Vittorio Alfieri, Sofonisba, 1789

egli era. — ¶ Ahi, vinto re! preso in battaglia, e

in disparte. All'infelice ¶ re fora insulto ogni corteggio

potesse ¶ alleviar di vinto re, mi udresti ¶ parole or

soffribil fosse a un re, dall'armi tue ¶ esserlo

nulli, ¶ dei tali ai re ne tocca. Indegno io

di amici veri, abbenché re, non era: ¶ e, in

possente ¶ io già fui re. Frapposto mare il tuo

par che Roma, i re; di orgoglio e possa

il cuor d'un re tacitamente sempre ¶ da ogni

sei sordo: a un re, che in trono ¶ eguali

sua passione. A un re infelice il credi; ¶ ch

i sensi di un re, di stolto amante ¶ odi

IV ¶ SCIPIONE ¶ Scipione ¶ Misero re! Pari a pietà mi

guerriero avanzo ¶ del morto re... ¶ Scipione ¶ Che parli? e

nulla ¶ a un vinto re, preso in battaglia, resta

sguardo occorre ¶ quell'infelice re, tu, generoso, ¶ dall'insultarlo

caldamente tua sorte. Ai re nemici ¶ di Roma, il

fin si appiglia ¶ il re numìda Massinissa. ¶ Scipione ¶ Ah

grande è sollievo ¶ a re infelice, e a non

solo usbergo ¶ d'ogni re, che nemico o amico

Scipion vi sta; tu, re, vi stai: ¶ ed io

omai. ¶ Siface ¶ D'un re fra ceppi ¶ stolto fora

sono, e assai men re. Già tolto ¶ mi avevi

sé, conviensi. ¶ Tu, prigioniero re, non vuoi, né il

vinto ¶ egli è un re mai, cui libertà pur

al paragon del brando ¶ re potrem noi con re

re potrem noi con re, col brando allora ¶ ti

pomposo rogo ¶ al morto re si appresti... ¶ Sofonisba ¶ Almen

amico sol dei vinti re lasciassi, ¶ il mio fido