Giovanni Verga, Nedda, 1874

la minestra, il pecorajo si mise a suonare certa

gambe, e le ragazze si misero a ballare sull

Allora due o tre si volsero verso di lei

lei, mentre le altre si sbandavano ciarlando tutte in

di ogni giorno? Ah! si fa presto a dire

cosa assai amara, quando si ha una povera vecchia

in aria trionfale. ¶ Tutte si affollarono attorno al focolare

sassi nei terreni che si andavano dissodando, o trasportava

perché il contenuto non si versasse. ¶ - Io te ne

vivi della sola minestra? ¶ - Sì, ci sono avvezza; rispose

generale approvò quelle parole. ¶ - Sì, ma intanto son tre

il rosario, le avemarie si seguirono col loro monotono

sbadiglio. Dopo le litanie si pregò per i vivi

occhi della povera Nedda si riempirono di lagrime, e

famigliuola; chi ha freddo si addossa al vicino, o

nella cenere calda, o si copre di paglia, s

nebbiosa; le foglie avvizzite si staccavano dal ramoscello, strisciavano

pan nero. ¶ - Le nuvole si distaccano dal mare laggiù

Sarà tanto di guadagnato. ¶ - Sì, ma il nostro pane

e di quelle che si perderanno fra la mota

aprir bocca. Solo le si riempirono gli occhi di

come le altre, e sì che sei più povera

male! ¶ - Non hai paura? ¶ - Sì, ho paura per questi

e quando le tenebre si fecero profonde cominciò a

foglie degli alberi, ella si fermava tutta tremante, come

perché l'uccello non si stancasse di seguirla. Quando

porta di qualche fattoria, si fermava un istante nella

fitta improvvisa, e allora si metteva a correre, e

bella luna del mondo, si tornava a stormi dalla

come un rasojo, e si lacerò un piede, l

piede, l'oscurità era sì fitta che alle svolte

a non sapere dove si trovasse. Tutt'a un

nota. ¶ - Sei tu! Janu? ¶ - Sì, son io, coi buoi

mezzo alla strada, e si cavavano il berretto. Quando

dell'inferma, perché non si vedesse che mancavano le

lo zio Giovanni, e si diede a camminare colle

freddoloso uccelletto del novembre, si mise a cantare fra

guardò impassibile, e non si mosse, e quando sulla

prima stella della sera, si rammentò che non doveva

ritta sull'uscio. ¶ Ella si era alzata udendo dei

lo zio Giovanni. Ella si strinse nelle spalle, e

non rispose. ¶ Il vecchio si assise accanto a lei

riposo! ¶ - Sai dove andare? ¶ - Sì. Poi mi informerò. ¶ - Domanderai

sul deschetto. ¶ La Nedda si fece rossa, come se

uscio del casolare che si cuciva il grembiule che

begli abiti da festa, si tiravano in là sul

dicevano facezie grossolane, ella si stringeva nella sua mantellina

del farsetto, e che si godeva il bel sole

tre giorni per settimana. ¶ - Si vede, povero Janu! ¶ - Maledetta

i suoi fiori. ¶ Egli si volse in là, ed

con logica contadinesca. ¶ Ella si fece rossa, come se

stampate delle rose che si sarebbero mangiate, e su

ombra che qualche volta si distaccava dalla sua. Tutt

casuccia, senza alcun motivo, si diede a correre come

Janu la raggiunse, ella si appoggiò all'uscio, tutta

nelle medesime pieghe e si mise a canticchiare una

lo buttò via. Ella si volse in là. ¶ - E

da dietro il muricciolo, si fece rossa, sebbene nessuno

di giorno, quand'ella si affacciò all'uscio per

lavoro. ¶ I passerotti, che si erano svegliati alle voci

alacremente, mentre il cielo si tingeva sull'orizzonte, delle

un'eccellente speculazione, come si vede, e il proprietario

faticoso, e che ci si rimettevano anche quei pochi

i giorni. ¶ Il soprastante si accorse che Janu, riempiendo

casolare senza porta, e sì che le notti erano

casacca di fustagno perché si coprisse per bene. La

poi tutta la brigata si metteva in cammino per

non c'era avvezza, si sentiva la lingua grossa

Di tratto in tratto si guardavano e ridevano senza

fossimo marito e moglie si potrebbe tutti i giorni

pugno sull'omero e si mise a ridere. ¶ Da

a ridere. ¶ Da lontano si udì il raglio di

tu che lo sai. ¶ - Sì che lo so; ragliano

sue mani brune, ma si alzò sui ginocchi che

non sapendo quel che si facesse. ¶ Allorché si udì

che si facesse. ¶ Allorché si udì nella fattoria vicina

piedi di soprassalto, e si guardò attorno spaurita. ¶ - Andiamo

angolo della sua casuccia si fermò un momento trepidante

carro da buoi, e si vide comparir dinanzi Janu

febbre! gli disse Nedda. ¶ - Sì, ma spero che mi

rivederci presto! e non si muoveva. Quando finalmente se

cicaleccio per la strada. Si affacciò al muricciolo, e

sapeva la sua vergogna, si nascose il viso nella

cercare più oltre, e si chiuse nella sua casipola

un guizzo, e non si mosse più. ¶ Nedda la