più umano: vero padre, fratello
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amico, anche se non più onnipotente. Confortava lo stesso
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giorni precedenti, l’ennesimo. Più che mai scontenta con
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stanca. ¶ «Non c’è più niente da dire» mormorò
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superiore di lui. ¶ Niente più era successo, dopo. Sì
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poeta...». ¶ Lei le trovava più belle delle proprie. Metastasio
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ansò. Lo spinse, serrò più che poteva le cosce
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A Napoli nessuno sa più pittare. Da cent’anni
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se non dovessero esservene più, la sua vita avrebbe
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è durata. Nessuno fu più sincero di noi due
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uno studio al Pendino), più scontento che mai. Presenti
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sera prima non era più istitutrice della regina di
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anche Tanucci. Ha eliminato più Napoletani che può, la
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stato ad ascoltare sempre più aggrondato. «Non potete parlare
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buie. Nessuno si prendeva più cura d’aprire le
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Roma per periodi sempre più lunghi, tio Antonio veniva
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che non c’era più molta roba. Mamãe aveva
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fumosi, maleolenti, gettando sempre più la camera nel buio
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Quasi non si vedevano più le facce: quella spiegazzata
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nulla al mondo amassero più di carne vino insulti
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latino.» ¶ Poi conobbe cose più belle, di Roma e
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non ce l’avrebbe più fatta. Troppo era sfregiato
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di far riconoscere al più presto le nostre patenti
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non ci sarebbe stato più. Provò leggera angoscia. Pensò
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pareva, nella famiglia, la più gelosa del passato, conservava
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nun se potemo ferma’ più». ¶ «E perché?» domandò Miguelzinho
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il postiglione non gridava più. Aveva sfiancato i cavalli
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di noi tutti? ¶ «Quella più vicina a destra non
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promontorio del Circeo. Quelle più lontane sono Ventotene, Ponza
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tartana bianca e rossa, più in là, in direzione
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Miserabili i paesi (niente più che casupole di fango
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il paesaggio, sebbene apparisse più lussureggiante che mai, l
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il fiotto colorato era più intenso, gonfiava un ombrello
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Mannaggia. Mannaggia» l’espressione più frequente. ¶ «Fa’ ampresso! Fa
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mugghi. Però il suono più stordente, ossessivo, era quello
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rassegnata, fermò. Non era più possibile avanzare d’un
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cingevano il lato dirimpetto. Più giù, come una scena
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non si lasciava comandare più: s’era fatto lungo
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Questo unguento (come apprese più tardi) serviva per le
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rosso in campo bianco. Più cinque palle d’oro
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aveva aggiunto: «Non vale più la pena, Lenòr. E
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capo, canticchiandosi altri versi più semplici, che davano, però
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ma che l’appassionò più d’un romanzo: le
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che facevano la bevanda più gustosa del mondo. ¶ «Lascia
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su di lui. Il più bello: l’aveva notato
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spirito che anima, chi più chi meno, quasi tutti
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facesti di nuove vie più ardite ¶ vittorie del saver
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Metastasio». ¶ «Perché la ritenete più acconcia all’ingegno d
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grandi s’andavano accapigliando più del solito (mamãe s
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Finalmente! Non v’aspettavamo più per stasera. Come sta
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da sperare in niente più.» ¶ «C’è la Francia
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oggi è la città più libera d’Europa.» ¶ «Cèveze
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Qua non ti seguo più, Vincenzo» intervenne Guidi. «Questa
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ai poveri, nei quartieri più infelici, a me piace
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che non studio nemmeno più. Io sono il marchese
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così fosse mi disprezzerei più di quanto non faccia
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disse, orgogliosamente. ¶ «La cosa più ridicola del mondo! Nel
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Fate un conto: abbiamo più di quarantamila, fra chiese
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Presto. Non mi muoverò più di qui, lo sento
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morti di fame. Ma più orgogliosi d’un re
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Anna. Cominciò a costruirlo più di cent’anni fa
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Vincenzo continuò a spiegarle: più di cent’anni prima
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basse e strette, altre più alte, appiccicate tra loro
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anche... Non vide niente più, perché Vincenzo la trascinò
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faccia l’avrebbe voluta più minuta, meno larga al
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Napoli non si sarebbe più mossa. Vi alitavano savia
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si vendicava così? Forse, più semplicemente, non l’era
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tanto mangiare? Non è più così. Ho avuto una
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non ce la fa più: soffoca, il cuore batte
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tempi lieti. I vascelli più grandi sono inglesi: nel
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dell’Ovo non risponde più. Anche a Sant’Elmo
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che non si vede più, immerso in polvere e
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gridano Pepe e i più giovani. ¶ «Ci credo poco
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basso non si spara più. Arriva Marra, con gli
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lo zolfo. ¶ Un boato più forte, scricchiolio pauroso: il
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che scende piano piano. Più tardi ci si raduna
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di muffe, popolato dai più schifosi animali delle tenebre
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inglesi vi sono navi più piccole, e barchette, castaldelle
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Indica, come colui che più d’ogni altro merita
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a non tornare mai più nella... Nel Regno» mormora
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cappio? Mah. ¶ Non ha più molti pensieri. I primi
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ogni briciola, anche la più minuscola, va a buttarla
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Ma non vuole pensare più. ¶ Solo un rimorso l
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Gennaro era diverso: tanto più giovane, era come mio
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rimpianto, che non venne più. ¶ Stamane una visita: un
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scompigliarlo. ¶ «Oh no. Molto più tardi» balbetta il prete
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molte cose. Una delle più importanti è questa: Accossì
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Dio...» ¶ «Io non ho più quasi nulla da perdonarmi
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conto. Nel momento giusto.» ¶ Più tardi le recano il
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capire che non ha più la testa. ¶ Tocca a
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ciò rende la poesia più significativa della Storia, in