Vittorio Alfieri, Don Garzia, 1789

solo: ¶ m'è di sangue congiunto, in vista amico

non fur costoro ¶ di sangue avari. Ah! ben tel

infida base ¶ lo sparso sangue. — Ucciderai Salviati, ¶ forse non

grida, e mal col sangue ¶ dell'innocente cittadino. Io

sconsigliar non ardirian dal sangue: ¶ Garzìa l'osò: ch

più, né l'altrui sangue anela? ¶ Cosimo ¶ Troppo più

odio di me, del sangue mio? Si asconde ¶ gran

è più stretto il sangue; ¶ quanto all'offeso è

entrambi ¶ vivessimo; ritrar dal sangue il core ¶ non niegherei

pria che minacce e sangue. ¶ In chi regna sta

tuoi, non odia il sangue mio del tutto? ¶ Egli

lordo non son di sangue ancora; ¶ perch'io la

reggia ¶ trascorreran rivi di sangue; e questo ¶ mio braccio

che lordo ¶ farmi del sangue del suo padre, io

or mi vedrai di sangue ¶ bagnato tutto... Ov'è

Se tu mentivi il sangue nostro, ell'era ¶ gran

gronda ancor di caldo ¶ sangue. Va, il reca... Oimè

Ahi lasso me!... Di sangue ¶ spruzzar mi sento: orrido

ascondo omai? Questo innocente ¶ sangue, ond'io son contaminato

pianto, ¶ non del mio sangue il può l'ultima

d'un innocente il sangue, ¶ tu, generoso, promettevi or

te? ¶ Garzia ¶ Donde? di sangue ¶ io lordo tutto, esecutore

nol dice? e il sangue, ond'io macchiato ¶ son

ma, qual sia ¶ questo sangue, nol so. Certezza intera

ei non è il sangue ch'io ti chiesi

in un lago di sangue ¶ quel misero. Va'; saziati

cor ti pasci; il sangue a sorsi a sorsi

orribile! Qual dunque, ¶ qual sangue è quello, ch'io

il brando ¶ tinto nel sangue ho di costui?... Sta