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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «s»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
branco di bestie feroci, s’avventano sui cavalli e
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1956
correre. ¶ All’alba, Pietro s’alzò per primo e
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1956
ne separava mai, e s’avviò alla fonte per
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1956
era buio, l’uccellino s’era appollaiato tra il
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1956
del muraglione; e Pietro s’arrampicò su in cima
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1956
con lo schioppo puntato, s’accostò all’uccellino. Ma
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1956
a prendere lo schioppo, s’appostò, tirò e stavolta
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1956
tascata di soldini, perché s’abituassero a far l
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1956
nostro Governatore! ¶ Ma Pietro s’affacciò alla finestra e
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1956
da marito, la quale s’era innamorata di Pietro
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1956
passata un’ora, che s’aperse la porta, e
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1956
la sedia su cui s’era messo. Se era
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1956
torni a casa difilato. ¶ S’accordarono, e il Re
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1956
muro, a guardare come s’impugnavano, e a sollevarle
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1956
Re nemico. Quand’ecco, s’udì dal cortile un
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1956
per lo sposalizio e s’invitarono tutti i Regnanti
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1956
ai miei figlioli, e s’avvezzerà ai nostri usi
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1956
Ebreo e il contadino s’accordarono e l’Ebreo
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1956
garbata e graziosa le s’affezionò come fosse stata
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1956
dieci anni, i contadini s’aspettavano da un giorno
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1956
detto, che il muraglione s’apre e il pero
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1956
è qualche animale che s’arrampica sull’albero e
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1956
disse del pero che s’abbassava e del muraglione
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1956
e del muraglione che s’apriva, per paura che
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1956
mangiare a spizzico; perché s’era accorta che a
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1956
disse: – Senta, mamma, non s’arrabbi. Di principesse, solo
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1956
gridò il Re, e s’abbracciarono e baciarono. Ma
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1956
la crosta di terra s’accorge che è tutto
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1956
che albeggiasse, la Caterina s’alza dal letto e
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1956
andò al palazzo reale, s’accostò a un cameriere
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1956
l’altra. Prima gli s’annebbiò la vista, poi
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1956
farfugliare, e da ultimo s’addormentò come un maiale
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1956
la voce della figliola, s’affacciò subito: – Tu a
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1956
lasciar partire Giuseppe, che s’imbarcò con un baule
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1956
su dal mare che s’andava acquietando. L’isola
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1956
la figlia del Re s’ammalò e venne a
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1956
grosso bove. L’animale s’avvicinò a un cadavere
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1956
baule di Giuseppe, vi s’accostò e piangendo disse
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1956
sua antica innamorata, che s’era sposata a un
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1956
il bove venne e s’ebbe portato via un
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1956
il giro dell’isola, s’arrampicò nel buio fino
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1956
passatempo, e con essa s’inoltrava nel mare con
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1956
in una notte serena, s’imbarcò con la moglie
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1956
ad arrivare alla finestra. S’affacciarono e videro gli
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1956
sentì i vagiti, e s’impietosì di quella bella
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1956
figlio la scordasse. Non s’immaginava nemmeno che quella
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1956
disse, e il forno s’aprì. La figlia del
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1956
la porta che non s’apre dal di dentro
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1956
partenza, i postiglioni non s’accorsero che sulla pedana
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1956
pedana dietro alla carrozza s’era accoccolato Menichino. ¶ La
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1956
già giorno, e Menichino s’andò a nascondere a
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1956
tornò sull’albero e s’addormentò tra i rami
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1956
trovar il bandolo… – Finalmente, s’arrese: – Mi do per
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1956
che in un guadagno s’era risolto per suo
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1956
tutte le ricchezze. Adesso s’erano ridotti a pigione
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1956
ordini. La famiglia vi s’alloggiò, in mezzo a
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1956
dal fratello minore. E s’arrovellava per scoprire donde
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1956
aveva bisogno; così non s’accorse subito della sparizione
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1956
età da marito, e s’invitavano i più bravi
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1956
di là dello steccato s’affollavano signori e signore
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1956
Milano, e i sicari s’appostarono per via. Ma
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1956
modo, e i sicari s’affannarono invano a scassinarlo
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1956
mercante di buoi. Come s’usa tra viaggiatori, si
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1956
secondo le richieste. Menichino s’accordò sul compenso e
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1956
a un tratto gli s’aperse davanti una radura
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1956
era tanto stanco che s’addormentò. Ma sul più
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1956
scimmia che era voltandosi s’era trasformata in una
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1956
le disse la Rosina, – s’incontrano sempre delle buone
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1956
raperonzoli trovò una rapa. S’attaccò alla rapa, per
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1956
voce: – Tappeti! Tappeti fini! – S’affacciò e il tappetaio
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1956
le braccia: era guarita. S’alzò sul letto e
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1956
della foresta. ¶ A Fiordinando s’accese la fantasia. – Senti
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1956
li stendeva morti; Fiordinando s’industriava a stargli dietro
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1956
di nuovo. Ora Fiordinando s’era tanto allontanato dal
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1956
In mezzo al bosco s’apriva un grande prato
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1956
po’ di vino. Poi s’alzò, e passò in
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1956
che ebbero, la Regina s’alzò e le damigelle
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1956
per la scala. Fiordinando s’alzò lui pure e
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1956
era una porticina segreta: s’aperse ed entrò la
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1956
n’andarono. Adesso Fiordinando s’aspettava che dicesse qualcosa
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1956
guardare il velo che s’alzava e s’abbassava
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1956
che s’alzava e s’abbassava al suo respiro
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1956
la ricondussero via. Fiordinando s’alzò anche lui, fece
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1956
di nuovo nel bosco, s’imbatté nel cacciatore che
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1956
quell’atto la Regina s’alzò, bella come un
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1956
padre, a dirgli che s’era innamorata e che
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1956
sonno tanto greve, che s’addormentarono sull’erba come
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1956
Un contadino nel campo s’arrovellava a zappare la
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1956
gran bella ragazza, e s’era affezionata tanto alla
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1956
sentire la mia mamma –. S’allontanò e scese giù
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1956
la botola. ¶ Il corteo s’era già molto allontanato
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1956
grido. La testa le s’era trasformata in una
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1956
tutta imbottita di stracci! ¶ S’avanza la seconda e
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1956
con la ragazza e s’accorse che non solo
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1956
tornò al palazzo, perché s’era fatta ora di
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1956
morti di quel viaggio, s’addormentarono in carrozza, mentre
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1956
le penne ¶ Un Re s’ammalò. Vennero i medici
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1956
e argento. E ora s’è asciugata. ¶ – Sì, glielo
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1956
riposare. Quando suonò mezzogiorno s’infilò nella settima buca
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1956
Così parlando, pranzarono. Intanto s’era fatta un’ora
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1956
coperte, e l’Orco s’addormentò. ¶ L’uomo sotto
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1956
fare buone azioni. Allora s’accorgerebbero di chi è
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1956
aspetta una figliola che s’è smarrita. ¶ – Sognavi di
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1956
alle sei, l’Orco s’alzò, salutò la moglie
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1956
locanda, ma l’Orco s’era accorto della sparizione
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1956
un pesce, il pescatore s’impaurì, e senza starci
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1956
le sette bocche aperte s’avventò sulla Principessa, fischiando
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1956
andarono a letto e s’addormentarono. ¶ A bruzzolo, appena
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1956
pescatore intanto la cucina s’era nuovamente allagata di
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1956
fratelli appena si videro s’abbracciarono stretti e allegri
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1956
morti ed ecco che s’alzano in piedi risanati
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1956
padre. Le sorelle invece s’alzavano alle dieci e
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1956
come la chiamavano, che s’era subito abituata a
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1956
parte del carico che s’era salvato. Le sorelle
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1956
non cambiava nulla. ¶ Così, s’avviò verso la sua
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1956
Cammina cammina, venne notte: s’addentrò in un bosco
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1956
scorse un lume lontano. S’avvicinò e vide un
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1956
quali sciagure. ¶ La mattina, s’alzò serena e fiduciosa
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1956
Domandò al Mostro: – Perché s’è così ringalluzzito? ¶ E
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1956
do: quando la pietra s’intorbida vuol dire che
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1956
rantolava tra le spine. S’inginocchiò accanto a lui
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1956
un bel cavaliere che s’alzò di tra le
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1956
delle foglie secche e s’accoccolò alla peggio, rattrappito
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1956
che ogni volta che s’apre c’è una
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1956
ragazzotto a questo borbottìo s’addormentò pian piano. Si
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1956
Marchese. E il Re s’insospettì. Mandò ambasciatori in
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1956
figlio del Re non s’era mai mosso dal
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1956
Re coi suoi invitati s’erano appena seduti a
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1956
nulla. Con gli indovini s’era infilato un Mago
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1956
si saprà dov’è. S’io fossi più giovane
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1956
nel porto del Regno s’imbarcò su una nave
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1956
per la vista perduta s’aggiunse quello della perdita
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1956
consolarlo, Giovanni, il secondo, s’offerse d’andare lui
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1956
Ti credevamo morto! – E s’abbracciarono. ¶ Gugliermo raccontò di
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1956
nel palazzo di cristallo. S’abbracciarono e i fratelli
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lo sa nessuno. ¶ Andreino s’arrampicò sulla montagna. Trovò
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1956
porto pareva abbandonato: non s’udiva un rumore. Andreino
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1956
cresciuto che i tralci s’erano avviticchiati per tutta
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che la vista gli s’oscurò e poi si
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1956
sprofondò nel vuoto e s’inabissò nell’acqua. Con
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1956
messo la testa fuori s’accorse d’avere recuperato
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1956
riflettuto, si spogliò e s’infilò nel letto accanto
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Regina piangeva, il Re s’arrabbiava e Andreino era
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Andreino era sbigottito. Allora s’avanzarono i fratelli e
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s’aperse. ¶ I cani s’infilarono per le scale
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1956
cani. La mattina quando s’alzò trovò preparato lo
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1956
un Drago e le s’avventò contro per mangiarla
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1956
là dentro e ci s’addormentò. Quando tornò in
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1956
scuola, le altre bambine s’erano mangiate tutte le
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1956
le sue mercanzie. ¶ Giricoccola s’affacciò, e l’astrologa
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1956
vederla di nuovo statua, s’inquietò e gliene disse
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1956
sorelle e l’astrologa s’arrendevano! Venne con una
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presto, scappate, prima che s’alzi mio marito! – Il
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1956
che erano a cena. S’arrampicò alla finestra della
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1956
andarono a letto e s’addormentarono, il gobbo cacciò
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il letto. I calabroni s’arrabbiarono e si misero
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po’, l’Uomo Selvatico s’affacciò alla finestra e
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1956
il Re, l’acqua s’apriva e lo faceva
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1956
che andavano a letto. S’arrampicò in cima al
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1956
il frumento. ¶ La donna s’alzò, aperse la finestra
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1956
la bacchetta, il mare s’aperse, lo fece passare
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1956
che pareva discorressero. Stellina s’incantò un po’ a
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1956
letto. Tutto era silenzio. S’addormentò e non si
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1956
Bevve il caffè e s’alzò. Fu vestita, pettinata
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1956
giardino, perché le bestie s’affollassero lì a mangiare
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1956
Successe che il padre s’ammalò e un giorno
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privato. Ma appena Sandrino s’accorse che la Regina
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1956
accorse che la Regina s’era innamorata di lui
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1956
da un Principe, ma s’innamorò di lui sua
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1956
aveva detto il Diavolo. S’alza e si sente
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1956
così mortificato, papino? Andiamo, s’alzi da questa poltrona
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1956
servitù; era solo; e s’accorse tutt’a un
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1956
sue sorelle, che non s’erano più viste. Andarono
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Sono appena usciti, che s’apre il candeliere e
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1956
Questo cuoco, questo cuoco, s’è dimenticato di salare
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Zizola. Allora la Regina s’alzò e mandò a
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1956
Alla mattina, il grande s’alzò di buonora, e
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dormiva ancora della grossa; s’alzò tardi e cercò
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piccolo mangiò e poi s’affacciò a una finestra
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1956
far colazione tutto contento. ¶ S’arrivò all’ultima sera
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1956
quel gran sonno che s’addormentò. E la Regina
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scommessa a chi primo s’arrabbia ¶ Un poveruomo aveva
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1956
bene –. E l’indomani s’alzò, si lavò la
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1956
di noi due che s’arrabbia perde il suo
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1956
stanza. ¶ Alla mattina Fiore s’alzò di buonora, andò
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1956
vedere chi arrivava; se s’avvicinava qualcuno pensava subito
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1956
che il primo che s’arrabbia perde lo staio
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1956
Alla mattina, prima che s’alzasse il sole, Pìrolo
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quattrini in tasca e s’avviò verso casa, ma
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il ricciolo! ¶ L’Arciprete s’affacciò alla finestra e
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1956
è andata così! – e s’avviò verso casa, torcendosi
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a casa, l’Arciprete s’accorse che le serve
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a suonare. Il Mago s’affaccia, vede quel cavallo
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uscire senza che nessuno s’accorga che ci siamo
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1956
era stato un tradimento, s’infuriò, s’invelenì, s
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un tradimento, s’infuriò, s’invelenì, s’affacciò al
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1956
s’infuriò, s’invelenì, s’affacciò al balcone e
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vanno a letto e s’addormentano. Scorzo veglia, sente
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risata: – Iiieeeh! Di chi s’è innamorata la figlia
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1956
io non so niente… – s’affannava a dire il
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1956
e cammina finché non s’imbatte in un palazzo
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1956
pergola e la bella s’affacciò: proprio in quel
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1956
arrivati al palazzo reale, s’affacciò il padre: – Ecco
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1956
le hanno predetto che s’innamorerà del primo uomo
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1956
lei non la vuole, s’impiccherà. ¶ Il figlio del
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corda e ditele che s’impicchi. ¶ Gli ambasciatori fecero
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1956
prenderà un coltello e s’ammazzerà. ¶ – Tenete questo coltello
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1956
coltello e ditele che s’ammazzi. ¶ Tornarono col coltello
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1956
E lui, a vederla, s’innamorò tutto d’un
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1956
subito! ¶ La giovane allora s’alzò e scrisse a
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1956
e Pierino Pierone ci s’arrampicava a mangiar le
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1956
là! – gridò lui e s’alzò a vedere. ¶ Era
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1956
figlia dell’oste, che s’era avvicinata carponi, in
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1956
lì attaccata. ¶ Il giovane s’affacciò alla finestra: era
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1956
ridere: tutta la Corte s’affacciò alle finestre e
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1956
le tenne dietro, e s’allontanò dal seguito. In
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1956
e seguendo il canto s’infilò in una vigna
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1956
da compare d’anello! ¶ S’aperse la terra e
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del banchetto, il morto s’alza e dice: – Amico
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1956
meno arrivarono alla tomba. S’abbracciarono. Il vivo pensò
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1956
in Paradiso. ¶ La tomba s’aperse, e il vivo
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1956
dire che ieri non s’è sposato nessuno! ¶ – Come
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1956
Ecco che la coratella s’è già cotta: non
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1956
chiudere occhio. All’alba s’era appena addormentato, quando
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1956
di mezzogiorno. E Pietro s’alzò, sempre col pensiero
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1956
busto, ma niente! Non s’attacca. Pietro comincia ad
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1956
si voltò dall’altra. S’erano appena riaddormentati, quando
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1956
appesi a un bastone. S’avvicinò e le disse
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1956
Si sedette lui e s’annodò un tovagliolo al
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1956
anello. Poi tutti contenti s’addormentarono. ¶ Ma mentre lui
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1956
anello dal dito. Poi s’alzò, chiamò tutti i
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1956
agitarsi tanti fazzoletti bianchi: s’erano tolti la lista
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1956
e nastri colorati che s’agitavano al vento. C
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1956
di fronte sua moglie! S’abbracciarono, si baciarono, si
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1956
sotto un albero e s’addormentò. Quando si sveglia
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1956
scendere nel pozzo e s’avvicinò in modo ch
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1956
anello d’oro che s’è perso in fondo
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1956
verità e il sacco s’era riempito. ¶ Allora il
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1956
a piovere a dirotto, s’era fatto buio e
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1956
liberò la porta che s’aperse. ¶ I cani s
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1956
bene, no? – E intanto s’assicurava che tutto fosse
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1956
vestito di giallo che s’avvicinava coi suoi cani
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1956
dolore. Le piume gialle s’erano tinte di sangue
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1956
di sangue, il canarino s’era conficcato gli spilloni
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1956
tronco cavo entrò e s’accoccolò là dentro, addormentandosi
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1956
fiammelle di candela che s’avvicinavano. Erano quattro Masche
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1956
parti del mondo e s’erano date convegno sotto
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1956
Sultano dei Turchi che s’è comprato venti mogli
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1956
Imperatore dei Cinesi che s’è fatto crescere il
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1956
Re dei Cannibali che s’è mangiato per sbaglio
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1956
tacere. Le Masche ormai s’eran dette tutto quel
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1956
brutto porco! ¶ Re Crin s’allontanò grugnendo: – Eu! me
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1956
visto che il figlio s’era messo di nuovo
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1956
mattina a Corte tutti s’aspettavano la notizia che
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1956
la madre del Vento s’alzò presto e svegliò
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1956
della Principessa. La Principessa s’affacciò e la fece
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1956
Ma questa volta lui s’era stancato di bere
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1956
Diana, compreso lo scherzo, s’arrabbiò e si ritirò
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1956
giovane, senza farsi accorgere, s’avvicinò ai vestiti della
260
1956
fuori dall’acqua e s’andarono subito a rivestire
261
1956
giovani si guardarono e s’innamorarono l’uno dell
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1956
la terza. Il giovane s’assicurò che avesse il
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1956
noi scappiamo, – disse lui. ¶ S’alzarono di buon’ora
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1956
un cavallo e scapparono. S’alzò anche il Re
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1956
in casa. A mezzanotte s’ode un fischio, poi
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1956
intera per tanti anni! – S’avvicina e guarda: le
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1956
vestito d’abiti preziosi. S’alzò per benedire e
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1956
e nel silenzio che s’era fatto nella piazza
269
1956
era fatto nella piazza s’udì un grido. Un
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1956
continuando la sua via s’imbatté in un suo
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1956
aspetto. ¶ Invece anche stavolta s’alzò per tempo, andò
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1956
può vedere. ¶ Il giovane s’era già tanto montato
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il lume. Ma lui s’era portato in tasca
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lanciò un capo perché s’aggrappasse, e la tirò
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stecchita. ¶ Dell’altra non s’è mai saputo che
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o chissà dove: non s’è riuscito a sapere
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quel granchio e non s’allontanava mai dalla peschiera
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sentì suonare la campanella. S’affacciò al balcone e
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la riprese in groppa, s’immerse nella vasca e
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disse al Re che s’era tanto divertita, e
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corrono incontro e gli s’attaccano alle gambe, dicendo
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naufragato e solo lui s’era salvato. I soldati
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tornò a nascondersi, ma s’era dimenticata un cucchiaio
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occhi, vede la schiava, s’alza, l’abbraccia e
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bicchiere sul comò e s’accorse che c’erano
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lo conficcò nel tavolino. S’inginocchiò in camicia davanti
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allora l’Omo morto s’è disincantato, l’ha
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usciva mai e non s’affacciava neanche alla finestra
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al solito, la ragazza s’era ridotta all’ultimo
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pronunciare i loro nomi, s’accorse che le erano
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forze e l’albero s’inchinò, s’inchinò, le
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l’albero s’inchinò, s’inchinò, le radici uscirono
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uscirono dalla terra e s’abbatté sradicato. Giuanin corse
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lì a vedere, e s’accorse che il cavallo
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della sua ombra. Allora s’offerse lui, di domare
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al Re che Giuanin s’era vantato pubblicamente d
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Il leone nero gli s’avventò ma Giuanin era
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mogio come uno straccio, s’era rassegnato a morire
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ed egli capì che s’era addormentata. Allora, lesto
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con gli zoccoli e s’ammazzarono tutti. ¶ La vecchia
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vedova con tre figliole. S’ingegnavano tutte e quattro
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d’Argento entrò furtivamente, s’avvicinò al suo letto
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letto, Naso d’Argento s’avvicinò al suo letto
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Alla mattina, quando Lucia s’alzò, andò subito a
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tornò il Diavolo, Lucia s’era rimessa tra i
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della madre. Il Diavolo, s’era ormai seccato di
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bisogna sapere che Lucia s’era cucita una bambola
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riunita, e siccome Lucia s’era portata dietro anche
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la Maschera Micillina non s’azzardasse a uscire dai
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cespugli. Ma la Maschera s’avvicinava senza farsi sentire
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che per scavare acqua s’era fatto crescere le
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faccia col cappello e s’addormentò. ¶ I contadini stettero
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tre volte nel fuoco, s’alzò senza guardare nessuno
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un po’ i servitori s’accorsero che la provvista
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a dire che Perina s’era vantata d’andare
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un albero di pero, s’arrampicò tra i rami
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tra i rami e s’addormentò. ¶ Al mattino al
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mondo. Ma la porta s’apriva e serrava così
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del Re che ci s’era nascosto dentro. Allora
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mano perché i rami s’alzassero d’un palmo
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alla pianta, i rami s’inchinarono e le porsero
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ne innamorò e innamorandosene s’accorse che era la
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tre castelli ¶ Un ragazzo s’era messo in testa
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il confessore. ¶ Il ragazzo s’andò a confessare. – Rubare
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quando il serpente gli s’avventò contro con le
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Quando si svegliò, gli s’era fermata davanti una
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che la Regina le s’affezionò. Le altre serve
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è ancora un pezzo, – s’affrettò a dire il
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mia figlia che non s’è mossa da casa
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sono un Re che s’era travestito da pappagallo
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streghe del bosco non s’erano arrese. Un giorno
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forma della Principessa e s’era messa a letto
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Principe. ¶ – Ho che non s’è mai visto due
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Io ti amo! ¶ Quando s’ebbero detto tutto il
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poi sulla gronda, poi s’affidò al vento e
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verso la finestra, e s’allontanò per il sentiero
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in cui la fiaba s’era tramandata di bocca
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Basile» di Del Chiaro. ¶ S’accumulò così, specialmente nell
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per salvare qualcosa che s’agita là in fondo
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casi in cui ci s’imbatte in uno straordinario
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abissi irti di serpenti s’aprivano come ruscelli di
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dei fratelli Grimm e s’andò codificando nella seconda
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Proprio «scientifici» come oggi s’intende i Grimm non
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su questo loro lavoro s’innesta il lavoro mio
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ha tratto più succo, s’è fatta più monferrina
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di nuovo che ci s’aggiunge passando di bocca
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proverbio e Benedetto Croce s’incontrano) i suoi veri
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passione, una speranza che s’esprimano attraverso quest’attitudine
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intorno per la stanza, s’inchina, si solleva, facendo
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suoi. Il Nerucci non s’occupava di novellistica comparata
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quale ai tempi suoi s’era abbeverato il Boccaccio
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presunzione del dialetto che s’atteggia a «lingua», con
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come in sogno, che s’aprono su paesaggi di
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logica dell’intreccio spesso s’è persa e si
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aggiornata conoscenza dei problemi s’accoppia all’intelligenza estetica
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del mondo arabo-orientale s’è sedimentata maggiormente nel
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ma le due storie s’attraversano: il cantare trae
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nella sua forma. ¶ Dobbiamo, s’intende, andar cauti nel
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onomastica dalla mitologia classica) s’informò allora delle istituzioni
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d’origine orientale, che s’era a sua volta
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ultimo (nonostante che ci s’imbatta ogni tanto in
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qualche precisione di risultati s’avvicinano quando trattano dei
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perdono. ¶ Nelle fiabe non s’incontra quasi mai lo
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di qualcuna che non s’è mai vista, una
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malvagi; quasi mai vi s’insiste in forma sentenziosa
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costruzione narrativa del Pappagallo s’esprime qualcosa di più
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mettere in pentola e s’avvia, il padre o
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gli scrittori che occasionalmente s’occuparono di fiabe in
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Siciliano nel 1876; ad esso s’aggiunse nell’«edizione nazionale
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staccò un braccio e s’arrampicò per il camino
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e aspettava, e nessuno s’avvicinava alla sua nave
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mezzo al mare. Baciccin s’avvicinò allo scoglio. Nello
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giro dell’isola, e s’agitava con tutte le
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colpì il gabbiano che s’era levato a volo
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chiede il Re. – Arrestatelo! – S’avanzano le guardie, ma
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giovane dormiva, il compagno s’alzò, andò dal locandiere
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isola della Principessa. Gli s’avvicinò un vecchio marinaio
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casa né albero che s’alzasse da terra. – Che
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vista la bella sposa, s’innamorarono di lei. – Se
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Il pacco di stracci s’alzò in piedi ed
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fai la matassa. ¶ Mai s’era vista una filatrice
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più lunghe del mento, s’allungarono più d’un
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palmo e le palpebre s’allungarono anch’esse. ¶ Quando
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Il pacco di stracci s’alzò in piedi ed
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notte dopo, il giardiniere s’appostò con lo schioppo
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mai si fosse vista. S’attaccò la treccia in
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il mare; il Re s’affaccia e dice alla
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risvegliandosi e alla fine s’alzò. La scena non
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non si può descrivere. S’abbracciarono, si baciarono, il
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la guancia. ¶ Il Reuzzo s’alza su rosso di
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Maestà! ¶ – Alzati! Mio figlio s’è incapricciato di tua
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e la madre, come s’usa, vennero a dare
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al giorno il Reuzzo s’affacciava al trabocchetto: – Caterina
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il Reuzzo che partiva, s’imbarcò su un altro
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grossi. ¶ A Napoli, Caterina s’affacciava al balcone del
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1956
Genova prima del Reuzzo. S’installò nel palazzo di
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caccia coi suoi servi. S’annuvolò e cominciò a
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stelle ed i pianeti. ¶ S’abbracciarono, si baciarono e
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1956
in là. La ragazza s’indispettiva sempre di più
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piccoli voli, la colomba s’era inoltrata nel bosco
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solitaria, la colomba vi s’infilò. La porta era
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più bello. Il Re s’affaccia, vede quella meraviglia
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Re morto. ¶ La ragazza s’affacciò al balcone e
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una donna. – Buona donna, s’affittano questi magazzini? ¶ – Signorsì
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Nel taschino del panciotto s’era messo la fava
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il marito. Don Giovanni s’alzò e fece un
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sposata mai. Il Re s’inalberò, chiamò Pidduzzu: – Mia
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questo pozzo di luce s’apriva pure una finestrella
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quel monastero. Alla finestrella s’affacciò Pippina. Appena si
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a quattro a quattro, s’imbarcò sulla sua nave
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di chi, se no? S’accomodi, Eccellenza. ¶ – Ih! – fece
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che desiderava un maschio, s’arrabbiò e disse: – Se
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e l’eremita le s’era affezionato come a
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triste in volto, quando s’avvicinò una vecchia a
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entrò nella sua stanza. S’avvicinò al letto, sollevò
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conservò: e tutta soddisfatta s’allontanò dal Palazzo. Quando
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bambina che dormivano ancora. S’avvicinò con un coltellaccio
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nulla. Il Re non s’era più potuto dare
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Dài, scendi. ¶ Il fanale s’abbassò, e l’oliarello
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il fanale, – quel medico s’avvicinò con la moglie
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marito e il medico s’erano alzati. Il medico
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un affar serio: non s’affaccia mai e io
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E la giovane, obbediente, s’affacciò. ¶ Passava in quel
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risposta –. E zitta zitta s’incamerò le trecent’onze
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andò a finire che s’incontrarono il Reuzzo col
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mandato un vestito e s’è preso anche quello
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Passata la prima rabbia, s’era già pentito. «E
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chioma di capelli che s’era tagliata e si
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bella scrittura. E tanto s’era affezionato a questo
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quella nottata di maltempo s’addormentò, la vecchia entrò
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Il Bracciere l’indomani s’imbarcò per la Spagna
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da lutto, tutto nero; s’imbarcò e andò in
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un certo punto. Poi s’è persa. ¶ E tutte
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due figli. Sentendo che s’avvicinava l’ora sua
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mangiarle per amor mio. S’è sposata mia figlia
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per il morto, tanto s’assomigliavano. ¶ – Sei risuscitato? – gli
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dal Re. Il Re s’affrettò a dire alla
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condizione da lei posta s’era avverata e niente
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suo sonno più profondo, s’alzarono, caricarono due asini
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dormiva ancora della grossa, s’era rivolta all’ubriaco
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fece giorno, la Bella s’accorse che il suo
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Sett’abiti era morto: s’era ammazzato da se
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in cui mio padre s’alza, prende la zappa
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lei, – che mio padre s’alza e si mette
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di rosso. La Principessa s’alzò, si mise a
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si muoveva. ¶ La Principessa s’arrampicò sull’albero: – Torna
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quel momento la Principessa s’alzò in piedi e
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alzò in piedi e s’affacciò tra i veli
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il figlio del Re s’era intestato, e le
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da morto, scese; quando s’inchinò sulla cassa lui
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inchinò sulla cassa lui s’alzò e la riconobbe
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ne prendo qualcun altro. ¶ S’allontanò per la campagna
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solito. Dopo aver mangiato, s’accorsero che un posto
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vuoto. Si contarono, e s’accorsero d’essere in
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il compagno non tornava, s’impensierirono e andò un
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una parola all’altra, s’innamorarono. ¶ Da quel giorno
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era già scappata e s’era nascosta sotto il
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scuro in un bosco, s’addormentarono con la testa
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io sto bene; quando s’appanna, piangimi per morto
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che sto bene; quando s’intorbida, piangimi per morto
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palazzo senza che nessuno s’accorgesse che era lei
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le lenticchie. Cola Pesce s’aspetta ancora che torni
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Ninetta si dimenticò. Quando s’imbarca e si trova
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Allora il mercante che s’era ricordato l’incantesimo
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spostando i mattoni e s’infilò dentro il giardino
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ne andava, il Reuzzo s’era affacciato alla finestra
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in carrozza, ma, quando s’accorse d’esser seguita
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sorgeva soltanto una casa. S’avvicinò, sentì il rumore
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volte. Alla terza volta s’affaccerà la mia Sorte
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un po’ deluse. – Oh! S’è proprio buttata via
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incontro dalla sua parte. S’incontrarono al confine e
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incontrarono al confine e s’abbracciarono per ore e
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ed alla madre e s’imbarcò per la Francia
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a Parigi di Francia s’impalazzò a palazzo reale
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bambine a quel tempo s’andava a Mezzomonreale,28 dove
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di quel che sei. ¶ S’alza la terza. – E
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possano comparire subito davanti. ¶ S’alza la quarta e
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raccontare mari e monti s’era fatto rispettare da
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dalla rabbia, pensando che s’avvicinavano a Parigi e
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donna svegliò il marito. S’affacciarono in silenzio e
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tanta paura che Liombruno s’affrettò a disfare quelle
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tutto, e a sera s’addormentò su un giaciglio
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e di pietre preziose, s’accommiatò promettendo di tornare
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di sdegno perché Liombruno s’era vantato di lei
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tua vera sposa. ¶ Liombruno s’era appena rivolto al
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Ma la Fata Aquilina s’avvicinò a Liombruno e
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per rimettersi in piedi, s’avviò tristemente verso la
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La porta della casetta s’aperse, e una vecchia
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Liombruno in un cassone. S’udì un rumore lontano
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Grecale, Libeccio e già s’erano messi a tavola
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l’ha tradita, e s’è ridotta ormai in
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lo proteggeva e gli s’affezionava sempre di più
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momento, e la Regina s’accosta al focolare. Trovato
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malanno. ¶ Dopo queste parole s’abbracciarono piangendo, Cannelora salì
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per terra, scomparve; e s’aperse un finestrino di
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di cristallo. Al finestrino s’affacciò un bel giovane
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almeno il posto dove s’affaccia, quello puoi farmelo
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padre e madre e s’era messa a girare
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quercia. Su quella quercia s’erano posati un colombo
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addormentati, poi piano piano s’arrampicò sulla quercia, li