Pietro Aretino, Angelica, 1535

segua ¶ donna che vive sol di crudeltade ¶ e da

peregrino, un senza nome, ¶ sol per aver begli occhi

vinca il lume del sol col suo splendore, ¶ anzi

fa publicare Angelica e sol brama ¶ che piú tosto

ha men che 'l sol lume né rai, ¶ a

crudo, ¶ del letto uscendo sol, ferito e nudo. ¶ 28 ¶ E

a gran voce e sol d'Amor si dole

che possede colei che sol ne piacque ¶ perché non

ispano amante, ch'ora sol di queste ¶ cortesie nuove

un cavaliero ¶ come il sol chiaro adopri spada e

bello. ¶ 56 ¶ Caso e fortuna sol per farti onore ¶ ti

mondo sallo; ¶ che non sol con i duo t

con Marte in ballo ¶ sol coperto d'orgoglio e

reina del Catai, beatrice ¶ sol di Medoro, a cui

la donna, a lui sol pia, ¶ e la vita

fe' guerra dura ¶ Agrican sol contra d'Albracca tutta

gente molta da lui sol distrutta; ¶ qui facea la

Sacripante, ¶ tratto dal grido, sol, ferito e nudo, ¶ del

ma perché ogniun desia ¶ sol trionfar de la bellezza

al fonte di Merlin sol si rimane: ¶ urna non

a la notte, il sol sen viene, ¶ quegli occhi

A tal sembianza il sol spesso rimíro, ¶ che i

duo cori ¶ in un sol core e due alme

l'ora che 'l sol perde i raggi caldi

piene, ¶ sin dove il sol raffrena e prende il

l'onorato singular Ruggiero ¶ sol trionfò con sue virtuti

segni ¶ ch'obietto è sol de i trionfi e

il mondo a te sol paga il fio, ¶ gli

vi credete, ¶ ma un sol desio di sempiterno onore

spinse. ¶ Ei mi giurò sol de l'onor gioire

offerse ¶ prima che 'l sol vedesse, e 'l laccio

mal soffrir non volse ¶ sol perché io sia d

monte falda ¶ ove il sol mai a stagion buona

e mille cori, ¶ e sol pensando in me par

alma s'agghiaccia ¶ quel sol mirando a le mie