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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

concordanze di «poi»

nautoretestoannoconcordanza
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i quali ne hanno poi ripiene le carte; e
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nelle poetiche. ¶ In quelle poi che deono uscire alla
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e nell'onore. ¶ Rassomiglio poi Vostra Altezza a Giove
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la vostra. ¶ L'invidia poi de' vostri detrattori non
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dell'orecchio. ¶ Che sarà poi, quando la loda esce
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et peregrina erudizione, et poi dal Capponi, dal Dolci
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che da me et poi seguito da essi, non
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la Gerusalemme liberata, se poi alla prova le misure
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greco. ¶ Io l'ho poi (se non m'inganno
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favella forastiera, et che poi sono parte uscite alla
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più che villanamente. ¶ Quanto poi alla caterva dozinale de
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padovane. ¶ Et il medesimo poi riprese Salustio, prencipe delle
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Lasso, da indi in poi la notte e 'l
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si rischiara et erge; ¶ poi quando è giunta al
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prende la fuga e poi nel mezo ¶ si ripente
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lascio –. ¶ Sì disse e poi qual fumo ¶ ch'al
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due volte nata e poi due volte estinta. ¶ Ben
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un'altra volta, ¶ ricusar poi di renderla? ¶ Negar ben
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che da oggi in poi sempre mi vesta; ¶ sì
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tempo e fu veduto poi ¶ tre mesi e quattro
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i versi; et era poi ¶ di voto e cavo
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il duro dorso, ¶ e poi che spiò tutti ¶ gli
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e crudele, ¶ perché potesser poi con maggior lena ¶ seguitarmi
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disparte apprestati, ¶ per rasciugarsi poi, ¶ di zendado e di
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malsaggio e stolto ¶ umidi poi di sdegno i rai
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Tizzon, Lampo e Licisca, ¶ poi Tanaglia, Moschin, Vespa, e
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la fronte, ¶ ti fu poi doppiamente ¶ traslato ne la
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donde ¶ non molto lunge poi lasciai la vita, ¶ darotti
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indietro, ¶ menami teco e poi ¶ ti servirò d'ancella
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s'asside a lato; ¶ poi pian pian ragionando al
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le ne fe' don. Poi per compir la dote
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grembo colmo ¶ tutto votava poi ne l'aureo vaso
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imporporò le gote; ¶ ma poi vinto e negletto ¶ per
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accolte spoglie ¶ facea lavacro poi l'onda vicina, ¶ videla
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ultimi miei ¶ angosciosi sospiri. ¶ Poi con roco sussurro ¶ ditele
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frutto ¶ colse d'amor. Poi per memoria eterna ¶ Europa
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quivi da indi in poi cinto di stelle ¶ verso
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fiamma. ¶ E dican laggiù poi ¶ l'anime tormentate ¶ se
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e le pietre, ¶ che poi fumanti e calde ¶ mandan
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In quel d'Autunno poi ¶ tutto ciò che di
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sciolta, ¶ Dafni ascolta, ¶ fuggi poi, ch'io son contento
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grembo del'oceano, ¶ finché poi del mar Indico ¶ esce
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d'asino, ¶ questa fu poi disgrazia, ¶ per non dir
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e senza senso immobile, ¶ poi di furor trabocca in
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speme lusinghiera, ¶ ti figurava poi ¶ il più fido e
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a donar cominciasti, ¶ e poi pentito, e fatto ¶ di
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ultimo vegna, ¶ per poter poi vantarsi ¶ d'averlo prevenuto
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Levavasi talvolta ¶ frettolosa, inquieta, ¶ poi tornava a sedersi ¶ maninconica
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il manto, che fu poi ¶ d'ogni suo mal
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verso il fianco sinistro, ¶ poi con voce interrotta ¶ Tisbe
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devevi giamai ¶ senza me poi morire. ¶ Se fosti discortese
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il mio Fileno, e poi ¶ di questo, che qui
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cento ¶ pria scritte e poi stornate, ¶ e in mille
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oscura, ¶ ombreggiata figura, onde poi tragge ¶ colorite e distinte
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furto istesso ¶ fu tosto poi riconosciuto il ladro, ¶ perché
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qual, s'avien che poi ne resti priva, ¶ sconsolata
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questa invenzion le predicava. ¶ Poi, quando a Silvio Linco
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or son dolente. – ¶ Così poi finalmente ¶ dal vulgo abietto
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Tigre certo esser devi, ¶ poi ch'ala tigre sola
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Laurino ¶ E che diresti poi, ¶ se con ragion gagliarde
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spoglia, ¶ dolcemente invaghisce, e poi col dente ¶ crudelmente ferisce
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Promettere altrui vita, e poi dar morte? ¶ Quest'è
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ad amarti? e perché poi ¶ mi chiami empia e
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pregia, e si stima. ¶ Poi che putrido e guasto
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trovata e goduta, è poi negletta. ¶ Laurino ¶ Un fior
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ma raro in prova, poi, riescono vere. ¶ Quel che
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orno al mirto e poi dal mirto al faggio
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XV ¶ E da che poi dele fredd'ombre sue
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crin rimaser presi.» ¶ XXX ¶ Poi ti scorgea dov'albergava
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e 'n varie guise poi l'ordin comporre ¶ degli
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e di gemme; ¶ ma poi, di gemme in vece
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l'armi, e quanto poi ¶ canta il nostro Filen
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che gliel'uccise. ¶ LXXII ¶ Poi d'una in altra
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sventure mie. ¶ LXXIII ¶ Licida poi, che grand'invidia n
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la vostra. L'invidia poi de vostri detrattori non
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ond'è, ch'ella poi gravida germoglie ¶ herbe, piante
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il mar gli accoglie poi, ¶ e loro dona il
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ardor più degno. ¶ 49 ¶ Lascio poi l'altre sue, ch
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il giorno soletto, e poi sen riede ¶ la sera
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morso, ¶ premere il tergo, poi reggerli il corso. ¶ 86 ¶ A
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e cento Dee. ¶ 98 ¶ Vedi poi più lontano, à l
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un serto ordiro, ¶ vederla poi su l'aureo carro
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si come fue ¶ scoverta poi dal Sol la coppia
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il cuore. ¶ 108 ¶ Non lungi poi lo Dio selvaggio, e