Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950
concordanze di «sono»
n | autore | testo | anno | concordanza |
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1 | 1950 | è una ragione perché sono tornato in questo paese | ||
2 | 1950 | Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo | ||
3 | 1950 | dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza | ||
4 | 1950 | questo paese, dove non sono nato, ho creduto per | ||
5 | 1950 | hanno in mente che sono tornato per comprarmi una | ||
6 | 1950 | le collinette di Canelli sono la porta del mondo | ||
7 | 1950 | ride. ¶ II. ¶ Quest’estate sono sceso all’albergo dell | ||
8 | 1950 | nessuno mi conosceva, tanto sono grand’e grosso. Neanch | ||
9 | 1950 | è di bello che sono tutti bastardi. ¶ – Anche questa | ||
10 | 1950 | Lascia le cose come sono. Io ce l’ho | ||
11 | 1950 | sai quanti meschini ci sono ancora su queste colline | ||
12 | 1950 | dissi tra i denti. – Sono vecchio. ¶ – Tutte le piume | ||
13 | 1950 | Un giorno ci andrò. Sono tornato. ¶ III. ¶ Di Nuto | ||
14 | 1950 | il sole avevo detto: «Sono a casa». Anche l | ||
15 | 1950 | vista dappertutto, – dissi. – Ci sono dei paesi dove le | ||
16 | 1950 | fuori a quei tempi? ¶ – Sono gesti da ignoranti, – aveva | ||
17 | 1950 | sa un odore: ci sono dentro anch’io a | ||
18 | 1950 | a quest’odore, ci sono dentro tante vendemmie e | ||
19 | 1950 | e si chiedono se sono venuto a comprar l | ||
20 | 1950 | nessuno tiene conto che sono stato servitore e bastardo | ||
21 | 1950 | ragazzo, servitore com’io sono stato, qualche donna che | ||
22 | 1950 | non possono farlo. – Dove sono questi raccolti? – gli dico | ||
23 | 1950 | ci rubano, i villani sono gente perversa… ¶ Da solo | ||
24 | 1950 | mai poter dire: «Questi sono i miei beni. Su | ||
25 | 1950 | volta – adesso non ci sono piú – da Gaminella scendevano | ||
26 | 1950 | Sembrano di cane ma sono piú profondi. Io dormivo | ||
27 | 1950 | cacciavano di casa, e sono questi che si chiamano | ||
28 | 1950 | veri acciacchi dell’età sono i rimorsi. Ma una | ||
29 | 1950 | e scosse il capo. – Sono vecchio, – disse. – Villani. ¶ IX | ||
30 | 1950 | lui. E dentro ci sono i banchi per i | ||
31 | 1950 | America è già qui. Sono qui i milionari e | ||
32 | 1950 | siti là intorno – che sono inutili e non dànno | ||
33 | 1950 | qualcosa di simile. ¶ Io sono scemo, dicevo, da vent | ||
34 | 1950 | contano, e le stagioni sono quelle che ti hanno | ||
35 | 1950 | bassa voce in piazza, sono i rossi che sparano | ||
36 | 1950 | I comunisti. Sempre loro. Sono loro i responsabili. Sono | ||
37 | 1950 | Sono loro i responsabili. Sono loro gli assassini. È | ||
38 | 1950 | che la maestra gridava: – Sono tutti bastardi – e diceva | ||
39 | 1950 | disse. – Ragazzi che si sono trovati a far la | ||
40 | 1950 | volta e mi fa: – Sono stufo. Andiamocene fuori dai | ||
41 | 1950 | forca ai partigiani che sono morti come mosche per | ||
42 | 1950 | stavano lassú? ¶ – I partigiani sono stati dappertutto, – disse. – Gli | ||
43 | 1950 | come alle bestie. Ne sono morti dappertutto. Un giorno | ||
44 | 1950 | piccola. ¶ – L’altro giorno sono passato sotto la Mora | ||
45 | 1950 | e dire «Eccomi qui, sono tornato» davanti alle facce | ||
46 | 1950 | capii che i fiori sono una pianta come la | ||
47 | 1950 | va Padrino, – disse costui, – sono già troppe le tue | ||
48 | 1950 | credo, la mia giornata sono adesso i telefoni, le | ||
49 | 1950 | quei gerani che ci sono ancora adesso. Qui chiunque | ||
50 | 1950 | e si sparano? Ci sono dei vizi che costano | ||
51 | 1950 | mi rispose che ecco, sono i soldi, sempre i | ||
52 | 1950 | età, disse la donna, sono tutti dolori. Qualunque cosa | ||
53 | 1950 | tocca alla padrona. ¶ – Come sono le cose, – disse Nuto | ||
54 | 1950 | Salto? Ti piacerebbe. Ci sono i banchi, le pialle | ||
55 | 1950 | caffè di Canelli non sono osterie, non si beve | ||
56 | 1950 | che tutte le donne sono fatte in un modo | ||
57 | 1950 | la bocca, – ma ci sono altri sei giorni. ¶ XVIII | ||
58 | 1950 | n’hai di puntiglio? ¶ – Sono ancora ragazzi, – disse la | ||
59 | 1950 | Al Nido i garofani sono già fioriti. ¶ Nessuno le | ||
60 | 1950 | gli dissi, – è inutile. Sono nato cosí. – Se è | ||
61 | 1950 | vergognare. Gli diceva che sono soltanto i cani che | ||
62 | 1950 | mi disse quel tale. – Sono due donne. Vanno a | ||
63 | 1950 | comprate già il giornale? ¶ – Sono libri, – disse lui, – leggici | ||
64 | 1950 | mani capisco che non sono un signore e che | ||
65 | 1950 | importa, – dissi, – ce ne sono anche a Genova. ¶ Lei | ||
66 | 1950 | nasce tutta uguale, e sono solamente gli altri che | ||
67 | 1950 | dire cattivo, – diceva Nuto, – sono gli ignoranti che gridandogli | ||
68 | 1950 | americano. Perché non lo sono, brontolai – because I’m | ||
69 | 1950 | vedessi davanti finalmente chi sono. Rosanne me l’avrebbe | ||
70 | 1950 | soldi; adesso che non sono piú giovane mi cercano | ||
71 | 1950 | e una casa. Ci sono molte contadine in questa | ||
72 | 1950 | stavan male, poverette – ci sono morte. ¶ Io capii questa | ||
73 | 1950 | scappare in un solco. Sono i giorni piú belli | ||
74 | 1950 | Vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori; caldo non | ||
75 | 1950 | disse che le donne sono donne e gli uomini | ||
76 | 1950 | bastardo come me. Io sono nato cosí». ¶ Ci soffriva | ||
77 | 1950 | State attente, ragazze. Ci sono dei vecchi che non | ||
78 | 1950 | donne, il mondo, non sono mica cambiati. Non portano | ||
79 | 1950 | e i negozi adesso sono vuoti, come un camposanto | ||
80 | 1950 | mi dava del voi. – Sono Anguilla, – interrompevo, – che storie | ||
81 | 1950 | Genova ho capito cosa sono i padroni, i capitalisti | ||
82 | 1950 | per aprirti gli occhi… Sono contento che non pensavi | ||
83 | 1950 | compagni, di che morte sono morti? ¶ Andavamo cosí, sullo | ||
84 | 1950 | il manzo. I conigli sono scappati, ma io avevo | ||
85 | 1950 | Se è vero che sono corsi dalle cascine, a | ||
86 | 1950 | correre queste signorine, – disse, – sono piú leggere di noialtri | ||
87 | 1950 | Andiamo attraverso, – borbottò, – questi sono i tuoi paesi. ¶ Traversammo | ||
88 | 1950 | vedeva il noce, enorme. – Sono rimaste soltanto le piante | ||
89 | 1950 | la collina. ¶ – Anche questi sono morti, – disse. – Quanti ne | ||
90 | 1950 | morti, – disse. – Quanti ne sono morti da quando sei | ||
91 | 1950 | del Buon Consiglio. ¶ – Ci sono andato una volta con | ||
92 | 1950 | schiaffo… gentetta che non sono nemmeno capaci di fare | ||
93 | 1950 | la mamma, sai come sono… mi portavi in festa | ||
94 | 1950 | le disse perfino che sono tempi che bisogna decidersi | ||
95 | 1950 | sparano appena mi vedono. Sono quella della Casa del | ||
96 | 1950 | disse in fretta: – Ci sono stati i partigiani. La | ||
97 | 1950 | che tutte le carni sono buone e si equivalgono | ||
98 | 1950 | giro di stagione. ¶ Se sono cresciuto in questo paese | ||
99 | 1950 | chi sa dove, ci sono altre vigne, altri boschi | ||
100 | 1950 | hanno bruciata i tedeschi. ¶ – Sono venuti due ragazzi a |