Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

luna: dato che è sulla mia strada. Le dirò

plenilunio veleggiava dall'alto sulla città di minuto in

le carte in disordine sulla scrivania avevan l'aria

Fiammelle fatue s'accendono sulla scabra superficie, si torcono

con l'ali chiuse, sulla cima d'una fronda

non v'è altro sulla terra. Quando simili perché

io. – Tutto si move, sulla terra e nell'aria

qui, la solitaria villa sulla collina. Si guardano, si

luci metta l'aurora sulla chiesa e la cappella

chiesa e la cappella, sulla villa vestita di caprifoglio

la filastrocca. ¶ STELLE ¶ Siamo sulla terrazza della villa, nella

aperta per tre lati sulla campagna. Un deodàra, che

non so qual ramo, sulla ghiaia del viottolo. Per

odore, mettermene un pizzico sulla lingua per gustarne il

dentro tu, che sei sulla soglia: raccontaci tutto: tu

la bimba, a sedere sulla panca di legno, rotonda

d'andare a rifugiarmi sulla rustica panca che amavo

io siedo, alla fine, sulla panca: m'appoggio ai

per tre finestre ogivali sulla valle, solo ornato di

è la chiesa edificata sulla casa antica dove crebbe

a lato di Francesco sulla strada fra Spello e

in cosí alto colloquio sulla gloria di Dio, che

portino nel cuore e sulla veste il segno d

li alza mai, né sulla folla, né sui sacerdoti

dell'uragano. Cristo agonizzante sulla croce abbandona la testa

andavo a trovare spesso sulla strada pietrosa di San

con tutto l'essere: sulla nostra vita piangiamo, che

e aperto in alto sulla luce diffusa dell'orizzonte

con Francesco il ritiro sulla montagna. Interrogo il giovane

il capo, per dormire sulla terra nuda. Monda d

dei mostri simbolici scolpiti sulla facciata, degli arcangeli a

colore di certi tramonti sulla facciata di certe chiese

ridenti casucce del borgo, sulla riva destra a specchio

finestra. Nei cortili aperti sulla riva, rampe esterne di

di sostare qualche minuto sulla scaletta che conduce alla

il corso del sole sulla facciata della chiesa, che

con un crespo ciuffo sulla fronte troppo alta, e

ma non li riguarda. Sulla morte, la vera, che

passato le mie mani sulla corteccia del tronco: ho

è la sola forza sulla quale il tempo nulla

da compiere fu compiuto. ¶ Sulla lotta fra corpo e

piú: assai piú fitte sulla riva di Borgo Basso

fra due «gusci» capovolti: sulla quale un uomo, pedalando

roghi, qua e là sulla scarpata, continuano, piú deboli

lentiggini risaltavano piú scure sulla faccia pallida e chiusa

fronzoli, niente tinture né sulla pelle né sullo spirito

sinuosità del palmo, cadevano sulla carne e sull'anima

la piccola Néné Miraglia, sulla quale si bisbigliavano, da

io porto sempre fiori sulla tomba di sua sorella

tempo porta spesso fiori sulla tomba della sua venerata

indietro. ¶ Se mi metto sulla soglia, vedo i banchi

in una rotella castana sulla nuca, lasciavano in vari

Dio, pel proprio passaggio sulla terra, il maggior dono

alta: con un'ombra sulla fronte, però. Il privilegio

volontà di lei: solo, sulla cassa, l'omaggio dei

profonda, per l'uomo sulla cui persona stava, non

mute, sorde, di terra sulla bara! Se le sentiva

passaggio d'un individuo sulla terra. I suoi occhi

inacerbirsi. Si mise ritta sulla schiena. Nell'antica specchiera

DAMIANO. ¶ Per, le notizie sulla vita di Santa Chiara