Vittorio Alfieri, Antigone, 1783

me viene? Oh! chi sei tu? rispondi. ¶ SCENA III

Perché? — Ma tu, chi sei? ¶ Antigone conosci? a lei

se' dessa; ¶ Antigone tu sei... ¶ Antigone ¶ ... Ma... tu... ¶ Argia

Antigone ¶ ... Ma... tu... ¶ Argia ¶ Sei dessa. ¶ Argìa son io

Antigone ¶ Cara a me sei, più che sorella... Ah

di morte, sì. Vedova sei; qual sposo ¶ perdesti, il

non ravviso, ¶ donna, chi sei? straniere fogge io miro

tuo breve? ¶ Madre pur sei di un pargoletto erede

util tuo, per cui sei presto ¶ ad immolar, e

ti credo, né il sei. ¶ Creonte ¶ Tebe, e il

E tu, di me sei padre?... ¶ Creonte ¶ Ingrato figlio

Tebe. ¶ Creonte ¶ — Or, dimmi: ¶ sei parimente riamato? ¶ Emone ¶ Amore

partito... ¶ Ma pur, mi sei caro così, ch'io

ch'io ti assolva, sei? ¶ Antigone ¶ Cangiar io teco

lampo; ¶ rea di soverchio sei; né omai fa d

di te medesma; arbitra sei ¶ d'Emon, che non

e di me il sei; ¶ cui se pur odi

essa; e tu, cagion sei sola ¶ del suo morir

forse ¶ suo desir preverrò. Sei pago? Tebe ¶ riman secura

dritti ¶ favelli tu? Tutto sei re: tuo figlio ¶ non

maestro ¶ tu sol mi sei; te seguo: ove mi

e felice impero! ¶ Tornato sei dunque più mite? oh

di ferro?... ¶ Antigone ¶ Ove sei tratta? ¶ deh! tosto dimmi

e funesto;... ah! tu sei desso. — ¶ Quell'urna sacra

Edippo tu figlia non sei; non ardi ¶ di biasmevole