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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «si»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
sempre il temporale attorno. ¶ — Si parla di quando mio
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1930
fu forte e alato ¶ si corse al Giglio col
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1930
coton serrato. ¶ Il cantore si sedette singhiozzando al tavolo
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1930
va contraria la pianeta ¶ Si va cercando il bene
5
1930
il bene e non si trova. ¶ — Ma la nostra
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1930
volge in contrario e precipitoso, che non possono
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1930
quella taverna perchè ivi si parlava come al loro
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1930
al loro paese e si vedevano visi conosciuti. Anche
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1930
compagno al Tarmito mentre si riducevano a bordo. — Ti
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1930
del “Cretic” come se si levassero dall’acqua. ¶ La
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1930
s’ormeggiò ai docks. Si presentò con la prua
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1930
potesse arare sul fondo si dovettero filare tanti anelli
13
1930
franchi. I paesani, ansiosi, si diressero alla taverna. Essi
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1930
o di quelli che si apprestavano a salpare per
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1930
marinai. ¶ Quando la ciurma si fu ben bene inzavorrata
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1930
Dalle finestre della casa si scorgevano delle ragazze che
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1930
folla che sembrava festante, si udivano brindisi e pareva
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1930
acclamassero la sposa che si faceva largo in mezzo
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1930
col Verdone ma lei si traeva in disparte, sconturbata
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1930
delle antiche incisioni che si veggono impresse sui libri
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1930
abbia digiunato e gli si siano afflosciate le carni
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1930
ballomanno intorno alle rappresentanze. Si vedevano di scorcio sull
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1930
del “Cretic” a cui si erano imbrancati i compagni
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1930
spalle liscie e vellutate, si strinse i fianchi molli
25
1930
gogio noi non ci si muore — disse una ragazza
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1930
da stupore. La ragazza si sedette come sfinita sopra
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1930
ombre rosate, dove pareva si dibattesse, agonizzando, il cuore
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1930
nei vortici del mar”. ¶ si gettava nell’acque e
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1930
poggiata sulla spalliera imbottita, si faceva scrutare immobile come
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1930
la ciurma del “Cretic”. ¶ — . ¶ — E perchè tu sei
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1930
dolcemente. ¶ — Le mie compagne si sarebbero giovate anche di
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1930
riconosci? ¶ — No. ¶ — Ma io . ¶ — Come? ¶ — Perchè da ragazzi
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1930
Come? ¶ — Perchè da ragazzi si stava vicini. — Tu non
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1930
ella, impacciata, esclamò: ¶ — Come si conduce, eh? Non mi
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1930
riconosci! Eppure da ragazzi si faceva le mattìe assieme
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1930
conosci ancora? ¶ — No. ¶ — Come si conduce!... Avvicinati — disse la
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1930
i paesani. ¶ Il Tarmito si lasciò condurre come un
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1930
e disse: ¶ — La riconosci? ¶ — . ¶ L’immagine era la
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1930
grondante lordura. Il Tarmito si sentiva come schiacciato dalla
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1930
gancio con una gamba, si piegò in due e
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1930
piegò in due e si dette in pasto al
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1930
una cascata d’acqua si udivano a poppavia, il
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1930
fondo, sommosse la nave. ¶ — Si muove — disse. ¶ Il porto
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1930
sull’oblò il Tarmito si ritrasse atterrito: un profumo
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1930
tombata dal vento fresco, si levava da una gettata
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1930
di faville. L’acque si luttavano nel profondo e
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1930
sotto cui la terra si sgretolava al battito dell
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1930
boschi sacrati a chi si diè il vanto di
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1930
Quelle allogate a terreno si mostravano sdraiate su dei
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1930
con noi? ¶ — Quello non si rifiuta mai. ¶ L’aria
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1930
Marassi! — e il padrone si mise una mano aperta
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1930
compagno uscirono, il padrone si avvicinò a un tavolo
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1930
abbisciati dove puoi riposarti. ¶ — — rispondeva invariabilmente Amedeo. ¶ Giunti
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1930
pece lo soffocò quasi, si gettò di peso sui
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1930
attimo fu in piedi, si infilò la giubba e
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1930
sul carabotto di prua, si sedette sulla testa dell
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1930
città alta. L’accampamento si allungava di raffie infernali
58
1930
della rupe su cui si elevava la lanterna. Al
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1930
la catena, la colonna si avviò verso il ponte
60
1930
mostruoso cetaceo di ferro si mosse, virò la prua
61
1930
prua verso l’antemurale, si apprestò a doppiarlo volgendo
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1930
seguissero nello sfacelo, tutti si abbracciarono in un gemito
63
1930
alla sommità della salita si trovò sopra una spianata
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1930
accoppiato, divincolato, sollevato, calcato, si faceva portare dall’impeto
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1930
profonda; giù dal pozzo si udiva eco di locomotive
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1930
fumo. ¶ Delle pietraie nude si innestavano alle muraglie scabre
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1930
temendo che qualche caldaia si sganciasse e rovesciasse il
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1930
risalto abbagliante. Il Tarmito si soffermava ai portali pesanti
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1930
ombra, perplesso, lungamente, vi si accostò timoroso. Entrò: l
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1930
tomo, da un usciolo si scorgeva una cucinetta in
71
1930
una tomba. Le coltri si riducevano in bianco statuario
72
1930
tormento del dissanguamento lento, si avvicinò ansante alla spera
73
1930
sembrarono gli uomini che si arrapinavano sulla terra: “per
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1930
di visioni tremende che si circoscrivevano nel teschio arroventato
75
1930
porto all’ancoraggio sicuro. ¶ Si narrava che una ciurma
76
1930
esposti ai marosi che si frangevano sulla prua. Narravano
77
1930
un momento all’altro si aspettava di andare a
78
1930
picco. Mare e cielo si mescolavano tuonando, a un
79
1930
come d’onda che si frange sulla fiancata di
80
1930
spolverò luminosa nel cielo, si rifranse sulla coverta, una
81
1930
coverta, una cateratta spaventosa si aprì su noi: arranca
82
1930
che vanno in alto si avvicinano a Dio. Ora
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1930
soldo guadagnato in terra si può possedere, i dieci
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1930
disse sospirando: ¶ — Il mare si chiude anche sopra i
85
1930
sguardo nei lor spazi si perde ¶ genti non hanno
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1930
mandre quando la terra si rinverde: ¶ Aspre macchie vi
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1930
il selvatico toro vi si adagia, ¶ e col rumore
88
1930
La mattina di Pasqua si doveva appoggiare, sopraffatti dal
89
1930
dalla Sardegna. ¶ — E se si dovesse poggiare in secco
90
1930
Sentiamo quelli nella poppa. ¶ Si scese nella stiva. Rosolino
91
1930
un momento all’altro si va a picco. La
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1930
celebrare il travaglio superato si bevve vino del Monferrato
93
1930
le mani sul tavolo, si tirò su in piedi
94
1930
tirò su in piedi, si forbì le labbra, mescè
95
1930
di vino, lo bevve, si pose un dito sulla
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1930
Da tutti i tavoli si volsero ad ascoltare il
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1930
panni usati. Quelli che si potevano rammendare con una
98
1930
sgusciò sopra un occhio. ¶ — , è lei; la Madonna
99
1930
sembrò il demonio quando si finse lemosiniere. ¶ — Questa cucila
100
1930
cucila nella giubba che si metterà per il viaggio
101
1930
Amedeo come se egli si fosse trasfigurato. ¶ Andrà di
102
1930
alati, a sonagli, dove si veggono le bertuccie, agganciate
103
1930
collare verde, volano e si posano sulle ceppaie celesti
104
1930
lo guardava con compassione. ¶ — — rispose il Tarmito distratto
105
1930
del Tarmito, nella casa, si assisero al tavolo sereni
106
1930
come una pianura sterminata. Si alzarono in silenzio e
107
1930
La mattina, presto, Amedeo si mise il sacco dei
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1930
salutassero. La madre gli si inginocchiò davanti come al
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1930
davanti come al Santissimo, si segnò, stette devota, poi
110
1930
promontorio, in quel groviglio si udivano singhiozzi simili a
111
1930
madre, sciogliendosi dal figlio, si parò il capo nel
112
1930
mani. ¶ Quando il treno, si mosse, parve che si
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1930
si mosse, parve che si spezzasse in due, e
114
1930
in due, e Amedeo si sentì scombussolare dentro; un
115
1930
alla pila del pozzo si sciabattavano il viso con
116
1930
nome degli sconosciuti. Poi si raccoglievano, pensose, sopra la
117
1930
la pietra amata e si ponevano le mani sul
118
1930
groppa della Tambura ispida, si accampava al di là
119
1930
fragore di fiume ruinoso, si frangevano contro i picchi
120
1930
ordine dei monti minori, si elevava come una fantastica
121
1930
Percuotendo le scogliere vi si infrangeva mugliando. ¶ Amedeo, che
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1930
osservava attonito lo scenario, si passò sulla fronte le
123
1930
allattavano i piccoli; esse si vedeva che avevano pianto
124
1930
dicevano il rosario e si facevano eterni segni di
125
1930
asciutte, dagli occhi vinti, si accosciava sui sacchi esalanti
126
1930
vagoni di bambagia asfissiante, si udiva tossire, spurgare, i
127
1930
luce, delle teste congestionate si protendevano dai finestrini, i
128
1930
dondolata a morto e si era partita intuonando un
129
1930
ghindò, parevano giganti che si attristassero. Su tutte le
130
1930
di fuliggini risoffiavano e si dileguavano cagliati d’untume
131
1930
catena. ¶ Quando il treno si fermò sotto la tettoia
132
1930
un altro mondo. Tutti si stringevano l’uno all
133
1930
verso l’ammazzatoio. ¶ Amedeo si sbrancò dalla folla e
134
1930
ore di smarrimento, Amedeo si trovò sotto le vele
135
1930
fu salito a bordo si slacciò il sacco si
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1930
si slacciò il sacco si accosciò in coperta e
137
1930
accosciò in coperta e si ristorò con la cena
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1930
deciso di andare là. ¶ — . ¶ — E a che fare
139
1930
proponimenti! Pensa che noi, si può finire sepolti là
140
1930
che fan buon viso. ¶ — . ¶ — Pensa, cadetto, che gli
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1930
avvalli tra la tormenta, si levavano i vagiti dei
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1930
terre per concio. ¶ Tutti si drizzarono sul carabotto, la
143
1930
giù a piedi non si ritorna. L’onde rompevano
144
1930
cimitero sconfinato. Nessuna mano si levava supplice o maledicente
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1930
voce senza espressione disse: — . — Ed entrò. ¶ Lo sconosciuto
146
1930
un colpo di dito si tolse l’occhio falso
147
1930
propagandato l’idea e si era spinto anche nelle
148
1930
questa tua domanda non si può rispondere con un
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1930
ungere la lesina e si era fatto uno sgraffio
150
1930
pianse lungamente. Il nepote si rovesciò all’indietro sopra
151
1930
Da una finestra alta si scorgeva un’altra parete
152
1930
di sopra gli occhiali, si sedette e posò il
153
1930
dovevo gesticolare. L’uomo si fece ventola con una
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1930
stupito di non udire si voltò e senza contrazione
155
1930
Da quel piccolo foro si spaziava in una sala
156
1930
entrare gente che prestamente si camuffava. Da gente ardita
157
1930
e arcigna che era si riduceva mendica. Sulla fronte
158
1930
e una croce. Alcuno si riduceva orrido troncone amputato
159
1930
orrido troncone amputato che si trascinava a stento sopra
160
1930
gli sterpi ma tutti si scalciarono, scoscesero, ruinarono con
161
1930
scatola, il cuore mi si rapprese e penzolò nella
162
1930
ciabattino e nel convulso si era piantato la lesina
163
1930
respiro. ¶ La stanza dove si raccolsero non aveva finestre
164
1930
aveva finestre e vi si accedeva per una porta
165
1930
fatto e tra loro si chiamavano i fattisti. ¶ Inchinarsi
166
1930
salicastri e il mare si distendeva placido sulla gran
167
1930
gran coltre della rena, si scervellavano intorno a questi
168
1930
Nilo. Con una mano si partiva la barba in
169
1930
Cuore — e l’uomo si posò una mano sul
170
1930
segnata da vene celesti, che pareva ch’egli
171
1930
ma il suo petto si sollevava come un’onda
172
1930
mare, e le gru si levavano dalle lame e
173
1930
lapidee. Sulla Tambura accigliata si stempravano le saette, facendo
174
1930
un velo d’ombra si distendevano verso l’Alpe
175
1930
ascoso il Tarmito che si recava a prendere il
176
1930
agli occhi: tutto dimojò, si sciolse. ¶ Nell’animo del
177
1930
alla sua ombra taciturna si accanisse un uccello nero
178
1930
nei furori dell’impotenza si scagliavano contro di lui
179
1930
dì o l’altro si sarebbero spezzati le vertebre
180
1930
come i vilucchi che si abbarbicano alle rocce e
181
1930
aperte come aquilotto che si levi, stupirono il viandante
182
1930
Nòva. Un mondo sepolto si disvelava di nuovo alla
183
1930
ebbe rassettato il luogo si volse al Tarmito e
184
1930
gli occhi di cielo, si levò giustiziere. ¶ Il Tarmito
185
1930
E DIO. ¶ Dal precipizio si dominava una selvetta di
186
1930
la mia santa benedizione. ¶ — ! — rispose il Tarmito e
187
1930
petto sollevato dagli affanni si slargava raddoppiandosi. La testa
188
1930
a scatti, gli occhi si dilatavano convulsi, la bocca
189
1930
Il gobbo e Filiberto si ammusarono col mento poggiato
190
1930
Filiberto aggranfiati sulla tavola si tramutarono in due naufraghi
191
1930
me! ¶ Dalla finestra spalancata si vedevano gli alberi dell
192
1930
Al mattino la madre si destò conturbata dal pensiero
193
1930
nuovo, e la gobba si rassodò come un nodo
194
1930
di quercia ove ci si sarebbe spezzato il becco
195
1930
una croce da cui si scorgevano le bare e
196
1930
Pietà. La signora Dina si fe’ ombra agli occhi
197
1930
sui gradini della Croce, si gelò la fronte e
198
1930
braccia tragittandole e percotendole che pareva una farfalla
199
1930
un imbestiato. Ogni poco si fermava, guardava il cielo
200
1930
a un platano scabro. ¶ — Si gratta il gobbo, tra
201
1930
ti agiti al vento che le fiamme ti
202
1930
catecumeni volgevano gli occhi, si fissavano tra loro e
203
1930
presa a schioppettate se si accosta al pagliaio, cui
204
1930
quelli al cui passaggio si pianta il chiavaccio nell
205
1930
nell’uscio e gli si porge il pane con
206
1930
sua figura spettrale non si poteva nascondere agli occhi
207
1930
alzando il capo pareva si orientasse nel cielo. ¶ Il
208
1930
isola di Tremiti e si era dilatato. Ai piedi
209
1930
popolato di morti. Egli si faceva l’eco di
210
1930
e funebre; i paesi si conformavano sul suo orrore
211
1930
diacciato dalla sua rievocazione si stendeva come una grande
212
1930
di su quella ruina si leveranno come uccelli di
213
1930
mota, in un avvallamento si eleva una Casa che
214
1930
il Giappone. Il Maestro si cibò di tabacco e
215
1930
del cranio roventivano. Egli si raccoglieva annodato sulla battima
216
1930
la riparavano perchè non si sfiancasse sull’impiantito. A
217
1930
mare. Una vela nera si alzò da piedi, il
218
1930
altissimi dalle cui finestre si affacciavano poche donne inorridite
219
1930
All’apparire della cassa si levarono come uccelli; battendo
220
1930
battendo le penne maestre si lanciarono, la cassa mareggiò
221
1930
varate di scoscendimenti umani, si sollevò ai vertici delle
222
1930
varata nel torrente; affondò, si risollevò d’impeto dall
223
1930
e marci di fanga si acquarellò sulla tenda color
224
1930
Questo è il Casone? ¶ — . ¶ — Voi siete? ¶ — Noi! ¶ L
225
1930
mezzo a dei cenci, si videro chiarire delle teste
226
1930
Compagni, vale. ¶ La famiglia si sedette sul pancone, il
227
1930
rupe dell’osso frontale si scheggiavano gli occhi con
228
1930
per le Sagre ci si rampica sui monti col
229
1930
astratto, sterile. ¶ La famiglia si cibò di tonnina e
230
1930
il cammino. Gli uccelli si levavano dalle ceppe degli
231
1930
lo strepito degli argani, si sedevano sulla nuda terra
232
1930
Dio appare, l’uomo si annienta. Più la divinità
233
1930
annienta. Più la divinità si fa grande e più
234
1930
dell’uomo. ¶ L’apostolo si alzava rigido armato con
235
1930
io, turbinato dalle allucinazioni, si dibatteva contro il destino
236
1930
di corda; i ragazzi si tenevano alla gonnella. Lo
237
1930
avviò sull’acqua che si richiuse, bevendolo. Delle sollevazioni
238
1930
un cappello da prete. Si sedette e domandò un
239
1930
sentirono dei brividi e si voltarono inquieti e turbati
240
1930
voltarono inquieti e turbati. ¶ — Si gela. ¶ Un uomo secco
241
1930
filo attalchè il cordone si sarebbe attortigliato al collo
242
1930
monti dove schiantò quando si compirono le nove lune
243
1930
stracci: il più grande si ciccava la lingua, il
244
1930
seta gloria. ¶ Lo spettacolo si poteva godere portando cenci
245
1930
tutta la famiglia che si addossava dietro quattro aste
246
1930
Casa; le parole che si udivano sfiatare dalla tromba
247
1930
pinzochere imbrescate di tabacco, si risciacquavano la bocca sul
248
1930
E pensare che ci si riduce così anche noi
249
1930
così anche noi — sospirava — si goda ora. Verginella, c
250
1930
di due divanetti che si voltavano le spalle, e
251
1930
quello scaleo aperto dove si sale fino a cinquanta
252
1930
fino a cinquanta e si scende fino a cento
253
1930
Amen. ¶ — Maledetta la superbia, si goda ora. ¶ Quelli che
254
1930
Cateratte un cliente fisso si precipitava giù per la
255
1930
non stia a’ riscontri. Si copra, con questo brezzone
256
1930
all’ora in cui si desta la tentazione meridiana
257
1930
Casa batteva il tacco, si fregava la nuca, si
258
1930
si fregava la nuca, si grattava il naso e
259
1930
su per le scale si pitizzavano come due galli
260
1930
smunto di ritorno, esalava: — Si sa, siamo tutti uomini
261
1930
lo sa che qui si beve tutti al medesimo
262
1930
farei ruzzolare le scale. ¶ — Si provi! Furetto! ¶ Le scale
263
1930
con la padrona, ci si divagava il Santo Protettore
264
1930
scendeva a divagarsi e si sedeva sulla sedia che
265
1930
A questa parola tutte si sparpagliavano, arrancando, nei pertugi
266
1930
padre scolopio alienato che si recava, da un infermo
267
1930
e lustro, lo scheletro si leggeva sotto la tonaca
268
1930
le trombe. Tutte intorno si culattavano come le scrofe
269
1930
intonsi da anni, gli si avvilucchiano sul viso. ¶ — Come
270
1930
spento. ¶ — Povertà! Dieci. ¶ — Che si riaccese e avvampò la
271
1930
Ma quando alla decenza si contraria ¶ O presto o
272
1930
O presto o tardi si va a gambe all
273
1930
una mano aperta minacciante si faceva spuntare una cresta
274
1930
data fondo in darsena, si messe a spracchicchio su
275
1930
tonfò nell’imo; quando si riassommò a galla gli
276
1930
i ragazzi dell’affogato si tirarono sulla cassa e
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1930
via. La moglie sconsolata si doleva chiamando l’affogato
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1930
Lasciateli sfogare o vi si legna. ¶ — Gente mia! gente
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1930
delle reni. ¶ Il gobbo si sentì ruzzolar fuori a
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1930
un orecchio. In Chiesa si rinvenne e sospirò: — Laus
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1930
Ma un diavolo che si fingeva pipistrello gli si
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1930
si fingeva pipistrello gli si aggrinfiava addosso e lo
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1930
lo forava; ed egli si sentiva sfiatar giù pelle
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1930
e di grumi. Quando si destò fantasticò d’essere
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1930
speranza. La mia pelle si schianta e si disfà
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1930
pelle si schianta e si disfà. ¶ — Buon’ora, buon
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1930
piano il corpo frollo si riarmò dello scheletro, la
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1930
dello scheletro, la pelle si tesò, aderì di nuovo
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1930
dalla grata in su si dominava la tromba delle
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1930
Quando riverberava la luce si vedevano di scorcio gambe
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1930
di topo aguzze che si cibavano in un cunicolo
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1930
parola cremazione, credettero che si trattasse di una lega
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1930
incenerire anima e corpo, si fecero conturbate il segno
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1930
sullo sterco, le donne si schifavano turandosi il naso
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1930
un vegliatore. Alcune donne si avvicinarono a lui e
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1930
fuoco. ¶ Le donne rincasate si spraccarono sulle sedie come
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1930
il capo del morto si levò il vessillo della
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1930
i timorati di Dio si ripararono in chiesa come
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1930
Sul tetto della chiesa si sentì ruzzolare una gallina
300
1930
spaurita, poi parve ci si posasse di colpo una
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1930
lo scossone d’acqua si ridussero come due pecore
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1930
gli zoccoli, l’attacco si raddoppiò nella pozzanghera e
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1930
parole? ¶ Tutti tacquero e si chinarono sul morto, uno
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1930
Dalle lame di ponente si levò uno sciame d
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1930
Tutte l’ombre che si aprivano nelle case della
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1930
viso smunto. La Signora si scioglieva i capelli, s
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1930
raglio come un ciuco. ¶ — ! — ruttò la signora Dina
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1930
Dina colta dal madrone — , sì, sì, sì! ¶ Il
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1930
colta dal madrone — sì, , sì, sì! ¶ Il gobbo
310
1930
dal madrone — sì, sì, , sì! ¶ Il gobbo caduto
311
1930
madrone — sì, sì, sì, ! ¶ Il gobbo caduto ginocchioni
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1930
e spose, qual demone si è incarnato nel sangue
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1930
castigo di Dio onnipotente si abbatterrà su di noi
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1930
sul marmo e condolendosi si percotevano il petto. Sui
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1930
le madri dei temerari si ravvolsero il capo dentro
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1930
o gente! E chi si pente dice che lo
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1930
di sull’altana, vi si accedeva per delle scalette
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1930
ai maschi, gli uomini si eccitavano del loro lezzo
319
1930
nodi d’olivo ci si sarebbe accoccata una coltella
320
1930
nel Casone i censiti si acquattavano in tutti i
321
1930
in quell’antro ci si davano convegno tutti gli
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1930
vita. ¶ La domenica ci si rappattumava una famiglia posticcia
323
1930
tutto il paese, poi si davano fondo sul piazzale
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1930
i ragazzi — che tutti si muovono a compassione di
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1930
compassione di noi. Quando si fa il viso patito
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1930
fa il viso patito si sembra San Pellegrino e
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1930
significo che i ragazzi si sono ammoscati che tu
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1930
Maiale. ¶ — Allora, domenica ci si trova sotto il ponte
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1930
il ponte delle Cateratte, si scuote il pesco a
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1930
gli randolò una sgabellata, si avvinghiarono e ruzzolarono sotto
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1930
era un po’ lusco , ma adagio a dare
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1930
del camino. I congeneranti si sono immalizziti e non
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1930
lo dovevi vedere quando si scompartiva i soldi accattati
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1930
benedetto.... ¶ Mentre lo Zoppo si doleva, era entrata pian
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1930
porcina chiese vino e si sedette sul pancone al
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1930
il testone diceva sempre e no come quello
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1930
lontani sembravano fumate come si fanno nell’ottobre sull
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1930
che, burattati dallo sconquassamento, si sentivano colare macinati sulle
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1930
collo la mantella, sbadigliava, si tirava di peso sul
340
1930
s’erano riconosciuti, e si guardavano e si scrutavano
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1930
e si guardavano e si scrutavano. ¶ — Ma sei te
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1930
scrutavano. ¶ — Ma sei te?! ¶ — ! ¶ — T’avevano dato disperso
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1930
in vista del paese? ¶ — , fratello! ¶ — Datemi la mano
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1930
di vite. ¶ — Chi sarà? — si domandarono tutti sorpresi. ¶ L
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1930
là per l’Americhe! ¶ — . ¶ — Ma di che classe
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1930
dei tuoi le sai? ¶ — : la mia famiglia è
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1930
I soldati, appena scesi, si sparpagliarono in fretta diretti
348
1930
ancora deserto, le case si schiarivano dei primi riflessi
349
1930
arcate del ponte gli si presentò davanti la darsena
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1930
la darsena: vele gialle si aprivano tra i cordami
351
1930
bastimenti ormeggiati, qualche paranza si metteva alla vela portata
352
1930
una graticola. L’ardito si fermò stupito, scrutò attento
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1930
la sua ombra celeste si allungava sulla canonica gialla
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1930
Faiti, Palikisce. I bagliori si stemprarono. Il paese s
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1930
navarchi accennando l’ardito si chiedevano incuriositi: — Chi sarà
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1930
a tasto il lavoro, si voltava d’impeto e
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1930
primogenito della signora Dina si chiamava Federigo ed era
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1930
rincallita anfanando e ringhiando si andava a grattare al
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1930
a strapparsi la giacchetta. ¶ — Si gratta il gobbo. ¶ — Tra
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1930
sembrava una tordea quando si spollina, con la mantellina
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1930
nocchiuti. Tra di loro si dicevano piano: ¶ — Lui lì
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1930
e colto dall’orticaia si fregava come un ciuco
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1930
il gobbo smaniava, gli si narrò: ¶ — Ci fu un
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1930
della sua vaga e si gittò nel pozzo. Precipitato
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1930
gobbo andò in chiesa, si prostrò davanti a Gesù
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1930
davanti a Gesù Nazzareno, si dolse e chiese perdono
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1930
dolse e chiese perdono, si tagliò il petto in
368
1930
infiammato e i denti si ripercotevano convulsi, poi, estatico
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1930
il tocco d’allarme si sedeva sfinito sopra un
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1930
genito della signora Dina si chiamava per nome di
371
1930
cibarsi. I fratelli non si potevano mettere alla bocca
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1930
madre con due dita si faceva un capestro alla
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1930
erano vuotati il gubbio, si riponevano a tavola. Il
374
1930
Non lo vedi come si tapina per te! ¶ — Muoviti
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1930
i fratelli sciangottavano e si mordevano la lingua, la
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1930
i tronconi. Il gobbo si spennava al muro e
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1930
tre accaldati e sudati si riponevano a tavola. Il
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1930
fuori sospettosi. ¶ Dopo poco si riudiva la voce schiappata
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1930
madre dopo il pasto si sentiva delle montate di
380
1930
Signora alla parola mare si divincolava e ringhiava, il
381
1930
filando lacrime e bava si tirava ginocchioni davanti all
382
1930
senza re né regno si dava convegno in una
383
1930
a fuoco gli usci si chiudevano sbatacchiati come dal
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1930
tanto umida che ci si spengevano le candele, il
385
1930
bendati, ma combattere: poi si vedrà. ¶ I soldati che
386
1930
subito dopo la sveglia, si sparse la nuova che
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1930
Le prue dei transatlantici si smusavano nelle calate, le
388
1930
orbite vuote delle gubìe si erano illuminate di cielo
389
1930
mani nodose e potenti si scorgeva che quella era
390
1930
la testa. ¶ Un soldato si fece più in là
391
1930
tu che sembri strolago: si morirà? ¶ — Tutti s’ha
392
1930
Non hai favella? ¶ — Noi si parte stanotte. ¶ — E io
393
1930
del porto, il Tarmito, si ridusse a piè dello
394
1930
parto. ¶ — Per la guerra? ¶ — . ¶ La donna crocitò come
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1930
mio fratello. — La paura si rufolò tra l’ossa
396
1930
Giunto alla sua camerata si gettò sul pancaccio vestito
397
1930
collo con la cravatta, si chè pareva staccato dal
398
1930
all’altra. ¶ La tradotta si scassò dalle pareti affumicate
399
1930
che copriva la stazione, si ingabbiò in un ponte
400
1930
addossò a un muro, si sciolse su un oliveto
401
1930
caldo al cielo e si sfilacciava sui rami dei
402
1930
terra. Le ghiove angolose si chiazzavano di rosso sangue
403
1930
fossati, mandre di buoi si muovevano sulle prode come
404
1930
Latrina, stampigliate in nero si scioglievano sulle pareti calcina
405
1930
la coltella, un giorno si fermò, si accosciò e
406
1930
un giorno si fermò, si accosciò e guardò con
407
1930
i nostri peccati sono grandi che ci flagelli
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1930
celesti. Aste e bandiere si ripercuotevano insieme. Il treno
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1930
la bandiera nera e si caricò un ragazzo a
410
1930
e uno del mare si strinsero la mano come
411
1930
campi. ¶ XXIX. ¶ Gli aratri si ammusavano sulla terra abbandonata
412
1930
In una Sacra che si celebrava lontana esplodevano mortaletti
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1930
guerra esalò. ¶ Il battaglione si levò e fu istradato
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1930
di gelso come se si dovesse passare il Santissimo
415
1930
sotto quel tepore e si gettavano sui fieni con
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1930
Dal fondo dei gelsi si stornellava: ¶ La faremo una
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1930
Pasqua, quando in campagna si festeggia il Pellegrino. ¶ Il
418
1930
notte piena i soldati si destarono atterriti, una colossale
419
1930
accecò tutti, gli uomini si videro col viso celeste
420
1930
diventa peso. ¶ I cristiani si fecero il segno della
421
1930
il telo della Sindone si stamparono in nero sul
422
1930
con la falce accoccata, si è strabanata sui ferri
423
1930
riso e sterco e si è satollata sul pastone
424
1930
se aveva ancora voce. ¶ — Si deve salire anche sulla
425
1930
quando sotto la tempesta si tramuta in ripida muraglia
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1930
da poppa a prua, si affisò sul mare: gli
427
1930
tu puzzi di pece? ¶ — . ¶ — Ma il marinaro, — disse
428
1930
novo di questo fronte? ¶ — . ¶ — Io mi sono già
429
1930
vero che l’Italia si difende sulla sassaia e
430
1930
di pecore? ¶ — Ma dove si va? — chiese il Tarmito
431
1930
nero. ¶ — Ma ci vedi? ¶ — , anche la notte. ¶ — Anche
432
1930
e di lui non si seppe più nè nuova
433
1930
al Profeta. — Pensate che si naviga verso la morte
434
1930
verso la morte. ¶ — Se si dorme siamo morti — rispose
435
1930
rispose Isaia. ¶ — Le esperienze si fanno sui conigli — disse
436
1930
coltre smisurata; gli uomini si annientarono sullo scafo, quelli
437
1930
sue dita ciondoloni. Cesare si nutriva col “cibo”. ¶ L
438
1930
lucciole celesti. La gente si addormentò col pensiero di
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1930
uomini dal cuore ferrato si addormentarono pacatamente. ¶ All’idea
440
1930
estreme dell’ultimo certame si fa legare sul caporuota
441
1930
questo telo e che si abissi con me nell
442
1930
d’olio. Il sacco si distendeva sul corpo di
443
1930
tavolone, un ancorotto parve si fosse scocciato dalla maniglia
444
1930
pace. L’acque fendute si pacificarono sulla superficie e
445
1930
sulle loro fiancate non si scorgeva lume. I bastimenti
446
1930
per i morti. ¶ — Quando si fa la guerra — sentenziò
447
1930
case e le montagne si ribaltarono contro di lui
448
1930
ragliando come un ciuco, si messe di schiena. ¶ A
449
1930
ossa e denti, gli si parò davanti rattrappato sulle
450
1930
alcuni passi il Tarmito si volse e il cagnaccio
451
1930
come arruciolato dal vento si scotrionò sullo spigolo d
452
1930
la fiataccina del cane. Si volse e la bestia
453
1930
tremante come una vergola, si spiaccicò sul pietrato, vi
454
1930
cuoio, ma il cane si faceva piuttosto strangolare che
455
1930
quella bestia. Il Tarmito si volse e il cane
456
1930
primo ripiano il Tarmito si affacciò al mezzanino della
457
1930
del giardino, dopo poco, si udì un sibilo, l
458
1930
protezione della notte, e si diresse verso le calate
459
1930
il cane uggiolò lungamente, si scarnì sul pietrato. ¶ — Uomo
460
1930
collare il cane che si tirava indietro. La bestia
461
1930
chiatta. Per lungo tempo si udì il suo abbaio
462
1930
suo abbaio lamentoso. ¶ Tutto si schiantava nell’anima del
463
1930
del Tarmito, lentamente egli si portò sulla via solitaria
464
1930
di pietrame, ed ivi si sedette sul muro di
465
1930
massime e l’anima si denuda: — Che ne sarà
466
1930
fare i gatti quando si portano a disperdere. L
467
1930
ridarsi in uno solo. ¶ Si aggirava meditabondo intorno alla
468
1930
fu al di là si voltò: del tempo passato
469
1930
lastricata di pietrame plumbeo si sentì gelo. Un portico
470
1930
grandiose dove il pensiero si smarriva in una tonalità
471
1930
comprese di vertigine verticale, si disarticolavano sotto gli archi
472
1930
di legno. ¶ Il cortile si popolò d’uomini. ¶ — Prendete
473
1930
corpi diacci di sudore si raffreddavano nelle vestimenta. ¶ — Prendete
474
1930
un viso che ci si farebbe sopra un battuto
475
1930
stupefatti il Tarmito che si allontanava seminando per terra
476
1930
Il Tarmito nella camerata si spogliò degli abiti civili
477
1930
per terra. Il Tarmito si vestiva come tutti i
478
1930
all’inferriata da cui si scorgeva il porto e
479
1930
bollente del Tarmito: poi si vedrà. La sicurezza di
480
1930
purificata dall’incendio: poi si vedrà. Nelle predicazioni apocalittiche
481
1930
turchino e nella foresta si udiva un canto lene
482
1930
la spiegò sull’erba, si sgusciò da dosso il
483
1930
cosa di arcano. Poi si levava, poggiato a una
484
1930
guisa di ali ripiegate, si portava al limite del
485
1930
vigilia delle feste comandate si riunivano nella fattoria eran
486
1930
di polverone. ¶ Se Isaia si assopiva, sinistre immagini corrotte
487
1930
Se la luna piena si alzava di sulla foresta
488
1930
sorridesse, per la fenditura si scorgeva la tazza ove
489
1930
carovanieri seguirono Isaia che si avviò verso la casa
490
1930
sole calante, i raggi si diacciavano sopra una salma
491
1930
il Tarmito. ¶ Il Tarmito si sgusciò il poncio dal
492
1930
per la camicia aperta si scorgeva il rosso del
493
1930
l’ossa. ¶ Nel salone si udiva il sonno placido
494
1930
il loro elogio, e si accomiatò dicendo: — Noi ritorniamo
495
1930
giorno memorabile, quand’egli si era assopito sulle sponde
496
1930
che pareva una bimba, si apprestava a ritornare sola
497
1930
un arcone di pietra, si duoleva e piangeva come
498
1930
bordone, attruppate le mucche si avviò verso l’orrore
499
1930
lontana, rugginita, la donna si scorgeva incurvata sotto il
500
1930
e della espiazione, gli si accosciarono accanto lungo il