Massimo Carlotto, Il corriere colombiano, 2000

via d’uscita. ¶ «Aquí» rispose indicando lo stomaco. ¶ «Colombiano

nome?». ¶ «Guillermo Arías Cuevas» rispose pronto il corriere. ¶ «Quanti

dal locale. ¶ «Ciao, Marco» rispose Rossini che aveva riconosciuto

trovare la mia famiglia» rispose con grande calma e

fare?». ¶ «Quante saranno necessarie» rispose Beniamino. «Tieni il cellulare

stato di parola. Corradi rispose alla prima vibrazione del

signor Arías Cuevas...». ¶ «No» rispose secco Rossini. «Sei fuori

di mutande e calzini» rispose un giovane carabiniere togliendo

erano altri colombiani. ¶ «Uno» rispose il graduato. «Un trafficante

e si sentono tranquilli» rispose Mansutti. ¶ «Vattene a casa

la pena di tentare» rispose. ¶ Mi riavvicinai allo schermo

Un paio di giorni» rispose tranquillo Rossini. ¶ «Va bene

con Nazzareno». ¶ L’appuntato rispose subito. Il milanese trasmise

mettermi in allarme. «No» rispose laconico, sentendo subito dopo

troia colombiana sulla piazza» rispose il milanese. ¶ «È impossibile

le forze dell’ordine» rispose Max la Memoria. «Per

ho chiesto stamattina?». ¶ «Sì» rispose il milanese. «Sono andato

rivedere te, bella signora» rispose il milanese. ¶ «Buffone» lo

tolse il cappello e rispose con passione. Il fregio

con noi. «Certo» mi rispose. «E avresti potuto ballare

dell’operazione speciale?». ¶ «Sì» rispose Max, aggiornandolo sulle nostre

Liscio come l’olio» rispose il milanese. ¶ «Allora non

fottuto?» domandai. ¶ «Alla grande» rispose Max. «Hanno lasciato fuori

lasciato libero Bruno Celegato» rispose Max. ¶ «Non mi sembra

vuoi?». ¶ «Parlare di affari» rispose cambiando tono. ¶ «Spiegati meglio

Bogotá, ma il padre rispose sempre di non avere