parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Aldo Palazzeschi, Sorelle Materassi, 1934

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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1934
La collina sovrastante è quella parte del Viale dei
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ammettere bellezza che superi quella del proprio amore, un
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tempo, vi separi da quella. Questa zona, si capisce
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passanti ha per lei quella cordialità di concessione che
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lasciandovi un’unica finestra, quella di un corridoio retrostante
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oriente fuggita, se non quella sola, la quale noi
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gli altri uccelli quanto quella mattina pareva: da’ canti
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si rallegrassero. Quivi intorniando quella, e riproveggendo tutta da
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era alla bellezza di quella conforme. E poi che
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La seconda categoria è quella delle signore anziane, anzi
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crudele della natura e quella inesorabile del tempo sulle
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all’arte sopraffina di quella padrona di casa capace
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da Spose. ¶ Vicino a quella porta-finestra sempre aperta
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e di riguardo era quella; e alla quale la
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più numerosi che in quella della sorella, non risultavano
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come nella fucina di quella bizzarra stanza, da quelle
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da non poter distinguere quella piccola cosa ch’era
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sulla croce, e in quella di sinistra con un
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tutte la dovessero eseguire. ¶ Quella stola si poté chiamare
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dalle fauci maestose di quella mole. ¶ Vennero introdotte con
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annuiva col capo giacché quella, una volta rotto il
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sorella di Ancona! Per quella di Firenze! Per tutti
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pensato a distaccarsi da quella forma di vivere, rallentarne
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Tutto era lì in quella stanza descritta, nel caos
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la confidenza attraverso di quella si esauriva il rancore
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e la felicità in quella casa travagliata e triste
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per non avere più quella di soffrire. Era pervenuta
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eseguire di proprio pugno quella cura delicata che giudicavano
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sbuca dalle rovine, a quella vista o al solo
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faceta, e Carolina a quella gioia sentiva scivolarsi dentro
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dal lavoro, fuori da quella stanza. Avvenimento assai difficile
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una andandovi trovava aperta quella dell’altra a intralciarle
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amore anche per queste. Quella finestra della loro camera
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o anche remote come quella di Vincigliata, non popolata
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Cosicché la Domenica, per quella via, sotto la finestra
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è mai triste. ¶ A quella finestra rimanevano fino all
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nella fantasia di vergine quella immagine cresceva e n
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un brutto, si sa.» ¶ «Quella cespùgliola come se l
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lo rattenevano neppure, a quella vista lo lasciavano andare
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avanti. ¶ La vita era quella, interamente, ad essa s
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passare un pomeriggio a quella finestra di strada campagnola
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da una decisione, rappresentasse quella l’errore più marchiano
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occhi con uno sguardo. Quella solidità e sicurezza, quell
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sapeva perfettamente come fosse quella specie. ¶ “Remo! Remo!” ¶ Così
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difficoltà sono piccole, come quella di accozzar poche sillabe
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non venivano mai fatte, quella adducendo di non potersi
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non appena sgravata. E quella volta le sorelle risposero
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che al letto di quella poveretta avevano pronunziato il
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E poter tranquillizzarsi di quella imprevista serenità e compostezza
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la compostezza; non con quella avidità infantile irrompente e
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vollero vedere altro di quella Roma antica che si
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prima volta, simile a quella di un’immensa lamiera
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bisogna lasciarsi spennacchiare. Con quella stessa somma Niobe avrebbe
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al Santo Padre, con quella sudiciona di Messalina e
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come fosse in realtà quella casina tanto bellina; addebitandone
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di amore vigile; anzi quella era proprio l’età
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si trovava solo in quella stanza, con le zie
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che gli veniva da quella parte. Niobe era stata
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serio: Giselda. ¶ Rappresentando in quella casa la scontentezza, la
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conoscere un famoso campione”. Quella partenza spavalda e felice
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ragazzo, che considerava serio quella terza zia come una
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era possibile di ripigliargliele. Quella virile risposta fece ricordare
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pestava i piedi per quella dei baci che la
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da tutti, nessuno escluso. Quella distanza che non erano
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Remo potesse capire che quella spesso spesso si levava
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darle ascolto perché in quella casa contava quanto il
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era stata mai in quella casa una necessità impellente
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punto adducendo che, se quella era la sua abitudine
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fare del fiume in quella stagione?”. “Lo so, lo
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nel fare le sorprese, quella mattina, lento e composto
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per assicurarle che scalar quella casa era un’impresa
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micidiale, senza dir nulla: «quella non apre la bocca
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i suoi giorni in quella tremenda città: “dal meccanico
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su altri particolari riguardanti quella medesima provenienza. “Il meccanico
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si capisce che anche quella qualifica apparteneva al passato
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verso le tre di quella limpida domenica a fine
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ventaglio. Ultimi tocchi di quella eccezionale aspettativa finché allo
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tre. L’agiatezza di quella cura domenicale intorno alle
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che a fianco di quella mole era diventata una
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la propria prigionia a quella delle sorelle è facile
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Materassi, la famiglia Squilloni, quella della direttrice. Alcune scampagnate
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il servizio militare in quella città. Essendosi prodigato generosamente
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da fare. Che maestra, quella! Sempre coi maschi e
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piacere, la Tonina durante quella visita, anche qualcosina che
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e di quelle mutande. Quella era la biancheria che
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troncare il discorso e quella, corsa all’armadio, tirò
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felici di viaggiare con quella scorta gentile. E non
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riso di cuore. Sotto quella visiera erano due occhietti
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dolce: lo amava con quella forza per cui il
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atto del coricarsi con quella semplicità e quel candore
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ritirare un pochino su quella corona in angustie non
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che corredo dovrebbe avere quella sposa!”. E Teresa, levatasi
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Ma Remo, ahimè, amava quella meccanica che esercitava con
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uno e all’altro quella sia pur rudimentale meccanica
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in questa o in quella provincia, che si occupava
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Proprio così quel frullino, quella trottola, quel granello di
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mantenere due bighelloni di quella specie… Una marmotta che
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del riposo notturno e quella necessaria, durante il giorno
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scultura greca e in quella del rinascimento ci è
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Tè, Zi’ Cà con quella voce, la serva si
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serietà e rispetto. ¶ Sotto quella fronte giustamente spaziosa, il
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o di pudore, conservando quella indifferenza che avrebbe avuto
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spalle irata, Giselda a quella vista cui non aveva
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base attuale. Giselda da quella parte avrebbe trovato il
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esse un po’ di quella austerità e riservatezza ch
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timore delle disgrazie. ¶ A quella finestra, dove le sorelle
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a quel racconto, a quella fede cieca andavano su
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le furie: dicevano che quella donna era un’insensata
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sua facoltà convergesse in quella, ogni pensiero; nelle sue
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paziente, con naturalezza e quella decenza di chi aspetta
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si domandava se in quella casa fosse lecito far
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comitiva si buttava su quella provvidenza, nell’abbassamento del
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perdere un attimo di quella scena che ricostruivano dalle
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primo giorno aveva guardata quella terza zia in maniera
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di sé. A Remo quella rozzezza non dispiaceva, anzi
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bene sentirsi al fianco quella purezza che raddoppiava il
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interesse ad una giovane, quella sarebbe stata sua moglie
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rivolto, oramai, più a quella che agli argomenti sulle
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a che fare con quella usata per tutte le
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come alla soglia di quella quarta arcata la contessa
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automobile. ¶ Nel tempo che quella si tratteneva, tempo che
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è miglior filosofia di quella che si esercita con
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sempre più furibonde contro quella donna per il suo
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la ridicola figura; per quella visita che rivelava ormai
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cosa. Bisognava finirla con quella visita: per il buon
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buon nome della famiglia quella donna doveva essere allontanata
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fronte a questa o quella necessità, alle spese quotidiane
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che?» ¶ «Come hai avuto quella macchina?» ¶ Remo mostrava volersi
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non è tanto micca quella lì”. Mentre lasciava credere
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chiunque.» ¶ «Ma non da quella, da quella no, no
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non da quella, da quella no, no…» Il pensiero
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no…» Il pensiero di quella donna le faceva perdere
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ridendo col giovane. «Da quella no, intendi, non si
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nipote per mezzo di quella macchina che glie le
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a che fare con quella donna, un giovane della
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e muta, simile a quella del fanciullo che impara
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ascesa, aveva fatto con quella un salto notevolissimo. Era
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impiegato in pensione, con quella non c’erano timori
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si ripeteva sempre uguale: ¶ «Quella è una poco di
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dopo poco riscappavano fuori: ¶ «Quella sì, eh? Quella non
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fuori: ¶ «Quella sì, eh? Quella non ci dirai di
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ci dirai di no. Quella si vede troppo bene
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per sogno» ripeteva Remo. ¶ «Quella poi non lo potrai
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È una cialtrona.» ¶ «E quella?» ¶ «È una ballerina. Balla
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poco, non era più quella di un tempo, accettavano
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sia cessato l’amore; quella persona alla quale non
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dalla sua custodia in quella delle padrone. Niobe era
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parola potesse uscire da quella bellissima bocca percorsa da
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che Remo avesse con quella famiglia; nulla avrebbe lasciato
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È vero?…» ¶ «Sì.» Pronunziò quella sillaba con sicurezza, appoggiandovi
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era divenuta proprio come quella della zia. ¶ «E che
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contro lo scoglio di quella rettitudine. ¶ Rimasero a baloccarsi
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a baloccarsi in bocca quella frase che non voleva
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davanti allo scoglio di quella rettitudine. ¶ Bisogna rilevare che
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gli occhi chiari, di quella dolcezza e docilità evangelica
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del nipote, concluse essere quella la vera e unica
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anche Giselda sedette a quella tavola nel salotto da
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un matrimonio forzato con quella specie di giovane, incominciò
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in qua avvenivano in quella famiglia, ripeteva che Niobe
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tutti gli anni di quella stagione, e in trent
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delle colline, non come quella di Santa Maria, asprigna
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riprendevano il commento: “in quella casa è sempre carnevale
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senza vero impegno, basterà quella fumante apparizione a interromperne
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offesa e sconvolta per quella parola terribile che da
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Pure nel turbamento di quella frase rivelatrice, Teresa ebbe
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nelle donne, e neppure quella debole, sentendosi in possesso
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suggeriva di non ostacolare quella scena domestica che, date
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circostanze, doveva svolgersi in quella precisa maniera, e che
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le due sorelle dentro quella dispensa dove dieci anni
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filo di vetro. ¶ E quella più forte, giungendo ad
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di essere lambita da quella mano indegna. Non vi
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firma della cambiale in quella forma illecita, disgustosa, violenta
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era stata perfida come quella sorella che detestava nelle
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Niobe!”. Aveva agito come quella donna infernale che se
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uscita dal suo tormento quella voce, dal suo tormento
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le stagioni dell’anno. Quella sarebbe stata l’ultima
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e senza volgersi a quella: «Zi’ Tè, Zi’ Cà
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con avidità pari a quella dell’amico, ma l
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domandava: “era la vita, quella, o si recitava una
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un valore riconosciuto, meno quella firma il cui valore
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è un industriale di quella città. Peggy, che conosce
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Teresa parve ritrarsi a quella notizia, al modo di
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la sua anima intera. Quella parola: “amore”, aveva un
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ritrovato l’anima a quella scintilla rovente che tutti
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ora, sorrideva di accompagnare quella sposa all’altare. ¶ «Fra
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mezzogiorno in là per quella strada fu tutto un
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perché nessuno si figurava quella donna in condizione normale
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l’incrinatura dove attaccare quella prima impressione imponente. E
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loro braccio a sperimentare quella grazia nell’atto del
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di giovialità correndo da quella parte e stringendosi al
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già”, guardando stupita in quella sua felice disposizione all
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tè, ma a noi quella stroscia non piace, non
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finita una sigaretta con quella ne accendeva un’altra
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grazioso abito, simile a quella di un grembiule, un
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di tagliar corto con quella visita. ¶ «Sai, Peggy, è
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gomito si svincolava da quella smania indagatrice che gli
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che la nutriva in quella fine di settembre. ¶ “È
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quando ride?» ¶ «Che bocca!» ¶ «Quella dovrebbe star sempre zitta
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si potesse rimproverare a quella bellissima creatura, i movimenti
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Firenze in generale, e quella rispostole: “un massimo di
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modo che il popolo, quella mattina, si riversò a
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rosso che partiva da quella. La casa delle Materassi
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nel centro di Firenze, quella mattina s’erano diradate
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per quanto suonassero durante quella. I prestigiatori fotografici avevano
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certo scompiglio. ¶ Se tra quella folla inquieta e stramba
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abbandonate nel sedersi a quella mensa. Ancora pochi momenti
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vita è facile, in quella riunione di tanti maschi
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passati dal giovane in quella stanza che lo aveva
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braccia, e rimase su quella, nell’ombra, nascondendo il
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Così rattrappite pareva espiassero quella colpa implorandone il perdono
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guardandosi attorno deserte, in quella stanza che avevano sentito
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orgoglio, e per cui quella povera casa di campagna
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alle loro finestre, in quella piaggerella esposta al perfetto
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togliere. Ora veniva meno quella forza: le mani pendevano
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pagare a respiro, per quella volta a me non
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la facesse regalare da quella lassù, la contessa di
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tutte le sue regate.» ¶ «Quella cialtrona.» ¶ «Con quella non
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regate.» ¶ «Quella cialtrona.» ¶ «Con quella non c’era da
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ragione.» ¶ «Capirai, vedere con quella vecchia scandalosa un giovane
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ancora il filo di quella curiosità. Teneva una mano
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dentro una busta.» ¶ In quella, più grande assai di
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simile arnese, intorno a quella tavola più liete assai
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assalire sentendosi assalite da quella voce dura e crudele
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ma senza intenzione, finché quella di Remo, nudo sulla
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guardarla con coraggio, senza quella naturale timidità di cui
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vedere quanto accadesse in quella casa divenuta oramai una
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e in tante pose. Quella in riva al mare
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di luce nello sguardo, quella vivida luce che non
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dalla penombra della porta quella parola che le luccicava
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caso di trovare in quella stanza il ritratto di