Giacomo Leopardi, Canti, 1837

bende? ¶ Come cadesti o quando ¶ Da tanta altezza in

o i figli accanto ¶ Quando su l'aspro lito

Fia vostra gloria o quando? ¶ Voi, di ch'il

corpi il gelo. ¶ Allor, quando traean l'ultime pene

Ecco da te rimoti, ¶ Quando più bella a noi

etade. ¶ Bennato ingegno, or quando altrui non cale ¶ De

si rallegra il cor quando a tenzone ¶ Scendono i

Scendono i venti, e quando nembi aduna ¶ L'olimpo

corpo esangue e nudo ¶ Quando e' reddia nel conservato

ai dolci sogni invita, ¶ Quando il rozzo paterno acciar

Giove, a tutela? e quando esulta ¶ Per l'aere

aere il nembo, e quando ¶ Il tuon rapido spingi

Indomito scrollando si pompeggia, ¶ Quando nell'alto lato ¶ L

ad altre leggi addisse; ¶ Quando gl'infausti giorni ¶ Virile

immutato raggio ¶ Tacita verserai quando ne' danni ¶ Del servo

giovani prati aura contempli: ¶ Quando le rupi e le

feria ¶ D'inudito fragor; quando gli ameni ¶ Futuri seggi

insueto allor gaudio ravviva ¶ Quando per l'etra liquido

Polveroso de' Noti, e quando il carro, ¶ Grave carro

si offeriva nella notte, quando ¶ Tutto queto parea nell

mi ricercava, ¶ Com'è quando a distesa Olimpo piove

questo a pianger nato ¶ Quando facevi, amor, le prime

amor, le prime prove. ¶ Quando in ispregio ogni piacer

soglia ¶ Evitar non impetro, ¶ Quando muti questi occhi all

Nella mia prima età, quando s'aspetta ¶ Bramosamente il

occorre ¶ Nel tempo giovanil, quando ancor lungo ¶ La speme

stanza il primo albore; ¶ Quando in sul tempo che

guardo traballava il giorno. ¶ Quando colei teneramente affissi ¶ Gli

taciturne piante incoronato. ¶ Ivi, quando il meriggio in ciel

la tacita aurora o quando al sole ¶ Brillano i

al guardo umano, e quando ¶ Scopriva umani aspetti al

bramate e piante. ¶ Or quando al tutto irrigidito e

luna ¶ Commoverammi il cor; quando mi fia ¶ Ogni beltate

Sparsi nel novo stato, ¶ Quando al mio cor gelato

della tua vita mortale, ¶ Quando beltà splendea ¶ Negli occhi

umana e il fato! ¶ Quando sovviemmi di cotanta speme

rimembra, alle mie notti, ¶ Quando fanciullo, nella buia stanza

del mio destino. ¶ E quando pur questa invocata morte

fine ¶ Della sventura mia; quando la terra ¶ Mi fia

giorni ¶ Vezzosi, inenarrabili, allor quando ¶ Al rapito mortal primieramente

sonar, siccome un giorno, ¶ Quando soleva ogni lontano accento

quel lume ¶ Di gioventù, quando spegneali il fato, ¶ E

vento, alla tempesta, e quando avvampa ¶ L'ora, e

avvampa ¶ L'ora, e quando poi gela, ¶ Corre via

mano a mano; ¶ E quando miro in cielo arder

giammai tedio non provi. ¶ Quando tu siedi all'ombra

com'or, la vita? ¶ Quando con tanto amore ¶ L

o cosa nova imprende? ¶ Quando de' mali suoi men

del suo buon tempo, ¶ Quando ai dì della festa

del suo riposo. ¶ Poi quando intorno è spenta ogni

Divien l'umana prole. ¶ Quando novellamente ¶ Nasce nel cor

intorno intorno oscura. ¶ Poi, quando tutto avvolge ¶ La formidabil

circonfusa ¶ D'arcana voluttà; quando tu, dotta ¶ Allettatrice, fervidi

aspetta ¶ Quei sospirati dì, quando per lunghi ¶ Studi fia

Scriva il vecchio prior: quando, per opra ¶ Di possente

solenni ¶ Le risa alzai quando sonava il nome ¶ Della

guerrieri. ¶ Così fatti pensieri ¶ Quando fien, come fur, palesi

è del tutto; e quando miro ¶ Quegli ancor più

d'alloro. ¶ XXXVI ¶ SCHERZO ¶ Quando fanciullo io venni ¶ A

stridea ¶ Sì forte come quando un carbon vivo ¶ Nell