Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

da me composti in su 'l fiore della mia

non deve stare in su i termini della trivialità

immortale sia posta in su 'l frontespicio dell'opere

dente impresse, ¶ e vomitò su la ferita il fiele

terra il piè sinistro ¶ su la coscia la lira

basso, or alto ¶ di su, di giù, veloce a

a tempo, e lento, ¶ su per le corde passeggiando

per malvagia stella ¶ spiegò su 'l fior del'età

giro. ¶ Provò Sisifo assiso ¶ su la volubil pietra ¶ gl

soffre ritegno. ¶ Era tornando su ne l'aura molle

mostruoso Cane. ¶ Né più su la riviera di Cocito

or sotto Tempe, or su l'orribil foce ¶ del

del Tanai freddo, or su le ripe algenti ¶ del

fieri venti ¶ si posaro su l'ali e quasi

nobil capo, ¶ gli fe' su 'l fil del mezogiorno

augelli ¶ si potesser posar su le lor braccia, ¶ gli

Furo i vaghi augellini ¶ su i vaganti arboscelli ¶ da

lunghissimo lor grave letargo. ¶ Su la bocca del'antro

quel che soletto ¶ vaneggiando su l'acque ¶ a se

or spirito e senso? ¶ Su la riviera d'Ebro

l'arena, e 'n su la voce estrema ¶ pur

cure pungenti, apena chiuse ¶ su la punta del'alba

che l'anno è su 'l mezo ¶ dela stagion

al celeste miracolo amoroso. ¶ Su l'ali assisi i

l'unghia divisa. ¶ Cresce su per le membra ¶ già

pelo. ¶ Veggiomi pullulando ¶ spuntar su la cervice ¶ i germogli

e volgo il corso ¶ su per l'erboso e

e caggio al suol su le ginocchia, e tutto

ch'un tal carme su scritto si legga: ¶ "Qui

di purpurea seta ¶ traboccavan su 'l tergo e su

su 'l tergo e su la guancia; ¶ et era

l'omero sinistro, in su 'l guanciale ¶ riversava la

facesse alcun lascivo oltraggio, ¶ su la vesta dormendo ¶ tenea

l'immortal giovinetto. Ancor su 'l mento ¶ il bel

ch'io veggio ¶ dormir su 'l lido. ¶ Ma dov

onde gran tratto ¶ può su per l'onde spaziose

di liev'aura gonfie ¶ su per l'acque volate

esco. ¶ Deggio affigermi forse ¶ su la sinistra poppa ¶ due

Inferno. ¶ Tocca il timpano su su, ¶ tuppitù. ¶ Dolce è

Tocca il timpano su su, ¶ tuppitù. ¶ Dolce è ben

discesa ¶ del bel mattin su la sidonia riva ¶ con

levante, ¶ levossi alta in su 'l gambo, e fu

reggia del'ombrosa siepe, ¶ su lo spinoso trono ¶ del

ché tutte n'accorrà su l'ampie terga) ¶ cavalchiam

quel sol di beltà su 'l tauro assiso ¶ era

Citerea, che (come suole) ¶ su 'l dorso di Triton

la memoria soave, ¶ levami su le penne, ¶ e rendi

un borsacchin cilestro, ¶ e su l'omero destro ¶ ad

si lega, ¶ scorciata in su 'l ginocchio, ¶ là dove

di basso rilievo in su la base ¶ tien del

di ciascun viale in su l'entrata ¶ per un

Giove, il camin piglia. ¶ Su per le vaste membra

sposa io son consorte! ¶ Su su ferrate porte, oscure

io son consorte! ¶ Su su ferrate porte, oscure soglie

soglia. ¶ Gli assorge in su l'entrata ¶ il vasto

e di Sicilia in su la spiaggia ingrata, ¶ dentro

bosco di strali in su la scorza ¶ per man

ala nutrice erbetta ¶ in su 'l caldo maggior giacean

più riposti gorghi ¶ uscir su 'l margo, e sospirar

e torrenti, ¶ che 'n su gli ardori estivi ¶ sovente

cacciator, che damma timida ¶ su 'l varco attenda e

il ghiaccio scitico ¶ là su i monti iperborei? ¶ Del

fiume Ladon l'avea su 'l margine ¶ quasi raggiunta

la man le distendea su l'omero, ¶ quando alfin

ardea la giovinetta. ¶ Eran su l'età fresca ¶ pargoletti

mal ferme ¶ reggersi in su le piante, ¶ imparavano omai

n conservar costante, ¶ in su 'l dolce fiorire ¶ del

contener non si sanno ¶ su la speranza, c'hanno

di liberale avaro, ¶ in su 'l meglio mancasti. – ¶ Così

mandati ¶ dagli avidi desiri, ¶ su l'ali eran portati

alcun vicino, ¶ che 'n su l'uscir la veggia

ancelle e i servi ¶ su l'oziose piume ¶ de

mill'anni di pianto. ¶ Su, su spada mia fida

anni di pianto. ¶ Su, su spada mia fida, ¶ sii

là la giovenca in su l'erbetta ¶ al suo

astratta sostanza. ¶ SELVAGGlA ¶ Eccoci su le scuole. ¶ Gran maestro

piega il ginocchio in su la fresca riva, ¶ s

Mentre la bionda chioma ¶ su la fronte natia si

quell'altra, quella ¶ che su 'l palo appoggiata, ¶ o

verginella ¶ fiorisce intatta in su 'l nativo stelo, ¶ o

che la terra in su la meza terza ¶ ferir

Or mi ruba in su gli occhi, e senza

Carin, quand'apre ¶ in su l'aprir del dì

al suo fedele, ¶ in su la scorza d'una

Deh, quante volte, in su 'l mattin cogliendo ¶ il

aura le fronde in su la molle erbetta, ¶ mentre

Napee far giochi insani ¶ su per la fresca e

muggiti empir la valle. ¶ Su le ginocchia al suo

steso a nudo ciel su l'erba fresca, ¶ sdegna

da quel boschetto ¶ fin su l'uscio pur ier

Quando, teco sedendo in su la selce, ¶ pria ch

de' monti caspi ¶ o sù i Rifei la più

quercia prodotto, ò pur su gli Arimaspi: ¶ se tè

ecco là presso in su 'l pedal d'un

guisa di rose in sù la brina; ¶ ascolta quanto

serto ordiro, ¶ vederla poi su l'aureo carro adorno

in vece di là sù guidar le stelle, ¶ su

sù guidar le stelle, ¶ su 'l frondoso Liceo tonder