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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «quel»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
il suo coraggio; da quel giorno non dormì più
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1956
mare», pensò, e vide quel bastimento che si allontanava
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1956
questi bei lavori? – chiese quel Re. ¶ – Una mia figlia
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1956
in viaggio, entrò in quel bosco, salì su quell
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1956
marito. Ma pensando a quel che aveva fatto, le
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1956
per far sì che quel bel Re, invece della
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1956
galleggiava leggero leggero, con quel rumore di abbaio. Quando
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1956
rumore di abbaio. Quando quel qualcosa gli fu più
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1956
terremo con noi. ¶ In quel momento, la bruttaccia maledetta
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1956
A casa del marinaio quel giorno si fece un
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1956
alle sorelle, e per quel giorno si sfamarono con
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1956
strada. Ed ecco che quel cane corse addosso anche
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1956
tutto alle sorelle. Anche quel giorno bisognò che facessero
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1956
strada, le andò addosso quel cane, ruppe il fiasco
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1956
metterei a tavola!» ¶ In quel momento sentì passare un
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1956
vado a letto, sarà quel che sarà! ¶ Le aveva
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1956
una cert’ora passerà quel giovane e ti dirà
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1956
mai più. ¶ E in quel momento il cassone si
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1956
finché non capitò in quel prato e trovò la
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1956
c’ero. Ero dentro quel popone grosso grosso. ¶ – Ah
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1956
Lo porto là in quel bosco, lo lascio solo
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1956
figlia in sposa. ¶ In quel paese ci stava un
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1956
tre figli, e tutto quel che possedeva era un
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1956
figlio mio? ¶ E lui: – Quel che mi pare. ¶ E
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1956
la barca, quando passò quel vecchietto e disse: – Che
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1956
figliolo? ¶ E lui: – Faccio quel che mi garba. ¶ E
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i ferri. Chissà che quel che non è riuscito
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1956
dei tesori e tutto quel che c’è in
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1956
cambio e pensò: «A quel fifone del napoletano è
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1956
po’ di dove veniva quel gigante». E si cacciò
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1956
po’ se è vero quel che stavano a dire
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1956
loro di entrare, che quel che diceva l’insegna
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1956
so mai niente di quel che succede. ¶ – Che volete
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1956
a vederlo vestito in quel modo restarono a bocca
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1956
il Re entrando in quel momento con la Principessa
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1956
si informarono di tutto quel che era successo. ¶ – Per
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1956
Che hai da guardare quel ritratto? ¶ – Maestà, questo ritratto
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1956
donna che somigli a quel ritratto e non l
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1956
sentite papere cantare a quel modo. La sera, nel
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1956
la notte avevano fatto quel verso. Il Re, dapprima
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1956
vuoi vedere, figlio mio, quel ritratto? ¶ – Ditegli che lo
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1956
andò a riferire, e quel povero padre a supplicarla
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1956
casa dove c’era quel ragazzo moribondo. – Quando quest
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1956
capelli anche lei con quel sangue della marmitta, ripete
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1956
bacchettina del comando. Chiedi quel che vuoi a lei
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1956
suo c’era cresciuto quel bel palazzo mai visto
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1956
essere mia moglie! ¶ A quel brutto discorso, Maria scappò
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1956
ragione per non fare quel che vuol lui. ¶ Il
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1956
ci vivono, e da quel giorno il Re non
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1956
solo, in mezzo a quel popolo incivile, su un
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1956
passò molti anni in quel Regno ed ebbe tre
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1956
Dal momento in cui quel raggio la toccò, la
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1956
di sua figlia in quel momento stava piangendo, abbandonata
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1956
campo di fave. ¶ Da quel campo passò un altro
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1956
come fosse figlia di quel Re e di quella
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1956
del Sole che da quel giorno diventò una donna
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1956
raccontò il destino di quel Principe. La Regina si
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1956
Regina: – Scendi, entra da quel contadino e digli se
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1956
servizio qui con noi. ¶ Quel Re aveva un figlio
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1956
Era il figlio di quel Re, che s’era
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1956
mise a innaffiare con quel veleno tutte le pietanze
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1956
La Regina entrò in quel buio, e le diedero
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1956
randello in mano. Con quel randello il gobbino cominciò
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1956
bastonate tanto furiose che quel poveruomo non poteva tenersi
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1956
già gli avevano fatto quel tiro di non dirgli
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1956
sempre di sì a quel che diciamo noi. ¶ Il
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1956
una fanciulla, e tutto quel che mi dite m
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1956
ubbidienti. ¶ Il Re disse: – Quel tuo servitore lo voglio
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1956
disse al falso nipote: – Quel tuo servitore è il
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1956
e gli dice: – Sai, quel morto, non aveva finito
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1956
senza sapere nulla di quel che c’era là
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1956
che luccicava tutt’intorno. Quel contadino aveva cinque figlie
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1956
andare: e buttò fuori quel danaro che il suo
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1956
avrai fame aprila, comanda quel che vuoi e sarai
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1956
vino che vuoi, tutto quel che vuoi quanto ne
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1956
e fa venire tutto quel che vuole. ¶ Venne il
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1956
il nonno rispose: – Proprio quel che volevo, che tu
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1956
solo in due. Chieda quel che vuole in cambio
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1956
prese in sella. ¶ In quel momento, con gran sciacquio
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1956
poi tornava nella mela. ¶ Quel Re abitava con una
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1956
mamma che si ricordi quel che ci deve dare
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1956
dicono che dovete ricordarvi quel che gli dovete dare
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1956
Fate che vi ricordiate quel che gli dovete dare
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1956
singhiozzi, e proprio in quel momento arrivò Memé. ¶ – Curiosaccia
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1956
Memé. ¶ – Curiosaccia! – disse. – Vedi quel che hai combinato? ¶ – Oh
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1956
anno: tanto mi garba quel bel giovane fornaio! ¶ E
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1956
tutta la Corte, quanto quel vinaio mi va a
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1956
tutta rossa, gli ripeté quel che aveva detto la
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1956
tien fede meglio a quel che ha detto. ¶ Di
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1956
Disse alla sposa: – Ricordati quel che mi hai promesso
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1956
di nuovo lunghi. Da quel momento, le due zie
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1956
del giardino. Proprio in quel momento, la ragazza stava
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1956
così contento d’ascoltare quel suono che li riinvitò
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1956
e poté entrare. In quel momento i cuochi erano
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1956
torte mandorlate; e tutto quel che non poteva portar
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1956
accorgesse di niente. Così quel giorno ebbero un bel
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1956
coglierli nel campo di quel contadino. ¶ Sua madre, per
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1956
cogliere i raperonzoli da quel contadino. – Come? – fa la
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1956
lei raccontò loro tutto quel che le era successo
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1956
del Re e a quel gran chiarore alzò gli
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1956
disse: – A me di quel che potrà succedere non
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1956
trovò Rosina, e seppe quel che era successo, sgomento
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1956
fanciulla nel forno! ¶ A quel grido, il figlio del
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1956
servirà di svago a quel mio bravo figlio. ¶ Andò
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1956
cespuglio ma proprio in quel momento il leprotto schizzò
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cibi alla bocca sotto quel fitto velo. Finito che
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da cima a fondo quel che gli era successo
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1956
dirà. ¶ Fiordinando, appena sentito quel consiglio, sellò il cavallo
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1956
Regina del Portogallo! ¶ In quel momento sparirono, lei e
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1956
modo di sposarla a quel forestiero. Così l’oste
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1956
non seppero nulla di quel che era successo. ¶ Di
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1956
restò a guardare attento quel che succedeva. ¶ Quando, a
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1956
i polsi e disse: – Quel disgraziato non ci ha
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1956
di no: – Fa’ pure quel che più ti piace
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1956
non essere ingrata. Tutto quel che hai avuto lo
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Mamma, aiutatemi! Perdonatemi per quel che ho mancato. Avete
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a suo tempo? Tutto quel che posso fare eccolo
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è più rimedio. ¶ – Hai quel che hai voluto. Te
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dovessi andar via come quel giorno, cosa faresti? ¶ – Oh
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1956
l’acclamò Regina. Da quel giorno se ne stettero
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1956
cameriera, stanchi morti di quel viaggio, s’addormentarono in
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1956
svelte come fulmini. A quel fracasso, Pietro si sveglia
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1956
la Maga moglie di quel Mago. Domanda: – Che c
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1956
nulla. Dopo provato, delibereremo quel che dobbiamo farne. ¶ Così
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1956
lavorava la terra in quel gran recinto, e con
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1956
figliolo, padrone di tutto quel che c’è qui
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1956
starsene sempre rinserrato dentro quel giardino non era felice
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1956
stessero buoni, e a quel cenno la gente si
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1956
Pietro aveva lasciato in quel capanno di frasche, quando
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1956
la buccia, e filò quel lino che era una
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1956
cieca aveva potuto fare quel lavoro. ¶ La Regina provò
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1956
dieci anni, ne facessimo quel che ci garbava, perché
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1956
sorprese sull’inginocchiatoio con quel libro aperto davanti. Subito
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1956
Re che abitava in quel palazzo volle assaggiarne, e
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1956
per informarla di tutto quel che succedeva. Quando seppe
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1956
avesse potuto ringraziarla di quel gran benefizio. ¶ L’Uliva
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1956
speranze perché c’era quel mistero delle mani, finché
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1956
quasi mettesse in dubbio quel che dice? ¶ – Andiamo mamma
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1956
tornò a chiudersi in quel convento, e il Re
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1956
reggimento di soldati. ¶ A quel comando il contadino restò
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1956
niente: – Babbo, so io quel che mi tocca fare
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Però tu bada a quel che fai, perché il
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a vedervi pescare in quel lago così arido, prima
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1956
Pigliate la poltrona con quel che c’è sopra
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lui venne tanto di quel gran sonno che s
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cavandosi il cappello. ¶ – Addio, quel giovane, dove ve ne
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trovo fortuna. ¶ – E in quel sacchetto cos’avete? ¶ – Uno
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quella pignatta e di quel fiasco, si prese un
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Pìrolo, a cantare. ¶ – Scusatemi, quel giovane, se ho tardato
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casa. Quando fu in quel campo del giorno prima
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sognando… ¶ – Cosa sognavi? ¶ – Sognavo quel convento laggiù. Da dieci
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tu la figlia di quel locandiere… ¶ Alla mattina alle
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portare a casa tutto quel pesce; e lui per
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al catino, a riguardare quel pesce quant’era grosso
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due seguirono a puntino quel che lui aveva detto
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1956
il perché di tutto quel nero. L’oste gli
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perché aveva visto che quel giorno gli era stato
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Re a vedersi davanti quel brutto ceffo rimase male
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tua: pigliatela pure. ¶ In quel mentre la Principessa, nella
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d’udienza, a sentire quel contratto cominciò a gridare
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1956
il Drago, bensì era quel giovane che sarebbe ora
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1956
diventare la sposa di quel carbonaio. ¶ Subito il Re
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la tovaglia con tutto quel che c’era sopra
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cane spada e schioppo. Quel che era successo al
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ringraziare il terzogenito. In quel trambusto la strega cercò
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tre fratelli si raccontavano quel che era loro accaduto
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Allora si ricordò di quel vaso d’unguento, unse
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che le avevano dato quel nome di Bellinda. E
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bocca, non si sa quel che ci tocca. Ecco
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1956
per vedere di recuperare quel che mi spetta. Cosa
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e la strappò. In quel momento, dietro alla pianta
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e gli disse che quel fiore era per sua
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parola: brutto fino a quel punto non se l
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pensato lui a tutto quel che poteva servire alla
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Tutto il palazzo e quel che ci sta dentro
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restò tre mesi in quel palazzo. E tutte le
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prendi pure nel palazzo quel che più ti garba
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riusciva. ¶ Nel buio, a quel sasso venne un uomo
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figlia. ¶ Ma a Corte, quel ragazzotto allevato tra le
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chiavi che tintinnavano. ¶ In quel mentre il Re coi
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1956
tutte le domande di quel malandrino tu risponda sempre
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obbedito ai suoi ordini. Quel che è stato è
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fermi. Andreino girando in quel silenzio arrivò a uno
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pozzo di cui parlò quel Mago. Questa è l
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il seguito. ¶ Proprio in quel momento, tre corvi che
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po’, poi ripensò a quel che gli aveva detto
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Ma prima di morire, quel Bello, ne ha ammazzati
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in terra e chiedi quel che vuoi, l’avrai
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per l’avvenire. ¶ In quel tempo successe che il
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se stessa e in quel giro tutte si trasformarono
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stato chiuso lì tutto quel tempo; l’uccellino aveva
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a sentirsi comandare con quel tono, restò ammutolita dallo
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di Comare Giacoma tutto quel che pensava; ma il
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disse il Signore, – che quel che cominciate a fare
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Il Signore dica pure quel che vuole, ma io
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lontano che poteva da quel diavolo di donna. ¶ Un
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la fate mica con quel peso –. Prese i secchi
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ragazza che a vedere quel giovane che se ne
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che di fronte a quel palazzo sorga un altro
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più bello, con tutto quel che ci vuole. ¶ E
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1956
entrare. Mentre rifletteva a quel che avrebbe potuto fare
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1956
lasciarono il giovanotto con quel braccio in mano. ¶ L
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1956
mano di morto afferrò quel naso e gli diede
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1956
e lo portò in quel giardino. ¶ – Ti raccomando, – gli
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1956
disse, – devi fare tutto quel che vedi fare al
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1956
comprare. Sta’ attento a quel che fai, perché voglio
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1956
terra molti uomini, e quel giovane, vedendo tanta gente
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1956
Sultano disse loro: – Mettete quel giovane nella cesta, copritelo
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1956
fatto un patto con quel vecchio che avremmo diviso
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1956
sono l’anima di quel morto che tu hai
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1956
mai nessuno e tutto quel che desiderava l’aveva
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1956
disse: «Chi sarà mai quel bel signore che viene
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1956
da gran signora. Tutto quel che le veniva in
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1956
e lo sposo, dimenticando quel che era stato, fece
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1956
tutta d’oro. ¶ – E quel comò? ¶ – Ci sono dentro
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1956
andrò ad aspettare in quel palazzo di là dal
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1956
aperse. I calabroni, sentendo quel bel calduccio, vennero fuori
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1956
larga si poteva spostare quel cuneo. Allora Tabagnino, con
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1956
disse l’Uomo Selvatico, – quel birbone era pressapoco della
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1956
era stato liberato da quel mostro. ¶ Il Re nominò
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1956
ma ti do tutto quel che possiedo di prezioso
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1956
principessa. ¶ Più tardi ritornò quel giovane. – Avete dormito bene
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1956
si faceva vedere. ¶ In quel momento Stellina si ricordò
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1956
scoprire il mistero di quel luogo. ¶ Uscirono e presero
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1956
risposta. ¶ Alle due amiche, quel «ma» sembrava proprio un
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1956
servitori, carrozze e tutto quel che ci vuole per
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1956
diciate cosa vuol dire quel «ma». ¶ – Quel «ma» vuol
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1956
vuol dire quel «ma». ¶ – Quel «ma» vuol dire che
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1956
e tieni da conto quel poco che ti lascio
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1956
delle brache e di quel che gli aveva detto
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1956
guerra. ¶ – Sacracorona, c’è quel signore qui vicino che
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1956
dette ordine che per quel giorno non aprissero a
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1956
e supplicarlo di dirle quel che aveva, tanto che
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1956
mandò a dire a quel signore che sua figlia
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1956
della città a prendere quel che avevano di più
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1956
delle pezze; ordinò tutto quel che ci voleva per
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1956
finestra per vedere venire quel mostro, si videro davanti
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1956
più così felici. ¶ Proprio quel giorno scadevano i sette
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1956
erano invidiose di lei. Quel Re aveva tre troni
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1956
misero a mangiare; ma quel Re aveva la minestra
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1956
figlio, sta’ attento a quel che fai, ché non
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1956
torna più indietro –. Perché quel giovane era un Re
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1956
sono venuto per vedere quel dito della mia sposa
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1956
le finestre per vedere quel mostro che aveva buttato
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1956
a qualcun altro? ¶ In quel momento entrò la figlia
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1956
stancava mai di guardare quel granchio e non s
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1956
che lei mi dia quel fiore che ha in
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1956
in testa». Quando avrai quel fiore in mano, sarò
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1956
mano, sarò libero, perché quel fiore è la mia
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1956
che lei mi regali quel fiore che porta in
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1956
proprio in mano. ¶ In quel momento sentì una voce
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1956
era di cattivo umore quel giorno, e dice: – Non
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1956
Diavolo vi porti! – In quel momento esce il Diavolo
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1956
li è portati via? ¶ Quel signore le disse: – Non
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1956
andò. Passò davanti a quel signore che le fece
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1956
Devi venire anche tu. ¶ Quel Re era lo sposo
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1956
Perché va a morte quel giovane? ¶ E il Re
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1956
ne avevano. Un giorno, quel signore era per via
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1956
Mago s’affaccia, vede quel cavallo di bronzo che
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1956
testa. La sposa a quel fracasso si sveglia, vede
261
1956
ed è giusto che quel che ha fatto di
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1956
io di lei. ¶ In quel momento si presentò la
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1956
s’affacciò: proprio in quel mentre, stava passando un
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1956
al balcone e in quel mentre passa il Re
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1956
per portar via tutto quel che c’è nel
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1956
via, brutta barbuta! ¶ In quel momento, la ragazza si
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1956
argento, rispose che tutto quel che avevano detto gli
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1956
astrologo, – con dentro tutto quel che può occorrere alla
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1956
era la figlia di quel Re che gli aveva
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1956
nel sacco. ¶ Arrivati a quel cespuglio, dovette di nuovo
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1956
così si parlò di quel patto della Principessa. Un
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1956
figlio con la sua. ¶ Quel giorno stesso, il Re
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1956
Buon dì, Maestà, – disse quel giovane. – Così di buon
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1956
E li porta da quel giovane. – Benedetto giovane, – dice
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1956
dice, – ti darò tutto quel che vuoi! Ma dammi
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1956
ogni genere, ma di quel che aveva visto all
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1956
stato trecent’anni fa. Quel giovane è scomparso nel
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1956
poter raccontare nulla di quel che aveva visto. ¶ (Friuli
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1956
proprio vuoi, andiamo in quel campo, dove ci sono
280
1956
e si avviarono a quel campo, lui da una
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1956
il forestiero. ¶ A Pietro quel discorso non piaceva: tagliò
282
1956
strada, finché non trovò quel forestiero e gli raccontò
283
1956
Pietro, voglio farti guadagnare quel sacco di napoleoni. Vai
284
1956
soldati; e proprio in quel momento, tra la folla
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1956
vecchio com’è, in quel momento si sente tanto
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1956
d’un lupo? Farò quel poco che posso; intanto
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1956
il Signore disse: – Padrona, quel che comincerete a fare
288
1956
aveva cacciato avevano fatto quel regalo alla vicina, si
289
1956
finché non avesse portato quel tesoro. ¶ Cammina cammina, venne
290
1956
Al di là di quel fiume, Perina vide uno
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1956
aiutami!, scappò via: e quel giorno il padre restò
292
1956
pesci d’ogni qualità. ¶ Quel giorno in casa non
293
1956
Re mandò a chiamare quel cavallante, se mai potesse
294
1956
portale a pascolare in quel prato, ma non al
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al di là di quel ruscello, perché c’è
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mangiato. ¶ Per andare in quel prato si passava sotto
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piccino guarda guarda in quel fosso, non ci trovò
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tornato. ¶ Questa figlia aveva quel mattino visto su di
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chi le parlasse di quel figlio morto. Anche la
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fare quattro passi. ¶ In quel momento, il pappagallo fu
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lume in fondo. ¶ In quel momento, bussò il servitore
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ragazza andò fino a quel lume e vide una
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figlio del Re; perché quel Re aveva fatto morire
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non volle sposare neanche quel figlio di Re e
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a bere e in quel momento furono trasformati in
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le guardie chiamate da quel pianto, e vedono che
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sentiero dei cacciatori. Su quel sentiero passò un giorno
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e passando vicino a quel castello che sapeva da
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altre comunicazioni. ¶ L’indomani quel figlio di Re vestito
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alla tentazione di prendere quel bel canarino nel palmo
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s’eran dette tutto quel che avevano da dirsi
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reale. I domestici, vedendo quel dottorino male in arnese
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che dormiva tranquillo. ¶ – Chiedetemi quel che volete, dottore, – disse
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tuo giubbetto! Ero io quel medico! Gli spilli erano
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a mandare a monte quel matrimonio? E come fare
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notte nella stanza di quel giovanotto che sta nel
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era stancato di bere quel bicchiere che gli portavano
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andarci lo stesso. ¶ Ora, quel vecchio era il Signore
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fate un salto dentro quel pantano e stateci sette
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passi, ecco di nuovo quel vecchio. – Dov’è che
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la via dove stava quel signore. Lui vide la
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dalla terrazza al balcone, quel pomeriggio si tenne questo
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Il giovane, quando vide quel fantasma, cominciò a tremare
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po’ ad andare in quel boschetto. In mezzo a
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boschetto. In mezzo a quel boschetto c’è una
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padre. – Cosa ha capito quel maestro? Io volevo che
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non sapeva nulla di quel viaggio, ma vede che
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di noi tre. ¶ A quel tempo, per eleggere il
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se dite al Re quel che avete scoperto, siamo
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tradirò, però voi fate quel che vi dico. Prendete
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e fatelo inghiottire a quel tacchino che c’è
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Bisogna sapere che in quel paese non si conoscevano
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stabilì nel palazzo con quel vecchio, e faceva vita
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sua strada. Dov’era quel gran bosco che un
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voleva riceverlo, perché tutto quel che aveva fatto di
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venne e appena vide quel suo devoto, fece: – Ma
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me veniva atteggiandosi a quel clima, a quella logica
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già sapevo in partenza, quel qualcosa cui prima accennavo
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le regioni italiane. ¶ Per quel che riguarda la «fiaba
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quella fiaba è di quel luogo. Le fiabe, si
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accento o sapore di quel paese, – il grado in
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dovevo (al contrario di quel che ho fatto di
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intervento, a seconda di quel che il testo mi
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la novella vale per quel che su di essa
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chi la racconta, per quel tanto di nuovo che
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poetica di chi narra, quel qualcosa che – diversamente da
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è così informato a quel mestiere che tu credi
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e la ballata, come quel sospiro di malinconica gioia
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narrare che fuor di quel contesto lessicale non avrebbe
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nate così, apposta per quel tessuto stilistico (come il
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Di Francia. Ma, per quel che interessa a noi
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poetica dell’indole ligure; quel che ho trovato mi
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cosicché poco sappiamo di quel terreno da cui trasse
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puro racconto di passatempo, quel seguito di viaggi di
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spogliare la fiaba da quel décor che le aveva
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attraverso l’epica popolare. Quel sottofondo di fiaba pagana
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religiosa cristiano-pagana di quel mondo), in qualche punto
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Non c’è qui quel continuo informe schizzar di
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finisce per parlarci di quel che gli sta a
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o grande arte sua, quel che ci mette lui
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condizione facoltosa, si dice «quel re» come si direbbe
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re» come si direbbe «quel signore» senza connettervi alcuna
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di tradizioni (si veda quel che dicevo per la
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di AMEDEO PESCIO, per quel che riguarda le fiabe
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testi sardi esistenti per quel che riguarda le fiabe
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comandato io di fare quel che ha fatto. ¶ La
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né no. – So io quel che dirò, – rispondeva. E
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la città. Proprio in quel momento avanzava il corteo
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dissero da terra, – è quel che fa per noi
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marinaio. ¶ – Buono! – risposero. – È quel che fa per noi
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Cosa c’è in quel barile? – domandò. ¶ – Olio bollente
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andarono a denunciarla. A quel tempo oltre gli sbirri
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dopo l’altro. ¶ In quel momento, col suo passo
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Se non ride di quel che ho visto ora
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felice e contenta da quel giorno in poi. ¶ (Riviera
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capace di buttar giù quel pino che è dietro
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piede, allora partirai. ¶ Da quel giorno, tutte le mattine
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che da Giuanin. ¶ Da quel giorno il Re prese
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lui. ¶ Bisogna sapere che quel Re aveva una figlia
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scaduto il termine per quel fanfarone del Principe, e
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figlia potesse vederla. Era quel che aspettava la vecchia
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mele che cantano! ¶ Da quel momento, il pastorello cominciò
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lei l’acqua in quel pozzo, e un giorno
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subito, ma c’era quel naso d’argento che
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servitore gli trovò anche quel vestito, laggiù nella città
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bella di tutte, con quel vestito che non se
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non aveva mai sentito quel nome, ma nessuno conosceva
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di prima e da quel giorno visse allegra e
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scese giù. ¶ A sentire quel piagnisteo: – Che diavolo v
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impiccarmi alla forca! Da quel boia, c’è da
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andò tutta contenta. Da quel giorno in poi non
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nel giardino, e in quel punto nacque subito un
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campo. Giuseppe Ciufolo da quel giorno fu lo zappatore
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lasciarlo così –. E in quel momento, videro il vecchio
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Sappi che io sono quel morto che tu hai
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e vide nel buio quel viso di fanciulla, il
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sapeva darsi ragione di quel pianto, finché il Re
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quei tre aranci a quel modo. ¶ Rispose il tignoso
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ogni altra bestia. Così, quel giorno la battaglia fu
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E le raccontarono di quel cavaliere vestito di rosso
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capelli d’oro. Anche quel giorno, la battaglia fu
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cominciò a temere che quel sogno fosse una profezia
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selvatico, che viveva in quel bosco e mangiava tutti
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ragazza gli disse di quel che le aveva detto
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e torna così spiumato. ¶ Quel Re disse: – Domattina gli
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tutte le penne. ¶ Allora quel Re si presentò al
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il Re e in quel momento nacque il bambino
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là per tastare tutto quel che usciva e lasciar
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svenne. Quando si riebbe, quel signore era scomparso. Il
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E incontrò di nuovo quel signore dalla lunga barba
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stava piangendo, quando tornò quel signore. – Stavolta non ti
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che se avesse appeso quel pesce alla finestra ogni
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E così fecero, e quel buon vecchio non conobbe
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il cane passò in quel punto del bosco, sentì
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in un pagliaio. In quel pagliaio ci abitava una
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le parti della gallina, quel figlio di Re? Ha
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nel portone e in quel momento diventò una bella
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ci andiamo a vedere quel miele? ¶ – Ih! Compare mio
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Dio d’aver fatto quel debito, marito mio; basta
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marito mio; basta che quel diavolo scatenato se ne
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mano, e proprio in quel momento suonò la tromba
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Dio. ¶ – Ti ringrazio di quel che m’hai detto
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amico mio e tutto quel che potete caricargli sulle
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soldo di pane? Tutto quel che avevamo, si son
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finì per mollare tutto quel che aveva in corpo
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tengo! – Ma proprio in quel momento, da tanto aveva
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se ne andò. Da quel curioso che era, arrivato
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notte e giorno a quel che devo fare, e
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le lunghe ciglia di quel vecchione e quando lui
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e comparve il Maestro. ¶ Quel povero padre, allora, si
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e fischiava, e a quel fischio tutti gli animali
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di cavezza. ¶ A sentire quel prezzo il vecchio bofonchiò
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cavezza al cavallo, quando quel vecchio maledetto, svelto come
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Ahimè, cos’avete fatto! Quel medico è il Maestro
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Disse la gatta: – Scegli quel che vuoi. ¶ La povera
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La mamma vendette tutto quel che restava in casa
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ancora più Orca di quel che era. Disse: – Uh
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Passati due anni da quel fatto, capitò che avessero
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disse la schiava, – sapesse quel che tengo in cuore
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tesoro. Ed ecco avverato quel che ti diceva la
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Mamma mia, basta con quel che hai faticato e
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via un Re di quel paese s’innamorò della
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po’ di tempo, e quel Re si stancò della
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disse: – Figlio, io muoio: quel che ti comando dovrai
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perduto, e invece era quel nome della bella Fiorita
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assordante. In mezzo a quel bosco sorgeva il palazzo
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non tua, ma di quel rubino. Servi, bastonatelo! – e
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a te per saper quel che ci tocca. ¶ – Cosa
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dolore. E io, da quel pendaglio di forca che
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poco persuaso, fece tutto quel che il vecchio aveva
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segno a Emilio di quel che era accaduto e
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fitto del bosco. In quel momento scoppiò un gran
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Emilio si ricordò di quel che gli aveva detto
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raccontò ai genitori tutto quel che le era capitato
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e si diresse verso quel lumino. Era una capanna
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andò e disse tutto quel che le aveva detto
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braccio della Principessa. In quel momento, il campanile della
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empirsi gli occhi di quel luccichìo: empiti gli occhi
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moglie vedendolo arrivare a quel modo. Lui cominciò a
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per garzone. ¶ – Sì, datemi quel che voi volete. ¶ – Ma
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Sei licenziato. Va’ a quel mucchio di danari, prendine
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per padrone! ¶ S’affacciò quel signore e lo chiamò
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per padrone, s’affacciò quel signore, lo fece salire
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danari, da mangiare e quel che vuoi, ma a
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le istruzioni. Arrivato a quel ciglio di burrone, il
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mondo più contento di quel Re e di quella
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per un’ultima volta quel viso fresco come una
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capitò per caso sotto quel castello. «Cosa può essere
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mandò due soldati a quel castello, a dire a
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ti metterai a vendere quel che c’è dentro
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mani tutta contenta. ¶ In quel momento si sentirono le
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solo che voleva vederla. ¶ Quel venerdì a dare l
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ucciderla per forza. ¶ In quel momento si sentì un
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si pentì di tutto quel che aveva fatto, e
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caso che proprio in quel momento per il bosco
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poteva più ripescare. ¶ In quel momento le comparve davanti
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riprese in braccio. In quel movimento le scivolò dalla
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trovasse a girare per quel bosco, e cercò riparo
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i loro passi in quel verso. Quella luce era
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di cibo comprato con quel raccolto di cicoria pareva
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sapeva cosa fare di quel braccio, preparato lì in
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marito: – Ciccillo, vedi là quel bel Sett’abito? – (Lo
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l’altro.) – Lo vedi quel Sett’abito sull’albero
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per il mondo. ¶ Proprio quel giorno, la Bella doveva
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passava in eredità a quel Re che teneva a
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la Regina ricordandosi di quel desiderio che aveva espresso
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e volle bene a quel figlio serpente come fosse
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faceva servire da mangiare quel che mangiavano loro: zuppa
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di giorno, devi fare quel che ti dico io
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suoceri, – così obbedisci a quel che ti diciamo? – Presero
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in una notte! ¶ In quel momento la Principessa s
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cameriera disse che in quel palazzo non voleva tornarci
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duri. – Non ti ricordi quel che mi facesti? ¶ – Ero
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dalla madre. Vicino a quel fuoco passò un brigante
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tuo figlio? ¶ Proprio in quel momento arrivò il ragazzo
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altra, s’innamorarono. ¶ Da quel giorno, appena il figlio
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cominciò a vendersi tutto quel che aveva, perfino le
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la maga le spiegò: – Quel forestiero ha una virtù
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medicina che faceva sputare quel che si aveva in
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pesce! ¶ Si vede che quel giorno le porte del