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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «quella»

nautoretestoannoconcordanza
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buchi. Fu allora, quando quella pancia grande gli sfiorò
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avrebbe mai più rivisto quella coda persa nell’erba
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a non fissarla, ma quella bava di animale occupava
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inforcò un pezzetto di quella carne bagnata. Se la
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di capire cosa fosse quella cosa che lo stava
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quel fumo e da quella voce. ¶ “Fra tre giorni
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la porta chiusa, ma quella non si mosse. Un
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e sbuffando tornò da quella barba grigia e da
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Arrivarono all’ultima stanza, quella adiacente al bagno. Era
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sedia che ballava meno, quella nera a capotavola, si
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la sua fetta e quella nel piatto delle fragole
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Nino mentre stavano rientrando. ¶ Quella mattina, quando Pietro aveva
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acqua verde. Poi con quella azzurra. ¶ “L’acqua verde
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guardò filar via. Vide quella schiena sottile scomparire oltre
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delle cicale. ¶ C’era quella cosa, dentro. ¶ Con le
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della benzina. ¶ Restò in quella posizione senza muovere neanche
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di pelle liscia, come quella della Bianca. Al suo
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e lei aveva ricambiato. ¶ Quella sera, però, non successe
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sera, però, non successe. Quella sera era già molto
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di pelle fresca. ¶ “Ladri.” Quella parola a mezza voce
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orecchie rimasero squarciate da quella voce che gli fracassava
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parlare ancora: “Fatti spiegare quella benedetta matematica, e saluta
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proseguire in fila indiana. Quella lingua di terra fra
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il bianco sporco di quella cucina si illuminava e
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cartolina appesa al frigorifero, quella con l’uomo con
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triste e azzurra come quella che suo padre teneva
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la Bianca di papà…” ¶ “Quella di tuo padre vuoi
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al torace, ma da quella posizione ci sarebbe riuscito
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pasta sfoglia nera e quella gialla. Il profumo gli
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Nino gli aveva restituito quella mattina. ¶ “Dai, facciamo che
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disse lui, sperando che quella bugia si avverasse davvero
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subito a fianco. Per quella volta non si erano
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il cuore. ¶ Nessuno, in quella penombra, le vide. Si
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tuta verde. E a quella barba, strisciata contro il
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sull’asse di legno. Quella corsa gli finì il
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unica luce accesa era quella della lampada con il
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sedia di fianco a quella del figlio e prendendo
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avvicinò la sedia a quella di suo padre. ¶ “Allora
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Una pagina lontana da quella del ragazzo innamorato. ¶ 13. ¶ Il
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infilò nell’ultima stanza, quella segnata dalla lettera L
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fredda e liscia. Sembrava quella di un morto. ¶ Toni
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con la carta ruvida. ¶ Quella di oggi era uguale
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solo per via di quella mano che non voleva
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Una macchina?” ¶ “Sì, come quella di tuo padre. Oppure
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La porta non era quella di vetro e legno
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vetro e legno. Era quella tutta scura e nera
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da letto e a quella del ripostiglio. Non c
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solo legno. Andò a quella del bagno e vide
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Era la canzone di quella signora con la gonna
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o poi, avrebbe bucato quella pelle bianca e tirata
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Rimase fermo, catturato da quella forza buona e non
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sempre”. ¶ Quel nome e quella frase rimasero a pochi
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con loro. Lontano da quella palazzina verde, lontano da
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aperto e imbottito di quella nuova busta. ¶ “Dalla a
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aggiunse: “Chiusa”. ¶ Fu con quella che tornò a casa
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suo. La pelle era quella di un altro e
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pelle blu e su quella viola. Lo appoggiava appena
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lenta e vigile. Proprio quella che il sonno sembrava
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buone che aveva visto quella sera alla televisione stavano
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staccarsi di colpo. E quella gamba fermarsi di fronte
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poggiato la mano. Contro quella carne, viva, impaurita, immobile
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a tavola. E in quella penombra loro due pregarono
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risucchio della minestra in quella bocca. Nient’altro. ¶ Pietro
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voce che udì fu quella di sua madre al
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una storia da raccontare. Quella di Pietro, un bambino
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letture degli ultimi mesi. Quella di Nino, probabilmente l
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ricordo di mio nonno. Quella di una Sicilia remota