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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Enzo Striano, Il resto di niente, 1986

concordanze di «senza»

nautoretestoannoconcordanza
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un Grande di Spagna, senza rendite, muore di fame
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e cercava di giungere senza danni alla posta di
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fianchi. Provò stordita gioia senza ragione. ¶ Ma tutti, nella
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buono». Ma diceva stretto, senza i toni ingoiati. ¶ Scosse
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di re. Questa è, senza dubbio, la famosa reggia
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Provò impulso tenero. Così, senza motivi. All’apparizione del
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fece che dare martinicca. Senza esserne richiesto, offriva continuamente
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all’altra. La strada, senza marciapiedi, era, ai bordi
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l’acqua appiccicosa, biancastra, senza far cadere neppure un
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tristissimo, nero o grigio senza remissione: baratro d’acque
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lì, dritta, a scrutarlo, senza neppure accennare alla riverenza
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colpì il fatto che senza vergogna gli autori si
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volte meditava su personaggi senza volto, intrisi di dolcezze
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che lei mescolava apposta, senza che musica e ritmo
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scientifico. Tornò abbastanza calma. Senza esitare, aprì il quaderno
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a limpido diamante ¶ vortici senza fine ¶ roteando fra lor
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Conforti. Dicono la verità, senza alcun velo.» ¶ «Eh!» commentò
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direttamente i suoi rappresentanti! Senza distinzioni di classe né
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si vanta di governare senza imposte! I nobili, i
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si sentirono liberi, sereni, senza turbate ipocrisie. Veri amici
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inizio d’uno spazio senza tempo né suono. La
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Uno indossava camiciola rosa, senza maniche, da cui uscivano
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città nascondeva inclinazione pedagogica. Senza volerti insegnare nulla ti
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stava appiccicato, annusava, guardava senza ritegno dentro la pettorina
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le mani sullo stomaco. Senza preoccuparsi d’abbassare la
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seguito d’una biondina senza petto, dai capelli chiarissimi
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un palco all’altro, senza ritegno né eleganza. Non
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oppure “No”, col capo, senza mai allargare il simulacro
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svolazzavano per le vie senza legami. Fin da piccoli
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scarlatti. Anche in terranei senza contrassegni si doveva fornicare
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voi... Voi siete abate!» ¶ «Senza gli ordini maggiori. Il
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villa di Posillipo, dove, senza dubbio, ospite fisso sarebbe
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non doveva chiedere soltanto, senza dare in cambio. Ma
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nel quale sarebbe rifulso senza dubbio veruno tutto lo
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l’abito bianco panna, senza pettorina, perché faceva molto
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palpitante. ¶ Il re applaudì senza ritegno. La regina era
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incamminarsi per vie ignote, senza più appoggio o protezione
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immaginato, svaniva pei cieli senza tempo dei pittori e
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trovava piacere, speranza, aiuto. Senza, era nulla. Peggio che
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tutti. A quanto pare, senza una religione non si
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Si mise a fumare, senza guardarla. ¶ L’amore è
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ciò che ognuno faceva, senza tante storie: lasciarsi andare
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labbra. Era stata lei, senza volerlo, a schiudere un
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cui potesse aprirsi tanto, senza vergogne, senza ombrosità. ¶ Le
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aprirsi tanto, senza vergogne, senza ombrosità. ¶ Le pareva di
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L’amore non esiste senza questo». ¶ Sì, sì. Era
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lui. Quella mano bruna, senza peli, solcata da tendini
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aria scontenta d’uomo senza qualità, eppure figurava tra
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un pugno sulla tavola, senza curarsi della gente intorno
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mi pare e piace, senza dover chiedere il permesso
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cose piccole, sciocche, fastidiose, senza le quali, però, è
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bene sulla propria vita, senza riferirsi soltanto alla cultura
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più occorreva farsi decisa, senza scrupoli. ¶ Ma come avrebbe
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stoffe, colori, gioielli, carni, senza significato né valore, povero
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Non più in disordine, senza finalità: bisognava rendersi conto
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gira’ per la casa senza rompere niente. E senza
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senza rompere niente. E senza sporcare» confermava lui, con
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fissò, con sorriso arcano, senza rispondere. ¶ Dunque Primicerio era
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specchio: era sciamannata, sudata, senza trucco, i capelli un
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solitudini, ore leggiadre spese senza controllo sui libri. Per
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chiocce, proprio di cuore, senza ritegno la fissavano, si
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mio, ti prego” singhiozza senza lacrime a quel bambino
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dialoghi segreti, di confidenze senza inibizioni, di puerili richieste
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dal vederlo in sonno senza affanni, cade in dormiveglia
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ha detto di farlo senza il permesso di vostro
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guance, se ne andò senza lasciarle un soldo. Meno
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cascante, vizzo. Restava giorni senza mangiare. Trovava forza il
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a guardarla, acceso, ansante, senza smettere. ¶ Svenne, chissà perché
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guardarsi vivere? A vegetare, senza coraggio, senza zelo? Senza
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A vegetare, senza coraggio, senza zelo? Senza devozione neppure
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senza coraggio, senza zelo? Senza devozione neppure per te
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Persino i primi vestiti senza panier ma con tournure
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di questo tritume cieco. Senza sapere cos’è. In
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emozione. Le sorrise perfino, senza denti. Prendendola a un
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un tratto bisbigliò cupamente, senza guardarla: «Io non ho
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Come avrebbe potuto toccare senza schifo né paura piatti
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tanto impegno da stremarla, senza un minuto per abbandonarsi
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la fortuna di nascer senza storia, senza tradizioni, né
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di nascer senza storia, senza tradizioni, né inceppi sociali
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mezzo, con tuniche indossate senza paniér su leggere sottovesti
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una stupida, debolissima donna, senza cervello né carattere. Non
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per lavorare i campi. Senza padroni, preti, danaro, commercio
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il mondo che prospettate, senza usare a vostra volta
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ripetono le medesime cose, senza più intelligenza o novità
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pretesto della salute cagionevole. Senza la divisa sembrava più
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n’era uno smilzo, senza berretto, capelli sudici sulle
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petto nudo, magro e senza peli. Gli altri lo
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Dint’a la fetenzia, senza sape’ niente!» ¶ S’accese
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riccio s’avvicinò, osservandola senza timidezza. Si soffermò anche
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sorta d’arida famiglia senza amore, ma possessiva, intrigante
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L’ambasciatrice vestiva bianco, senza paniér, con leggero soprabito
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miele. ¶ La coppia passò senza dar mostra di disagio
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come si diceva. Piccoletta, senza particolare eleganza: un abitino
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volta, stava contemplando Caracciolo senza ritegno. L’ammiraglio le
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si risollevò dalla riverenza senza nascondere la stizza, per
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indagatore tutti gli abbigliamenti, senza nascondere compiacimenti o fastidi
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una o nell’altro. Senza sconfinare: pena la malattia
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si sentisse ad agio: senza responsabilità superiori.» ¶ «Ma facciamo
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massimo, una repubblica aristocratica. Senza il popolo.» ¶ «Il popolo
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lettera viene di getto, senza molte cancellature. La rilegge
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orribile periodo di realtà senza fantasia. Prosa di rivoluzioni
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avvenimenti privi di pietà. Senza spazio per un sogno
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una veste color malva, senza paniér, col sellino, come
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descrivere: coniugale, filiale, materno, senza però esser nulla di
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grazie.» ¶ «Bisogna pur cominciare. Senza pretendere risultati subito. Li
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si può avere pane senza arare la terra: è
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Abbiamo calzoni lunghi, stiamo senza parrucche, accompagniamo due signore
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al collo. Un lazzaro senza denti propone tabacchiere de
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Sono in voga, sostituiscono senza compromettere il filo francese
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calde, gli occhi ardenti, senza volerlo dà una sbirciata
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stato Pulcinella a istillare, senza parere, la minuta angoscia
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Labbra strette sulle gengive senza denti, capelli diradati a
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pulite. Deus, le gambe! Senza polpa attorno all’osso
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Tanto... ¶ Si sente meglio, senza febbre né tosse. Restano
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nuovo appartamento, a piedi, senza neppure un fagottino. ¶ «Meglio
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rivoluzioni non possono farsi senza sangue» obietta Ciaia, pensieroso
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pasta, prosciutto, adieu!» ¶ Girano senza interruzione guantiere zeppe di
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persone mezzo nude, scarruffate, senza distinzioni: nobili e cocchieri
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che avrebbero rifatto Napoli, senza re né tiranni, col
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Puglia, trovava il figlio senza soldi né libri. S
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Giacobbo?» chiede il giovane, senza acrimonia. ¶ «E a te
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Questa è una e, senza dubbio.» ¶ «Saint...» grida Gennaro
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Cimino, lei la osserva senza acrimonia. Chissà Primicerio che
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va verso l’estate senza grandi novità. Il re
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si sente libero, sereno, senza troppi problemi. Perché è
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re che ci pensa.» ¶ «Senza problemi? La miseria, la
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cantato Carmagnole e Marsigliesi senza prudenza né ritegno. Poi
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danno latte col caffè, senza zucchero, non ne ritiene
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anziano, un vecchio rugoso senza sguardo, sporco. ¶ «La marchesa
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sigillo rosso, aggiunse, sempre senza guardare in viso: «Dobbiamo
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e abitazione.» Poi, sempre senza guardare: «Conoscevate Mario Pagano
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vostro» la lasciò dire senza correggerla «manderà una bottiglia
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E fatto bbuono» rispose, senza emozione, la ragazza. ¶ «Perché
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leggera, vuota: come aria, senza un pensiero. Solo un
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un torvo ufficiale sbottonato, senza tricorno né parrucca. ¶ «Marena
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no del punto sette? Senza denari non si cantano
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sentimenti. La ragione fallisce, senza dignità né decoro. E
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non è che gioco senza senso né scopo. A
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nipoti? Moriranno anch’essi, senza averci capito un bel
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creda. Con cuore semplice, senza fantasticherie né dubbi: Dio
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i contadini a vivere senza più guida? Non sono
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proclamare la Repubblica napoletana senza la sua prima eroina
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gente. Qualche bottega apriva, senza voglia né scialo. Gruppi
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una fanfara che sonava senza interruzione la Marsigliese, con
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tacito permesso di libertà senza ritegni, quasi voci misteriose
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s’inginocchiò devotamente, pur senza farsi il segno della
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Gennaro benedicesse i Francesi senza Dio. Al cardinale non
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zozze sputava in terra senza ritegno, al passaggio del
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a questo scopo, anche senza l’ordine e l
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la nota di Lauberg: «Senza suscitare allarmismi, decidete voi
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incredula, irritata «lo denunzierei senza pietà. Ma lo sai
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resta immobile sulla sedia, senza espressione. ¶ «Mah...» dice finalmente
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si leva in piedi. Senza volerlo assume l’aria
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come il lavorante riccio senza un dito al piede
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d’afa, li guarda, senza capire; quelli vanno e
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continui a guardarla. Ma senza i suoi occhialacci la
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Le navi vomitano fuoco senza interruzione. Castel dell’Ovo
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a Tolone, capisci!» ¶ Annuisce, senza gioia. Ormai era entrata
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vuol farci fuori tutti? Senza processo: hanno creato una
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le mani giunte: va senza guardare. ¶ Tocca a Cirillo
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infatti, un vestaglione nero, senza cinta, con scollo quadro
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alla suora una scopa, senza risultato, allora pulisce con
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deve profittare della storia, senza mettersi a farle concorrenza