Ortensio Lando, Novelle, 1552

fossero cotai cose adivenute. Rispose la donna di non

fede alle sue parole, rispose: «Figliuolo mio, apertamente conosco

furiosamente l’uscio percuoti?». Rispose colui: «Sono il Traverso

che il marito fosse, rispose alla fante: «Come dice

ci lasci punto dormire?». Rispose messer lo medico: «Io

le spine. Vitrio non rispose nulla, tuttavia camminando con

A cui il contadino rispose: «Sappiate, messer Ugo, che

potessero i più belli». Rispose allora messer Leandro: «Se

grandi?», disse l’arcivescovo. Rispose messer Leandro: «Essi sono

poco dissimili dagli uomini». Rispose il canonico: «Non dite

il re de’ bugiardi». Rispose il Fiorentino: «Non ve

pur fare a me», rispose egli: «dammi il bastone

si scontorceva, né altro rispose alla Pomarina. Il sire

per rivederla. La Pomarina rispose: «Messere, io non ci

la Pomarina arditamente gli rispose: «Voi vi pensate, messere

vi servono per nulla!». Rispose allora il sire con

abbracciata. A Lodovico adunque rispose ella che Lippa non

cui il garzone arditamente rispose di non voler tardare

notte passata?». La fanciulla rispose: «Di sopra ho io

dopo me ne vennero?». Rispose la moglie: «Io loro

o pure un solo?». Rispose Milione: «Madama, egli è

qualche sciagura mi accadesse». Rispose Milione: «Ben l’avete

offerse. A cui ella rispose: «O Piero, questo dono

molti giorni era morto, rispose: «O Piero, se mai

e veggendolo muoversi, non rispose nulla, ma, arricciatosegli per

ve ne ho portato». Rispose il padre con turbato

all’ospedale». «Me dunque – rispose il padre – fai tu