parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «quando»

nautoretestoannoconcordanza
1
1950
degli anni, e poi quando si trasloca restano gusci
2
1950
di tuo, che anche quando non ci sei resta
3
1950
tengo d’occhio e quando posso ci scappo da
4
1950
piede sulle passerelle. Da quando, ragazzo, al cancello della
5
1950
ero andato dalla valle quando appena cominciavo a saperlo
6
1950
alla morte del padre. Quando gli raccontai dov’ero
7
1950
ancora su queste colline. Quando giravo con la musica
8
1950
America – quanti anni fa? – quando ancora non pensavo a
9
1950
non pensavo a tornare, quando avevo mollato la squadra
10
1950
mese di fame e, quando uscii di prigione, ero
11
1950
mi piaceva piú da quando lavorava con me nel
12
1950
Nizza l’anno prima, quando erano venute le bande
13
1950
amico e gli chiesi quando tornava a Bubbio. ¶ – Anche
14
1950
è come nel fumare, quando si smette bisogna smettere
15
1950
Trangugiò la saliva. Da quando ci eravamo rivisti non
16
1950
ma dovevano muoversi nel ’45 quando il ferro era caldo
17
1950
giovanotti venuti al mondo quando noi non avevamo vent
18
1950
avesse fatto a noi quando andavamo nella riva, – gli
19
1950
E piú mi piace quando andiamo nei beni, quando
20
1950
quando andiamo nei beni, quando traversiamo un’aia, visitiamo
21
1950
mi guardò circospetto, e quando Nuto gli disse ridendo
22
1950
il filo di ferro. ¶ Quando sporsi la testa dagli
23
1950
ch’era morta Mentina, quando stavano ancora all’Orto
24
1950
caso a tredici anni, quando Padrino era andato a
25
1950
era stato sul carro quando il Pa era andato
26
1950
in pastura. D’inverno quando non passavano piú i
27
1950
cose che volevo e quando poi riaprivo gli occhi
28
1950
stato sottoterra due inverni… ¶ Quando franammo tra le foglie
29
1950
casa ci avevano lavorato? Quando ci stavo io, c
30
1950
non disse niente. Borbottò. Quando parlai dei partigiani e
31
1950
Non si voltò nemmeno quando fu in cima. Mi
32
1950
i padroni delle cascine, quando avevano venduta l’uva
33
1950
si rifece tranquillo e quando, nel brusío delle mosche
34
1950
che da ragazzo, anche quando facevo correre la capra
35
1950
facevo correre la capra, quando d’inverno rompevo con
36
1950
un padrone di cascine, quando partiva sul biroccio per
37
1950
tapino mi aveva capito. Quando mi alzai mi pregò
38
1950
ci stesse volentieri. Certo, quando gli raccontavo cos’è
39
1950
che suonavano a Canelli quando c’era la guerra
40
1950
che mi ricordo. ¶ Nuto, quando gli dissi quel che
41
1950
discorso piú vecchio, di quando eravamo ragazzi, lo lasciava
42
1950
le labbra, e soltanto quando gli raccontai di quella
43
1950
tina la devi lavare quando la luna è giovane
44
1950
sentivano le donne urlare quando il Valino si toglieva
45
1950
fumavo, fumavo, per calmarmi. Quando fu buio, proprio buio
46
1950
messa su queste strade quando ancora le strade non
47
1950
avevo tanto aspettato, ma quando il buio ricadde e
48
1950
requisiva le coperte? – E quando è bruciato il deposito
49
1950
a far la guerra… Quando penso che tanti… ¶ Insomma
50
1950
pensare che da ragazzo quando la Virgilia ci portava
51
1950
dissi. – E le ragazze? Quando ci penso, mi gira
52
1950
che lei… Ti ricordi quando Irene e Silvia non
53
1950
tornar solo in trattoria quando qualcuno ti ha piantato
54
1950
Le sere d’estate quando stavamo seduti sotto il
55
1950
nostri nonni… si vedrà quando toccherà a voi». A
56
1950
uscivano col parasole e quando stavano in casa li
57
1950
era l’ultimo, e quando andavo per la vigna
58
1950
e Padrino – e io, quando venne il carretto per
59
1950
suoi marenghi. In primavera, quando spargemmo il letame, conducevo
60
1950
a bagnare l’orto. Quando correva la giornata dei
61
1950
sor Matteo; raccontavano di quando era stato soldato in
62
1950
voleva per quel prato. Quando il massaro gli portava
63
1950
nipote del massaro e quando di sopra avevano qualcuno
64
1950
facevamo tra noi ragazzi quando andavamo a nasconderci tra
65
1950
giorni di quelle canicole, quando Cirino mi mandava per
66
1950
sempre tesa, di Cinto quando lo trovavo sulla strada
67
1950
non si salva nessuno. ¶ Quando fummo al casotto uscí
68
1950
borbottò, – non glielo dico… ¶ Quando poi se ne fu
69
1950
la prima volta fosse quando non ci stavo ancora
70
1950
c’era Nuto, e quando Cirino e la Serafina
71
1950
forati, da gatto, e quando aveva detto una cosa
72
1950
gli diceva: – Voglio vedere quando andrai soldato tu, che
73
1950
si va dappertutto, e quando la ferrata finisce cominciano
74
1950
questo? – dissi a Nuto, quando l’ebbi capita. ¶ – Sarebbe
75
1950
Nuto venne un momento, quando avevo già sedici diciassette
76
1950
Avevano almeno vent’anni. Quando passavano col parasole, io
77
1950
troppo alte sul ramo. Quando venivano a vendemmiare con
78
1950
diversi, e già allora quando sentiva che volevano suonarle
79
1950
cominciai a raccontargli di quando in California circolavo in
80
1950
come quelle di Canelli. ¶ Quando la Mora tornò a
81
1950
orecchio del coniglio. Ma quando entrava al mattino e
82
1950
aveva tenuto il sellino. ¶ Quando sentivo il pianoforte, io
83
1950
mi pigliassero in giro quando parlavo. Io la guardavo
84
1950
Allora voleva sapere se quando andavo in licenza al
85
1950
dicevo «non si sa». ¶ Quando divenne la mia ragazza
86
1950
cose ci pensavo soltanto quando avevo in braccio una
87
1950
potevo servirle non so; quando le chiedevo perché veniva
88
1950
e fu lei che, quando abolirono la legge, mi
89
1950
dai suoi. Le chiesi quando partiva. – Anche domani. Any
90
1950
visti l’anno prima, quando Irene e la signora
91
1950
che tanto tempo fa, quando la vecchia non c
92
1950
ridevano insieme e adesso, quando Santina arrivava, toccava all
93
1950
di casa sua, di quando andava a suonare l
94
1950
continuò il sor Matteo, – quando siano ben allevate, le
95
1950
per lo stradone, e quando ripassavano sotto i tigli
96
1950
scherzava, ribatteva coi due. Quando ripassavano, nell’odore dei
97
1950
aveva già due, e quando fossi un po’ cresciuto
98
1950
dieci anni, nell’inverno quando morí la Virgilia, seppi
99
1950
bastardi dell’ospedale. Prima, quando correndo a scuola gli
100
1950
ragazze. ¶ L’altr’anno, quando tornai la prima volta
101
1950
neri di Silvia, ma quando si mordeva le dita
102
1950
per non sfigurare. ¶ Ma quando a mezzanotte entrai fra
103
1950
ai platani un pezzo. Quando fui stufo di ascoltare
104
1950
state accompagnate da qualcuno. ¶ Quando fui fuori rimpiangevo di
105
1950
smesso proprio nell’estate quando diventava piú bello, e
106
1950
con qualcuno. Piuttosto Santina, quando sarebbe cresciuta, dicevano tutti
107
1950
come la sorella, ma quando da due giorni non
108
1950
là guardava la strada. Quando partiva col parasole verso
109
1950
le mani sulla tastiera. Quando Irene andava in visita
110
1950
serva nel Nido. Ma quando mi guardavo intorno nei
111
1950
di Silvia andava avanti. Quando non era disperata, incagnita
112
1950
con Matteo. Quel settembre quando ci mettemmo a vendemmiare
113
1950
capelli negli occhi, e quando scendeva il sentiero guardavo
114
1950
America si faceva cosí – quando eri stufo di una
115
1950
cosa avevano fatto; adesso, quando eravamo alla casa del
116
1950
basta una parola sentita quando si è ragazzi, anche
117
1950
porta aspettava, tutto nero. Quando l’aveva visto col
118
1950
chiaro come di giorno. Quando Cinto non aveva piú
119
1950
zappe e delle vanghe, quando la brace fosse spenta
120
1950
venuto a benedirla. Perché, quando in gennaio finalmente uscí
121
1950
Fatto sta che Matteo, quando lei nella bella stagione
122
1950
sapeva già di valere, quando si metteva dietro la
123
1950
Nuto aveva davvero ragione quando diceva che vivere in
124
1950
se la ride, ma, quando Irene si metteva al
125
1950
trovategli un padre –. Ma quando fece per alzarsi e
126
1950
con la bocca storta. ¶ Quando il sor Matteo uscí
127
1950
non era ancora morto. Quando poi uscí sul terrazzo
128
1950
venuto al Buon Consiglio. Quando attaccammo la salita, io
129
1950
come una mora, e quando lui ebbe sorbito gli
130
1950
bestemmiare, poi gridò evviva quando un altro cavallo perse
131
1950
poi di nuovo bestemmiò quando Laiolo alzò la testa
132
1950
ne sono morti da quando sei partito dalla Mora
133
1950
veniva a ballare soltanto quando suonavo io. Era viva
134
1950
giravo appena la testa quando un uccello o un
135
1950
tempo, raccontò Nuto, che, quando lui passava a Canelli
136
1950
ti voltavi nelle vetrine quando passavo. Eppure hai conosciuto
137
1950
sentire guardando in terra. Quando parlò disse soltanto: – Torna
138
1950
non ne aveva bisogno. Quando ci fu il rastrellamento
139
1950
chiaro da estate, e quando i partigiani l’avevano