Mario Sobrero, Pietro e Paolo, 1924

che nei nipoti gli sembrava accentuarsi. Pure, il giorno

che adorna l’altare. Sembrava appartenere per sempre al

di chiarore più vivo sembrava rinchiudere, meglio dei filari

uno sguardo stranamente fisso: sembrava portare una maschera, tanto

riceveva mai, e quella sembrava una scrittura d’uomo

fuggire. Perchè Giuliana gli sembrava adesso così distante? Nei

tutta la popolazione operaia sembrava affluire dai sobborghi per

fila di alberi ignudi sembrava stendersi dalle montagne alla

negozi già chiusi, gli sembrava che pesasse l’atmosfera

senza calore in cui sembrava specchiarsi l’invernale povertà

e di nomi, ma sembrava non aver posto alcuna

di cui, ora, gli sembrava palese il significato. Ogni

po’ curvo, e che sembrava un uomo invecchiato nell

viso dei passanti gli sembrava emanare il tedio, il

fissi su di lui, sembrava ripetergli la domanda che

un metallo in fusione. Sembrava che le pareti, cedendo

fragore più potente, che sembrava non dover mai finire

di un frutto. Gli sembrava di portare del fuoco

il suo dolore gli sembrava specchiato, egli vide la

aggrovigliati, col bendaggio che sembrava uno strumento di tortura

Per il forzato rinvio sembrava aver rancore col padre

e lontano. Ma gli sembrava più grande la distanza

non spariva mai e sembrava un’idea scavata con

sparsa, con la quale sembrava veramente che individui e

rapido e serrato che sembrava una lezione frettolosa. Si

Davide il testone che sembrava senza collo, ripigliava subito

e dall’enorme cervello sembrava a Davide la personificazione

rossa inalberata sulla torre sembrava schiaffeggiare. E l’aria

miseria da cui gli sembrava d’essere avvolto come

strade la popolazione agiata sembrava assente. Ma nel vecchio

quel silenzio che gli sembrava opaco e pesante come

sera tepida e serena sembrava un mirabile evento, una

quella forza che le sembrava invincibile; poi gli rivolse

cura. Accanto alla sorella sembrava una creatura fragile, con

sè. – È morto Mimo! – Sembrava che la sventura fosse

che la fiducia le sembrava più legittima, la invadeva

Lo vedeva, soprattutto, pensare. Sembrava dover risolvere segretamente, egli

soffitta fredda, in cui sembrava entrar dagli abbaini tutto

ricondurla tra i vivi, sembrava ne l’allontanasse continuamente

alla casa il mondo sembrava vuoto. Chiusi nel piccolo

Abbiamo sentito i colpi: sembrava una battaglia.... È morto

un giovine tarchiato, che sembrava un operaio vestito con

poi nelle vene le sembrava di avere un sangue

il poppante rigoglioso, che sembrava felice d’essere al

vestita di nero, che sembrava ripetere alle altre un

quali una bella strada sembrava allontanarsi dalla città per

ventre liscio e piatto, sembrava divenuto più lungo, più

corpo, da cui gli sembrava dileguato ogni segno delle