Gianluca Morozzi, Dracula ed io, 2019

tranne loro due in quella grande casa isolata sui

bella auto parcheggiata fuori, quella che usa quando scende

intorno al montante di quella massiccia testiera di mogano

chiave sia superiore a quella tra la poltrona e

non era capitato, durante quella passeggiata per Bologna. ¶ La

ondate di curiosità verso quella creatura. ¶ Decise che della

si fermarono davanti a quella che un’insegna con

Dracula sospirò. Per fortuna, quella donna era troppo bella

siete sempre risorto?» ¶ «Sì. Quella è vera.» ¶ «Ecco. Questo

parte dei locali di quella zona. ¶ Intanto, l’insegna

in questo posto, comunicava quella serranda, almeno fate la

che sbattevano una carta, quella sembrava aderire per un

la mia figura con quella di Byron per creare

di non toccare mai quella nicchia, e di passare

alternati nella gestione di quella bettola si erano passati

occuparsi delle due case, quella nuova e quella vecchia

case, quella nuova e quella vecchia... Ma vogliamo dibattere

era la sua casa. Quella che non era impregnata

in nebbia, o in quella che gli umani definivano

all’ultimo piano di quella che l’amico Lajos

Lobo. Non doveva sentirla quella deficiente di Diana, per

che le avevo prestato quella notte le lasciava scoperto

a pancia in giù. Quella graziosa visione mi aveva

visto né conosciuto neppure quella volta che mi ero

Lajos. ¶ A proposito di quella storia del Viagra ¶ A

Viagra ¶ A proposito di quella storia del Viagra, dettaglio

tengo a precisare che quella pilloletta azzurra coadiuvante della

diamo una sorellina a quella cosetta poco vistosa che

aveva molto ironizzato su quella particolare categoria di furto

era stata trucidata in quella casa. Dopo racconterò anche

avessi sussurrato: «La vedi quella morettina lì, con quelle

pensava a un complotto. ¶ Quella cosa dei fidanzatini di

scrittori che avevano perpetuato quella falsità, come quelle altre

regola valesse anche dietro quella serranda semichiusa, ma decise

due chicchi d’uva... ¶ Quella partita a scacchi secolare

gialla, la gialla-evidenziatore, quella grigio antracite, quella argentata

evidenziatore, quella grigio antracite, quella argentata, quella dorata usata

grigio antracite, quella argentata, quella dorata usata soltanto una

volta perché portava sfiga, quella celeste in onore dell

mio look. ¶ Le magliette, quella cosa delle magliette, è

certo un’occhiata a quella ragazza con diverse T

insisteva perché la guardassi, quella serie, e io nicchiavo

Comunque, dopo aver scelto quella a mio parere più

altra ospite fissa di quella simpatica bettola, e della

Andiamo a cena in quella trattoria dove il cameriere

due principali magliette nere, quella degli AC/DC e

degli AC/DC e quella dei Motörhead, a vedere

come dire, normale, ma quella ha insistito...» ¶ «Ne ha

insieme.» ¶ «La accogli con quella maglietta, tra parentesi?» ¶ «Cosa

E la incontri con quella maglietta assurdamente gay?» ¶ «Maglietta

le mani avanti con quella cosa delle storie degli

porca troia!» ¶ Ecco: dopo quella conversazione, un po’ turbato

Ascolta», aveva sussurrato, con quella voce all’idromele. ¶ «Sì

più di prima, con quella nuova frequentazione alcolica. ¶ In

me è colpa di quella cagna della nostra ex

giovane e stupido a quella di vecchio rincoglionito senza

la triste fama di quella casa degli orrori. Ma

giovane della nostra relazione, quella in cui fioccavano baci

come cazzo si chiama quella periferia abbandonata.» ¶ «Ma no

delle regole chiave di quella nostra non convivenza era

il via ufficialmente a quella specie di undicesima stagione

mia, forse risucchiate da quella rumorosa, mistica cantina. ¶ 8 ¶ Gli

ordinarie morti di Dracula quella ultima e definitiva? ¶ Sì

milioni di gradi di quella massa rovente di gas

la natura della morte, quella definitiva, quella vera? ¶ Il

della morte, quella definitiva, quella vera? ¶ Il trauma di

era stato attirato in quella città che non era

un piccolo frammento di quella volgarissima bomba, uno stupido

era riformata intorno a quella scheggia maledetta. Collocata in

nemico da fronteggiare in quella città, gli serviva un

It Be dei Beatles, quella col volto di John

centimetri di stoffa di quella cortissima gonnellina, tanto che

pelle abbronzata di Henna, quella ragazza di una bellezza

tavolini all’aperto di quella secolare osteria. ¶ Io parlavo

c’era qualcosa in quella voce, e in quello

buona occasione di conquistare quella bella ragazza che se

Quale bella ragazza? Henna?» ¶ «Quella che era a questo

questo tavolo con te. Quella ragazza alla quale, fidati

a non seguirla.» ¶ «Vedi. Quella che chiamo persuasione, e

promettendogli le grazie di quella bella fanciulla dal seno

Nascosta nell’anima di quella casa c’era una

accaduti la mattina stessa. ¶ Quella salita attraverso tre piani

pelle, a differenza di quella di Dracula, era indicibilmente

Dopo, al momento di quella tragica natività, Dracula avrebbe

la morte. ¶ Mai come quella volta la tenebra fu

Dracula guardò con curiosità quella mostruosa statua di due

Parlarono a lungo, dopo, quella notte. ¶ Lei gli fece

nominata o rievocata, in quella lunga prima notte di

riscaldava la casa in quella mattina d’inverno. Lavinia

Senti», disse Lavinia, «ma quella mostruosità dovrà stare in

ti strapperei di dosso quella camicia, ti coprirei di

vuoi», rise il Primo. «Quella gabbia trasparente è insonorizzata

aveva baciato strappata da quella bocca di pesca, rimanere

Ragionò sul senso di quella scritta. ¶ I am. ¶ Io

tensione che aveva invaso quella scala per alcuni secondi

vecchia era entrata in quella puzzolente tana, ancora brontolante

tarantole dalle gabbiette, e quella ha un infarto. Problema

celebrare». ¶ Nel raggio di quella decima lettera dell’alfabeto

E mi ero convinto. ¶ Quella notte mi ero avviato

se della piazza stessa quella via fosse stata una

del braccio corto di quella croce non restava che

livello della strada, ma quella non l’avevo mai

belle.» ¶ «E la seconda?» ¶ «Quella la terrò buona per

pelo dalla realtà, e quella scena assurda la stavo

orribile tragedia! Preghiamo per quella poverina e per il

poi, fidati, intorno a quella pietra scoppierà una guerra

io...» ¶ «Di fronte a quella cassapanca, molti visitatori si

sulla natura umana, su quella felina, su Dio e

quando ha litigato con quella tizia borghesotta per il

blu a grandezza naturale, quella piccola e il martello

siete giovani, mica come quella cariatide sotto il letto

sapeva chi potesse essere, quella persona. Non aveva documenti

e lasciata lì in quella posizione strana. ¶ In giornata

amico Lobo, che anche quella sera doveva lavorare al

non aveva parlato granché, quella del suo utile idiota

Terra. ¶ La terza era quella di una donna. E

forse apparteneva alla dirimpettaia. Quella che piangeva in maniera

si posò sulla ragazza. Quella che stava parlando di

numero sorprendentemente basso. ¶ Ma quella ragazza, quella che piangeva

basso. ¶ Ma quella ragazza, quella che piangeva nella solitudine

giro di giostra di quella settimana di placenta e

placenta e di sangue. ¶ (Quella settimana di placenta e

insieme, vi ritrovate in quella schifosa puzzolentissima osteria, andate

la mia. La destra, quella con cui stavo tamburellando

bella ragazza. Ma su quella di Henna quella g

su quella di Henna quella g al centro mi

mi aveva invischiato in quella gabbia di grandi occhioni

sguardo! ¶ Al termine di quella misteriosa missione che avrei

essere al centro di quella torbida storia. «Ha ammazzato

Bottega della Luce e quella che era stata la

l’Orrido aveva commentato quella sequenza tutto entusiasta, io

entusiasta, io avevo commentato quella sequenza tutto entusiasta, la

la Betty aveva commentato quella sequenza tutta entusiasta, Lobo

Michele Zarrillo, no?» ¶ «Non quella volta, quell’altra che

adorato autore!» aveva flautato quella voce di latte e

Adesso?» ¶ Aveva riso. E quella semplice risata, nella mia

dell’Orrido, almeno in quella circostanza, aveva funzionato. ¶ E

a pronunciare sette in quella raccapricciante serata. ¶ Allora la

a una donna morta. ¶ Quella che piangeva nell’appartamento

avanti e indietro per quella via porticata e acciottolata

come Gwyneth Paltrow in quella scena del film I

avevo pensato: invidiatemi, miserabili, quella donna meravigliosa sta venendo

voce si era aggiunta quella di una ragazza dalle

paterna in generale. Con quella figura paterna. Con lui

sua produzione, però, è quella senile. Poco prima della

Betty si sarebbe aspettata quella sera: ricevere un baciamano

era in compagnia di quella ragazza anche lei molto

aveva fatto il Corvo quella notte era stato al

per mesi, come se quella storia mi avesse risucchiato

conosco. Quando gli fanno quella domanda, e gliela fa

rifletté sulle parole di quella giovane donna tanto somigliante

e all’incubo che quella... persona che chiami il

e cantando Lucky Man, quella dei Verve. ¶ E poi

di via dell’Inferno, quella che era colma di

galoppino, e siccome in quella casa c’era parecchia

bacio sulla guancia, ma quella parte di guancia che

corpo rigenerato intorno a quella scheggia, della meditazione, del

E la nebbia? Anche quella è un’illusione?» ¶ «No

è un’illusione?» ¶ «No, quella è abbastanza vera. Non

trauma, anni fa, e quella è una facoltà che

tentazione di trasformarmi in quella che chiami nebbia per

alle scale. «Volevo che quella vittima si ritrovasse in

mi avevano sorretto in quella decisione. Con la pistola

alle Due Torri, in quella zona di Bologna che

convengo. ¶ Ma pensare a quella parola di quattro lettere

chiavi fino a trovare quella giusta. ¶ E aveva spalancato

Colpa della scheggia, di quella maledetta scheggia.» Si era

ultimi momenti con Henna, quella specie di accenno di

destra. Sì, e poi quella sferzata di vento misto

Ah, ma se è quella supertopa della tua commessa

la punta grossa o quella fine?» ¶ Il trapano ¶ Ecco

Avresti dovuto distinguerlo da quella bassa macelleria sulle partorienti

farmi venire una volta, quella notte», e ride da

Non mi offendo per quella storia del finto orgasmo

certo, capo! Come in quella storia di Hellblazer con

Lucio Dalla Henna, che quella canzone comincia parlando di

tempo. Quando tu e quella pazza siete arrivati a

assurda cabina telefonica blu. Quella grande. Non quella piccola

blu. Quella grande. Non quella piccola e piena di

perdonami la sincerità. Oh, quella cazzata sul figlio di

sindaco. E della scheggia. Quella lotta quotidiana contro il

dettagli dalla mente, in quella fase, come l’aveva