parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «quando»

nautoretestoannoconcordanza
1
1998
Acceleravo ancora di più, quando capivo che il motore
2
1998
dal letto senza gambe, quando restavo per un po
3
1998
spalle, coi capelli. ¶ «Ma quando è successo?» balbettai. ¶ «Oh
4
1998
avevo sempre creduto morto, quando mi fermavo a lavorare
5
1998
sentito odore di cibo, quando passavo qui vicino!» ¶ «Be
6
1998
gabinetto dell’ultimo piano, quando tu eri fuori... ci
7
1998
non erano neanche sufficienti! Quando, per esempio, venivano convocate
8
1998
fabbrica...» ¶ «Ma tutto questo quando è successo? Come fai
9
1998
un lungo discorso. ¶ «E quando, allora?» lo incalzavo un
10
1998
sentivo starnutire di colpo, quando pensavo che non ci
11
1998
che fa l’acqua quando comincia a correrci sopra
12
1998
primo piano, negli uffici, quando scendevo a scorrere ancora
13
1998
li avrai percorsi, chissà quando...» ¶ «Eh, sì!» ¶ «Ma com
14
1998
a domandare il vice quando tornavo nell’auto. ¶ La
15
1998
Le guardavo con meraviglia quando le calzava, se arrivavo
16
1998
donna storceva la bocca quando ci vedeva passare, e
17
1998
dei nostri? Ma chi? Quando? Come fa a sapere
18
1998
seccato che la ricopriva, quando era caduta sul pavimento
19
1998
l’archivio nazionale...» ¶ «Ma quando può essere successo?» ¶ Il
20
1998
di tanto in tanto, quando capivo che stava per
21
1998
provincia?» chiedevo al vice quando ormai avevamo finito di
22
1998
ci hai messo!» esclamavo, quando il vice veniva finalmente
23
1998
a mia madre...» sussurrava quando andavo ad aprirle assonnato
24
1998
venire?» chiedevo al Gagà quando lo intercettavo sotto il
25
1998
a casa?» gli chiedevo quando l’incontravo di sera
26
1998
ho mai detto di quando facevo parte della volante
27
1998
a essere elegante anche quando camminavo col fucile mitragliatore
28
1998
balzare di lato, saltellare, quando lasciavo la casa per
29
1998
fondo d’uovo. Cantava, quando ci andavo sopra coi
30
1998
sentivo la montatura scottare quando poi li inforcavo di
31
1998
dietro la mia spalla, quando la porta veniva di
32
1998
badile!» gridavo al vice quando veniva ad aprire il
33
1998
si scusava la donna quando infine tornava, e mi
34
1998
tutta la tavola tremava, quando la urtava per sbaglio
35
1998
mi chiedeva la donna quando riapparivo. «Mi sembra che
36
1998
ho mai detto di quando ho conosciuto Lenin!» biascicava
37
1998
sopra il cuscino. «Dimmi quando è successo! Com’è
38
1998
appannavano quasi di colpo quando entravo nelle case. Non
39
1998
a domandare di nuovo, quando il Gagà si svegliava
40
1998
inaspettatamente, dopo un po’, quando credevo che ormai si
41
1998
febbre!» constatava la donna quando ritornava, e accendeva di
42
1998
e piangere a lungo quando infine la ritrovava tra
43
1998
fine sopra un cuscino, quando era già un po
44
1998
imbalsamare la sua oca, quando ci fermavamo a dormire
45
1998
messo ad aprire!» protestavo quando infine appariva. ¶ Spingeva un
46
1998
salme con l’elettrolisi, quando venivano a portarci una
47
1998
di lasciapassare. Ci scortavano quando dovevamo raggiungere o attraversare
48
1998
mai di vista! E quando vi sembrerà che ci
49
1998
coscia?” chiedeva mia madre quando mi vedeva sul corpo
50
1998
Persino qui in casa, quando lei era fuori, approfittando
51
1998
colpo, con la testa, quando vedevo che stava per
52
1998
accanto alle sue luci quando già non ci pareva
53
1998
di gesso che cantava, quando ci si arrampicava sopra
54
1998
spiazzo e poi ancora quando entravamo poco per volta
55
1998
zampette penzolare appiccicate sopra, quando venivano distesi di nuovo
56
1998
mormorare un istante dopo. «Quando sarà successo?» ¶ «Sarà stato
57
1998
tettuccio con la mano, quando capivo che l’operaio
58
1998
parti rivitalizzate di zanzare, quando per bilanciarmi dovevo toccare
59
1998
contro il tavolino. Cercavo, quando ormai era troppo tardi
60
1998
in grado di fermarsi quando, per cercare in qualche
61
1998
sotto le mie spalle quando mi giravo. Nell’altro
62
1998
case, non cessavano neppure quando la lingua del cane
63
1998
a causa della colla, quando voleva far penzolare la
64
1998
una nebbiolina di calce quando le facevano cadere dall
65
1998
qua!» sorrise l’uomo, quando arrivammo entrambi al primo
66
1998
di meta della mano, quando occorreva poter cambiare di
67
1998
a sterzare all’improvviso, quando mi pareva che le
68
1998
interno di tenere ginocchia, quando non mi arrestavo in
69
1998
senza tappini, prosciugate. “Chissà quando avranno aperto le finestre
70
1998
che fa la pioggia quando scorre sui vetri e
71
1998
i cambi di mano quando lo stesso disegno veniva
72
1998
un po’ di respirare quando si accendevano altre stelle
73
1998
gran numero, di giorno, quando accendevo le luci all
74
1998
donna, qualche istante dopo, quando telefonavo al servizio informazioni
75
1998
e a sfiorarsi anche quando ero già molto lontano
76
1998
sentito neppure nominare. “Chissà quando saranno esistite?” mi chiedevo
77
1998
un doppio scoppio. “Ma quando finisce questa scala?” ¶ Dovevo
78
1998
bocca, si staccavano veramente quando si passava le dita
79
1998
eppure appaiono incredibilmente gremite quando ci arrivi senza preavviso
80
1998
passare distintamente sul volto, quando attraversavo una dopo l
81
1998
fine una certa resistenza, quando l’aria doveva passare
82
1998
tutto svasato, negli incroci, quando i semafori cambiavano colore
83
1998
dalla testa, nelle curve, quando dovevo girarmi indietro improvvisamente
84
1998
per poterla guardare correndo, quando passavo a fianco di
85
1998
vendere a peso!» «Ma quando è successo?» lo incalzavo
86
1998
tempo è passato da quando hanno preso questo indirizzo
87
1998
dei passanti. Gliela chiedevo quando gli ero ancora alle
88
1998
la testa per cercarmi, quando arrivavo da un punto
89
1998
e anche alla sera, quando accendevo le luci a
90
1998
camion che si allontanava, quando ero ancora a letto
91
1998
è quella?” mi domandavo quando ero ancora lontano. Mi
92
1998
piedi per le scale. ¶ “Quando le avranno messe?” mi
93
1998
parafango posteriore si spaccava, quando la moto s’insaccava
94
1998
di più d’intensità, quando doveva passare attraverso quei
95
1998
quelle interminabili riunioni, chissà quando... L’avranno fatto passare
96
1998
l’interruttore della luce, quando uno starnuto inutilmente represso
97
1998
si scomponeva di nuovo, quando il cieco doveva incastrare
98
1998
Ne scaturivano scintille improvvise, quando andavano a colpirlo di
99
1998
denudata per un istante, quando lo spinotto del microfono
100
1998
del municipio per stabilire quando sarei potuto ragionevolmente scendere
101
1998
baldacchino. ¶ «E dov’era quando lo spinotto si è
102
1998
e i manifesti. Scendevamo quando tutte le finestre erano
103
1998
vedevo sbalzare nel buio quando il cieco cominciava a
104
1998
lenti degli occhiali, anche quando erano già passate da
105
1998
con fragore. ¶ «Stia attento quando cambia la marcia, quando
106
1998
quando cambia la marcia, quando frena!» si raccomandava, perché
107
1998
dai bordi del secchio, quando la macchina era in
108
1998
era in ripresa o quando s’insaccava di colpo
109
1998
Non mi svegliavo neanche quando qualcuno della casa si
110
1998
di lato all’improvviso, quando facevamo il nostro ingresso
111
1998
contro la spina dorsale, quando Sonnolenza doveva manovrare un
112
1998
la punta da incendiare, quando il cieco si risvegliava
113
1998
incandescente, molto tempo dopo, quando la sigaretta si era
114
1998
asfalto sassolini caduti chissà quando e per quale ragione
115
1998
piccola bottega di barbiere, quando avanzava un po’ di
116
1998
a mia volta. Sorridevo, quando da un rapido movimento
117
1998
mi stupivo ogni volta quando riapriva di nuovo la
118
1998
dei finestrini, il parabrezza, quando tutte le teste si
119
1998
e contro il collo, quando Sonnolenza starnutiva di colpo
120
1998
nel suo chewing gum, quando si decideva a passarmelo
121
1998
barba. ¶ Sgranavo gli occhi quando appariva in piedi sul
122
1998
notte, durante le affissioni, quando gli occhi si chiudevano
123
1998
lenti dei miei occhiali, quando la cornice di ferro
124
1998
di sbieco sui marciapiedi quando vedeva il bagliore del
125
1998
Lo sentivo guaire orribilmente, quando qualcuno tirava con forza
126
1998
fragore attraverso la piazza, quando una zampa gli rimaneva
127
1998
per quale ragione domandavo, quando eravamo di nuovo nella
128
1998
all’uscita dei paesi, quando la gente si ritirava
129
1998
acciaio appena messe riverberavano quando il sole ci batteva
130
1998
le più svariate congetture, quando appariva dietro le nubi
131
1998
tanto con la mano, quando dovevo tossire convulsamente per
132
1998
finito, allora?» domandai ancora, quando eravamo di nuovo dentro
133
1998
per riportarlo in piazza, quando è spuntato tutt’a
134
1998
per rientrare in macchina quando sentii dei passi leggeri
135
1998
era ancora al lavoro. Quando è tornata mi ha
136
1998
feste per quel tatuaggio, quando sparisce non trovano più
137
1998
Sei stanca?” mi chiedeva quando eravamo di nuovo a
138
1998
nostra vita futura, di quando ci saremmo sposati, gli
139
1998
gli facevo il bagno, quando eravamo da soli in
140
1998
Noi due soli!» disse quando mi ebbe raggiunto, un
141
1998
Ecco, fermiamoci qui!» disse quando fummo di fuori, contro
142
1998
da quella sedia, da quando è successo. Chissà se
143
1998
balbettava. Impallidiva di colpo quando la vedeva spuntare dalla
144
1998
in costruzione, di sera, quando era già tutto buio
145
1998
di nuovo a sé quando la sarta tirava di
146
1998
estremi della piccola scarpata quando l’ago tornava a
147
1998
perché qualche istante dopo, quando mi accostai a mia
148
1998
andando verso la chiesa “quando una è partita non
149
1998
andare, ad avanzare, anche quando ormai la sua forza
150
1998
ogni cosa da vicino. Quando tornava nel cortile non
151
1998
ci fosse buio pesto, quando ci si doveva alzare
152
1998
priore nella vecchia costruzione. Quando uscivano si spostavano come
153
1998
ondate di piatti o quando sembrava che la giostra
154
1998
luce improvvisi e accecanti, quando i raggi del sole
155
1998
di guardarlo, ogni tanto, quando mi pareva proprio che
156
1998
verso la sala studio, quando il Gatto spalancò di
157
1998
un po’ il passo, quando il suo volto s
158
1998
quelli della cerata precedente, quando sentii bussare due o
159
1998
tutte piene d’occhi, quando mi parve di capire
160
1998
per il Noctem quietam quando mi accorsi che era
161
1998
sempre un po’ meno quando veniva accesa anche la
162
1998
tintinnare al suo interno, quando tornava dagli abbeveratoi. Poi
163
1998
girava dall’altra parte, quando si rimetteva la veste
164
1998
più come chiamarlo, anche quando una voce improvvisa lo
165
1998
porta assieme agli altri, quando una mano mi si
166
1998
tratti ancora più abbaglianti, quando doveva inginocchiarsi, sembrava dovessero
167
1998
s’impigliasse agli angoli, quando dovevo ruotare su me
168
1998
sul ciglio della strada, quando un’auto isolata appariva
169
1998
sorridendo il padre celestino, quando mi vide apparire dentro
170
1998
aprivano e si richiudevano, quando l’auto sbandava gravitando
171
1998
gettano fuori dai finestrini, quando si sentono inseguiti...» ¶ La
172
1998
pacchetto. Rise tra sé, quando ebbe in mano una
173
1998
suo volto cambiava colore, quando i paesi di frontiera
174
1998
possa fare davvero resistenza? Quando, per esempio, scendiamo in
175
1998
di plastica dell’auto, quando bisognava avanzare piano e
176
1998
la cornice. ¶ «E anche quando potrebbe sembrare davvero finita
177
1998
mai a trovarli e quando li trovi sono diventati
178
1998
giorno e di notte, quando tutto è deserto e
179
1998
e la scintilla, come quando si corre e non
180
1998
arco perfetto nell’oscurità, quando rigiravo appena la sigaretta
181
1998
tenda nella stanza vicino, quando arrivavo a sera inoltrata
182
1998
e in ogni snodo, quando non c’era più
183
1998
rivedevo attaccata al muro quando tornavo a passare a
184
1998
una parte all’altra quando per il sonno mi
185
1998
cartelli indicatori, come sempre quando tutti al loro interno
186
1998
sottilissimo strato di ghiaccio quando avvistavano un fiocco di
187
1998
uno di quei box, quando verrà sollevata la saracinesca
188
1998
palchetto. “Posso sempre iniziare quando voglio...” mi dissi girando
189
1998
comizio come questo... Poi, quando ha fatto quella lunghissima
190
1998
istante, arrestarsi di colpo quando lei levava il braccio
191
1998
girare con i giornali quando lei tiene i comizi
192
1998
più molli, come sempre quando dall’altra parte qualcuno
193
1998
visto sul suo fondo, quando gli era arrivato all
194
1998
un istante di sgorgare, quando qualcuno pestava la canna
195
1998
le ante a fisarmonica, quando sentii muoversi la maniglia
196
1998
intercettarlo. Mandava rapidissimi bagliori, quando la Pesca spostava un
197
1998
era possibile salirci perché, quando arrivai all’imbocco del
198
1998
appena tornato nel cortile quando sentii di nuovo gridare
199
1998
alzò da sedere neanche quando, poco tempo dopo, richiamato
200
1998
enormemente verso l’alto quando Turchina si arrovesciava per
201
1998
a restare sollevato anche quando mi venivano meno di
202
1998
incontrario perché subito dopo, quando il Nervo lanciò un
203
1998
istante prima di sparire, quando la gocciolina incendiata non
204
1998
benzina con la tanica, quando gli passavano a poca
205
1998
capelli e sulle spalle, quando il fuoco lambiva le
206
1998
per allontanarmi dalla massa quando si levò un grido
207
1998
camminavo più in fretta quando passavo sotto la stanza
208
1998
volta sterzare all’improvviso, quando arrivavo al limite di
209
1998
poco distante dalla montagnola quando mi parve di scorgere
210
1998
dei vialetti della montagnola. Quando infine riuscii a sterzare
211
1998
continuare a divincolarsi anche quando erano già del tutto
212
1998
dal pedale. E solo quando riuscii a sganciare le
213
1998
di ferro della ruota. ¶ Quando infine la bicicletta si
214
1998
un po’ più scure, quando rovesciava un’ultima zolla
215
1998
tutte le mie cose quando la porta si aprì
216
1998
pochi, stavo ancora contando quando batteva già l’ora
217
1998
solamente pochi istanti, ma quando mi svegliai ero già
218
1998
sotto le coperte, perché quando infine mi svegliai ero
219
1998
nuovo gli occhi, forse. Quando li riaprii doveva essere
220
1998
altro lato della camerata, quando mi parve che qualcuno
221
1998
nuovo come un sasso. ¶ Quando riuscii a guardare ancora
222
1998
immobile e in penombra quando un leggero brusio era
223
1998
nuovo verso il Gatto, quando qualcosa mi fece arrestare
224
1998
forza contro la parete. Quando mi svegliavo la camerata
225
1998
due file di letti, quando non c’era più
226
1998
fossero passati molti giorni quando mi svegliavo di nuovo
227
1998
più nel tardo pomeriggio, quando la camerata era così
228
1998
Non mi ero svegliato quando si erano alzati tutti
229
1998
tapparelle con fragore, neppure quando avevano aperto e richiuso
230
1998
stentavano a rientrare, neppure quando avevano fatto scattare i
231
1998
che intravedevo già deserta, quando mi ricordai all’improvviso
232
1998
istante di svenire, anche quando tutto il mio corpo
233
1998
ferma per un po’, quando le due correnti d
234
1998
latte che scottava ancora, quando la bocca si doveva
235
1998
pesantemente sul pavimento, come quando cadeva ai piedi dell
236
1998
entrambi a bocca chiusa quando la pallina riprendeva di
237
1998
discorso cadesse all’improvviso quando un mio spostamento involontario
238
1998
tempo, erano quasi neri quando li ritirava, le cellette
239
1998
da basso di Gesù. Quando i personaggi si accavallavano
240
1998
fuori persino dalla pisside, quando il priore estraeva una
241
1998
lo specchio questa volta, quando la vidi fermarsi accanto
242
1998
sorreggerli, li sentivo crepitare quando la Pesca doveva inclinare
243
1998
giro lentissimo nel parco. Quando tornai di nuovo in
244
1998
piano, chiudendo gli occhi quando dovevo strapparla dalla carne
245
1998
rimasto nella carne da quando mi erano stati tolti
246
1998
uno sbadiglio. A volte, quando l’Albino oltrepassava una
247
1998
vorrebbe assumere il fuoco quando devasta in perfetto silenzio
248
1998
segnava nervosamente col dito, quando le sue parole non
249
1998
niente fosse dall’esterno. ¶ Quando uscii di nuovo dalla
250
1998
si dilatava a dismisura quando facevo scattare la dinamo
251
1998
Pesca, perché poco dopo, quando tornai in cortile per
252
1998
due dita nel pentolino, quando sentii che la maniglia
253
1998
secco e più ostinato. ¶ Quando l’intera striscia di
254
1998
fitti verso la radice. ¶ Quando arrivai alla fine di
255
1998
gran numero di ospiti quando l’avevo attraversata, immobili
256
1998
che ti aspetto!» bisbigliò quando arrivai in cima alla
257
1998
a colpi di pollice, quando la calce era ancora
258
1998
giro su me stesso. Quando tornai a guardare verso
259
1998
libero sul materasso inconsistente quando bisognava scansare all’ultimo
260
1998
zona lontana dei cuscini, quando la torcia della Pesca
261
1998
contro la testiera, sospirava. ¶ Quando aprii di nuovo gli
262
1998
dalla scaletta esterna. Soltanto quando arrivai al centro del
263
1998
entrare a vestirmi ma, quando ci fui di fronte
264
1998
notte precedente, mi dicevo, quando mi era parso di
265
1998
punto diverso del cortile quando un coro di esclamazioni
266
1998
con grande animazione, da quando a qualcuno era parso
267
1998
nelle gabbie dei conigli, quando un nuovo vociare gli
268
1998
per i colpi, ma quando il Nervo e Lenìn
269
1998
col passare del tempo, quando la luce colpiva il
270
1998
nello spazio, e anche quando si spostavano per la
271
1998
si scambiavano di posto quando qualcuno dei commensali si
272
1998
non si scomponevano neppure quando risate improvvise e fragorose
273
1998
intelaiature senza stucco, neppure quando a qualcuno dei commensali
274
1998
di più gli occhi, quando si chinava per disporre
275
1998
una ciliegia perfettamente nera, quando lo Ziò cominciò a
276
1998
che qualcuno aveva accantonato. ¶ Quando infine balzò fuori accaldata
277
1998
terra da ogni lato quando Bortolana li spostava con
278
1998
lontano del cortile. Anche quando cominciò a salire la
279
1998
scala sbattendo sui gradini, quando la Dirce era già
280
1998
da una parte, anche quando il padre priore cominciò
281
1998
nulla mentre camminava. Ma quando la Dea spalancò la
282
1998
il peso delle teste. ¶ Quando scendemmo di nuovo nella
283
1998
mi chiedevo senza fiatare. ¶ Quando ritornarono infine giù in
284
1998
inclinato da una parte. ¶ Quando il cortile tornò a
285
1998
e della fronte. ¶ Solo quando la Pesca si allontanò
286
1998
riuscivo a vederla anche quando si trovava altrove. Continuava
287
1998
invisibili punti del parco, quando i ricci si spaccavano
288
1998
di mattoni. S’incattiviva, quando incontrava una resistenza più
289
1998
e sorgevano accanite discussioni quando una briciola si staccava
290
1998
Ci restava per ore. Quando ne usciva lo vedevo
291
1998
volte con il comodino, quando il cassetto di lamiera
292
1998
col palmo della mano. Quando arrivava il cambio della
293
1998
un fremito d’indignazione quando coglieva qualche difetto di
294
1998
spegnesse tra le labbra. Quando infine si ricordava di
295
1998
due file d’inginocchiatoi, quando uno di essi attirò
296
1998
inginocchiatoio aperto...» bisbigliò sollevato quando mi fu vicino, a
297
1998
pulsasse. ¶ Molto tempo dopo, quando ormai non ci pensavo
298
1998
Lo verificavo fin da quando si spalancava la porta
299
1998
le mani. E ancora quando qualcuno, sopraffatto da quel
300
1998
scheggia dello specchio, come quando ci si trova in
301
1998
questi linguaggi paralleli, come quando, facendo tintinnare per sbaglio
302
1998
continuo dei catalizzatori, come quando il perfetto silenzio di
303
1998
proprio durante le preghiere, quando le parole si sovrapponevano
304
1998
le dita, a volte, quando mi sembrava di essere
305
1998
all’interno delle bocche. Quando il priore ritornò finalmente
306
1998
verso le lunghe tavolate, quando qualcosa mi fece arrestare
307
1998
di fronte al finestrone quando un grande fragore si
308
1998
di giri e, proprio quando era al massimo del
309
1998
all’altezza della fronte, quando non riceveva alcuna parola
310
1998
porto a Ducale!» disse, quando mi vide entrare. ¶ Il
311
1998
tendeva ancora di più, quando doveva abbassare di molto
312
1998
sull’alto sedile posteriore, quando il padre priore mi
313
1998
scintille levarsi dal basso, quando le mie ginocchia toccavano
314
1998
stava diventando trasparente, come quando sta per albeggiare. Ero
315
1998
muro senza opporre resistenza, quando dovevo afferrarlo con la
316
1998
impigliasse sotto i tacchi, quando dovevo posare i piedi
317
1998
preghiere tra le mani, quando un colpo di clacson
318
1998
schegge nell’aria trasparente. Quando fu vicino alla serra
319
1998
tornando verso la ghiacciaia quando un nuovo rumore d
320
1998
le loro risate amplificate, quando qualcuna delle ospiti simulava
321
1998
ruotavano attorno ai tronchi quando chi li stava trasportando
322
1998
viali, sollevando i piedi quando dovevo saltare qualche filo
323
1998
volti erano in fiamme quando sbucavano infine dalla parte
324
1998
sul tetto della grotta, quando la Pesca mi apparve
325
1998
le braccia tanto forte, quando eravamo nella grotta, eppure
326
1998
la rete della gabbia, quando la moto passava troppo
327
1998
una fabbrica di ceri. Quando ebbe finito anche il
328
1998
un po’ di cenere, quando Bortolana ebbe finito. Aveva
329
1998
attorno alla ciotola, da quando avevo improvvisamente capito che
330
1998
persino un po’ aggrottato, quando lo Ziò ricaricava il
331
1998
per un istante sbalordito, quando mi capitava di individuare
332
1998
macchia sopra la tovaglia, quando allungavo le braccia verso
333
1998
fosse interrotto all’improvviso, quando mi ero affacciato senza
334
1998
con un soffio. Rabbrividivo, quando la mia testa scendeva
335
1998
inaspettatamente qua e là, quando lo Ziò sbagliava la
336
1998
la mano. Potevo intercettarlo quando si connetteva con il
337
1998
il pomo d’Adamo quando deglutivo. Poi, passando attraverso
338
1998
appiccicati tra loro da quando avevano stretto la grande
339
1998
che pulsavano nel pugno, quando l’intensità della meditazione
340
1998
mi pareva di riaddormentarmi quando li riaprivo e di
341
1998
riaprivo e di svegliarmi quando invece li richiudevo. Guardavo
342
1998
Il cancello si spalancò. Quando tutti i parenti furono
343
1998
il servizio della messa, quando occorreva rispondere liturgicamente al
344
1998
succede di mattina presto quando lo si guarda attraverso
345
1998
della cena, in refettorio, quando arrivava il mio turno
346
1998
senza emettere alcun suono, quando era il mio turno
347
1998
giostra. Al suo interno, quando l’apertura cominciava a
348
1998
sua faccia ossuta sorridesse, quando mi sorprendeva a compiere
349
1998
la cena, in refettorio, quando finalmente ci raggiunse, l
350
1998
molle con due manici. Quando fu in cima alle
351
1998
pulsare distintamente nel pugno. ¶ Quando non c’era ancora
352
1998
lungo. Brillavano tutti gelati quando il sole li illuminava
353
1998
lineamenti improvvisamente diversi, ingigantiti. ¶ Quando venne il mio turno
354
1998
contestazioni molto accese, soprattutto quando il collare conteso era
355
1998
l’orario del silenzio. ¶ Quando fummo in cima, e
356
1998
lontano, come due ruote quando si sfiorano girando a
357
1998
le vesti, che svolazzavano quando rotolavano e si capovolgevano
358
1998
più furiosamente ancora, da quando il padre priore era
359
1998
da un sonno leggero quando, aprendo gli occhi, vidi
360
1998
in quelle messe solenni quando tutte le candele ardevano
361
1998
la sua maggiore agilità, quando la porta della chiesa
362
1998
Ma un istante dopo, quando tornavo a inginocchiarmi, nessun
363
1998
teste erano in fiamme quando, resistendo al dolore della
364
1998
a pulsare incontrollabilmente, da quando avevo capito che si
365
1998
rovesciato, la prima volta, quando ho inviato sulla terra
366
1998
ognuna sulla sua candela. Quando la messa era cantata
367
1998
chierica si spalancava nuda quando colpiva il pallone con
368
1998
aria coi suoi fischi, quando sorgevano contese teoricamente irrisolvibili
369
1998
dove si estendesse, e quando il pallone ci fosse
370
1998
il priore doveva intervenire quando nascevano teologiche contese in
371
1998
schettini ai piedi ma, quando ancora lo faceva, si
372
1998
mani. ¶ Nella sala studio, quando mi vedeva sollevare il
373
1998
riportarsi al punto giusto. Quando scendevo i gradini dell
374
1998
erano coperti dalla veste. Quando era in cima, girava
375
1998
pareva di sentire distintamente quando si frantumavano nell’aria
376
1998
espressione del suo volto, quando mi capitava di passargli
377
1998
vista che a volte, quando non c’era nessun
378
1998
forte, a lacrimare. Anche quando si alzava dal suo
379
1998
sera e della notte, quando il lampione era già
380
1998
capitare che avvenisse anche quando l’uomo con gli
381
1998
già per prendere sonno quando i miei occhi socchiusi
382
1998
interrompeva e poi ricominciava quando meno me lo aspettavo
383
1998
neppure della mia presenza, quando gli capitava di passarmi
384
1998
colpo particolarmente fortunato, colpendola quando non si poteva più
385
1998
si potevano distinguere ancora quando il fuoco era acceso
386
1998
tardo pomeriggio, verso sera, quando il professore mi lasciava
387
1998
larghi degli altri, esagerati. Quando infine balzavo nel parco
388
1998
boccuccia senza denti, biascicava quando la camerierina lo cominciava
389
1998
carezza sopra la testolina, quando aveva finito di mangiare
390
1998
spioncino, molto tempo dopo, quando aprivano la porta della
391
1998
contro la mia testa, quando il camino rimaneva acceso
392
1998
con la testa puntata, quando la stanza tornò di
393
1998
di lato, tutta appiccicata, quando Anastasia faceva infine un
394
1998
le luci dello spazio, quando arrovesciava la testa per
395
1998
un armadio, una cornice, quando qualcuno si fermava a
396
1998
rosetta, stava tutta avvitata, quando ci girava contro con
397
1998
sentiva bussare alla porticina, quando Benno ci mandava improvvisamente
398
1998
lingua rallentasse un istante, quando lui guardava verso il
399
1998
la porta della sala, quando i movimenti di folla
400
1998
Ecco...» diceva la donna quando eravamo già in cucina
401
1998
Correva nell’altra stanza, quando sembrava che il rantolo
402
1998
impedirsi di fare luce quando poggiavo il palmo della
403
1998
fanno sempre le porte quando vengono riaperte di nuovo
404
1998
gridavo quasi alla donna quando ritornava. ¶ La vedevo allarmarsi
405
1998
sei pronto?» gli chiesi quando lo vidi riapparire di
406
1998
in un paese, vedrò quando poi mi sveglio dove
407
1998
vede nessuno in paese, quando parti...» ¶ Lo guardavo senza
408
1998
sbarrati verso lo specchietto, quando i fari di un
409
1998
fatica a riconoscerlo bene quando ritornava. Sentivo la chiave
410
1998
Non lo sentivo neppure quando ritornava. ¶ «Sei venuto, stanotte
411
1998
dal volto, dai capelli, quando passava vicino alla tendina
412
1998
dal muro di cinta, quando vanno con la testa
413
1998
questa volta?” le domando quando mi arriva in mano
414
1998
a cucirla di nuovo, quando è estate e le
415
1998
calce scintillare sul muro, quando passavo e poi ripassavo
416
1998
disegno leggero delle mattonelle, quando la sua lucina arrivava
417
1998
posizione senza neanche svegliarsi, quando il nuovo venuto si
418
1998
mia striscia di gomma quando ritornava, mi passava quasi
419
1998
sua striscia di gomma, quando la luce di quel
420
1998
già ora di pranzo quando mi svegliavo di nuovo
421
1998
da me, nel paese, quando provavo a uscire di
422
1998
che fanno le mentine quando vanno a sbattere infinitamente
423
1998
neppure accorto, ieri sera, quando sono entrato dall’altra
424
1998
luce, molto tempo dopo, quando doveva essere giorno già
425
1998
la corriera, nel tornare, quando stavano tutte messe di
426
1998
che fanno i denti quando sbattono sul filo di
427
1998
di che colore sono quando viaggiano tutte scoppiate, controluce
428
1998
le portano a fare, quando è notte e si
429
1998
imperversare... Sbalzano un po’, quando le centra improvvisamente un
430
1998
strette e bloccate che quando se lo stacca di
431
1998
di grasso incendiate, trasognate, quando gli altri si cucinavano
432
1998
dita slittavano sulle maniglie, quando dovevo aprire le porte
433
1998
era sempre chi arrivava quando le brande erano già
434
1998
più calda, più caramellata, quando i barattoli cominciavano a
435
1998
farfalle roventi, di lamiera, quando salivo coi piedi su
436
1998
lungo, distintamente, nel fragore, quando vedeva scendere dall’alto
437
1998
sì, mi ricordo... ma quando è successo tutto questo
438
1998
piumanti, in qualche pensioncina, quando vedo che si ferma
439
1998
bavetta che lasciano andare quando sono già lì da
440
1998
questo posto?” mi chiedo quando sono già a letto
441
1998
colpo, mi addormento...» ¶ Spuntava quando meno me lo aspettavo
442
1998
vedevo sollevarsi di colpo quando doveva rispondere al saluto
443
1998
arrossisse ogni volta, anche quando eravamo già molto vicini
444
1998
a un caseggiato, proprio quando stavo per terminare il
445
1998
sospirare al mio fianco, quando veniva dal cruscotto la
446
1998
qui!» li sentivo gridare quando slittavo in una direzione
447
1998
il respiro, e sospirare quando qualcuno riusciva ad agganciare
448
1998
schizzare ancora più avanti quando chi infine la riprendeva
449
1998
folla ci scivolava sopra, quando la mela schizzava via
450
1998
ricordo più dove e quando...» dissi muovendo un passo
451
1998
fare rumore dalle cime, quando si levava di colpo
452
1998
attaccarsi alle mie lenti, quando ci schizzava contro un
453
1998
continuavo a vedere ingigantite quando il furgone ripartiva. Coglievo
454
1998
abbarbicavano con le zampe, quando il furgone ricominciava ad
455
1998
pieghe delle lenzuola scricchiolare quando ci distendevo dentro le
456
1998
le dita dei piedi, quando mi giravo di colpo
457
1998
ci si potrebbe aspettare, quando si richiude, anche a
458
1998
seduto di fronte sonnecchiare, quando alzavo improvvisamente la testa
459
1998
tengono in braccio anche quando viaggiano in metropolitana e
460
1998
i piani più alti, quando l’aliante ricomincia lentamente
461
1998
all’improvviso in avanti quando scendo di nuovo in
462
1998
le loro testine puntate, quando si gettano giù dai
463
1998
cominciava a sgorgare “... e quando arriva è ancora tutta
464
1998
ricami delle loro radici, quando le sollevava nell’aria
465
1998
anche più in là, quando il telefono era fuori
466
1998
arrivava dal vicino stradone quando qualcosa mi faceva girare
467
1998
la carne col fon, quando ha fretta...» ¶ Si girò
468
1998
suo ufficio, in poltrona, quando passo come sempre a
469
1998
chiamarmi nel tardo pomeriggio, quando la casa editrice si
470
1998
detersivo sfaldati, tutti ricamati, quando si alzava di colpo
471
1998
blu vicino alle torri, quando uscivo dopo la cena
472
1998
le sue grosse labbra, quando chiudeva la bocca passando
473
1998
continuava a sentire anche quando ero già molto lontano
474
1998
forse mi saluta davvero quando mi vede passare, mi
475
1998
faceva andare in frantumi quando li gettava indietro di
476
1998
ogni tanto un hamburger, quando potevo, qui vicino... mi
477
1998
servirmi, arrossisco ogni volta quando me lo trovo in
478
1998
dalla cornetta staccata, anche quando ero già fuori dalla
479
1998
percepiva quasi più niente quando avevo fatto soltanto pochi
480
1998
prima cosa che chiede quando ritorna» riprendeva a dire
481
1998
sono arrivato!” mi accorgevo quando cominciavo a riconoscere poco
482
1998
farlo con grande ritardo, quando avevo richiuso già gli
483
1998
notte alle edicole chiuse, quando se ne va per
484
1998
senza volere di bocca, quando un po’ d’aria
485
1998
dimenticava mai di salutarmi, quando camminavo vicino a quell
486
1998
non si scuotono neanche quando la macchina parte, si
487
1998
sue ciglia tutte bagnate, quando mi porto il suo
488
1998
fioritura di lentiggini nuove, quando lei appare in casa
489
1998
quali parole mi accoglie quando corro nel suo ufficio
490
1998
tutto questo caos?» ¶ “E quando tutt’intorno alla lingua
491
1998
melma in volo... ¶ E quando non ci saranno più
492
1998
e neppure le torri, quando non ci sarà più
493
1998
Lo trovo bianco, stremato, quando lo raggiungo nel suo
494
1998
tutt’intorno la veste, quando gli vado improvvisamente vicino
495
1998
in fondo alle scale, quando me ne andavo, la
496
1998
nel suo golfino felpato, quando la stagione cambiava, ritornava
497
1998
casi?» mi rispondeva avvampando «quando si era già perfettamente
498
1998
versolini che escono fuori quando ci si getta di
499
1998
giù per le scale, quando tornavo la volta dopo
500
1998
un istante dopo avvampare, quando provavo ad alzare la