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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato, 2015

concordanze di «sul»

nautoretestoannoconcordanza
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Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre sentenziava: e
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assistere a un match sul Centrale degli Open di
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e osò una battuta sul roast beef francese, scialbo
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prolungato di mia madre. Sul lato passeggero della Citroën
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e mamma mi bruciò sul tempo: – Le petit Libero
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Rischiai e mi ritrovai sul palmo tre ciliegie, le
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demerito. Tamburellò le dita sul mio ginocchio ogni volta
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dal casinò ci trovarono sul pontile che chiacchieravamo su
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rigirai. Le molle cigolavano sul lato destro. Potevo usare
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puzzle della Tour Eiffel sul tavolo del giardino. In
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e si era seduta sul lettino. ¶ – È bellissima, n
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e facemmo una passeggiata sul lungomare di Deauville. Passammo
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ad appoggiare il bicchiere sul tavolo. Poi lei disse
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traccia di quella notte sul mio quaderno: Biblioteca Hôtel
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franchi vinti da mamma sul 27 alla roulette, cinque cene
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qualche tempo mi concentrai sul mio sperma e su
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Così vedemmo Borg-Solomon sul Centrale. Lo svedese le
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miei e mi scagliai sul cuscino di mamma, lo
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mi portò nel cortile sul retro. C’era caldo
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jour acceso. Mi sedetti sul bordo del letto e
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di uscire nel cortile sul retro. ¶ – C’è qualcosa
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Iniziammo a baciarci seduti sul divano, e mentre provavo
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fece tintinnare la forchetta sul bicchiere. Ci guardò: E
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far segnare le cedrate sul conto, la salutai appena
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in tempo ad aggiornarmi sul precipitare degli eventi. Marion
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peso e mi portò sul divano. Si accovacciò davanti
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l’aspettai nel cortile sul retro della biblioteca. Nella
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avrà avuto vent’anni. Sul tavolino notai delle stagnole
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Stavolta la trascinai io sul divano. Era un finale
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si rivestì e tornò sul divano. Mi spettinò e
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ricordo che mi baciò sul­l’orecchio come faceva
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Al mare in Puglia, sul Gargano, le vacanze in
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scatto e si mise sul divanetto, portava due orecchini
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l’Homme e sbucammo sul lato sinistro di place
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feci cadere il mio sul libro di Rodari che
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mormorò Lunette. ¶ Mi misi sul divano e continuai con
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pensare – e ci pensò sul momento, – No, non è
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a gambe all’aria sul divano, le notti insonni
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Il commesso, una storia sul sacrificio e sulla dignità
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sulla poltrona, poi sedette sul bracciolo. Cominciò a baciarmi
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mi passò la lingua sul collo e armeggiò con
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mi appoggiava una guancia sul petto, Tant pis mon
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in piedi, si sedette sul bordo del materasso e
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di Monsieur Marsell o sul letto, senza fretta. A
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padre. Lui aveva dormito sul divano della mia nuova
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si trovarono d’accordo sul riverbero femminista e sulla
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le chiesi di sedersi sul letto e mi slacciai
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mentre lei dormiva rannicchiata sul fianco sinistro, mi avvicinavo
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des Petits Hôtels, era sul fondo dell’armadio con
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poco che cambiassi idea sul teatro, mi annoiava da
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le mise una mano sul fianco, e quando gliene
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Ne vidi una scendere sul sedere. Scolai il gin
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come fanno gli uomini. Sul sedere, afferrandolo, e sulle
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i pantaloni. La portai sul letto e restammo uno
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Village. ¶ Dopo che atterrammo sul suolo francese andai direttamente
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del Marais, ci interrogammo sul destino dell’universo almeno
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che feci fu annotare sul quaderno: Attraversa il deserto
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cuffie e mi stesi sul divano letto, spinsi play
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e l’avevo riportata sul quaderno di Lupin. Marie
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Mi convinse a stendermi sul divano letto del mio
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la trascinai con me sul divano letto e la
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rivolsi alla tessera, lì, sul volto di mon papa
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doveva fornire una consulenza sul caso di tre immigrati
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a Milano. ¶ – Ometto, dico sul serio. Pensa allo studio
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lasciò esausto. Mi appisolai sul posto, fu Mario a
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tornavo a casa, steso sul sedile posteriore con Palmiro
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l’impermeabile vidi che sul tavolo c’era altro
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e catapultare i faldoni sul pouf abbandonato nell’angolo
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Rimasi ciondoloni, mi sedetti sul pouf con la schiena
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di catapultare i faldoni sul pouf mi faceva impiegare
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Poi, mentre si sedeva sul pouf, accennò all’audacia
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faresti? ¶ – Scrivere un libro sul sesso? ¶ Annuii, la gonna
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tisane scottavano, le lasciammo sul tavolo a raffreddare e
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ritrovai una sua mano sul ginocchio, e la mia
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ginocchio, e la mia sul suo. Lei la tenne
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più, Libero. ¶ L’accompagnai sul pouf e mi sedetti
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le vidi il taglio sul pollice, era quasi rimarginato
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avessi iniziato a leggere sul serio, mi raccontò di
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di come avesse letto sul serio finché era diventata
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piedi, lei si spostò sul ciglio del letto e
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con lei. La stesi sul letto e la toccai
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si trovavano d’incanto sul desk di consultazione. ¶ La
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per lei. Le mangiammo sul tavolo da campeggio davanti
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i cartoni delle pizze sul tavolino da campeggio, la
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forma del suo peso sul lato sinistro del divano
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sinistro del divano letto. Sul lato destro, appoggiato al
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il maestrale, la parcheggiammo sul retro dell’osteria in
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e i tavoli eravamo sul retro, poi lo accompagnò
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come andava srotolato premendo sul fusto. Ci riuscii a
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mano su un seno, sul collo. Presi un preservativo
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preservativo e migliorai, tentennai sul verso giusto. Il terzo
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conquiste con una tacca sul bancone. Mi confidò che
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e ci guardò sorniona. Sul tardi la vidi alzarsi
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nel fazzoletto che trovai sul tavolo su cui aveva
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Natale, dopo aver dormito sul divano con uno dei
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ascensore e quando arrivammo sul pianerottolo sentii un assedio
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i capelli le finivano sul seno abbondante. Aveva l
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del soldato semplice Joker sul fronte vietnamita. Aveva una
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Giorgio aggiunse tre tacche sul bancone dell’osteria. Un
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Parigi. Le aveva scritte sul retro di una fotografia
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lei e papà seduti sul primo ramo di una
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Tranchilo, e mi accompagnò sul letto. Fece tutto lei
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corsi ancora, mi bloccai sul primo sampietrino del cortile
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nel finale: Cash è sul carro, la madre appena
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viaggio con la morte sul carretto. Aveva le sembianze
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in camera, mi afflosciai sul letto della mia adolescenza
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chiese permesso. Si sedette sul bordo del materasso come
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dell’osteria, le volpine sul retro. Giorgio le fissava
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di confidenze che stroncavo sul nascere. Mi salutava nonna
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Lo feci incartare e sul biglietto scrissi: Aspetta la
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Giorgio la incrociasse aspettandomi sul retro e certe volte
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parole che loro ricopiavano sul quaderno. Mi chiese di
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a sbirciare le notizie sul tennis, l’eccentricità di
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prosciutto e melone, dormivo sul divano e mi risvegliavo
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Leoni erano ancora concentrati sul disastro petrolifero e che
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telefono. Me lo scrisse sul volantino pubblicitario di un
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fosse stata lì, seduta sul muricciolo del Naviglio, che
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i boccali e lei sul primo sgabello, le gambe
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debole per la meringa sul fondo della coppa Smeralda
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parte di schiena scoperta, sul collo, il viso. Aveva
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a controllarmi. La baciai sul collo, tornavo sulle labbra
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dava pace, morbida, andò sul fusto e sui testicoli
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testa e la stesi sul letto. Le accarezzai le
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da Siracusa. Rimanemmo svuotati sul letto, fradici dagli umori
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l’aveva trovato agonizzante sul pavimento della cucina, le
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della cucina, le zampe sul muso per coprirsi dal
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naso asciutto, lo accarezzai sul collo nel punto in
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Bonne nuit, lo appoggiai sul fondo della buca, Bonne
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scrivere la parola giusta sul quaderno, o mentre imparava
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casa: trovai mamma stesa sul divano che guardava Milagros
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vide abbandonò la testa sul cuscino e bisbigliò – Quel
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prese a braccetto. Eravamo sul lungosenna e fino a
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interno o in quello sul retro. Lei ricalcò i
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poi la vidi sedersi sul bordo del letto e
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sera stessa Anna trascrisse sul retro dell’autobiografia di
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dei bambini del Centro sul comodino, due tesi da
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prestigio. Ricordo un episodio sul Centrale del Roland Garros
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e teneva una possibilità sul passato, a quando ero
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e misi la moka sul fuoco, mangiai due biscotti
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mattina la trovai addormentata sul divano, seduta come guardasse
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senza salutarmi. Andai io sul pianerottolo a riprenderla mentre
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di fare un giro sul cavallo con il pennacchio
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Lo presi, lo appoggiai sul palmo e chiusi il
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altro cappelletto, lo appoggiai sul palmo e chiusi, e
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lo sistemai pancia sotto sul petto e lui mi