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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Il romanzo della fanciulla, 1886

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
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ammucchiò al collo e sul petto lo sciallino di
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poichè il sonno riabbatteva sul lettuccio quella fanciullona robusta
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aveva segnato questo ritardo sul registro, e Maria Vitale
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spazzamento che trabalzavano cupamente sul selciato. Andar a prender
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i superiori, i viaggiatori sul mare in tempesta, le
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un sonno tenace scenderle sul capo e dalla nuca
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leggera che si stende sul mondo. Sul balcone di
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si stende sul mondo. Sul balcone di mezzo, dietro
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mitezza delle anime innamorate. ¶ Sul pianerottolo le raggiunse Adelina
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Una piuma bianca volitante sul cappello di feltro verde
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Faraone portava troppa veloutine sul viso. Le ausiliarie si
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insolente, rialzandosi le lenti sul naso rincagnato. ¶ Le ausiliarie
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che era per Napoli, sul foglio bianco. Dopo le
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si raddrizzò le lenti sul naso con quel moto
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la guardavano per leggere sul suo viso monacale, l
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e segnò l’ora sul dispaccio trasmesso. ¶ Cioè le
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parlava e veniva sorpresa sul fatto, era punita prima
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bianca allungata e immobile sul tasto: le sue amiche
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Questo accadeva chetamente; ma sul volto della peccatrice si
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fare, battè un colpettino sul tasto, un puntino solo
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bianche, se le aggiustava sul petto, nella ricca cravatta
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di grado. Alta, seduta sul seggiolone, col vestito coperto
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macchia d’inchiostro azzurro sul mento, il goletto sbottonato
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le lenti fortemente piantate sul naso, una gamba incavalcata
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Sanna aveva la mano sul tasto per dare il
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chiamavano il corrispondente. Talvolta, sul principio, il servizio procedeva
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impeto: essa batteva, batteva sul metallo certi colpi duri
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tutti e due, avendo sul viso l’aria preoccupata
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che dicevano. La verità, sul caso della Juliano, non
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velo di crespo nero sul cappello e i guanti
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esse, piegando il capo sul cucito, pensava ai suoi
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furono accesi sulla Castelfidardo, sul regio avviso Cariddi, sulla
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di soddisfazione appena arrivate sul ponte. Lassù la novità
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forte, — rispondeva quello ridendo. ¶ Sul ponte di poppa, vasto
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Maria di Miradois; salirono sul ponte di prora. Ivi
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e la rosa era sul petto di Eva, che
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rasa sulla bocca e sul mento, con le fedine
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luce si era posata sul castello di prora, dove
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chiarità: poi era saltata sul ponte, dove si ballava
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e chiarissimo erasi posato sul castello di prora, inondando
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posò, per un pezzo, sul castello di poppa: ivi
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posava il suo bagaglio sul grande tavolone oscuro e
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Cantelmo, tenendo una manina sul capo della sorella Maria
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trasformata. Un mormorìo nacque sul suo passaggio, qualche voce
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il freddo dell’acciaio sul collo, la novizia trasalì
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di Eva. Alla novizia, sul capo disadorno, a un
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le incrociarono le mani sul petto, la coprirono con
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Eva si levò ginocchioni sul tappeto, poi sorse in
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cipria nei capelli e sul viso, un po’ di
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di percallo troppo corto sul davanti, cogli occhiali bizzarramente
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cogli occhiali bizzarramente inforcati sul naso, dal sorriso ironico
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ne inventavano delle belle sul loro conto. Già, con
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bontà. Difatti, appena furono sul viale grande e le
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azzurri, regalatile dalla Malagrida, sul suo vecchio abito bianco
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passione di Glauco o sul lamento desolato di Nidia
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Malagrida, la grassona goffa, sul cui viso lucido una
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fisionomia che l’occhialino sul naso rendeva più originale
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battendo forte il bastone sul terreno duro della Villa
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mentre la pizza esercitava sul suo stomaco atonizzato una
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profonda, dolcissima, si allargava sul giardino degli amori: solo
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due lampade a petrolio sul tavolino, un lume a
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Falco, la Borrelli sedevano sul divano d’onore, e
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e le sciarpe, portandole sul suo letto, instancabile, cercando
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musica pestata dal gobbo sul pianoforte, le coppie si
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colpo solo per cadere sul cuscino, l’astuzia della
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colui che trionfalmente cascava sul cuscino, la faccia indispettita
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ella rassomigliava alla casa; sul capo, al collo, alle
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alle braccia, alla cintura, sul petto, ella era piena
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e ori grossolani, finanche sul petto, un medaglioncino che
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Don Giuseppe teneva sempre sul capo un berretto di
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Caterina con gli occhiali sul naso e il suo
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sorprese. E quel pomodoro, sul bastone che Ciccillo de
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a tutti gli abbaini. Sul Vesuvio s’innalzava una
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alla base che posava sul cratere: altro non si
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si scherzò sull’eruzione, sul rombo, sul terremoto, sulla
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sull’eruzione, sul rombo, sul terremoto, sulla pioggia di
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prima avevano voluto salire sul Vesuvio. Per la via
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una d’esse cadeva sul versante opposto, minacciando il
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ristavano mai. ¶ Alla Marina, sul molo di San Vincenzo
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di esporre San Gennaro. ¶ Sul grande terrazzo dell’Hôtel
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Santa Lucia, che dà sul mare, una folla di
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molta cipria che portavan sul volto, con gli occhioni
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sera prima, di salire sul Vesuvio, con coloro che
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e socchiusa, che dava sul convitto, comparivano le convittrici
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loro, coi cappellini ancora sul capo, i paltoncini abbottonati
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De Donato, che pigliava sul serio la sua parte
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vuoto; qua e là sul terreno vi erano delle
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Borrelli, rialzandosi le lenti sul naso — che è questo
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aveva congiunto le mani sul petto malato e la
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arrossì, finì per ricadere sul banco, scoppiando in lagrime
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il prete, si chinò sul registro e segnò zero
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non lo potevano prendere sul serio. ¶ — Donnarumma, dite la
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per nascondersi, un curvarsi sul banco come per cercare
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un po’ umide, erravano sul banco. Del resto quella
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s’ingrandisse, si elevasse sul loro capo, pareva che
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marchesa pesante, dalle lenti sul naso, entrarono con la
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il professore la interruppe sul principio dicendole seccamente basta
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rizzò risolutamente gli occhiali sul naso: tutt’e quattro
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si era buttata giù sul selciato, dal balconcino di
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una rosa che portava sul petto la Mercanti. L
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poi ritrovata quasi nera, sul letto, in una stanza
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delle bambine: metter loro sul capo lo strofinaccio sudicio
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qualche cosa, ella stava sul balcone, al quarto piano
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loro: vado un momento sul terrazzo. E salita al
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salita al quinto piano, sul terrazzo, ha scritto sopra
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otto macchine pirotecniche, allineate sul lato destro della piazza
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Madonna, Assunta in cielo. ¶ Sul balcone grande del municipio
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Emma Demartino era rimasta sul balcone, pensando, mentre due
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Vergine Santa — pregava Emma, sul balcone — nelle vostre mani
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passava leggermente le dita sul damasco della coperta, come
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viva pietà si delineò sul volto della malata. Ma
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diceva qualche cosa: forse, sul piccolo cristiano, scendeva la
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Ciccillo Santangelo aveva posato sul letto un astuccio di
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croce sulla fronte e sul petto; poi alle ragazze
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degli scherzetti provinciali corsero, sul Marsala che preferiscono i
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di batista bianca, appuntato sul capo da grossi spilloni
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braccio attorno alla testa, sul cuscino. E come la
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abito, molle e piatto sul petto, corto di vita
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s’intravedeva seduta, china sul suo lavoro all’uncinetto
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cascate in grembo, smorte sul vestito bruno di lana