Paolo Volponi, Corporale, 1974

andare a imbiancarsi. Io so che non è accaduto

stato di irrequietezza e so perché; ma sono anche

E questo io non so bene cosa vuol dire

ringraziarti per la presentazione. So che l’hai improvvisata

piú bravi: io lo so e lo capisco bene

il suo colore. Non so se tu hai mai

io di nessuna; non so nemmeno se avrò mai

va a Roma non so proprio come ne ritorna

ho abbattuto la porta so’ entrata per prima e

ragazza, anche se non so scrivere una poesia sulle

per conto mio. Non so dove, ma qualcuno o

un mese fa. Non so bene dove. ¶ – Qui intorno

virtú corporale; ma non so fino a quando. Cerco

dirti tutto quello che so (cosí la prossima volta

andavano al largo. Io so che lei aveva paura

dici per torturarmi. Io so che sono su questa

sbandati. ¶ – Quali paure? ¶ – Non so in particolare: era disperato

avvocato? – domandai. ¶ – Non lo so, quadri antichi, enormi, tavole

uno anche lei? ¶ – No. ¶ – So che lei ha un

Genova? ¶ – Quella? ¶ – Non lo so. Certo qualche donna. Ma

e tanti, sono taccagno, so lavorare, so eseguire fino

sono taccagno, so lavorare, so eseguire fino in fondo

io non vendo? ¶ – Io so anche che lei non

aiutarvi per quel che so; posso anche parlare e

penso. ¶ – Ah, – sospirò Overath. – So bene che credi di

di sapertene servire. Non so altro. A meno che

vedere bene? ¶ – Non lo so. ¶ – Ma tu ci proverai

presto. Ma non lo so. ¶ – Perché non lo sai

l’ho tutto e so, e anch’esso sa

e nere, ma io so di avere la salute

grande paesaggio io solo so quale è il posto

il posto, perché io so già che tale posto

in questo stato non so che cosa potrai fare

l’acqua alla bocca: so appena nuotare e l

ti trovi qui? ¶ – Non so ancora. ¶ – Riesci a dormire

l’attrice. ¶ – Non lo so. Ho letto il libro

l’interruppe Murieta. – Lo so bene che è piú

puma d’arredamento. Lo so come si arrampica sul

suo soldato doloroso. ¶ Io so, dettò rapidamente a se

Overath: «Sono molto occupato. So che mi dài ascolto

estrema, occulta tentazione. Non so dove vuole andare. Adesso

della siepe. Ma adesso so reggere alla realtà. Non

a succhiare il dito. So reggere alla paura di

sempre a trovarla perché so scavare. Mentre scavo, nudo

delicato, da sassofono. Lo so che adesso vanno a

migliori. Quella lettera non so come mi si bagnò

guizzanti piú dell’argento. So come nutrirli. Questi in

la società migliore. Lo so bene perché lo dicono

a concludere anche se so che non verrebbero mai

Perché? ¶ – Perché davvero non so se con te che

ne sia andata. Anzi so che la stanno cercando

dopo le idee. Lo so che prima c’è

per essere grande. ¶ – Io so che molto di noi

Il marchese disse: – Non so se sia piú il

Tu capisci, io non so dire altro. Non voglio

posso confermarti che non so piú avere contatti. Però

o no? ¶ – Non lo so, – rispose Aspri, – probabilmente scriverò

messaggio del seguente tenore: «So che lei continua a

fine, – confessò Murieta, – non so piú cosa cercare. ¶ – Non

uno per uno e so qual è il vostro

il momento dell’arrivo. So già quali sono i

mi dimostri che ancora so combattere, che si deve

la mia tregua. Che so combattere bene, che sono

la nostra grazia. ¶ Lo so che soffri da buon

sui vostri davanzali. Lo so che ve lo racconterete

l’ordito della vita. So compiangere solo me stesso

avvertito di… ¶ – Sí lo so: avvertito, di sicuro. ¶ – Mi

dolore perché penso e so che non è mai

miei stinchi; ma io so dove andare e mi

un poco alla sprovvista. So bene che non intacca

Urbino? ¶ – Questo non lo so. ¶ – No. ¶ – Non c’è

fuori? ¶ – Ah, non lo so. ¶ – Ma cosa potrebbe rimanere

potrebbe rimanere fuori? ¶ – Non so: qualche piattino, un anello

a est? ¶ – Non lo so. ¶ – Guarda verso il mare

la verità? ¶ – Non lo so, io però la dico

dei luoghi che guardo. So bene i nomi: Cesana

Urbino per presuntuoso. ¶ – Lo so. Ma qui per un

porta? – domandai. ¶ – Non lo so, – rispose Corboli, – chissà in

di mezza giornata. Non so cosa può capitare laggiú

mai avuto figli, ma so che cosa sono le

hanno ammansito e ingaggiato; so che stai rubando, con

inventario? ¶ – No. ¶ – Io invece so che è per questo

non rispondi? ¶ – Non lo so se è vero. Meglio

valga molto? ¶ – Non lo so. Potrò riguardarlo. Lasciami andare

sai tutto questo? ¶ – Lo so. ¶ – Chi te l’ha

Non è cosí. Lo so e basta. Ma posso

dell’ala? ¶ – No, ma so dov’è? ¶ – Ci sapresti

la legna? E poi so che sono sedici ettari

queste? ¶ – Ah, non lo so; le fanno in un

da tanto, da quando so che cosa arriverà a

grande sbaglio che non so trovare: una grande identità

sapore nuovo, che non so definire e comprendere se

tempo, anche perché non so definirlo: piuttosto riesco a

dei momenti che non so definire, sono esattamente dei

sicuro di ciò che so, debbo agire di conseguenza

mia la reciterò dove so io, atto per atto

oltre e conclusi: «Adesso so queste cose e so

so queste cose e so anche distinguere, senza piú

dolore che sopporto perché so che mi tocca per

le sue giunture e so come potrei romperla. Bisogna

megalomania, paranoia e non so se per far la

ancora obiettare: ma io so una donna conquistare e

termini che ancora non so che definire consequenziali. Ho

combinato? ¶ – Niente. E non so niente. Ho visto la

io sono qui. Lo so io come lo sanno

e rendendosi invisibile non so se nascondendosi o se

scansare le fatiche. Lo so che la forestale vuole

è una mazza. ¶ – Lo so che cosa è. Perché

a parlare dell’evoluzione: so che quella vera è

piacere? sfrenato, sfrenatissimo? Non so davvero chi sia il

il mio compagno interiore. So dove lo condurrò. Molto

sapere qualcosa. ¶ – Ma non so chi è, – disse il

ancora salvarlo. ¶ – Non lo so, non lo so piú

lo so, non lo so piú nemmeno io, – disse

il vassoio. ¶ – Non lo so. Forse non l’ho

tornerai a Urbino non so se mi troverai ancora

dei cinquant’anni. ¶ – Lo so chi sei; lo so

so chi sei; lo so che sei brava e

ti chiami Gemma. Lo so dove abiti e quanti

non fidarsi del cameriere. – So io, – soggiunse in fretta

sopra certi terreni… ¶ – Non so nulla. ¶ – Ma vedrà che

impallidí e sputò: – Non so niente. Non ho detto