Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930
concordanze di «si»
n | autore | testo | anno | concordanza |
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1 | 1930 | sempre il temporale attorno. ¶ — Si parla di quando mio | ||
2 | 1930 | fu forte e alato ¶ si corse al Giglio col | ||
3 | 1930 | coton serrato. ¶ Il cantore si sedette singhiozzando al tavolo | ||
4 | 1930 | va contraria la pianeta ¶ Si va cercando il bene | ||
5 | 1930 | il bene e non si trova. ¶ — Ma la nostra | ||
6 | 1930 | volge in contrario e sì precipitoso, che non possono | ||
7 | 1930 | quella taverna perchè ivi si parlava come al loro | ||
8 | 1930 | al loro paese e si vedevano visi conosciuti. Anche | ||
9 | 1930 | compagno al Tarmito mentre si riducevano a bordo. — Ti | ||
10 | 1930 | del “Cretic” come se si levassero dall’acqua. ¶ La | ||
11 | 1930 | s’ormeggiò ai docks. Si presentò con la prua | ||
12 | 1930 | potesse arare sul fondo si dovettero filare tanti anelli | ||
13 | 1930 | franchi. I paesani, ansiosi, si diressero alla taverna. Essi | ||
14 | 1930 | o di quelli che si apprestavano a salpare per | ||
15 | 1930 | marinai. ¶ Quando la ciurma si fu ben bene inzavorrata | ||
16 | 1930 | Dalle finestre della casa si scorgevano delle ragazze che | ||
17 | 1930 | folla che sembrava festante, si udivano brindisi e pareva | ||
18 | 1930 | acclamassero la sposa che si faceva largo in mezzo | ||
19 | 1930 | col Verdone ma lei si traeva in disparte, sconturbata | ||
20 | 1930 | delle antiche incisioni che si veggono impresse sui libri | ||
21 | 1930 | abbia digiunato e gli si siano afflosciate le carni | ||
22 | 1930 | ballomanno intorno alle rappresentanze. Si vedevano di scorcio sull | ||
23 | 1930 | del “Cretic” a cui si erano imbrancati i compagni | ||
24 | 1930 | spalle liscie e vellutate, si strinse i fianchi molli | ||
25 | 1930 | gogio noi non ci si muore — disse una ragazza | ||
26 | 1930 | da stupore. La ragazza si sedette come sfinita sopra | ||
27 | 1930 | ombre rosate, dove pareva si dibattesse, agonizzando, il cuore | ||
28 | 1930 | nei vortici del mar”. ¶ si gettava nell’acque e | ||
29 | 1930 | poggiata sulla spalliera imbottita, si faceva scrutare immobile come | ||
30 | 1930 | la ciurma del “Cretic”. ¶ — Sì. ¶ — E perchè tu sei | ||
31 | 1930 | dolcemente. ¶ — Le mie compagne si sarebbero giovate anche di | ||
32 | 1930 | riconosci? ¶ — No. ¶ — Ma io sì. ¶ — Come? ¶ — Perchè da ragazzi | ||
33 | 1930 | Come? ¶ — Perchè da ragazzi si stava vicini. — Tu non | ||
34 | 1930 | ella, impacciata, esclamò: ¶ — Come si conduce, eh? Non mi | ||
35 | 1930 | riconosci! Eppure da ragazzi si faceva le mattìe assieme | ||
36 | 1930 | conosci ancora? ¶ — No. ¶ — Come si conduce!... Avvicinati — disse la | ||
37 | 1930 | i paesani. ¶ Il Tarmito si lasciò condurre come un | ||
38 | 1930 | e disse: ¶ — La riconosci? ¶ — Sì. ¶ L’immagine era la | ||
39 | 1930 | grondante lordura. Il Tarmito si sentiva come schiacciato dalla | ||
40 | 1930 | gancio con una gamba, si piegò in due e | ||
41 | 1930 | piegò in due e si dette in pasto al | ||
42 | 1930 | una cascata d’acqua si udivano a poppavia, il | ||
43 | 1930 | fondo, sommosse la nave. ¶ — Si muove — disse. ¶ Il porto | ||
44 | 1930 | sull’oblò il Tarmito si ritrasse atterrito: un profumo | ||
45 | 1930 | tombata dal vento fresco, si levava da una gettata | ||
46 | 1930 | di faville. L’acque si luttavano nel profondo e | ||
47 | 1930 | sotto cui la terra si sgretolava al battito dell | ||
48 | 1930 | boschi sacrati a chi si diè il vanto di | ||
49 | 1930 | Quelle allogate a terreno si mostravano sdraiate su dei | ||
50 | 1930 | con noi? ¶ — Quello non si rifiuta mai. ¶ L’aria | ||
51 | 1930 | Marassi! — e il padrone si mise una mano aperta | ||
52 | 1930 | compagno uscirono, il padrone si avvicinò a un tavolo | ||
53 | 1930 | abbisciati dove puoi riposarti. ¶ — Sì — rispondeva invariabilmente Amedeo. ¶ Giunti | ||
54 | 1930 | pece lo soffocò quasi, si gettò di peso sui | ||
55 | 1930 | attimo fu in piedi, si infilò la giubba e | ||
56 | 1930 | sul carabotto di prua, si sedette sulla testa dell | ||
57 | 1930 | città alta. L’accampamento si allungava di raffie infernali | ||
58 | 1930 | della rupe su cui si elevava la lanterna. Al | ||
59 | 1930 | la catena, la colonna si avviò verso il ponte | ||
60 | 1930 | mostruoso cetaceo di ferro si mosse, virò la prua | ||
61 | 1930 | prua verso l’antemurale, si apprestò a doppiarlo volgendo | ||
62 | 1930 | seguissero nello sfacelo, tutti si abbracciarono in un gemito | ||
63 | 1930 | alla sommità della salita si trovò sopra una spianata | ||
64 | 1930 | accoppiato, divincolato, sollevato, calcato, si faceva portare dall’impeto | ||
65 | 1930 | profonda; giù dal pozzo si udiva eco di locomotive | ||
66 | 1930 | fumo. ¶ Delle pietraie nude si innestavano alle muraglie scabre | ||
67 | 1930 | temendo che qualche caldaia si sganciasse e rovesciasse il | ||
68 | 1930 | risalto abbagliante. Il Tarmito si soffermava ai portali pesanti | ||
69 | 1930 | ombra, perplesso, lungamente, vi si accostò timoroso. Entrò: l | ||
70 | 1930 | tomo, da un usciolo si scorgeva una cucinetta in | ||
71 | 1930 | una tomba. Le coltri si riducevano in bianco statuario | ||
72 | 1930 | tormento del dissanguamento lento, si avvicinò ansante alla spera | ||
73 | 1930 | sembrarono gli uomini che si arrapinavano sulla terra: “per | ||
74 | 1930 | di visioni tremende che si circoscrivevano nel teschio arroventato | ||
75 | 1930 | porto all’ancoraggio sicuro. ¶ Si narrava che una ciurma | ||
76 | 1930 | esposti ai marosi che si frangevano sulla prua. Narravano | ||
77 | 1930 | un momento all’altro si aspettava di andare a | ||
78 | 1930 | picco. Mare e cielo si mescolavano tuonando, a un | ||
79 | 1930 | come d’onda che si frange sulla fiancata di | ||
80 | 1930 | spolverò luminosa nel cielo, si rifranse sulla coverta, una | ||
81 | 1930 | coverta, una cateratta spaventosa si aprì su noi: arranca | ||
82 | 1930 | che vanno in alto si avvicinano a Dio. Ora | ||
83 | 1930 | soldo guadagnato in terra si può possedere, i dieci | ||
84 | 1930 | disse sospirando: ¶ — Il mare si chiude anche sopra i | ||
85 | 1930 | sguardo nei lor spazi si perde ¶ genti non hanno | ||
86 | 1930 | mandre quando la terra si rinverde: ¶ Aspre macchie vi | ||
87 | 1930 | il selvatico toro vi si adagia, ¶ e col rumore | ||
88 | 1930 | La mattina di Pasqua si doveva appoggiare, sopraffatti dal | ||
89 | 1930 | dalla Sardegna. ¶ — E se si dovesse poggiare in secco | ||
90 | 1930 | Sentiamo quelli nella poppa. ¶ Si scese nella stiva. Rosolino | ||
91 | 1930 | un momento all’altro si va a picco. La | ||
92 | 1930 | celebrare il travaglio superato si bevve vino del Monferrato | ||
93 | 1930 | le mani sul tavolo, si tirò su in piedi | ||
94 | 1930 | tirò su in piedi, si forbì le labbra, mescè | ||
95 | 1930 | di vino, lo bevve, si pose un dito sulla | ||
96 | 1930 | Da tutti i tavoli si volsero ad ascoltare il | ||
97 | 1930 | panni usati. Quelli che si potevano rammendare con una | ||
98 | 1930 | sgusciò sopra un occhio. ¶ — Sì, è lei; la Madonna | ||
99 | 1930 | sembrò il demonio quando si finse lemosiniere. ¶ — Questa cucila | ||
100 | 1930 | cucila nella giubba che si metterà per il viaggio | ||
101 | 1930 | Amedeo come se egli si fosse trasfigurato. ¶ Andrà di | ||
102 | 1930 | alati, a sonagli, dove si veggono le bertuccie, agganciate | ||
103 | 1930 | collare verde, volano e si posano sulle ceppaie celesti | ||
104 | 1930 | lo guardava con compassione. ¶ — Sì — rispose il Tarmito distratto | ||
105 | 1930 | del Tarmito, nella casa, si assisero al tavolo sereni | ||
106 | 1930 | come una pianura sterminata. Si alzarono in silenzio e | ||
107 | 1930 | La mattina, presto, Amedeo si mise il sacco dei | ||
108 | 1930 | salutassero. La madre gli si inginocchiò davanti come al | ||
109 | 1930 | davanti come al Santissimo, si segnò, stette devota, poi | ||
110 | 1930 | promontorio, in quel groviglio si udivano singhiozzi simili a | ||
111 | 1930 | madre, sciogliendosi dal figlio, si parò il capo nel | ||
112 | 1930 | mani. ¶ Quando il treno, si mosse, parve che si | ||
113 | 1930 | si mosse, parve che si spezzasse in due, e | ||
114 | 1930 | in due, e Amedeo si sentì scombussolare dentro; un | ||
115 | 1930 | alla pila del pozzo si sciabattavano il viso con | ||
116 | 1930 | nome degli sconosciuti. Poi si raccoglievano, pensose, sopra la | ||
117 | 1930 | la pietra amata e si ponevano le mani sul | ||
118 | 1930 | groppa della Tambura ispida, si accampava al di là | ||
119 | 1930 | fragore di fiume ruinoso, si frangevano contro i picchi | ||
120 | 1930 | ordine dei monti minori, si elevava come una fantastica | ||
121 | 1930 | Percuotendo le scogliere vi si infrangeva mugliando. ¶ Amedeo, che | ||
122 | 1930 | osservava attonito lo scenario, si passò sulla fronte le | ||
123 | 1930 | allattavano i piccoli; esse si vedeva che avevano pianto | ||
124 | 1930 | dicevano il rosario e si facevano eterni segni di | ||
125 | 1930 | asciutte, dagli occhi vinti, si accosciava sui sacchi esalanti | ||
126 | 1930 | vagoni di bambagia asfissiante, si udiva tossire, spurgare, i | ||
127 | 1930 | luce, delle teste congestionate si protendevano dai finestrini, i | ||
128 | 1930 | dondolata a morto e si era partita intuonando un | ||
129 | 1930 | ghindò, parevano giganti che si attristassero. Su tutte le | ||
130 | 1930 | di fuliggini risoffiavano e si dileguavano cagliati d’untume | ||
131 | 1930 | catena. ¶ Quando il treno si fermò sotto la tettoia | ||
132 | 1930 | un altro mondo. Tutti si stringevano l’uno all | ||
133 | 1930 | verso l’ammazzatoio. ¶ Amedeo si sbrancò dalla folla e | ||
134 | 1930 | ore di smarrimento, Amedeo si trovò sotto le vele | ||
135 | 1930 | fu salito a bordo si slacciò il sacco si | ||
136 | 1930 | si slacciò il sacco si accosciò in coperta e | ||
137 | 1930 | accosciò in coperta e si ristorò con la cena | ||
138 | 1930 | deciso di andare là. ¶ — Sì. ¶ — E a che fare | ||
139 | 1930 | proponimenti! Pensa che noi, si può finire sepolti là | ||
140 | 1930 | che fan buon viso. ¶ — Sì. ¶ — Pensa, cadetto, che gli | ||
141 | 1930 | avvalli tra la tormenta, si levavano i vagiti dei | ||
142 | 1930 | terre per concio. ¶ Tutti si drizzarono sul carabotto, la | ||
143 | 1930 | giù a piedi non si ritorna. L’onde rompevano | ||
144 | 1930 | cimitero sconfinato. Nessuna mano si levava supplice o maledicente | ||
145 | 1930 | voce senza espressione disse: — Sì. — Ed entrò. ¶ Lo sconosciuto | ||
146 | 1930 | un colpo di dito si tolse l’occhio falso | ||
147 | 1930 | propagandato l’idea e si era spinto anche nelle | ||
148 | 1930 | questa tua domanda non si può rispondere con un | ||
149 | 1930 | ungere la lesina e si era fatto uno sgraffio | ||
150 | 1930 | pianse lungamente. Il nepote si rovesciò all’indietro sopra | ||
151 | 1930 | Da una finestra alta si scorgeva un’altra parete | ||
152 | 1930 | di sopra gli occhiali, si sedette e posò il | ||
153 | 1930 | dovevo gesticolare. L’uomo si fece ventola con una | ||
154 | 1930 | stupito di non udire si voltò e senza contrazione | ||
155 | 1930 | Da quel piccolo foro si spaziava in una sala | ||
156 | 1930 | entrare gente che prestamente si camuffava. Da gente ardita | ||
157 | 1930 | e arcigna che era si riduceva mendica. Sulla fronte | ||
158 | 1930 | e una croce. Alcuno si riduceva orrido troncone amputato | ||
159 | 1930 | orrido troncone amputato che si trascinava a stento sopra | ||
160 | 1930 | gli sterpi ma tutti si scalciarono, scoscesero, ruinarono con | ||
161 | 1930 | scatola, il cuore mi si rapprese e penzolò nella | ||
162 | 1930 | ciabattino e nel convulso si era piantato la lesina | ||
163 | 1930 | respiro. ¶ La stanza dove si raccolsero non aveva finestre | ||
164 | 1930 | aveva finestre e vi si accedeva per una porta | ||
165 | 1930 | fatto e tra loro si chiamavano i fattisti. ¶ Inchinarsi | ||
166 | 1930 | salicastri e il mare si distendeva placido sulla gran | ||
167 | 1930 | gran coltre della rena, si scervellavano intorno a questi | ||
168 | 1930 | Nilo. Con una mano si partiva la barba in | ||
169 | 1930 | Cuore — e l’uomo si posò una mano sul | ||
170 | 1930 | segnata da vene celesti, sì che pareva ch’egli | ||
171 | 1930 | ma il suo petto si sollevava come un’onda | ||
172 | 1930 | mare, e le gru si levavano dalle lame e | ||
173 | 1930 | lapidee. Sulla Tambura accigliata si stempravano le saette, facendo | ||
174 | 1930 | un velo d’ombra si distendevano verso l’Alpe | ||
175 | 1930 | ascoso il Tarmito che si recava a prendere il | ||
176 | 1930 | agli occhi: tutto dimojò, si sciolse. ¶ Nell’animo del | ||
177 | 1930 | alla sua ombra taciturna si accanisse un uccello nero | ||
178 | 1930 | nei furori dell’impotenza si scagliavano contro di lui | ||
179 | 1930 | dì o l’altro si sarebbero spezzati le vertebre | ||
180 | 1930 | come i vilucchi che si abbarbicano alle rocce e | ||
181 | 1930 | aperte come aquilotto che si levi, stupirono il viandante | ||
182 | 1930 | Nòva. Un mondo sepolto si disvelava di nuovo alla | ||
183 | 1930 | ebbe rassettato il luogo si volse al Tarmito e | ||
184 | 1930 | gli occhi di cielo, si levò giustiziere. ¶ Il Tarmito | ||
185 | 1930 | E DIO. ¶ Dal precipizio si dominava una selvetta di | ||
186 | 1930 | la mia santa benedizione. ¶ — Sì! — rispose il Tarmito e | ||
187 | 1930 | petto sollevato dagli affanni si slargava raddoppiandosi. La testa | ||
188 | 1930 | a scatti, gli occhi si dilatavano convulsi, la bocca | ||
189 | 1930 | Il gobbo e Filiberto si ammusarono col mento poggiato | ||
190 | 1930 | Filiberto aggranfiati sulla tavola si tramutarono in due naufraghi | ||
191 | 1930 | me! ¶ Dalla finestra spalancata si vedevano gli alberi dell | ||
192 | 1930 | Al mattino la madre si destò conturbata dal pensiero | ||
193 | 1930 | nuovo, e la gobba si rassodò come un nodo | ||
194 | 1930 | di quercia ove ci si sarebbe spezzato il becco | ||
195 | 1930 | una croce da cui si scorgevano le bare e | ||
196 | 1930 | Pietà. La signora Dina si fe’ ombra agli occhi | ||
197 | 1930 | sui gradini della Croce, si gelò la fronte e | ||
198 | 1930 | braccia tragittandole e percotendole sì che pareva una farfalla | ||
199 | 1930 | un imbestiato. Ogni poco si fermava, guardava il cielo | ||
200 | 1930 | a un platano scabro. ¶ — Si gratta il gobbo, tra | ||
201 | 1930 | ti agiti al vento sì che le fiamme ti | ||
202 | 1930 | catecumeni volgevano gli occhi, si fissavano tra loro e | ||
203 | 1930 | presa a schioppettate se si accosta al pagliaio, cui | ||
204 | 1930 | quelli al cui passaggio si pianta il chiavaccio nell | ||
205 | 1930 | nell’uscio e gli si porge il pane con | ||
206 | 1930 | sua figura spettrale non si poteva nascondere agli occhi | ||
207 | 1930 | alzando il capo pareva si orientasse nel cielo. ¶ Il | ||
208 | 1930 | isola di Tremiti e si era dilatato. Ai piedi | ||
209 | 1930 | popolato di morti. Egli si faceva l’eco di | ||
210 | 1930 | e funebre; i paesi si conformavano sul suo orrore | ||
211 | 1930 | diacciato dalla sua rievocazione si stendeva come una grande | ||
212 | 1930 | di su quella ruina si leveranno come uccelli di | ||
213 | 1930 | mota, in un avvallamento si eleva una Casa che | ||
214 | 1930 | il Giappone. Il Maestro si cibò di tabacco e | ||
215 | 1930 | del cranio roventivano. Egli si raccoglieva annodato sulla battima | ||
216 | 1930 | la riparavano perchè non si sfiancasse sull’impiantito. A | ||
217 | 1930 | mare. Una vela nera si alzò da piedi, il | ||
218 | 1930 | altissimi dalle cui finestre si affacciavano poche donne inorridite | ||
219 | 1930 | All’apparire della cassa si levarono come uccelli; battendo | ||
220 | 1930 | battendo le penne maestre si lanciarono, la cassa mareggiò | ||
221 | 1930 | varate di scoscendimenti umani, si sollevò ai vertici delle | ||
222 | 1930 | varata nel torrente; affondò, si risollevò d’impeto dall | ||
223 | 1930 | e marci di fanga si acquarellò sulla tenda color | ||
224 | 1930 | Questo è il Casone? ¶ — Sì. ¶ — Voi siete? ¶ — Noi! ¶ L | ||
225 | 1930 | mezzo a dei cenci, si videro chiarire delle teste | ||
226 | 1930 | Compagni, vale. ¶ La famiglia si sedette sul pancone, il | ||
227 | 1930 | rupe dell’osso frontale si scheggiavano gli occhi con | ||
228 | 1930 | per le Sagre ci si rampica sui monti col | ||
229 | 1930 | astratto, sterile. ¶ La famiglia si cibò di tonnina e | ||
230 | 1930 | il cammino. Gli uccelli si levavano dalle ceppe degli | ||
231 | 1930 | lo strepito degli argani, si sedevano sulla nuda terra | ||
232 | 1930 | Dio appare, l’uomo si annienta. Più la divinità | ||
233 | 1930 | annienta. Più la divinità si fa grande e più | ||
234 | 1930 | dell’uomo. ¶ L’apostolo si alzava rigido armato con | ||
235 | 1930 | io, turbinato dalle allucinazioni, si dibatteva contro il destino | ||
236 | 1930 | di corda; i ragazzi si tenevano alla gonnella. Lo | ||
237 | 1930 | avviò sull’acqua che si richiuse, bevendolo. Delle sollevazioni | ||
238 | 1930 | un cappello da prete. Si sedette e domandò un | ||
239 | 1930 | sentirono dei brividi e si voltarono inquieti e turbati | ||
240 | 1930 | voltarono inquieti e turbati. ¶ — Si gela. ¶ Un uomo secco | ||
241 | 1930 | filo attalchè il cordone si sarebbe attortigliato al collo | ||
242 | 1930 | monti dove schiantò quando si compirono le nove lune | ||
243 | 1930 | stracci: il più grande si ciccava la lingua, il | ||
244 | 1930 | seta gloria. ¶ Lo spettacolo si poteva godere portando cenci | ||
245 | 1930 | tutta la famiglia che si addossava dietro quattro aste | ||
246 | 1930 | Casa; le parole che si udivano sfiatare dalla tromba | ||
247 | 1930 | pinzochere imbrescate di tabacco, si risciacquavano la bocca sul | ||
248 | 1930 | E pensare che ci si riduce così anche noi | ||
249 | 1930 | così anche noi — sospirava — si goda ora. Verginella, c | ||
250 | 1930 | di due divanetti che si voltavano le spalle, e | ||
251 | 1930 | quello scaleo aperto dove si sale fino a cinquanta | ||
252 | 1930 | fino a cinquanta e si scende fino a cento | ||
253 | 1930 | Amen. ¶ — Maledetta la superbia, si goda ora. ¶ Quelli che | ||
254 | 1930 | Cateratte un cliente fisso si precipitava giù per la | ||
255 | 1930 | non stia a’ riscontri. Si copra, con questo brezzone | ||
256 | 1930 | all’ora in cui si desta la tentazione meridiana | ||
257 | 1930 | Casa batteva il tacco, si fregava la nuca, si | ||
258 | 1930 | si fregava la nuca, si grattava il naso e | ||
259 | 1930 | su per le scale si pitizzavano come due galli | ||
260 | 1930 | smunto di ritorno, esalava: — Si sa, siamo tutti uomini | ||
261 | 1930 | lo sa che qui si beve tutti al medesimo | ||
262 | 1930 | farei ruzzolare le scale. ¶ — Si provi! Furetto! ¶ Le scale | ||
263 | 1930 | con la padrona, ci si divagava il Santo Protettore | ||
264 | 1930 | scendeva a divagarsi e si sedeva sulla sedia che | ||
265 | 1930 | A questa parola tutte si sparpagliavano, arrancando, nei pertugi | ||
266 | 1930 | padre scolopio alienato che si recava, da un infermo | ||
267 | 1930 | e lustro, lo scheletro si leggeva sotto la tonaca | ||
268 | 1930 | le trombe. Tutte intorno si culattavano come le scrofe | ||
269 | 1930 | intonsi da anni, gli si avvilucchiano sul viso. ¶ — Come | ||
270 | 1930 | spento. ¶ — Povertà! Dieci. ¶ — Che si riaccese e avvampò la | ||
271 | 1930 | Ma quando alla decenza si contraria ¶ O presto o | ||
272 | 1930 | O presto o tardi si va a gambe all | ||
273 | 1930 | una mano aperta minacciante si faceva spuntare una cresta | ||
274 | 1930 | data fondo in darsena, si messe a spracchicchio su | ||
275 | 1930 | tonfò nell’imo; quando si riassommò a galla gli | ||
276 | 1930 | i ragazzi dell’affogato si tirarono sulla cassa e | ||
277 | 1930 | via. La moglie sconsolata si doleva chiamando l’affogato | ||
278 | 1930 | Lasciateli sfogare o vi si legna. ¶ — Gente mia! gente | ||
279 | 1930 | delle reni. ¶ Il gobbo si sentì ruzzolar fuori a | ||
280 | 1930 | un orecchio. In Chiesa si rinvenne e sospirò: — Laus | ||
281 | 1930 | Ma un diavolo che si fingeva pipistrello gli si | ||
282 | 1930 | si fingeva pipistrello gli si aggrinfiava addosso e lo | ||
283 | 1930 | lo forava; ed egli si sentiva sfiatar giù pelle | ||
284 | 1930 | e di grumi. Quando si destò fantasticò d’essere | ||
285 | 1930 | speranza. La mia pelle si schianta e si disfà | ||
286 | 1930 | pelle si schianta e si disfà. ¶ — Buon’ora, buon | ||
287 | 1930 | piano il corpo frollo si riarmò dello scheletro, la | ||
288 | 1930 | dello scheletro, la pelle si tesò, aderì di nuovo | ||
289 | 1930 | dalla grata in su si dominava la tromba delle | ||
290 | 1930 | Quando riverberava la luce si vedevano di scorcio gambe | ||
291 | 1930 | di topo aguzze che si cibavano in un cunicolo | ||
292 | 1930 | parola cremazione, credettero che si trattasse di una lega | ||
293 | 1930 | incenerire anima e corpo, si fecero conturbate il segno | ||
294 | 1930 | sullo sterco, le donne si schifavano turandosi il naso | ||
295 | 1930 | un vegliatore. Alcune donne si avvicinarono a lui e | ||
296 | 1930 | fuoco. ¶ Le donne rincasate si spraccarono sulle sedie come | ||
297 | 1930 | il capo del morto si levò il vessillo della | ||
298 | 1930 | i timorati di Dio si ripararono in chiesa come | ||
299 | 1930 | Sul tetto della chiesa si sentì ruzzolare una gallina | ||
300 | 1930 | spaurita, poi parve ci si posasse di colpo una | ||
301 | 1930 | lo scossone d’acqua si ridussero come due pecore | ||
302 | 1930 | gli zoccoli, l’attacco si raddoppiò nella pozzanghera e | ||
303 | 1930 | parole? ¶ Tutti tacquero e si chinarono sul morto, uno | ||
304 | 1930 | Dalle lame di ponente si levò uno sciame d | ||
305 | 1930 | Tutte l’ombre che si aprivano nelle case della | ||
306 | 1930 | viso smunto. La Signora si scioglieva i capelli, s | ||
307 | 1930 | raglio come un ciuco. ¶ — Sì! — ruttò la signora Dina | ||
308 | 1930 | Dina colta dal madrone — sì, sì, sì, sì! ¶ Il | ||
309 | 1930 | colta dal madrone — sì, sì, sì, sì! ¶ Il gobbo | ||
310 | 1930 | dal madrone — sì, sì, sì, sì! ¶ Il gobbo caduto | ||
311 | 1930 | madrone — sì, sì, sì, sì! ¶ Il gobbo caduto ginocchioni | ||
312 | 1930 | e spose, qual demone si è incarnato nel sangue | ||
313 | 1930 | castigo di Dio onnipotente si abbatterrà su di noi | ||
314 | 1930 | sul marmo e condolendosi si percotevano il petto. Sui | ||
315 | 1930 | le madri dei temerari si ravvolsero il capo dentro | ||
316 | 1930 | o gente! E chi si pente dice che lo | ||
317 | 1930 | di sull’altana, vi si accedeva per delle scalette | ||
318 | 1930 | ai maschi, gli uomini si eccitavano del loro lezzo | ||
319 | 1930 | nodi d’olivo ci si sarebbe accoccata una coltella | ||
320 | 1930 | nel Casone i censiti si acquattavano in tutti i | ||
321 | 1930 | in quell’antro ci si davano convegno tutti gli | ||
322 | 1930 | vita. ¶ La domenica ci si rappattumava una famiglia posticcia | ||
323 | 1930 | tutto il paese, poi si davano fondo sul piazzale | ||
324 | 1930 | i ragazzi — che tutti si muovono a compassione di | ||
325 | 1930 | compassione di noi. Quando si fa il viso patito | ||
326 | 1930 | fa il viso patito si sembra San Pellegrino e | ||
327 | 1930 | significo che i ragazzi si sono ammoscati che tu | ||
328 | 1930 | Maiale. ¶ — Allora, domenica ci si trova sotto il ponte | ||
329 | 1930 | il ponte delle Cateratte, si scuote il pesco a | ||
330 | 1930 | gli randolò una sgabellata, si avvinghiarono e ruzzolarono sotto | ||
331 | 1930 | era un po’ lusco sì, ma adagio a dare | ||
332 | 1930 | del camino. I congeneranti si sono immalizziti e non | ||
333 | 1930 | lo dovevi vedere quando si scompartiva i soldi accattati | ||
334 | 1930 | benedetto.... ¶ Mentre lo Zoppo si doleva, era entrata pian | ||
335 | 1930 | porcina chiese vino e si sedette sul pancone al | ||
336 | 1930 | il testone diceva sempre sì e no come quello | ||
337 | 1930 | lontani sembravano fumate come si fanno nell’ottobre sull | ||
338 | 1930 | che, burattati dallo sconquassamento, si sentivano colare macinati sulle | ||
339 | 1930 | collo la mantella, sbadigliava, si tirava di peso sul | ||
340 | 1930 | s’erano riconosciuti, e si guardavano e si scrutavano | ||
341 | 1930 | e si guardavano e si scrutavano. ¶ — Ma sei te | ||
342 | 1930 | scrutavano. ¶ — Ma sei te?! ¶ — Sì! ¶ — T’avevano dato disperso | ||
343 | 1930 | in vista del paese? ¶ — Sì, fratello! ¶ — Datemi la mano | ||
344 | 1930 | di vite. ¶ — Chi sarà? — si domandarono tutti sorpresi. ¶ L | ||
345 | 1930 | là per l’Americhe! ¶ — Sì. ¶ — Ma di che classe | ||
346 | 1930 | dei tuoi le sai? ¶ — Sì: la mia famiglia è | ||
347 | 1930 | I soldati, appena scesi, si sparpagliarono in fretta diretti | ||
348 | 1930 | ancora deserto, le case si schiarivano dei primi riflessi | ||
349 | 1930 | arcate del ponte gli si presentò davanti la darsena | ||
350 | 1930 | la darsena: vele gialle si aprivano tra i cordami | ||
351 | 1930 | bastimenti ormeggiati, qualche paranza si metteva alla vela portata | ||
352 | 1930 | una graticola. L’ardito si fermò stupito, scrutò attento | ||
353 | 1930 | la sua ombra celeste si allungava sulla canonica gialla | ||
354 | 1930 | Faiti, Palikisce. I bagliori si stemprarono. Il paese s | ||
355 | 1930 | navarchi accennando l’ardito si chiedevano incuriositi: — Chi sarà | ||
356 | 1930 | a tasto il lavoro, si voltava d’impeto e | ||
357 | 1930 | primogenito della signora Dina si chiamava Federigo ed era | ||
358 | 1930 | rincallita anfanando e ringhiando si andava a grattare al | ||
359 | 1930 | a strapparsi la giacchetta. ¶ — Si gratta il gobbo. ¶ — Tra | ||
360 | 1930 | sembrava una tordea quando si spollina, con la mantellina | ||
361 | 1930 | nocchiuti. Tra di loro si dicevano piano: ¶ — Lui lì | ||
362 | 1930 | e colto dall’orticaia si fregava come un ciuco | ||
363 | 1930 | il gobbo smaniava, gli si narrò: ¶ — Ci fu un | ||
364 | 1930 | della sua vaga e si gittò nel pozzo. Precipitato | ||
365 | 1930 | gobbo andò in chiesa, si prostrò davanti a Gesù | ||
366 | 1930 | davanti a Gesù Nazzareno, si dolse e chiese perdono | ||
367 | 1930 | dolse e chiese perdono, si tagliò il petto in | ||
368 | 1930 | infiammato e i denti si ripercotevano convulsi, poi, estatico | ||
369 | 1930 | il tocco d’allarme si sedeva sfinito sopra un | ||
370 | 1930 | genito della signora Dina si chiamava per nome di | ||
371 | 1930 | cibarsi. I fratelli non si potevano mettere alla bocca | ||
372 | 1930 | madre con due dita si faceva un capestro alla | ||
373 | 1930 | erano vuotati il gubbio, si riponevano a tavola. Il | ||
374 | 1930 | Non lo vedi come si tapina per te! ¶ — Muoviti | ||
375 | 1930 | i fratelli sciangottavano e si mordevano la lingua, la | ||
376 | 1930 | i tronconi. Il gobbo si spennava al muro e | ||
377 | 1930 | tre accaldati e sudati si riponevano a tavola. Il | ||
378 | 1930 | fuori sospettosi. ¶ Dopo poco si riudiva la voce schiappata | ||
379 | 1930 | madre dopo il pasto si sentiva delle montate di | ||
380 | 1930 | Signora alla parola mare si divincolava e ringhiava, il | ||
381 | 1930 | filando lacrime e bava si tirava ginocchioni davanti all | ||
382 | 1930 | senza re né regno si dava convegno in una | ||
383 | 1930 | a fuoco gli usci si chiudevano sbatacchiati come dal | ||
384 | 1930 | tanto umida che ci si spengevano le candele, il | ||
385 | 1930 | bendati, ma combattere: poi si vedrà. ¶ I soldati che | ||
386 | 1930 | subito dopo la sveglia, si sparse la nuova che | ||
387 | 1930 | Le prue dei transatlantici si smusavano nelle calate, le | ||
388 | 1930 | orbite vuote delle gubìe si erano illuminate di cielo | ||
389 | 1930 | mani nodose e potenti si scorgeva che quella era | ||
390 | 1930 | la testa. ¶ Un soldato si fece più in là | ||
391 | 1930 | tu che sembri strolago: si morirà? ¶ — Tutti s’ha | ||
392 | 1930 | Non hai favella? ¶ — Noi si parte stanotte. ¶ — E io | ||
393 | 1930 | del porto, il Tarmito, si ridusse a piè dello | ||
394 | 1930 | parto. ¶ — Per la guerra? ¶ — Sì. ¶ La donna crocitò come | ||
395 | 1930 | mio fratello. — La paura si rufolò tra l’ossa | ||
396 | 1930 | Giunto alla sua camerata si gettò sul pancaccio vestito | ||
397 | 1930 | collo con la cravatta, si chè pareva staccato dal | ||
398 | 1930 | all’altra. ¶ La tradotta si scassò dalle pareti affumicate | ||
399 | 1930 | che copriva la stazione, si ingabbiò in un ponte | ||
400 | 1930 | addossò a un muro, si sciolse su un oliveto | ||
401 | 1930 | caldo al cielo e si sfilacciava sui rami dei | ||
402 | 1930 | terra. Le ghiove angolose si chiazzavano di rosso sangue | ||
403 | 1930 | fossati, mandre di buoi si muovevano sulle prode come | ||
404 | 1930 | Latrina, stampigliate in nero si scioglievano sulle pareti calcina | ||
405 | 1930 | la coltella, un giorno si fermò, si accosciò e | ||
406 | 1930 | un giorno si fermò, si accosciò e guardò con | ||
407 | 1930 | i nostri peccati sono sì grandi che ci flagelli | ||
408 | 1930 | celesti. Aste e bandiere si ripercuotevano insieme. Il treno | ||
409 | 1930 | la bandiera nera e si caricò un ragazzo a | ||
410 | 1930 | e uno del mare si strinsero la mano come | ||
411 | 1930 | campi. ¶ XXIX. ¶ Gli aratri si ammusavano sulla terra abbandonata | ||
412 | 1930 | In una Sacra che si celebrava lontana esplodevano mortaletti | ||
413 | 1930 | guerra esalò. ¶ Il battaglione si levò e fu istradato | ||
414 | 1930 | di gelso come se si dovesse passare il Santissimo | ||
415 | 1930 | sotto quel tepore e si gettavano sui fieni con | ||
416 | 1930 | Dal fondo dei gelsi si stornellava: ¶ La faremo una | ||
417 | 1930 | Pasqua, quando in campagna si festeggia il Pellegrino. ¶ Il | ||
418 | 1930 | notte piena i soldati si destarono atterriti, una colossale | ||
419 | 1930 | accecò tutti, gli uomini si videro col viso celeste | ||
420 | 1930 | diventa peso. ¶ I cristiani si fecero il segno della | ||
421 | 1930 | il telo della Sindone si stamparono in nero sul | ||
422 | 1930 | con la falce accoccata, si è strabanata sui ferri | ||
423 | 1930 | riso e sterco e si è satollata sul pastone | ||
424 | 1930 | se aveva ancora voce. ¶ — Si deve salire anche sulla | ||
425 | 1930 | quando sotto la tempesta si tramuta in ripida muraglia | ||
426 | 1930 | da poppa a prua, si affisò sul mare: gli | ||
427 | 1930 | tu puzzi di pece? ¶ — Sì. ¶ — Ma il marinaro, — disse | ||
428 | 1930 | novo di questo fronte? ¶ — Sì. ¶ — Io mi sono già | ||
429 | 1930 | vero che l’Italia si difende sulla sassaia e | ||
430 | 1930 | di pecore? ¶ — Ma dove si va? — chiese il Tarmito | ||
431 | 1930 | nero. ¶ — Ma ci vedi? ¶ — Sì, anche la notte. ¶ — Anche | ||
432 | 1930 | e di lui non si seppe più nè nuova | ||
433 | 1930 | al Profeta. — Pensate che si naviga verso la morte | ||
434 | 1930 | verso la morte. ¶ — Se si dorme siamo morti — rispose | ||
435 | 1930 | rispose Isaia. ¶ — Le esperienze si fanno sui conigli — disse | ||
436 | 1930 | coltre smisurata; gli uomini si annientarono sullo scafo, quelli | ||
437 | 1930 | sue dita ciondoloni. Cesare si nutriva col “cibo”. ¶ L | ||
438 | 1930 | lucciole celesti. La gente si addormentò col pensiero di | ||
439 | 1930 | uomini dal cuore ferrato si addormentarono pacatamente. ¶ All’idea | ||
440 | 1930 | estreme dell’ultimo certame si fa legare sul caporuota | ||
441 | 1930 | questo telo e che si abissi con me nell | ||
442 | 1930 | d’olio. Il sacco si distendeva sul corpo di | ||
443 | 1930 | tavolone, un ancorotto parve si fosse scocciato dalla maniglia | ||
444 | 1930 | pace. L’acque fendute si pacificarono sulla superficie e | ||
445 | 1930 | sulle loro fiancate non si scorgeva lume. I bastimenti | ||
446 | 1930 | per i morti. ¶ — Quando si fa la guerra — sentenziò | ||
447 | 1930 | case e le montagne si ribaltarono contro di lui | ||
448 | 1930 | ragliando come un ciuco, si messe di schiena. ¶ A | ||
449 | 1930 | ossa e denti, gli si parò davanti rattrappato sulle | ||
450 | 1930 | alcuni passi il Tarmito si volse e il cagnaccio | ||
451 | 1930 | come arruciolato dal vento si scotrionò sullo spigolo d | ||
452 | 1930 | la fiataccina del cane. Si volse e la bestia | ||
453 | 1930 | tremante come una vergola, si spiaccicò sul pietrato, vi | ||
454 | 1930 | cuoio, ma il cane si faceva piuttosto strangolare che | ||
455 | 1930 | quella bestia. Il Tarmito si volse e il cane | ||
456 | 1930 | primo ripiano il Tarmito si affacciò al mezzanino della | ||
457 | 1930 | del giardino, dopo poco, si udì un sibilo, l | ||
458 | 1930 | protezione della notte, e si diresse verso le calate | ||
459 | 1930 | il cane uggiolò lungamente, si scarnì sul pietrato. ¶ — Uomo | ||
460 | 1930 | collare il cane che si tirava indietro. La bestia | ||
461 | 1930 | chiatta. Per lungo tempo si udì il suo abbaio | ||
462 | 1930 | suo abbaio lamentoso. ¶ Tutto si schiantava nell’anima del | ||
463 | 1930 | del Tarmito, lentamente egli si portò sulla via solitaria | ||
464 | 1930 | di pietrame, ed ivi si sedette sul muro di | ||
465 | 1930 | massime e l’anima si denuda: — Che ne sarà | ||
466 | 1930 | fare i gatti quando si portano a disperdere. L | ||
467 | 1930 | ridarsi in uno solo. ¶ Si aggirava meditabondo intorno alla | ||
468 | 1930 | fu al di là si voltò: del tempo passato | ||
469 | 1930 | lastricata di pietrame plumbeo si sentì gelo. Un portico | ||
470 | 1930 | grandiose dove il pensiero si smarriva in una tonalità | ||
471 | 1930 | comprese di vertigine verticale, si disarticolavano sotto gli archi | ||
472 | 1930 | di legno. ¶ Il cortile si popolò d’uomini. ¶ — Prendete | ||
473 | 1930 | corpi diacci di sudore si raffreddavano nelle vestimenta. ¶ — Prendete | ||
474 | 1930 | un viso che ci si farebbe sopra un battuto | ||
475 | 1930 | stupefatti il Tarmito che si allontanava seminando per terra | ||
476 | 1930 | Il Tarmito nella camerata si spogliò degli abiti civili | ||
477 | 1930 | per terra. Il Tarmito si vestiva come tutti i | ||
478 | 1930 | all’inferriata da cui si scorgeva il porto e | ||
479 | 1930 | bollente del Tarmito: poi si vedrà. La sicurezza di | ||
480 | 1930 | purificata dall’incendio: poi si vedrà. Nelle predicazioni apocalittiche | ||
481 | 1930 | turchino e nella foresta si udiva un canto lene | ||
482 | 1930 | la spiegò sull’erba, si sgusciò da dosso il | ||
483 | 1930 | cosa di arcano. Poi si levava, poggiato a una | ||
484 | 1930 | guisa di ali ripiegate, si portava al limite del | ||
485 | 1930 | vigilia delle feste comandate si riunivano nella fattoria eran | ||
486 | 1930 | di polverone. ¶ Se Isaia si assopiva, sinistre immagini corrotte | ||
487 | 1930 | Se la luna piena si alzava di sulla foresta | ||
488 | 1930 | sorridesse, per la fenditura si scorgeva la tazza ove | ||
489 | 1930 | carovanieri seguirono Isaia che si avviò verso la casa | ||
490 | 1930 | sole calante, i raggi si diacciavano sopra una salma | ||
491 | 1930 | il Tarmito. ¶ Il Tarmito si sgusciò il poncio dal | ||
492 | 1930 | per la camicia aperta si scorgeva il rosso del | ||
493 | 1930 | l’ossa. ¶ Nel salone si udiva il sonno placido | ||
494 | 1930 | il loro elogio, e si accomiatò dicendo: — Noi ritorniamo | ||
495 | 1930 | giorno memorabile, quand’egli si era assopito sulle sponde | ||
496 | 1930 | che pareva una bimba, si apprestava a ritornare sola | ||
497 | 1930 | un arcone di pietra, si duoleva e piangeva come | ||
498 | 1930 | bordone, attruppate le mucche si avviò verso l’orrore | ||
499 | 1930 | lontana, rugginita, la donna si scorgeva incurvata sotto il | ||
500 | 1930 | e della espiazione, gli si accosciarono accanto lungo il |